venerdì 19 dicembre 2008

Fredric Hauge, il vickingo dell'ambiente

«Dovremo tagliare i gas-serra dell'85% Le alghe e una tecnologia ci salveranno», spiega in questa intervista al Sole 24 Ore

Se un combattente si vede dal fisico, Frederic Hauge è un combattente perfetto. Norvegese, 43enne, è così alto e imponente con, con quei riccioli biondi e le mani grandi, gli basterebbe una barba per sembrare un antenato vikingo. Ma un vero combattente, più che dal physique du role, si vede dalle vittorie. E Hauge, presidente della Bellona Foundation, già nominato "eroe dell'ambiente" da Time, di vittorie ne ha parecchie nel suo carnet. A cominciare da quella della sua Fiat Panda elettrica.«Nel 1989 –racconta Hauge di-vertito, durante una pausa del vertice climatico dell'Onu a Poznan, in Polonia – comprammo una Panda, convertita in auto elettrica. A Oslo, fui multato più volte, perché entravo con l'auto nel centro storico. Ne è venuta fuori una causa-simbolo, con la bellezza di 17 udienze. Ma la corte ci ha dato ragione e oggi le auto elettriche hanno libero accesso in città».Ovviamente c'è molto di più, nella storia di Bellona, nata nel 1986 su iniziativa di Hauge e di Rune Haaland. «Originalmente, il nostro compito era vigilare sul comportamento della Norvegia, un Paese drogato dalle proprie riserve petrolifere», oggi pienamente convertito alla causa ambientale – il Governo ha un piano per arrivare ad essere carbon neutral, a zero emissioni di carbonio, entro il 2050 –ma non così sensibile a quei tempi. «Quando parlai per la prima volta del carbon capture and storage, o Ccs – prosegue Hauge – ovvero della possibilità di catturare le emissioni di anidride carbonica e di pomparle nel sottosuolo per evitare che contribuissero all'effetto-serra, tutti mi risero dietro». Oggi, la tecnologia Ccs, in via di sperimentazione in Germania e in Australia, è già applicata da tempo a un pozzo offshore della norvegese StatoilHydro. E è certamente la soluzione più incensata e discussa fra i corridoi multietnici del vertice di Poznan.Frederic Hauge è venuto fino in Polonia per combattere la madre di tutte le battaglie ambientali: quella contro i gas con effetto-serra che stanno riscaldando il mondo. Non che abbia abbandonato gli altri fronti: Bellona ha ancora due uffici in Russia e continua a controllare i movimenti dei materiali radioattivi, anche dopo l'estenuante battaglia legale per salvare un suo collaboratore, Alexander Nikitin, finito in carcere per aver divulgato segreti di Stato. O meglio: per aver scritto un report sui problemi di sicurezza dei sottomarini nucleari della marina russa. Oggi però, c'è un pericolo più grande perché globale: il riscaldamento del pianeta.«Che il climate change sia una realtà è ormai fuori discussione», spiega il capitano Hauge. «Ora è il momento di agire. Per prevenire epiloghi catastrofici, il mondo industrializzato non dovrà dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2050, ma molto di più: fra l'80 e l'85%». Visto da Poznan, dove 192 Paesi del mondo hanno parlato per due settimane senza intese significative, se non la promessa di un nuovo trattato internazionale entro il 2009, sembra una missione impossibile. «E invece ci sono già le tecnologie e le esperienze industriali per farlo. Basta avere il necessario coraggio politico. Lo "Scenario Bellona" lo dimostra».Hauge parla del rapportoche ha presentato qui, poche paginette ma con un'ambiziosa visione di lungo termine: un futuro carbon negative. Ovvero un nuovo sistema energetico dove l'umanità, che negli ultimi due secoli ha aggiunto anidride carbonica e altri gas-serra all'atmosfera, a un certo punto, senza rinunciare al trasporto, al riscaldamento o a nient'altro, sottrae la CO2 dall'atmosfera. Algebricamente, l'impatto diventa negativo.Sarà che Hauge è abbonato a proporre idee molto avanzate che poi si realizzano, come quella del Css. Fatto sta, che è sicuro del fatto suo. Lo "Scenario Bellona" prevede che, sottraendo le emissioni a forza di energia rinnovabile, di efficienza energetica, di programmi per la riforestazione, cambiando un po' le abitudini e usando sistemi di Css per nascondere sotto il tappeto le emissioni delle ultime centrali termoelettriche, si può arrivare lontano. Ah già,in realtà c'è bisogno anche di un po' di energia carbon negative. Scusi, ma cos'è?«Basta coltivare delle biomasse adatte che, per crescere, assorbono CO2 dall'atmosfera. Dopodiché, queste vengono convertite in energia, in impianti moderni equipaggiati con sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio, o Ccs. Il risultato è che quell'energia è a impatto negativo di carbonio ». La tecnologia per fare tutto questo, assicura Hauge, c'ègià.E abbiamo già gli indizi sulla biomassa giusta: un'alga. «Dimentichiamoci di usare i terreni coltivabili per produrre energia», dice in polemica con il bioetanolo americano. «Certi tipi di alghe sono una soluzione perfetta. Lo dimostra Bill Gates, che ha investito una fortuna nella Sapphire, un'azienda che sta sviluppando un'alga capace di produrre biocarburante».Crede che tutto questo succederà davvero? «Sì – risponde il fondatore di Bellona senza esitazioni – perché se non vogliamo che la Groenlandia si sciolga (e che il lievllo dei mari si alzi di sette metri) scopriremo di dover essere molto più ambiziosi del previsto. Sono convinto che accadrà ».Alla fine però, resta un grande, amletico dubbio. Ma che vuol dire Bellona? «Quando cercavo il nome della fondazione, ho preso il vocabolario. Alla lettera "B" ero già stufo. E ho scelto Bellona, la dea romana ». Ma chi? La moglie di Marte, dea della guerra?Hauge scoppia in una grassa risata, e pare proprio la risata di un vikingo. «Sì. Ma era una che non combatteva per combattere. Sceglieva solo le guerre giuste». Fosse qui con noi oggi, farebbe anche lei la guerra ai gas-serra .

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente? Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

Ecco quanto sarà verde la nuova Casa Bianca

Da L'Opinione

Oltre ad essere il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti, Barack Obama sarà anche il primo verde alla guida della Casa Bianca? Sì, nonostante le ultime nomine non facciano dormire sonni troppo tranquilli agli ecologisti: Tom Vilsack all’Agricoltura è un convinto sostenitore dell’uso dei biocarburanti, mentre Ken Salazar, agli Interni (gestione del territorio) è stato duramente contestato dai Verdi. Vilsack, governatore dell’Iowa per due mandati, ha sempre agito dalla parte dell’ecologia, sostituendo l’Mtbe con il più pulito etanolo nella benzina, finanziando soluzioni per la depurazione delle acque, ponendo il veto a quelle leggi che non tutelavano l’ambiente a sufficienza e appoggiando le politiche di riduzione delle emissioni. Si è espresso nel 2007 a favore di una produzione del 25% dell’energia con fonti rinnovabili entro il 2025. Kenneth Lee Salazar, senatore democratico, ha invece votato contro l’applicazione di nuovi standard per l’efficienza energetica dei carburanti (Cafe), ottenendo la scomunica della Lega degli Elettori per la Conservazione, il gruppo di pressione verde per eccellenza in America. Non solo: nel 2006 ha votato per la rimozione dei limiti legali alla trivellazione del petrolio al largo della Florida e nel 2007 si è opposto (assieme a una piccola minoranza di Democratici) a una legge che vincolava gli ingegneri militari a parametri anti-riscaldamento globale

giovedì 18 dicembre 2008

Clima, sì al pacchetto 20-20-20

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva i sei provvedimenti per ridurre i gas serra, spiega Italia Oggi


Auto, impianti, energia: -20% di emissioni entro il 2020. Via libera al «Pacchetto clima-energia», i sei provvedimenti Ue che puntano a far raggiungere entro il 2020, l'obiettivo della riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra, l'aumento del 20% del risparmio energetico e il 20% della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (da qui la definizione di «Pacchetto 20-20-20»). Il sì definitivo dell'assemblea di Strasburgo è arrivato ieri a larghissima maggioranza. Ora manca il placet formale del Consiglio e la pubblicazione in Guue. «L'Italia raccoglie il testimone di questo impegno», ha dichiarato ieri il ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, «apprestandosi alla guida di un G8 che, confidiamo, avrà un ruolo decisivo nella costruzione di un'intesa globale che coinvolga anche Usa, Cina, India e altri paesi che emettono una gran quantità di gas serra». «La strada è quella giusta ma si poteva fare di più», è stato il commento in una nota di Legambiente, «l'accordo raggiunto fa ben sperare per la riuscita di un impegno globale a Copenaghen, ma gli obiettivi sono ancora lontani e bisogna andare oltre le buone intenzioni. A cominciare dall'Italia».

Kroes: aiuti solo alle auto verdi

Alt Ue al sostegno chiesto dalle aziende, dice Italia Oggi

Se i fondi a sostegno dell'auto Usa arriveranno, in un modo o nell'altro, lo stesso non è così certo per le case europee. La Casa Bianca continua a cercare vie percorribili di finanziamento, dopo la bocciatura dei repubblicani al piano illustrato. È vero che alcuni stati hanno già messo in atto azioni volte a sostenere, per ora cautamente, il comparto, ma a Bruxelles si continua a ribadire la linea liberista. Il commissario europeo per la concorrenza, Neelie Kroes, ha ribadito ancora ieri il suo no all'ipotesi di aiutare il settore dell'auto europeo che martedì ha registrato una nuova flessione del 25% negli ordini. «Siamo consapevoli che c'è una recessione economica e che non tutti i posti di lavoro possono essere mantenuti», ha spiegato Kroes, aggiungendo che la crisi può essere comunque una «opportunità per trovare nuove opportunità nella green economy». L'Italia, come molti altri paesi europei, per ora sta alla finestra, in attesa di una precisa linea di condotta «suggerita–» da Bruxelles.
«Il governo guarda con attenzione al settore automobilistico», ha detto il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, nel corso del question time alla camera in cui ha spiegato che l'esecutivo intende favorire i progetti legati al risparmio e all'efficienza energetica «in linea con gli orientamenti europei». Scajola, inoltre, ha aggiunto che sono in arrivo 180 milioni di euro per progetti sulla mobilità sostenibile.

Che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.

mercoledì 17 dicembre 2008

Risoluzione in Regione contro la centrale nucleare di Caorso

È stata approvata dall'aula del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna una risoluzione (presentata da Sd, primo firmatario Ugo Mazza, Pd, Verdi e Pdci) che dichiara il totale disaccordo e l'indisponibilità della regione all'installazione e all'attivazione di centrali nucleari sul suo territorio e alla riattivazione della centrale nucleare di Caorso. Il documento impegna la giunta ad attivarsi in tal senso in sede di Conferenza Stato-Regioni, e in ogni altra sede opportuna, e a sollecitare l'adozione di un piano energetico nazionale che sia basato, prima di tutto, su una discussione democratica assicurando il coinvolgimento delle Regioni per la definizione del reale fabbisogno energetico e della reale possibilità di risparmio energetico da svilupparsi utilizzando fonti rinnovabili e naturali e, in particolare, di quella solare su cui l'Italia potrebbe candidarsi ad essere il primo paese produttore e consumatore. Il documento, infine, impegna la Giunta a proseguire il lavoro positivo fin qui svolto per monitorare la completa fase di smantellamento della centrale di Caorso. (da Il Manifesto)

Lampioni accesi di giorno a Grottaferrata

Una strada tra le principali del paese, a doppio senso di marcia e circondata da villini illuminati. In questa via non si promuove certamente il risparmio energetico. Chissà, forse le luci accese sostituiscono temporaneamente gli addobbi natalizi ancora non allestiti. Ma i residenti non si lamentano anzi, ironicamente commentano «meglio troppo che niente». Pochi metri più avanti si entra nel Comune di Monte Porzio Catone e lì si lavora a pieni ritmi per una viabilità a basso costo. Qualche passo separa i confini tra un castello e l'altro. E le amministrazioni gestiscono i loro territori ciascuno in maniera differente. Infatti, sulla via Tuscolana, nel tratto di pertinenza del Comune di Monte Porzio l'illuminazione è allestita con luci a risparmio energetico. Spreco o parsimonia? Sicuramente il risparmio per le tasche comunali è sempre gradito dalla cittadinanza. E in questo momento di crisi economica, rincuorano di più le luci natalizie che un illuminazione stradale in perenne attività. E la raccomandazione è poi quella del buon padre di famiglia ai loro figli, fin da piccoli: «ricordati di spegnere la luce». (tratto da Il Tempo-Roma)
E contro gli sprechi vedi il progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia.

martedì 16 dicembre 2008

Telecom alleata con Huawei per il risparmio energetico

Telecom Italia si allea con la Huawei per il Network Innovation Center, che sarà realizzato dall´azienda cinese in due sedi, Roma e Torino. Sarà un Centro di ricerca e sviluppo sulle tecnologie di rete mirato all´eco-compatibilità a partire dalla riduzione dei consumi di energia. Per presentarlo, oggi sarà a Roma William Xu, manager di Huawei.

Energia, ripristinare le detrazioni

Per le pmi gli incentivi non sono un costo, ma un'opportunità Imprese di costruzioni, installatori, produttori di componenti per l'edilizia sostenibile. Quindi famiglie, che avevano deciso di investire nella riqualificazione energetica della propria abitazione, credendo di ricevere un congruo sostegno dallo stato in termini di detrazioni fiscali. Tutto azzerato. O meglio, tutto ridimensionato, e di molto, con il governo italiano che, proprio nel pacchetto anti-crisi, ha ritenuto di inserire una misura che la crisi rischia invece di aggravarla, mettendo in difficoltà un intero settore dell'economia italiana, per giunta tra i più promettenti e innovativi e ponendo un ulteriore ostacolo alla tanto declamata esigenza di «rilanciare i consumi». Questa la denuncia del presidente di Cna Ivan Malavasi che, dati alla mano, sottolinea le molteplici contraddizioni alla base del provvedimento del governo che ha limitato le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica, con l'obiettivo dichiarato di liberare risorse per far fronte alla crisi economica. (tratto da Italia Oggi)

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

lunedì 15 dicembre 2008

L’ecodieta di Enel fa bene all’ambiente (e alle tasche)

L’obiettivo dell’ultima iniziativa dell'Enel di Fulvio Conti nell’ambito del Progetto Ambiente e Innovazione, che dedica importanti risorse allo sviluppo di iniziative innovative per la salvaguardia dell’ambiente e delle energie rinnovabili, è sensibilizzare cittadini e consumatori sulla necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, ovvero del gas ritenuto il principale responsabile dell’effetto serra e, quindi, dei cambiamenti climatici. www.ecodieta.it è il sito realizzato dall’Enel in collaborazione con AzzeroCo2 per suggerire come ridurre le emissioni di anidride carbonica anche nelle azioni quotidiane, senza eccessivi sforzi o sacrifici. Il sito presenta un appartamento virtuale nel quale si possono simulare le attività di tutti i giorni: nelle varie stanze della casa si potrà dunque lavarsi, cucinare, accendere o spegnere gli elettrodomestici. All’esterno della casa si potranno invece utilizzare in modo virtuale i diversi mezzi di trasporto. Al primo ingresso nella “casa” il visitatore è invitato a calcolare il livello medio di produzione di Co2 di una sua giornata tipo. Per scoprire, con molta sorpresa, che anche i suoi più piccoli gesti quotidiani sono sufficienti a immettere nell’atmosfera centinaia di chili l’anno di anidride carbonica. (Da L'Opinione)

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

ambiente, storico accordo

Il Consiglio europeo di Bruxelles dell'11 e 12 dicembre segna un momento storico nella storia dell'Unione europea che ha raggiunto un accordo, per nulla scontato, sul piano di protezione del clima e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Un accordo unanime dopo aver superato le divergenze sul pacchetto presentato dalla Commissione.

venerdì 12 dicembre 2008

Anche un Nobel per l´ambiente Obama prepara la svolta "verde"

(tratto da La Repubblica) Un premio Nobel per la Fisica nella squadra di Obama. Steven Chu, che nel 1997 ottenne il riconoscimento per i suoi studi sul raffreddamento degli atomi, è l´uomo cui il presidente-eletto ha deciso di affidare uno dei più delicati ministeri della prossima Casa Bianca, l´Energia. Non è ancora ufficiale (l´annuncio verrà fatto la prossima settimana) ma i media americani, grazie alle soffiate di "fonti" vicine a Obama, lo danno già per certo. Al fianco di Chu lavoreranno tre donne: Lysa Jackson guiderà l´Enviromental Protection Administration (Epa), il dipartimento che si occupa di protezione ambientale, Nancy Sutley presiederà il Consiglio sulla «qualità ambientale» della Casa Bianca, e Carol Browner, che ha già lavorato nell´amministrazione Clinton, avrà l´incarico di coordinatore per l´energia.Un uomo e tre donne per una squadra chiamata a cambiare radicalmente l´attuale politica degli Stati Uniti sulle questioni climatiche, che è stata subito ribattezzata come il dream team dell´ambiente e che ha ricevuto il plauso unanime dell´ala liberal del Partito democratico, finora critica con Obama per le scelte - ritenute troppo centriste - negli altri ministeri-chiave. In campagna elettorale il neo-presidente aveva promesso una svolta sulle questioni ambientali, e le biografie dei quattro prescelti (dopo un incontro che Obama ha avuto martedì con Al Gore) la confermano in pieno.Chu, uno scienziato di 60 anni figlio d´immigrati cinesi, è diventato famoso grazie al Nobel per la Fisica ma negli ultimi anni ha rivolto i suoi studi alle questioni ambientali, prima all´università di Stanford poi in quella di Berkeley, dove dal 2004 dirige il Lawrence Berkeley National Laboratory, il principale centro americano nella ricerca sull´efficienza energetica, l´energia solare e i biocarburanti.Lysa Jackson, attuale capo dello staff del Governatore del New Jersey Jon Corzine, è stata la responsabile del dipartimento per la protezione ambientale nello stesso Stato, ed è un´afroamericana nata nel Ninth Ward di New Orleans, il quartiere popolare devastato dall´uragano Katrina in cui la casa della madre venne completamente distrutta. Con Nancy Sutley, che fa parte del «Californian Lesbian, Gay, Bisexual and Trasgender Committee» entra nella squadra della Casa Bianca la prima militante gay dichiarata. Attualmente vice-sindaco di Los Angeles, la Sutley ha fatto parte del consiglio per il controllo delle risorse idriche della California. Carol Browner, avvocato della Florida ed ex assistente parlamentare di Gore, è stata alla guida dell´Epa durante gli otto anni dell´amministrazione Clinton ed era riuscita ad imporre limiti molto stretti al livello d´inquinamento dell´aria, tanto da diventare la bestia nera delle lobby industriali. Obama non vuole che venga chiamata "zar dell´energia" («è un termine che non gli piace», ha detto un suo consigliere) ma la Browner avrà un potere particolare, quello di coordinare tutte le riforme energetiche, uno dei punti principali nel piano contro la crisi economica.

Accordo sul clima al vertice UE

(notizia AGI) - Bruxelles, 12 dicembre - I leader dei Ventisette hanno raggiunto un accordo sul pacchetto clima-energia. Lo hanno annunciato fonti diplomatiche a Bruxelles. Il pacchetto prevede che entro il 2020 l'Ue riduca del 20% le emissioni di gas serra, aumenti del 20% dell'efficienza energetica e porti al 20% il ricorso alle fonti alternative nel mix energetico. Le ultime resistenze riguardavano i Paesi dell'Est che chiedevano piu' risorse per il fondo di solidarieta' per la transizione energetica.
Ieri erano stati approvati gli altri due punti al centro del summit: la 'roadmap' sul Trattato di Lisbona e il via libera al piano anti-crisi da 200 miliardi di euro della Commissione.
E per il risparmio energetico vedi anche il progetto 30% dell' Eni guidata da Paolo Scaroni.

giovedì 11 dicembre 2008

Effetto serra, Roma minaccia il veto alla Ue

Tratta da La Repubblica

Silvio Berlusconi parte per Bruxelles a testa bassa. Alla vigilia del delicato vertice Ue chiamato ad approvare la nuova Kyoto europea, il premier ha ribadito: «Anche se ci sono state molte concessioni, se i nostri interessi saranno colpiti non esiterò a mettere il veto». Dopo qualche giorno di toni pacati, dunque, l´Italia torna ad evocare la possibilità di mandare tutti a casa senza un accordo sul pacchetto climatico dell´Unione, linea appoggiata dalla presidente di Confindustria Emma Mercegaglia. L´appuntamento è per le tre di oggi pomeriggio, quando a Bruxelles confluiranno i capi di Stato e di governo dei 27. Fino a quel momento gli "sherpa" negozieranno ogni virgola del testo che la Francia - presidente di turno della Ue - metterà sul tavolo. Da lì partiranno i negoziati dei leader, che si annunciano tesi e lunghi. Intanto un appello a permettere all´Unione di entrare nella terza rivoluzione industriale - quella verde - lo ha lanciato il premio Nobel Al Gore, a Milano per accettare la cittadinanza onoraria dalle mani di Letizia Moratti: «Spero che gli italiani, d´accordo con la comunità scientifica, possano influenzare le politiche ambientali del governo», ha detto l´ex vicepresidente Usa paragonando l´opposizione al piano Ue alla guerra in Iraq: due decisioni basate «su false premesse» (nello specifico, quella che costi troppo).Il pacchetto prevede di dare seguito a Kyoto con un triplo impegno del 20% entro il 2020: taglio delle emissioni di CO2, incremento di efficienza energetica e fonti rinnovabili. E se dopo mesi di aspri negoziati si è trovato un accordo su auto ed energie rinnovabili, rimangono aperti i temi legati alla riduzione dei gas industriali: Italia, Germania e Polonia - che guida un gruppo di paesi dell´Est - chiedono aiuti per la loro industria. L´ex blocco sovietico dovrebbe ottenere un fondo per aiutare le imprese a uscire dall´epoca del carbone, la Germania uno sconto sulle quote a pagamento che danno diritto ad emettere CO2. L´Italia ha già ottenuto molto, ma vuole di più. Innanzitutto, insieme ai tedeschi, pretende la salvaguardia dei settori a rischio delocalizzazione: dal 2013 l´industria Ue dovrà pagare per inquinare e per evitare la fuga verso i Paesi dove farlo non costerà nulla, così la richiesta è di dare quote gratis ai settori più a rischio. Roma chiede anche di contabilizzare come energia pulita domestica quella prodotta all´estero (dove costa meno) e la definizione di come impiegare i 5 miliardi del bilancio comunitario destinati all´agricoltura ma non spesi: si teme che vadano a finanziare reti energetiche in concorrenza con i progetti dei gruppi italiani. L´ultimo no del governo è sull´impegno Ue ad andare avanti con il piano anche in caso di fallimento dei negoziati Onu che nel 2009 dovrebbero partorire la nuova Kyoto mondiale. Proprio per arrivare a quell´appuntamento con una posizione forte, il presidente di turno dell´Unione, Nicolas Sarkozy, vuole chiudere un accordo a questo vertice per poi convincere l´Europarlamento ad accettarlo.

Così le grandi aziende dichiarano di volere sensibilizzare le giovani generazioni sui comportamenti eco sostenibili. Il caso dell’Eni, guidato dall’ad paolo Scaroni

Ambiente, l´Italia maglia nera allarme sulle malattie "da clima"

Da Repubblica

L´Unione europea punta sull´ecobusiness energetico per uscire dalla crisi. Gli Stati Uniti investiranno 150 miliardi di dollari in dieci anni per le tecnologie pulite. La Cina, che pure resta l´inquinatore numero uno, nel 2007 ha stanziato 12 miliardi di dollari sulle energie rinnovabili. L´Italia corre in direzione opposta: cerca di attenuare le misure salva-clima, taglia i fondi per combattere gli sprechi, vuole aumentare la quota di carbone. E perde colpi. Nella classifica del German Watch, il rapporto sugli interventi anti-gas serra di 57 paesi, l´Italia è scivolata dal trentunesimo posto del 2007 al quarantunesimo del 2009 (è formalmente al numero 44, ma i primi tre posti restano vuoti perché nessun governo li ha meritati). A guidare la corsa sono Svezia, Germania e Francia. Nelle ultime posizioni troviamo gli Stati Uniti di Bush, il Canada del voltafaccia sul clima e l´Arabia Saudita. A 11 anni dalla firma del protocollo di Kyoto, in Italia non si vede traccia di riduzione delle emissioni serra: a fronte di un impegno a tagliarle del 6,5 per cento rispetto ai livelli del 1990, sono aumentate del 12 per cento. Del resto sarebbe difficile immaginare un esito diverso con un sistema di trasporti squilibrato a favore della gomma, decenni di edilizia fatta di quantità e non di qualità, un´industria che ha perso competitività sul fronte dell´efficienza energetica. «A salvare l´Italia dall´ultimo posto», sottolinea Alberto Fiorillo, portavoce di Legambiente, «sono state misure come il conto energia per la promozione del fotovoltaico e gli sgravi fiscali del 55 per cento per l´efficienza energetica. Proprio le misure finite nel mirino del governo, che ha eliminato sia l´obbligo della certificazione energetica degli edifici che gli incentivi al 55 per cento».

mercoledì 10 dicembre 2008

A Poznan la svolta sul clima

Da L'Opinione

Si tiene proprio in questi giorni a Poznan, in Polonia, la conferenza climatica tra i potenti della Terra per fare il punto della situazione sul Protocollo di Kyoto, in scadenza nell’anno 2012. Il trattato internazionale in materia ambientale riguardante il riscaldamento globale – entrato in vigore a seguito della ratifica della Russia il 16 Febbraio 2005 - venne sottoscritto in Giappone l’11 Dicembre 1997 da più di 160 paesi in occasione della conferenza della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Dei 37 Paesi industrializzati che hanno aderito a questo importante tentativo su scala planetaria di contenimento dei gas serra, la maggior parte fatica a raggiungere gli obiettivi di riduzione programmati (circa il 5,2% di tagli alle emissioni rispetto ai livelli del 1990). Viste le premesse, la conferenza polacca si pone quale punto di svolta della discussione, profilandosi come luogo di decisioni sul futuro del Protocollo. A questo punto le opzioni saranno due: un eventuale rilancio del Protocollo o una riduzione degli obiettivi, da lasciarsi soprattutto alla buona volontà dei paesi che vi hanno aderito. Risale a pochi giorni fa l’annuncio del presidente neo-eletto degli Stati Uniti d’America Barack Obama, sull’argomento ambiente: ricondurre le emissioni di gas serra negli States ai livelli del 1990 entro il 2020 e stanziare 15 miliardi di dollari l’anno in energie rinnovabili “per catalizzare gli sforzi del settore privato nella costruzione di un futuro energetico pulito”.

Clima, l’Italia non può isolarsi

Da l'Unità

Se l'Italia insiste nel dire no al pacchetto clima dell'Unione rischia di ritrovarsi isolata, domani e venerdì a Bruxelles. Isolata non solo in Europa, ma nel mondo. Perché è lo scenario globale della politica del clima che sta cambiando in queste settimane, in queste ore. Finora con il suo obiettivo (20% di risparmio energetico, 20% di fonti rinnovabili, meno 20% di emissioni di gas serra entro il 2020) la Ue era in testa al drappello dei Paesi che vogliono andare «oltre Kyoto» e contrastare in maniera più radicale i cambiamenti climatici. Alcuni falsi profeti avevano annunciato che questa posizione sarebbe naufragata a causa della crisi finanziaria ed economica globale. Invece sta succedendo l'opposto. Il presidente eletto degli Usa, Obama, ha ribaltato come un guanto la politica di Bush e intende non solo raggiungere ma superare l'Europa nella leadership ambientale mondiale. Vuole fare della lotta ai cambiamenti climatici una leva - forse la leva principale - per una politica neokeynesiana che porti gli Stati Uniti fuori dalla crisi economica. L'ambiente visto non come freno, ma come acceleratore di un nuovo sviluppo.

Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente

lunedì 8 dicembre 2008

Risparmiare energia negli uffici: un esempio da seguire

Grandi aziende lanciano progetti di risparmio ed efficienza energetica (vedi l’Eni guidata da Paolo Scaroni con il suo progetto di risparmio del 30% sulla bolletta energetica delle famiglie) ma anche le amministrazioni locali possono fare la loro parte:
"Risparmiare energia e contribuire alla salvaguardia ambientale. Sono questi gli obiettivi principali che Il Comune di Roseto intende perseguire nel 2009. Lo strumento scelto per questa priorità è l'installazione di dispositivi termostatici sugli elementi radianti degli edifici scolastici del territorio. A questo proposito, nel corso dell'ultima riunione la Giunta ha approvato la delibera con la quale si autorizza una spesa di 18.150 euro per un primo lotto di lavori. «La valvola termostatica è un dispositivo, che installato sui termosifoni permette di regolare il flusso di acqua calda in base alla temperatura adeguata per ogni ambiente», spiega l'Assessore Achille Frezza. I vantaggi delle valvole termostatiche sono notevoli, perché consentono di evitare sprechi e migliorare il comfort dell'intero stabile e il risparmio energetico. (da Il Tempo)"

La Fondazione Telios di Torino e la ricerca su energia, ambiente e mobilità alternativa

Da Corriere Economia

La Fondazione Telios - Onlus, nata a Torino nel 2007, ha come obiettivo la ricerca sulle fonti di energia alternative, nonché la promozione e diffusione delle energie rinnovabili, del risparmio energetico e della mobilità sostenibile.Telios collabora con chiunque contribuisca alla riduzione dell'impatto ambientale dovuto a errate abitudini in merito ai consumi energetici, finanzia le ricerche del Politecnico di Torino su questa tematica, opera attivamente in ambito didattico e divulgativo nelle scuole di ogni ordine e grado per contribuire alla valorizzazione di nuove abitudini nel consumo di energia.Il suo impegno si colloca all'interno dell'inquietante scenario mondiale disegnato dai livelli sempre più alti di inquinamento ambientale dovuti all'emissione di anidride carbonica nell'aria e al conseguente riscaldamento del Pianeta. Il Panel (IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change), istituito nel 1998, ha consegnato, infatti, nella primavera del 2007 ai Governi che avevano affidato all'ONU il compito di redigere uno studio “super partes” sugli allarmanti fenomeni indotti dal crescente inquinamento sull'ecosistema terrestre, il voluminoso rapporto che evidenzia la relazione tra le attività umane e l'equilibrio climatico della terra. Accanto alla scoperta del risparmio energetico negli edifici, dell'energia elettrica producibile da fonte eolica e soprattutto fotovoltaica (quest'ultima senza limiti quantitativi, nonostante le affermazioni contrarie fatte dai detrattori), nonché nucleare (riscoperta, questa, indispensabile per soddisfare le esigenze di una crescente domanda), inizia a farsi strada un tipo di ricerca centrata sui mezzi di trasporto alimentati da fonti energetiche rinnovabili e non inquinanti. Un tipo di ricerca e di applicazioni tecniche su scala industriale che aprono prospettive di notevole importanza, quali: una maggiore efficienza delle applicazioni delle tecnologie note nel settore fotovoltaico e in quello delle batterie di accumulo di elettricità; lo studio e l'uso di nuove tecnologie per prodotti innovativi nei due settori sopraccitati; la realizzazione della fusione nucleare, in alternativa alla fissione (la grande iniziativa internazionale di ITER, ormai in fase di decollo a Cadarache, in Francia) Fare in modo che questa nuova stagione di sviluppo tecnico-scientifico si accompagni con la acuta sensibilità ai problemi ambientali suscitata dal rapporto del Panel citato all'inizio e affronti con coraggio il problema del riciclaggio dei prodotti, del loro smaltimento e della sostenibilità del reperimento delle materie prime è, insieme alla ricerca e alla valorizzazione dell'intelligenza delle nuove generazioni, la mission di questa nuova Fondazione.

domenica 7 dicembre 2008

Il marchio “Km zero” sempre più vicino

da La Stampa
Quando Coldiretti registrò ufficialmente il marchio «Km zero», molti non presero sul serio l'iniziativa. C'era chi non credeva e chi non voleva credere per interessi personali, che si potesse affermare il concetto di filiera corta. Il mercato invece era pronto a recepire il messaggio, i consumatori volevano l'affermazione dei prodotti locali, i produttori erano già pronti a fornire garanzie qualitative e di rintracciabilità.«Km zero», ovvero il consumo in ambito locale dei prodotti locali, o se volete tipici, garantisce vantaggi per tutti. I consumatori possono essere informati dettagliatamente su ciò che mangiano, possono risparmiare il costo del trasporto, quindi essere consapevoli del risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento. I produttori guadagnano di più, l’economia locale può avere maggiore sviluppo, qualità e salubrità dei prodotti crescono.Il concetto di filiera corta, a chilometri zero, è stato sposato oltre un anno fa dall’Asl 19 di Asti e i produttori agricoli hanno cominciato le forniture per la mensa degli ospedali Massaja di Asti e Santo Spirito di Nizza, per la realizzazione di 1.500 pasti giornalieri. Anche gli Ospedali hanno avuto un guadagno da questa operazione, grazie ad una migliore qualità delle materie prime, i pasti sono più buoni e i degenti accorciano la convalescenza: dimettendosi anzi tempo si riducono i costi, un posto letto costa circa 500 euro al giorno.Gli sforzi di Coldiretti e del Consorzio Terre di Qualità con il progetto Km. zero, quest’anno sono stati premiati da un altro importante accordo: la fornitura dei prodotti locali alla mensa delle scuole del Comune di Asti, per la realizzazione di 2.600 pasti giornalieri.Poter imporre il concetto di forniture a «chilometri zero» rappresenta dunque non solo una nuova frontiera per garantire la qualità ai consumatori e la giusta redditività agli imprenditori agricoli, ma è ormai una realtà.Domenica scorsa la trasmissione di Rai Tre «Report» ha mandato in onda un'inchiesta sul concetto di «Km zero» e questa settimana Coldiretti ha ricevuto nuove sollecitazioni ad andare avanti. La sensibilità cresce e si raccolgono sempre più richieste di mense che vogliono prodotti a chilometri zero. Oltre agli ospedali e alle scuole si stanno avviando le forniture anche per le mense delle case di riposo, mentre in alcuni supermercati si stanno avviando le prime forniture.Nel frattempo, produttori e consumatori si legano sempre più a quel «patto» sottoscritto oltre un lustro fa in tutte le piazze d'Italia grazie a Coldiretti. E si affermano sempre più i farmer market, gli acquisti collettivi e le spedizioni dei prodotti tipici a domicilio.

Retroattivo e si ripristini il 55%

da La Stampa: «Con soddisfazione apprendiamo che il Ministro Tremonti cancellerà la norma retroattiva sulle agevolazioni fiscali del 55% sulle spese per gli interventi di risparmio energetico sugli edifici. Saranno quindi escluse dai nuovi vincoli le spese effettuate nell'anno 2008. Ma soprattutto rileviamo che il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, accogliendo le sollecitazioni di Confartigianato, ha presentato un emendamento volto ad annullare la norma - contenuta nel decreto anti-crisi del Governo - che avrebbe fortemente limitato il bonus del 55%, legandolo a tetti di spesa molto bassi in relazione alle effettive richieste». E’ il primo commento del presidente di Confartigianato Imprese Novara Verbano Cusio Ossola, Tarcisio Ruschetti, che prosegue: «Consideriamo, infatti, inopportune nel merito e nel metodo le nuove disposizioni perché dalla certezza della fruibilità di un meccanismo automatico si passa all'incertezza e alla discrezionalità e ad una drastica riduzione delle risorse disponibili». Con le nuove norme previste nel pacchetto anti- crisi, la detrazione del 55% sul risparmio energetico è sottoposta all'assenso obbligatorio da parte dell'Agenzia delle entrate, per le spese sostenute negli anni 2008 (qui la retroattività), 2009 e 2010. Se entro 30 giorni l'Agenzia non risponde positivamente, l'istanza è rigettata valendo il silenzio diniego. Inoltre le agevolazioni - quando concesse - saranno vincolate a precisi fondi a disposizione ben inferiori alle agevolazioni richieste. «Per questo abbiamo chiesto al Governo un ripensamento della norma poiché in un momento di congiuntura negativa, essa rischia di compromettere lo sviluppo del settore dell'edilizia e dei servizi di impianti, serramenti e climatizzazione, e appare in controtendenza con gli obiettivi di risparmio ed efficienza energetica», commenta Ruschetti. L'emendamento del ministro Prestigiacomo, chiede quindi che si ripristini la possibilità di dedurre automaticamente le spese direttamente nella dichiarazione dei redditi e senza limiti di stanziamento.
E sull'importanza del risparmio e dell'efficienza energetica vedi anche il progetto lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia.

giovedì 4 dicembre 2008

Bonus energia, scompare la retroattività

Da Il Riformista

Il Parlamento toglierà la retroattività alla norma - contenuta nel decreto anticrisi - che rende più difficile ottenere gli sgravi fiscali del 55% sugli interventi di risparmio energetico. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, durante un'audizione alla Camera. Il ministro ha però difeso la logica dei meccanismi che impediscono di superare le coperture finanziarie. «La retroattività non ci può essere e il Parlamento la correggerà, ma voglio ribadire un criterio: i crediti di imposta non sono e non possono essere un bancomat. Troppe volte sono stati utilizzati come bancomat». Tremonti ha definito «incivile» l'introduzione di crediti di imposta che poi non sono sufficientemente coperti: «Sul debito pubblico non possiamo fare i fenomeni: dobbiamo essere attenti e molto prudenti perché i margini sono molto limitati e il nostro vincolo non è il patto di stabilità, ma il mercato finanziario».In precedenza, ambientalisti ed rappresentanti di quasi tutta l'opposizione avevano denuciato come il taglio alle detrazioni del 55% per gli interventi edilizi a favore dell'efficienza energetica e sull'impiego delle fonti rinnovabili, oltre a essere di fatto un aumento della tassazione a carico dei cittadini, rappresentava un clamoroso errore strategico e uno schiaffo ai tentativi europei e non solo di porre un freno al disastro ambientale, di cui gli esseri umani sono tra i principali artefici.

Causa di forza maggiore, Eni sospende export da Lagos

da Finanza&Mercati

Eni ha sospeso gli obblighi di esportazione di petrolio con la Nigeria dopo aver subito un’interruzione all’oleodotto che trasporta il greggio. Secondo fonti vicine alla società, il gruppo guidato da Paolo Scaroni ha rivendicato la clausola di «forza maggiore» per sospendere il contratto in essere con il Paese africano sul giacimento di Brass River. Si tratta di una clausola che permette ai produttori di venire meno agli obblighi di consegna a causa di circostanze che sono fuori dal loro controllo. L’industria del greggio nigeriana ha accusato pesanti perdite, quest’anno, a causa degli attacchi dei militanti (del Mend, Movimento per la liberazione del delta del Niger) e dei furti di petrolio. Circostanze, queste, che hanno permesso all’Angola di superare il competitor e diventare il primo esportatore del continente. Eni è uno dei tre gruppi internazionali che hanno sospeso gli obblighi di esportazione del greggio dalla Nigeria a causa delle interruzioni nelle pipelines

mercoledì 3 dicembre 2008

Formigoni «Il Governo non tagli bonus energetici»

Da Il Giorno

Un invito al Governo perché riveda la revoca del bonus da 55% di sconto fiscale sugli investimenti per interventi sul risparmio energetico: a rivolgerlo è il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni. «In questi anni - ha spiegato il governatore - Regione Lombardia si è impegnata fortemente a favore del risparmio energetico e numerose famiglie e piccole imprese lombarde hanno fatto investimenti (con caldaie e pannelli solari)per l’efficienza energetica sulle proprie abitazioni e sui propri edifici, anche facendo conto sugli sconti fiscali. Pertanto invito il Governo a revocare i tagli, tanto più che essi hanno natura retroattiva e pertanto diventerebbero particolarmente pesanti per chi ha già speso appunto contando sul bonus nazionale». Un appello che si unisce a quello dei consiglieri di minoranza. «Noi – dice Giuseppe Civati del Pd - stiamo dalla parte di quei cittadini che hanno creduto fosse giusto investire facendo un’azione positiva per sé e per l’ambiente, e che ora non avranno i benefici economici su cui avevano fatto conto».

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

Marcegaglia: «Sul clima meno costi per le imprese o l’Italia ponga il veto»

Il vetro, la ceramica, la carta e il siderurgico. La lista dei settori più colpiti dalla direttiva europea sul clima-energia corrisponde in gran parte a quella delle eccellenze italiane. «Settori che occupano molti lavoratori. Sarebbe inaccettabile mettere a rischio i loro posti di lavoro in un momento come questo», sostiene la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia che ieri ha chiesto un taglio dei tassi da parte della Bce più vigoroso rispetto alle previsioni (un punto invece dello 0,5%), ma è anche tornata sulla direttiva «20-20-20» con toni preoccupati. E con un messaggio preciso all’indirizzo del governo. Se non si limiteranno i costi a carico delle imprese per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento come previsto dai propositi dell’Unione europea, l’esecutivo dovrebbe «porre il veto alla riunione del prossimo 11 dicembre».
Nessun dissenso rispetto all’obiettivo di fondo. Confindustria, ha precisato Marcegaglia all’assemblea di Sistema Moda Italia a Milano, «vuole mantenere l’obiettivo della riduzione delle emissioni di anidride carbonica del 20% nel 2020. La proposta della Commissione europea - ha proseguito - pone però costi insostenibili per l’industria manifatturiera italiana». In tutto 18 miliardi all’anno e quindi il 40% in più rispetto alla media degli altri paesi Ue.
«Il governo italiano sta cercando di fare una proposta che mantenga gli obiettivi sulle emissioni senza questi enormi costi. Se si riuscirà a farla passare, bene, altrimenti il governo mantenga la sua posizione di porre il veto». In sostanza dovrebbero andare a buon fine le trattative che sta conducendo il ministro alle Politiche comunitarie Andrea Ronchi, altrimenti l’esecutivo dovrebbe bloccare la direttiva. Una opzione che nei giorni scorsi lo stesso ministro non ha escluso. Marcegaglia farà pesare la posizione degli industriali italiani all’incontro di oggi con il presidente francese e di turno dell’Ue, Nicolas Sarkozy.
Intanto la Commissione europea, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sul regolamento per il taglio delle emissioni di C02 nelle nuove vetture, che prevede un sistema di gradualità e di sanzioni. Accordo ritenuto soddisfacente dagli industriali, dal governo italiano e anche dalla sinistra dell’europarlamento. Contrarie le associazioni ambientaliste. L’accordo dovrà ora ritornare sul tavolo dei rappresentanti dei ventisette ed essere votato dal Parlamento europeo.
In tema ambientale viale dell’Astronomia ha anche un fronte aperto con il governo italiano. Marcegaglia ha criticato una norma del pacchetto anti crisi e cioè i tagli sui bonus del 55% di sconto fiscale che si applicano agli investimenti per interventi sul risparmio energetico. «Dobbiamo evitare - ha spiegato - di avere effetti che blocchino questo tipo di investimenti delle imprese e dei privati».
(Da Il Giornale)

martedì 2 dicembre 2008

Una beffa per chi risparmia energia "In fumo gli sconti sui lavori già fatti"

Più difficile ottenere gli sconti fiscali su chi instalal pannelli solari, dice la Repubblica. Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

Il bonus per la "casa verde" è a rischio: chi ha installato pannelli solari sul tetto di casa o ha rifatto l´impianto di climatizzazione secondo gli standard salva-ambiente, rischia di veder sfumare ampia parte delle detrazioni promesse. Un colpo d´accetta forte e deciso incombe infatti sul bonus fiscale del 55 per cento previsto per gli interventi di risparmio energetico messi in cantiere nel 2008: se il Parlamento confermerà le norme contenute nel decreto legge approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, beneficiare dello sconto sarà difficile come vincere un terno al lotto. Un taglio che ha fatto infuriare chi ha già tirato fuori i soldi. Come dimostrano le tante mail di protesta arrivate a Repubblica.it.Fino ad ora, infatti, per accedere agli sconti bastava presentare domanda all´Enea: scaduti i tempi previsti per il silenzio/assenso, con tre rate annuali il contribuente "ecologico" si sarebbe visto restituire sotto forma di bonus fiscale il 55 per cento della spesa sopportata. Ora non è più così: la letterina all´Enea non basta, bisogna presentarne un´altra (compilando un modulo ad hoc che l´Agenzia delle Entrate varerà entro trenta giorni dall´entrata in vigore del decreto) e sperare nella buona stella. La domanda (contenente tutti i dati necessari alla verifica dello stanziamento) sarà infatti accettata secondo l´ordine cronologico d´arrivo fino ad esaurimento dei fondi disponibili (82,7 milioni per i lavori realizzati nel 2008). Per chi resta fuori dalla corsa si aprono due scenari: nel caso si tratti di un´impresa non c´è nulla da fare, il costo dei lavori sarà a totale carico dell´azienda. Nel caso si tratti di persona fisica c´è la possibilità di un recupero parziale: quel 36 per cento in detrazioni previsto per tutti i lavori di ristrutturazione. In questo caso però il rimborso non avverrà in tre anni, ma in dieci.La perdita è secca: probabilmente una buona parte dei contribuenti, se avessero saputo che andava a finire così, ci avrebbe pensato due volte prima di effettuare i lavori. Facciamo un esempio del "prima" e "dopo": per un´installazione di pannelli solari il bonus fiscale del 55 per cento può coprire una spesa massima di 109.090 euro con una detrazione massima di 60.000 euro. Per quest´anno, per gli esclusi dal maxi bonus del 55, la detrazione del 36 per cento potrà essere calcolata su importo massimo di spesa di 48.000 euro per ciascun immobile. In pratica, un rimborso massimo di 17.280 euro da recuperare in 10 annualità: 1.728 euro all´anno. E´ pur vero che la spesa media delle 194.000 domande finora arrivate all´Enea è di 11.000 euro; tuttavia, i contribuenti che hanno commissionato alle imprese interventi particolarmente onerosi e non potranno contare sul maxi recupero fiscale in tre rate faranno i conti con una spesa alta e imprevista. E magari dovranno rivedere l´importo dei mutui richiesti.Per gli interventi effettuati quest´anno, la domanda deve essere inviata (esclusivamente per via telematica) dal 15 gennaio al 27 febbraio 2009. Per i costi che saranno sostenuti nel 2009 e nel 2010, le domande dovranno essere presentate dal primo giugno e fino al 31 dicembre di ciascun anno. Ben difficilmente, però, i contribuenti - non sapendo se ci saranno i fondi disponibili per coprire le loro spese - commissioneranno alle imprese interventi di riqualificazione energetica degli edifici con lo stesso trend registrato nel 2007 e nel 2008.

C'è l'accordo Ue sulle emissioni

Da Il Sole 24 Ore

Accordo fatto a Bruxelles tra Europarlamento, Commissione e Consiglio sui nuovi tetti alle emissioni di CO2 nel settore auto. Per completare l'intesa raggiunta settimana scorsa, mancava ormai soltanto il ultimo miglio, le sanzioni pecuniarie da infliggere ai costruttori che non rispetteranno i limiti. Sanzioni che saranno graduali: maggiori le violazioni dei tetti, più pesante il salasso. A questo punto al compromesso, che ha il sostegno di popolari e socialisti, manca solo il via libera degli eurodeputati in plenaria. Che quasi certamente arriverà alla prossima sessione di Strasburgo.L'intesa raggiunta prevede la riduzione delle emissioni dagli attuali 158 grammi per kma una media di 130 grammi da qui al 2015. Però attraverso una marcia di avvicinamento graduale, che inizierà nel 2012. Quando il 65% delle auto nuove immesse sul mercato dovrà essere in regola con le nuove norme.L'anno dopo la percentuale salirà al 75%, il seguente all'80 per arrivare infine al 100% nel 2015. Altri 10 grammi di gas inquinanti saranno eliminati grazie alla maggiore efficienza dei pneumatici e ai carburanti più puliti. Ogni casa automobilistica avrà i propri tetti da raggiungere: nel caso della Fiat la cifra è 122 grammi contro i 132 del gruppo Volkswagen.Il compromesso sulle sanzioni, rivelatosi alla fine una delle parti più difficili della trattativa, gioca a sua volta sul modello progressivo. Fino al 2018, i produttori che supereranno di un grammo i rispettivi limiti dovranno pagare una multa di 5 euro per ogni auto fuori linea. Se lo sfondamento sarà di 2 grammi, la sanzione salirà a 15 euro. Se di 3 grammi, lieviterà a 25. Oltre i 3 grammi schizzerà invece a 95 euro per ogni grammo in eccesso. Dopo il 2018 sarà applicata una penale unica di 95 euro per ogni grammo fuori limite.La maggior parte delle emissioni dovrà essere ridotta attraverso l'innovazione tecnologica, migliorando motori, peso delle auto e strumentazione di bordo. Una parte marginale potrà essere eliminata attraverso l'efficienza energetica e il ricorso a innovazioni ecologiche quali per esempio i pannelli solari sui tetti delle vetture.

lunedì 1 dicembre 2008

La casa delle meraviglie fa bene all’ambiente

Risparmiare energia: oltre alle novità presentate al salone fieristico milanese Ecoabitare vedi anche le proposte di grandi aziende come l'Eni guidata da Paolo Scaroni.

(da Il Giorno)E' stata ribattezzata la «casa delle meraviglie», in grado di immettere nell’atmosfera il 78 per cento in meno di tonnellate annue di anidride carbonica. La Brumar House è una delle attrazioni di Ecoabitare, il nuovo salone realizzato in collaborazione con Casa Energia Expo nel padiglione 7 della Fiera. E negli stand dedicati alle innovazioni per una casa a basso impatto ambientale ha fatto capolino Valeria Marini, scelta dall’azienda bergamasca Brumar Group come testimonial della casa per il 2009. I visitatori possono ammirare nello stand di 120 metri quadri la riproduzione di una casa che rappresenta il futuro dell’abitare ecologico, con tecnologie e rifiniture ispirate ai principi della bio-edilizia. «Abbiamo ideato una casa che offre uno standard qualitativo della vita e un notevole risparmio energetico — spiega Marcello Ferraina, presidente di Brumar Group —. Tradizione e innovazione, in sostanza, con un occhio allo stile e al design made in Italy». La casa ecologica spicca per le ampie vetrate, i pannelli solari termici e fotovoltaici, i materiali ecocompatibili e la riciclabilità per l’80 per cento di tutti i suoi elementi. La valutazione di escosostenibilità ambientale è stata redatta dall’architetto Corrado Baldi, docente del Politecnico di Milano. Nel Salone Ecoabitare sono presenti 150 espositori in più di 8.500 metri quadri. Tra i prodotti innovativi ci sono impianti di riscaldamento e raffreddamento, pavimenti, infissi, finestre e arredamenti per l’esterno (balconi, terrazzi, attici, giardini, benessere e sport). I visitatori del padiglione possono testare anche la genuinità del ristorante biologico.

Dagli impianti fotovoltaici energia pulita e risparmi

Articolo pubblicato su La Stampa

Ridurre i consumi di energia provenienti dai combustibili fossili, le cosiddette fonti non rinnovabili (petrolio, gas, carbone), è un esigenza per tutti noi molto importante al fine di poter consegnare ai nostri figli un futuro vivibile. I due principali mezzi per il raggiungimento di questo obiettivo sono il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili.In particolar modo il sole è uno dei validi sostituti alle fonti energetiche tradizioni. Si può sfruttare tramite gli impianti per la conversione diretta dell’energia solare in energia elettrica (sistemi fotovoltaici) o tramite impianti per la produzione di acqua calda dal sole (sistemi termici). Il sistema fotovoltaico capta l'energia solare, la trasforma in energia elettrica, sino a renderla disponibile all'utilizzazione da parte dell'utenza invece il sistema Termico è indicato per la produzione di acqua calda per usi igienico-sanitari domestici e/o per il riscaldamento degli ambienti. Il Gruppo Borea, sensibile al rispetto per l'ambiente, ha selezionato i brand più qualificati e all'avanguardia nel campo dell'energia alternativa solare per garantire al cliente l'impianto più adatto alle sue esigenze grazie alla consulenza di esperti che lo affiancheranno nella progettazione e nell'installazione e gli offriranno periodica manutenzione. Borea, infatti, offre compresa nel prezzo ben 10 anni di garanzia dell'impianto.Esistono molte tipologie di impianti, che si differenziano a seconda del fabbisogno del nucleo famigliare. Sono disponibili sistemi solari per abitazioni monofamiliari (2-5 persone) (a circolazione naturale o forzata), per quelli che hanno elevate esigenze in termini di prestazione (acqua calda sanitaria ed eventuale integrazione al riscaldamento) e anche per strutture aziendali quali centri alberghieri, scuole o impianti sportivi (a circolazione forzata). Per i più esigenti sono disponibili i sistemi solari termici per le piscine coperte o scoperte che consentono il riscaldamento dell'acqua.Ma i benefici non finiscono qui: se s’installa un impianto fotovoltaico, grazie al programma d’incentivazione dedicato alla produzione di elettricità «Conto Energia», si riceverà una remunerazione, per i primi 20 anni di vita dell'impianto, sulla produzione elettrica dell'impianto stesso tale da rendere appetibile l'investimento, anche solo dal punto di vista dell’investimento finanziario. Con i sistemi termici, invece, si potrà godere di una detrazione Irpef del 55% della spesa sostenuta grazie alla Finanziaria 2007/2008 valevole sino al 2010. E non dimentichiamo l'applicazione dell'aliquota Iva agevolata del 10% per entrambi gli impianti. Non resta che recarsi nelle filiali Borea a scoprire l'energia alternativa a partire da 1400 euro.

venerdì 28 novembre 2008

Pressing francese sul clima

Sarkozy vuole chiudere entro dicembre, dice il Corriere della Sera

Il negoziato sul pacchetto clima-energia sta arrivando alla stretta finale, meglio al suo momento della verità, anche se continua a non essere chiaro se alla fine il grande mercanteggiamento in corso si concluderà davvero con un accordo. La presidenza francese dell'Unione vuole assolutamente chiudere entro dicembre, tanto che già si ipotizza, qualora fallisse quello dell'11-12 dicembre a Bruxelles, un secondo vertice europeo per il 28 dicembre.Il tempo stringe, le scadenza incalzano: settimana prossima si riuniranno a Bruxelles i 27 ministri dell'Ambiente per fare il punto sulla trattativa, poi il 6 a Danzica il presidente francese Nicolas Sarkozy incontrerà i 9 paesi della coalizione dell'Est, capeggiata dalla Polonia, per cercare di vincerne le fortissime resistenze a un'intesa che,così come è,è giudicata inaccettabile per le prospettive di sviluppo delle rispettive economie, visti i costi proibitivi che la sfida ambientale imporrebbe ai rispettivi sistemi socio-economici.Obiezioni analoghe anche se niente affatto identiche a quelle dell'Italia. Poi l'8 a Bruxelles saranno i ministri degli Esteri Ue a tirare le conclusioni in vista del vertice dell'11-12. E comunque il 9, per non lasciar nulla di intentato, il cancelliere tedesco Angela Merkel volerà a Varsavia.Il pressing, insomma, si fa soffocante anche perchè i fautori dell'accordo temono che, se non si concluderà entro fine anno, con il passaggio della presidenza dell'Unione alla Repubblica Ceca a partire dal 1 gennaio, il negoziato si arenerà, visto il conclamato scetticismo di Praga sull'argomento.Dunque la partita per la riduzione entro il 2020 del 20% delle emissione di Co2, anche grazie al contributo del 20% delle rinnovabili e all'aumento del 20% dell'efficienza energetica, resta aperta.«Il successo non è garantito, siamo lontani da un'intesa esattamente come lo eravamo al vertice Ue di ottobre. È difficile capire come mai i paesi più ricchi che vogliono l'accordo non si muovano di un pollice» ha avvertito ieri a Bruxelles il ministro polacco degli Affari europei Mikolaj Dowgielewicz.

L'impegno sostenibile delle grandi imprese, vedi l'Eni

Risparmio energetico: dal 2010 addio alle vecchie lampadine

L'appuntamento decisivo sarà il prossimo 8 dicembre, a Bruxelles. Là il consiglio dei ministri europei deciderà, (dentro il pacchetto clima), anche del big bang dell'illuminazione per 500 milioni di cittadini europei. In pratica, a partire dal 2010, inizieremo a non trovare più, sugli scaffali dei negozi, le vecchie lampadine a incandescenza, ma solo quelle a risparmio energetico o a Led. Oppure, alternativamente (c'è una sotterranea azione di lobby in corso) troveremo ancora le vecchie lampadine a filamento, ma un po' più risparmiose (per circa un quarto dei loro consumi elettrici).

Nel primo caso dal 2011 in avanti inizieremo un percorso che, in pochi anni, ci porterà a risparmiare elettricità pari a circa 10 grandi centrali elettriche in Europa. Nel secondo solo una. Qualunque sarà la decisione di Bruxelles, la strada sembra segnata per l'industria dell'illuminazione. La vecchia lampada a incandescenza, con il suo stentato 10% di efficienza energetica, sparirà in Italia (salvo contrabbando) dal primo gennaio 2011, secondo il dispositivo approvato dal Governo nel 2007. E siamo in buona compagnia: altri 30 paesi hanno annunciato iniziative analoghe. E il mercato, spontaneamente, questo "phase-out" pare stia proprio facendoselo da sé. Su circa 400 milioni di sorgenti luminose italiane, ormai più del 10% è fatta di fluorescenti a risparmio energetico (25-30% di efficienza), vendute negli scorsi sei anni, a prezzi incentivati e non. Il grosso di un mercato dell'illuminazione che cresce lento, ma stabilmente all'1,5 per cento. E che, almeno nell'area professionale (la maggioranza delle vendite) vede, negli ultimi 12 mesi, le lampadine a incandescenza in crollo al ritmo di oltre il 20% annuo.

giovedì 27 novembre 2008

«Artigiano in Fiera» lancia Ecoabitare

Una nuova importante area che occuperà il Pad.7 all’interno del layout di Artigiano in Fiera. Le nuove normative pongono in grande rilevanza, in particolare per chi abita nella regione Lombardia, il tema della casa, delle sue fi niture, degli impianti e tutto ciò ad essa connesso in tema di sostenibilità ambientale. Da qui nasce EcoAbitare, una novità assoluta nel panorama fieristico italiano che si rivolge direttamente al consumatore fi nale. EcoAbitare presenta le innovazioni e le tecnologie necessarie per una casa a basso impatto ambientale e per il risparmio energetico.

Dal 29 novembre all'8 dicembre presso il Nuovo Polo Fieristico di Rho Pero

Fluorescenti di massa

Secondo Paolo Scaroni, Ad dell'Eni,il futuro è nell'energia responsabile e la seguente notizia tratta da Il Sole 24Ore gli da ragione:
"L' appuntamento decisivo sarà il prossimo 8 dicembre, a Bruxelles. Là il consiglio dei ministri europei deciderà, (dentro il pacchetto clima), anche del big bang dell'illuminazione per 500 milioni di cittadini europei. In pratica, a partire dal 2010, inizieremo a non trovare più, sugli scaffali dei negozi, le vecchie lampadine a incandescenza, ma solo quelle a risparmio energetico o a Led. Oppure, alternativamente (c'è una sotterranea azione di lobby in corso) troveremo ancora le vecchie lampadine a filamento, ma un po' più risparmiose (per circa un quarto dei loro consumi elettrici).
Nel primo caso dal 2011 in avanti inizieremo un percorso che, in pochi anni, ci porterà a risparmiare elettricità pari a circa 10 grandi centrali elettriche in Europa. Nel secondo solo una. Qualunque sarà la decisione di Bruxelles, la strada sembra segnata per l'industria dell'illuminazione. La vecchia lampada a incandescenza, con il suo stentato 10% di efficienza energetica, sparirà in Italia (salvo contrabbando) dal primo gennaio 2011, secondo il dispositivo approvato dal Governo nel 2007. E siamo in buona compagnia: altri 30 paesi hanno annunciato iniziative analoghe...."

mercoledì 26 novembre 2008

Gli esperti di clima a Poznan

La prossima COP14 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, sarà affiancata e sostenuta da un evento ideato da Econcern per discutere di business sostenibile contestualmente al dibattito dei più grandi temi ambientali ed energetici. Al Sustainable Energy Event di Econcern (che si terrà a Poznan, in Polonia, presso il World Trade Center, 112 dicembre) oltre trenta tra i più autorevoli esperti mondiali di sostenibilità ambientale (tra cui Lord Nicholas Stern, il Professor C.K. Prahalad e Ricardo Lagos) dibatteranno sulle concrete soluzioni offerte dalle imprese in relazione ai negoziati in corso.La COP14 Conference Of Parties (Conferenza delle Parti) è l’organo supremo di concertazione multilaterale previsto dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, giunto quest’anno alla sua 14° edizione dopo l’entrata in vigore del trattato nel marzo 1994. L’evento, ideato da Econcern e supportato da numerose organizzazioni internazionali tra cui anche il Wwf e il Gold Standard, si pone l’obiettivo di legare al grande dibattito politicoeconomico sui temi ambientali ed energetici le soluzioni pratiche che il mondo imprenditoriale attivo nel settore è in grado di offrire, anche nell’attuale contesto di instabilità economicofinanziaria.Saranno indagati e approfonditi gli ultimi sviluppi in tutti gli ambiti dell’energia sostenibile, a partire dalle fonti rinnovabili come il vento, il sole e le maree fino al meccanismo dei carbon credits e alle tipologie di finanziamento dei progetti, al fine di rispondere in modo pragmatico agli stimoli che di volta in volta emergeranno dal dibattito politico della Conferenza Onu.Attraverso un intenso programma di 12 giorni composto da seminari, workshop e sessioni networking, e la partecipazione diretta dei più autorevoli esperti mondiali in materia, il Sustainable Energy Event di Econcern rappresenta l’occasione sia per condividere le opinioni delle voci più influenti sull’avanzamento della politica mondiale dei cambiamenti climatici e del Protocollo di Kyoto, sia per conoscere le soluzioni concrete che tecnologia e knowhow sono in grado di offrire alle esigenze di riduzione di emissioni e di risparmio energetico.

tratto da "Affari & Finanza" (La Repubblica)

Il riscaldamento non divide le spese

da "Il Sole 24 Ore"
Le spese comuni per la sostituzione dell'impianto di riscaldamento centralizzato, con impianti di riscaldamento autonomo a risparmio energetico installati in ogni appartamento, devono essere sostenute da tutti i condomini, anche da chi non installa le nuove caldaie.Lo stabilisce la Corte di cassazione (sentenza 27822) condannando i condomini di una palazzina di Bari a pagare il costo della nuova canna fumaria. In precedenza, invece, la Corte d'appello aveva dato ragione a due condomini, che non volevano contribuire alle spese poichè non si erano dotati di impianto autonomo a gas, ma continuavano a rimanere agganciati a quello centralizzato a gasolio. Dando ragione al condominio – che chiedeva di dividere le spese tra tutti i residenti – la Corte rileva che in base alla legge del 1991 (modificata dal decreto legislativo 311/2006) sul risparmio energetico «è consentito alla maggioranza dei condomini, escludendo la necessità dell'unanimità, di decidere la dismissione dell'impiantodi riscaldamento centralizzato e la sostituzione con impianti autonomi». «Ne consegue che – aggiunge la Cassazione – non è più consentito alla minoranza dissidente di mantenere in esercizio il dismesso impianto, risolvendosi una tale eventualità in un dispendio maggiore di energia e non in quel risparmio perseguito dalla legge». Pertanto «è evidente che sia obbligatorio per tutti i condomini partecipare alla spese per l'installazione della nuova canna fumaria, costituente bene comune perchè obbligatoriamente prevista per l'esercizio dei singoli impianti autonomi di riscaldamento».

vedi anche "Energia responsabile", intervista a Paolo Scaroni amministratore delegato dell'Eni

martedì 25 novembre 2008

Solare e auto verdi per vincere la sfida del clima

Auto verdi per vincere la sfida ambientale, una strada sulla quale cercano di indirizzarsi anche i big del petrolio, vedi l'Eni guidata da Paolo Scaroni

Da Affari & Finanza
Il dato più curioso viene dall’Austria: una centrale nucleare verrà trasformata in un parco fotovoltaico. Succederà a Zwentendorf, un impianto chiuso negli anni Settanta senza aver svolto un giorno di attività in seguito ad un referendum popolare che scelse il no al nucleare. L’azienda elettrica ENV ha deciso di ricoprire di pannelli fotovoltaici l’intera centrale e i terreni vicini: si riuscirà così a soddisfare le esigenze energetiche di un migliaio di abitazioni.
Anche in Italia la concretezza delle prospettive offerte dall’efficienza energetica e dalle rinnovabili viene contrapposta ai rischi, anche economici, degli investimenti sul nucleare in un appello che un gruppo di scienziati, tra cui l’accademico dei Lincei Vincenzo Balzani, ha rivolto al governo: «L’Italia non ha combustibili fossili e neppure uranio, ma ha una grande risorsa inspiegabilmente non utilizzata: il sole. L’Italia ha più sole dell’Austria, ma ha una superficie pro capite di pannelli solari termici 20 volte meno estesa. L’Italia ha più sole della Germania, ma la potenza fotovoltaica pro capite installata in Germania è 30 volte maggiore. Fa specie che nel nostro paese, dove l’unica risorsa energetica ampiamente disponibile è proprio il sole, molti politici e industriali non si siano ancora accorti che l’attuale crisi energetica offre al nostro paese una grande opportunità che paesi meno ricchi di sole hanno già colto, sviluppando nuove industrie e creando nuove forme di occupazione».
Il rilancio delle rinnovabili va nella direzione dell’aumento dell’autosufficienza energetica sollecitato dalla Ue. Secondo il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, visto che nell’ultimo anno il prezzo dell’energia è aumentato mediamente del 15 per cento nell’Unione europea e che il 54 per cento dell’energia utilizzata in Europa viene importato, occorrono «misure che migliorino l’efficienza energetica e riducano la nostra dipendenza dalle importazioni per raggiungere l’obiettivo del 202020» (20 per cento in più di efficienza energetica, 20 per cento di fonti rinnovabili, 20 per cento di gas serra in meno).

L’auto è ecologica, ma la fabbrica ancora di più

Da Affari & Finanza

«Il nostro pensiero ambientalista va più in profondità che il semplice costruire un’auto ibrida». Così inizia un messaggio pubblicitario della Toyota on air in questi giorni su tutte le tv americane. «Il nostro nuovo impianto nel Mississippi, che comincerà a produrre auto ibride Prius nel 2010, è in costruzione con tutti materiali riciclati o comunque ecocompatibili, darà luogo praticamente a zero emissioni di biossido di carbonio nell’atmosfera, consumerà meno acqua, funzionerà quasi completamente con fonti energetiche rinnovabili».E’ la nuova frontiera dell’auto ibrida, cioè quella che va a benzina e/o a corrente elettricca. La crisi dell’auto e la caduta del prezzo del petrolio non sembrano fermare l’ascesa dei veicoli ibridi. Sembra resistere, dunque, la vocazione ecologica dell’auto: avallata dai bilanci dei fabbricanti più che dalla moda o dalle ideologie di marketing. E il colore green non permea soltanto il prodotto finito, perché comincia a coprire anche la filiera di produzione. Il risparmio energetico, il taglio delle emissioni di CO2 e l’impiego di fonti rinnovabili incidono ormai positivamente sulla competitività dei produttori. È la sfida verde alla crisi dell’auto? Forse. E Toyota insegna.In tema di ibrido, un nome per tutti è presente sul mercato: Prius, la vettura del gigante nipponico che per prima nel suo genere è stata proposta al consumo di massa. Dal 1997, Prius ha venduto in tutto il mondo 1,5 milioni di pezzi. Ma come funziona, più in generale, un veicolo ibrido? In esso il motore elettrico e quello a carburante coesistono, ma in modi differenti. Ce ne sono sostanzialmente due tipi. Nei sistemi che lavorano in serie, l’uso dei due motori non è contemporaneo: il motore a carburante genera la corrente per alimentare il motore elettrico, collegato alle ruote. L’energia superflua consente di ricaricare le batterie: il che permette di spegnere il motore a benzina e di utilizzare, con autonomia variabile, soltanto il motore elettrico, interamente ecologico.Nei sistemi che funzionano in parallelo, invece, i due tipi di generazione della trazione posso lavorare simultaneamente. Naturalmente, il motore a carburante è utilizzato anche per ricaricare le batterie: lo scopo è sempre quello di consentire il più possibile l’autonomia del motore elettrico. Dunque, automobili quasielettriche col sogno ultimo di emanciparsi completamente dal petrolio. E ora l’ultima frontiera, come testimonia l’evoluzione della Prius, è l’ibrida cosiddetta "plugin", ovvero con più potenti batterie, ricaricabili in appositi punti di rifornimento. Gli Stati Uniti sono diventati per Toyota un mercato sempre più permeabile, anche dal punto di vista della produzione: «Vogliamo produrre i veicoli nello stesso luogo in cui li vendiamo», è la filosofia dichiarata. Un giro, quello delle fabbriche impiantate negli Stati Uniti, da 36 mila posti di lavoro, con un indotto da 29 miliardi di dollari. E nel 2007 sono cominciati i lavori di costruzione del fiore all’occhiello: è l’impianto di Blue Springs, nel nordovest del Mississipi di cui si parlava in apertura. Uno stabilimento improntato alla filosofia green, dove non a caso si produrrà a partire dal 2010 la nuova Prius. Un investimento da 1,3 miliardi di dollari, per 2 mila posti di lavoro: per l’esattezza, quello di Blue Springs sarà il primo degli 11 impianti Usa per la produzione della Prius. Già oggi le fabbriche statunitensi del produttore giapponese aderiscono ad un codice ecologico aziendale, l’Environmental Action Plan, con esiti vistosi: un risparmio di elettricità nella catena di montaggio del 20%, cui si aggiunge un’attenzione specifica allo smaltimento dei rifiuti industriali e un risparmio nel consumo di acqua pari al 30%. E in uno stabilimento californiano, il 20% dell’energia viene dal fotovoltaico. Un’ispirazione che riguarda anche l’Europa, come dimostra la fabbrica superecologica di Valenciennes, Francia. Una corsa che non si ferma, quella dell’auto ibrida: lo scorso maggio, sulla spinta dell’impennata petrolifera, anche la Honda, il secondo produttore giapponese, ha annunciato la vendita di 500 mila auto elettriche all’anno, a partire dal prossimo decennio. E significativa appare la mossa di MidAmerican Energy Holdings (la società di Warren Buffett, secondo Forbes l’uomo più ricco del mondo), che meno di due mesi fa ha acquistato il 10% della cinese BYD, leader della tecnologia per auto ibride. Anche nel Vecchio Continente i maggiori produttori si stanno preparando al varo di nuovi veicoli elettrici. Uno slancio che è alla base degli accordi stipulati in queste settimane dalla Edf, colosso francese dell’energia, con Peugeot Citroën e con la stessa Toyota: in particolare sugli standard per le batterie e sui punti di rifornimento per le "plugin".

lunedì 24 novembre 2008

«Per le famiglie un risparmio da 2mila euro»

«La caduta del prezzo del petrolio, se il prossimo anno resterà ai livelli attuali, farà sì che ogni famiglia europea avrà a disposizione 2.000 euro in più per altri consumi. Sono risorse che possono dare vitalità all'economia». Lo ha detto l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico 2008/2009 al collegio universitario Torrescalla di Milano.
L'amministratore delegato dell'Eni ne ha parlato nell'ambito di un discorso più ampio sull'attuale crisi economica. «Il risparmio energetico – ha spiegato Scaroni – potrebbe contribuire ad affrontare la futura fase economica. Per il futuro – ha aggiunto – è difficile fare previsioni, ma resto ottimista sul nostro Paese». Secondo Scaroni, infatti «abbiamo alcune cose che ci rendono più forti. Il nostro sistema bancario si è rilevato più solido in fasi come queste, non ha fatto operazioni spericolate. Siamo in una posizione migliore – ha concluso – e poi il nostro consumatore è meno indebitato, l'80% possiede la casa ed è quindi in una posizione più sicura per affrontare. (dal Sole 24 Ore)

Un piano europeo per l'efficienza energetica

Di efficienza energetica e di energia pulita si parla molto in queste settimane sia negli Stati Uniti che in Europa. L’attuale crisi economica si innesta sulla situazione che fino alla scorsa estate vedeva il prezzo del petrolio ben al di sopra dei 100 dollari al barile, con conseguente corsa verso l’alto di benzina e gasolio. Ecco allora che su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico si cerca di sfruttare in positivo questa situazione. Il presidente eletto Obama ha promesso 5 milioni di posti di lavoro proprio nel settore dell’energia pulita. Anche il piano europeo all’esame della Commissione parla di investimenti in efficienza energetica e di tecnologie verdi in particolare nel settore automobilistico. A livello nazionale l’Italia dovrà decidere come muoversi sul fronte degli incentivi alla rottamazione che scadono a fine anno: potrebbero essere potenziati e ulteriormente orientati in senso ecologico. Sono invece già in vigore sostanziosi sgravi fiscali per l’efficienza energetica delle case.

venerdì 31 ottobre 2008

Il pianeta ha le sue buone ragioni

Da L'Unità

Il protocollo di Kyoto va applicato. È un impegno da rispettare per più ragioni: per rallentare i cambiamenti climatici e imboccare la strada di un nuovo sviluppo, per la sopravvivenza stessa del pianeta e per garantire un futuro ai nostri ragazzi. È questa la scelta compiuta da 140 Regioni di 60 Paesi presenti al Summit mondiale delle Regioni di Saint Malo, a cui hanno partecipato anche rappresentati dell’Onu e del governo francese. E proprio da un colloquio che ho avuto con i rappresentanti del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, è nata la richiesta alla Toscana di svolgere un ruolo di tutor di alcune regioni dell’Africa e dell’America Latina dove ancora non esistono esperienze in materia di lotta al cambiamento climatico. Ma a Saint Malo le Regioni, oltre a chiedere il rispetto del protocollo, si sono dette pronte a fare la loro parte in materia di clima, cominciando dal proprio territorio. Il metodo di calcolo delle emissioni nocive adottato dall’Ue è limitato, ristretto: non coinvolge neppure il 50% delle fonti di emissione ed è concentrato solo sui siti più consistenti. Fatto sta che più della metà delle emissioni inquinanti sfuggono al conteggio e all’impegno di riduzione. Ed è proprio qui che le regioni possono fornire il loro contributo più significativo, avendo competenze sul governo del territorio, sulla programmazione, sulla difesa dell’aria e dell’acqua, sull’uso e lo smaltimento dei rifiuti, sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Le Regioni possono quindi attivare azioni importanti per ridurre le emissioni nocive in atmosfera e contribuire al rispetto del protocollo di Kyoto. Questo è esattamente quanto sta accadendo in alcuni Paesi. In Spagna, dove le Regioni lavorano insieme al governo e, con loro iniziative, contribuiscono al rispetto di questo impegno. O in Francia, dove si è scelto di destinare i finanziamenti comunitari solo ai progetti che prevedono una riduzione delle emissioni.Le Regioni italiane presenti al summit - Veneto, Piemonte, Toscana, Lombardia - condividono l’obiettivo dell’Ue per la difesa dell’ambiente e sono pronte a fare la loro parte. Queste Regioni sono in sintonia con l’Europa e in controtendenza con il governo che taglia tutto ciò che va oltre i propri interessi di bottega, mostrando disinteresse per la salute del pianeta e opponendosi tenacemente agli obiettivi di riduzione fissati dall’Ue. Queste Regioni hanno detto all’Europa che l’emergenza clima non è posticipabile; che la strada verso una maggiore efficienza energetica e una maggiore autonomia dal petrolio non penalizza le imprese; che puntare sulle rinnovabili significa sviluppo sostenibile e indipendenza energetica; che si può aumentare il proprio export grazie alla certificazione ambientale. Che insomma investire sulla difesa del pianeta conviene. A tutti.

Il centro commerciale di Carugate rifà il look grazie al tetto «verde»

Sarà un prato erboso di oltre 16.000 metri quadrati l’originale copertura della nuova ala del centro commerciale Carosello di Carugate. È questo il marchio distintivo della nuova struttura alle porte di Milano, inaugurata ieri, che ha tra le sue caratteristiche principali il risparmio energetico e l’ecosostenibilità. La particolarità della nuova ala è infatti proprio il grande tetto verde, inclinato e ricoperto d’erba vera. Sulla superficie trovano posto 70 coni trasparenti che hanno lo scopo di portare la luce naturale nelle hall, riducendo così le esigenze di illuminazione elettrica e di climatizzare la temperatura interna. Con i nuovi sistemi sarà inoltre possibile ridurre del 31% le emissioni di Co2 per il l’impianto di raffreddamento e una riduzione del 30% per quello di riscaldamento. Inoltre l’acqua piovana verrà raccolta e utilizzata come «acqua grigia» per i sanitari. Nei parcheggi ecologici «Parkways» sarà possibile lavare l’auto senza usare prodotti chimici e risparmiando 180 litri d’acqua per ogni intervento rispetto ai tradizionali sistemi. Anche le insegne sono state progettate per il minor consumo energetico attraverso l’impiego della tecnologia a Led colorati. (Da Finanza & Mercati)

giovedì 30 ottobre 2008

Fotovoltaico a misura di pmi

Da Italia Oggi

Diffondere consapevolezza sulle opportunità offerte dalle energie rinnovabili.
Con questo obiettivo Enel.si, la società del Gruppo Enel specializzata nello sviluppo e realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e nelle soluzioni per l'efficienza energetica, parteciperà quest'anno a Matching, l'evento per le pmi organizzato e promosso da Compagnia delle opere.
Come spiega Ingmar Wilhelm, responsabile dello sviluppo Italia nella nuova divisione energie rinnovabili di Enel, a cui fa capo Enel.si, «è la prima volta che la società partecipa a un'iniziativa business to business. Il nuovo contesto aziendale in cui l'azienda si trova a operare e gli obiettivi ambiziosi prefissati», aggiunge Wilhelm, «ci spingono a partecipare anche a questo tipo di manifestazioni. È nostra intenzione, infatti, essere presenti non solo ai principali eventi di settore, come il Solarexpo o la Conferenza europea del fotovoltaico, dove abitualmente incontriamo i nostri partner commerciali e ci confrontiamo con le novità del mercato, ma anche a eventi come il Matching, appunto, dove abbiamo l'opportunità di entrare in contatto con imprese che operano nell'ambito di vari settori e quindi di proporre loro le nostre offerte, oltre che studiare eventuali collaborazioni».
L'azienda realizza, per famiglie e imprese, impianti per la produzione di energia da fonte solare sia direttamente sia attraverso la propria rete in franchising di 400 installatori distribuiti sull'intero territorio nazionale. «Proprio questo mese», continua Wilhelm, «abbiamo lanciato una campagna di recruiting per raddoppiarne il numero, data la forte domanda di impianti fotovoltaici e solari termici che viene da famiglie e imprese. Il Matching costituirà certamente un'occasione importante per incontrare imprese interessate a entrare a far parte della nostra rete di negozi in franchising, oltre che per aumentare il nostro portfolio clienti».
Nel biennio 2005-2007 Enel.si ha curato l'installazione di oltre 30 MW di impianti fotovoltaici per clienti industriali, terziario e domestici, con una quota di mercato pari a circa il 35%.
«Siamo in grado», sottolinea il responsabile sviluppo Italia, «di offrire tutto il supporto necessario per la realizzazione di impianti fotovoltaici, dalla fase di valutazione di fattibilità alla presentazione della domanda al Gse (Gestore del servizio elettrico), alla progettazione e realizzazione dell'impianto. Grazie ad accordi con alcune banche mettiamo inoltre a disposizione dei nostri clienti anche una serie di prodotti e pacchetti finanziari esclusivi».
È di pochi mesi fa l'intesa con Sharp, leader mondiale nel settore fotovoltaico, che prevede la realizzazione di nuovi impianti per un totale di 161 MW, così come la costruzione in Italia di una fabbrica di pannelli fotovoltaici a film sottile a tripla giunzione, «una tecnologia esclusiva del nostro alleato giapponese», precisa Wilhelm, «che ci consentirà di entrare per la prima volta anche nella fabbricazione dei pannelli. Con la produzione dell'impianto, verrà soddisfatta la domanda crescente di moduli fotovoltaici in Italia e nei paesi del Sudest Europa e del Mediterraneo. Senza dimenticare», conclude, «gli accordi di fornitura con altri giganti del settore, come TrinaSolar, Suntech e SchottSolar, che ci garantiscono un approvvigionamento di pannelli sufficiente a coprire i nostri progetti fino al 2010 e oltre».

Case verdi, 2 milioni di posti di lavoro

Investire nel risparmio energetico può essere la chiave capace di interrompere la discesa dell'industria delle costruzioni, secondo la Ue, l'Ilo e l'Onu. Tanto che l'Agenzia delle Nazioni Unite per il lavoro ha stimato che investimenti nell'edilizia energeticamente efficiente possono creare tra i 2 e i 3,5 milioni di posti di lavoro in Europa e negli Usa secondo il rapporto dell'Ilo-Unep, l'ufficio internazionale del lavoro e l'agenzia Onu per il programma ambientale.Attualmente, si legge nel rapporto, nel mondo circa 2,3 milioni di persone lavorano nel settore delle energie rinnovabili e da qui al 2030 potranno essere creati 20 milioni di posti nel settore, in particolare 2,1 milioni nell'eolico e 6,3 milioni nel solare per il riscaldamento. Una analisi che indica la via da seguire per invertire la discesa in atto dell'industria delle costruzioni fotografata ieri dal Cresme, l'istituto di ricerca sull'edilizia diretto da Lorenzo Bellicini. «Sul mercato immobiliare e sull'industria delle costruzioni», ha dichiarato Bellicini, «gravano tre spade di Damocle: la crisi del credito, l'invenduto e la discesa dei prezzi. E se la crisi delle nuove costruzioni residenziali era attesa (nel 2008, 320mila abitazioni, contro le 339mila del 2007) quello che rende più difficile la situazione attuale è la gravità della crisi economica che mina i comparti della riqualificazione e dell'edilizia non residenziale che avrebbero dovuto sostenere la pesante caduta delle nuove abitazioni. Senza questi due motori la crisi si aggrava». La produzione edilizia calerà del 13% dal 2008 al 2010, e la diminuzione sarà più grave nel settore residenziale che scenderà del 30% nel triennio secondo il XVI rapporto congiunturale presentato ieri alla prima edizione del Construction day ideato e promosso nell'ambito della collaborazione con Verona Fiere. Le contrazioni nella nuova produzione non residenziale (-5,4% nel 2008, -7,5% nel 2009). In calo anche le nuove opere del genio civile: (-5,8% nel 2008, -3,8% 2009-2010), opere pubbliche in calo solo dell'1% nel 2008 sul 2007 grazie alla crescita delle gare per grandi opere (+10% per numero e +12,4% per importo). In discesa del 17,3% le compravendite: nel secondo semestre 2008, secondo il Cresme, pari a 143 mila compravendite in meno rispetto al 2007. I prezzi sono sul piano inclinato: a fine anno la flessione sarà dell'8,3%. (Da Italia Oggi)

mercoledì 29 ottobre 2008

Risparmio energetico, i materiali sono la soluzione per il terzo millennio

Casa calda in estate, fredda in inverno. Il dramma della temperatura torna ad ogni stagione. Per arginare il fastidio, entrano sempre più in campo mastodontici impianti capaci di refrigerare o scaldare: costi energetici e impatto ambientale il conto che il comfort presenta. Non è un caso quindi che, già nel 2005 la Commissione Europea nel “Libro verde sull’efficienza energetica”, indicasse il settore edilizio quello con maggiori possibilità di riduzione di consumo energetico.E l’ecoedilizia sembra ad oggi una delle soluzioni in grado di offrire importanti vantaggi in termini di risparmio energetico e tutela dell’ambiente, favorendo contemporaneamente il miglioramento della qualità della vita dentro casa.In due parole “costruire sostenibile”: una realtà ben conosciuta all’ Andil (associazione nazionale dei produttori di laterizio, che riunisce imprese per un valore di circa 2mila milioni di euro di fatturato, distribuiti per 190 aziende e circa 9mila addetti), che oltre a stringere rapporti con importanti leader del settore “ecoclima” (come l’agenzia CasaClima della Provincia di Bolzano), da anni si impegna nello studio e nell’attuazione di nuove tecniche ecosostenibili.L’Andil infatti ha da tempo scommesso nel tentativo di coniugare il tradizionale mattone rosso, tanto caro all’architettura italiana, con le nuove esigenze ambientali: un percorso che passa sia dalla riscoperta delle caratteristiche intrinseche del laterizio, sia dall’applicazione dei più recenti risultati della ricerca e della tecnologia. (da Panorama)

La Cina punta al risparmio energetico

L'undicesimo piano quinquennale cinese (2006-2010) ha posto l'efficienza energetica, la sostenibilità e l'ecologia al centro dello sviluppo del paese. Gli studi di architettura e le società del settore della costruzione sono stati invitati a discuterne a Pechino alla Terza Biennale Architettura, che resterà aperta fino al 6 novembre al Design-Park 751.
Tema: «Ecological city building», un argomento scelto per mettere in evidenza le relazioni tra la pianificazione delle aree urbane, il tratto architettonico, gli studi contro l'inquinamento e i sistemi per costruire le nuove città della Cina in armonia con i principi ecologici. Protagonista, l'Italia, con i suoi progetti e i suoi architetti. Non tanto le cosiddette «archistar», osannate e criticate, quanto i molti architetti che da tempo lavorano e operano fattivamente all'estero e in particolare su tutto il territorio cinese.
La presenza italiana si sviluppa in un intero padiglione e si articola su tre esposizioni: la prima è realizzata dall'Ice (Istituto commercio estero), la seconda dal ministero dell'ambiente, la terza dalla Camera di commercio Italia-Cina. Il senso della partecipazione italiana è dato proprio dalla prima rassegna, intitolata «Architectural italian language». (Da Italia Oggi)

martedì 28 ottobre 2008

Ritorna il "vuoto a rendere", mai più bottiglie usa e getta

Da Affari & Finanza

Compri il latte. Paghi anche la bottiglia. E ti restituiscono i soldi, una ventina di centesimi, quando riporti il contenitore al negoziante o al supermercato. Scene quotidiane in Italia, fino a trenta, quarant’anni fa. Poi la febbre dei consumi ha tolto l’impiccio di tempo e del trasporto in più per far posto all’usa e getta, nel migliore dei casi affidato alla raccolta differenziata. Scaricando sull’ambiente uno spreco vissuto come piccola comodità. Un lusso che ora non è più possibile permettersi. Nemmeno in Inghilterra dove c’è una proposta di legge, partita dal ministero dei rifiuti, per rendere obbligatorie le buone pratiche di una volta. E negli Stati Uniti, in una dozzina di Stati, è in vigore l’utilizzo del vecchio sistema, regolato dal Bottle Bill, che ha diminuito fino al 70% i rifiuti di lattine, cartoni e vetro. Mentre in Germania e nei Paesi scandinavi è una prassi mai caduta in disuso. Le bottiglie vengono igienizzate e poi di nuovo riempite, senza passare per il riciclo del vetro e la fabbricazione di nuovi contenitori. Riciclare una bottiglia integra consente un risparmio energetico 5 volte superiore alla fusione del vetro rottamato e permette di riutilizzare un contenitore più di 50 volte. E il ritorno del vuoto a rendere contagia anche l’Italia del mondo delle bevande, messo alle strette dai rincari che stanno erodendo anche qui i consumi. L’iniziativa è partita in sordina nel 2007 nel corso del convegno nazionale di Italgrob, la federazione nazionale dei grossisti e dei distributori di bevande. Il tema del meeting era "L’unità", il fare rete tra imprese, come condizione per lo sviluppo del settore". E uno dei primi progetti della filiera è il rilancio nel Bel Paese del vuoto a rendere. «Il ritorno del contenitore a rendere — spiega Edi Sommariva, direttore generale di Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi — può essere a nostro avviso la strada giusta per una nuova valorizzazione dell’intero settore dell’Horeca, il consorzio dei distributori, e per una sensibilizzazione del mercato sul tema della salvaguardia dell’ambiente e anche della sicurezza sociale. Non possiamo ignorare le bottiglie di vetro abbandonate e poi utilizzate per atti vandalici». Per poter essere realizzato concretamente il progetto ha bisogno della collaborazione di tutta la filiera, dai produttori che «dovranno impegnarsi nella creazione di confezioni dedicate, ai distributori, chiamati a rivedere tempi e modalità di consegna dei prodotti, fino agli esercenti, che dovranno imparare a gestire diversamente i propri stock». Tra Italgrob e Horeca nascono così un osservatorio comune e un nucleo di studio sul vuoto a rendere. Si tratta però di ripartire quasi da zero. Basta prendere l’esempio della birra, consumata dagli italiani per il 45% dei volumi venduti, fuori casa. Nei paesi europei prevalgono le bottiglie con vuoto a rendere. Il mercato italiano vede, invece, secondo i dati resi noti durante la fiera di settore, il Simei, la netta prevalenza delle bottiglie a perdere (oltre 2/3 delle vendite), mentre le bottiglie a rendere pesano solo per l’8%.

Incontri sull'energia nel Modenese

Il risparmio energetico sta assumendo un'importanza sempre maggiore, sia per le sue implicazioni economiche sia per le sue positive ricadute in termini di sostenibilità ambientale. Dal punto di vista delle imprese, poi, quello dell'efficienza energetica rappresenta una via obbligata per mantenersi competitive e per quelle del settore delle costruzioni e degli impianti un'importante opportunità di business. Si inserisce in quest'ottica il ciclo di incontri organizzato da Cna nell'Appennino modenese, cinque iniziative che prevedono anche un ampio dibattito con il pubblico e che prenderanno il via oggi a Fiumalbo (Mo) alle 20.30, presso la sede dell'associazione (piazza Iolanda 29), con un convegno sulla normativa per l'installazione degli impianti negli edifici, l'elaborazione informatica delle dichiarazioni di conformità e la documentazione indispensabile al professionista dell'impiantistica. (Da Italia Oggi)

Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia

lunedì 27 ottobre 2008

Arriverderci all’ora legale. Ci ha fatto risparmiare 99 milioni di euro

Giornate più corte, meno ridotta, umore al minimo. Ci siamo: l’inverno sta arrivando davvero, anche se le tiepide temperature sembrano non confermarlo. Con il ritorno dell’ora solare si sancisce definitivamente il passaggio di stagione: dopo sette mesi di ora legale, tra le 3 e le 4 della notte tra sabato e domenica torneremo infatti all’ora solare, spostando le lancette degli orologi un’ora indietro. Dal 30 marzo al 26 ottobre, grazie proprio a quell’ora di luce in più al giorno che permette di ritardare l’utilizzo della luce artificiale, sono stati risparmiati 646,2 milioni di kilowattora ( + 0,15 per cento rispetto al 2007) e, considerando che, per il cliente finale 1 kilowattora è costato in media circa 15,3 centesimi di euro al netto delle imposte, l’Italia ha risparmiato con l’ora legale quasi 99 milioni di euro (+17,3 per cento sul 2007).Lo rileva Terna, la società responsabile della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione. Dal 2004 al 2008, l’Italia ha risparmiato, complessivamente, 3,1 miliardi di kilowattora, pari a circa 400 milioni di euro. I mesi di aprile e ottobre hanno fatto registrare il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Nei mesi di estate piena come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali ed è perciò meno marcato in termini di risparmio di elettricità. (Da Panorama)

Senza colla né chiodi, così è la casa ecologica

Quello dell'ecologia e del risparmio energetico è un tema sempre più attuale in ogni parte del pianeta, non soltanto riguardo inquinamento e surriscaldamento, ma anche in relazione all'edilizia. A Roma si è tenuta la scorsa settimana Klimahouse, prima fiera-congresso specializzata, per dibattere temi collegati all'efficienza energetica e all'edilizia sostenibile, organizzata da Rubner Haus. (Da Il Tempo)

venerdì 24 ottobre 2008

Impiantistica innovativa, corsi a Modena

Da Italia Oggi

Il risparmio energetico sta assumendo un'importanza sempre maggiore, sia per le sue implicazioni economiche sia per le sue ricadute in termini di sostenibilità ambientale, specie quando l'approvvigionamento arriva da fonti rinnovabili. In questo contesto sono sempre più ricercate le figure di tecnici che conoscano a fondo i metodi per migliorare l'efficienza energetica di apparati ed edifici. Ecipar, l'ente di formazione di Cna, risponde a queste attese organizzando due percorsi di formazione destinati a impiantisti e progettisti in grado di soddisfare appieno le esigenze di imprese e privati: il primo, di 200 ore, dedicato all'impiantistica elettrica innovativa; il secondo, di 160, alla preparazione di esperti in termoidraulica. Per iscriversi (la partecipazione ai percorsi è gratuita) contattare Ecipar Modena (cniecipar@mo.cna.it).

Risparmio energetico, un concorso rivolto agli studenti delle medie

«Raccontami la tua energia», questo il tema del concorso rivolto agli alunni delle scuole medie del Molise, per sensibilizzarsi sul tema del risparmio energetico e dello sviluppo delle fonti rinnovabili. L'iniziativa, giunta alla seconda annualità, è stata presentata ieri in una conferenza stampa da Filippo Poleggi, Giuseppe Di Lella e Marika Di Donato, rispettivamente presidente, vice presidente e segretario del Movimento consumatori, affiancati da Angelo Sanzò, segretario regionale de L'altritalia ambiente. (Dal Tempo)

giovedì 23 ottobre 2008

L’Italia e le due questioni ambientali

Il pacchetto emissioni-energia in discussione al Consiglio dei Ministri dell’ambiente europei, vede una forte contrapposizione dell’Italia alla posizione di Germania e Francia. Il rien iniziale di Nicolas Sarkozy ha lasciato poi spazio alla ricerca di un compromesso con la ferma posizione del nostro ministro Prestigiacomo, per arrivare a una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, di risparmio energetico e utilizzo di energie rinnovabili. Per il rispetto dei parametri di Kyoto e per il raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20, è necessaria una forte sensibilizzazione. Le previsioni dell’IPCC (Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici) ci impongono di trovare quei rimedi, per quanto meno rallentare il riscaldamento globale. Credo che il buon esempio al risparmio energetico, debba venire dagli enti pubblici e dalle amministrazioni locali, attraverso l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. È inconcepibile che esistano ancora, nei condomini delle città, impianti di riscaldamento a carbone, come ritengo illogico che si chiudano i centri urbani alle autovetture più inquinanti per poi lasciar circolare autobus alimentati con il diesel. Serve uno sforzo responsabile al di la di demagogici calcoli politici. L’ambiente non è né di destra né di sinistra, è un valore che appartiene a tutti. Il ministro Stefania Prestigiacomo ha posto un’altra grande questione, la mancata sottoscrizione del protocollo di Kyoto da parte di paesi come gli USA, Cina, India, Giappone. Concordo con il Ministro che il grande sforzo richiesto all’Europa potrebbe rivelarsi insostenibile e inaccettabile, senza la partecipazione delle potenze industriali emergenti. È necessario che tutte le potenze industriali accettino di assumere gli stessi impegni forti posti dall’Unione Europea per la lotta ai cambiamenti climatici. Per questo ritengo che occorra una grande campagna di sensibilizzazione. Ne va della salute del pianeta, quel pianeta che abbiamo il dovere di consegnare alle generazioni future in uno stato di integrità. Il diritto ad un ambiente salubre è assimilabile al diritto alla salute ed alla vita dell’uomo. Per questo FareAmbiente propone, così come è stato per la pena di morte, una moratoria per i diritti ambientali. Per sensibilizzare le nuove potenze industriali, FareAmbiente preannuncia dimostrazioni davanti alle Ambasciate. (Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, da L'Opinione).

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

Chi ha paura della CO2?

LUIGI MARIANI, Università degli Studi di Milano, per Il Sole 24 Ore

U na riflessione non ideologica sul cambiamento climatico non può prescindere dal grafico delle temperature globali desunto da osservazioni da satellite (sensore Uah-Msu – fonte: Università dell'Alabama – Huntsville), da cui emerge che la fase di "global warming", iniziata nel 1992, si è conclusa nel 1998, anno più caldo in assoluto con 14,5 ÚC. Da allora le temperature globali alternano stazionarietà a lievi cali, tanto che con ogni probabilità il 2008 si chiuderà con un 14,0 ÚC. Alla luce di ciò occorre domandarsi il perché di quel Nobel per la pace 2007 a Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) e Al Gore, mentre ancora si deve riflettere sulla campagna di demonizzazione della CO 2 , oggi trattata come inquinante mentre al contrario è un mattone essenziale della vita sul nostro pianeta in quanto le piante la usano per produrre alimenti attraverso la fotosintesi.Partiamo allora dalla vexata quaestio della CO 2 , affrontandola per una volta senza il paraocchi del politically correct: e sulla Terra esiste da miliardi di anni un meraviglioso fenomeno, l'«effetto serra» in virtù del quale la temperatura di superficie passa da un glaciale -19 ÚC a un più confortevole +14 ÚC. Ciò si deve al fatto che la superficie è riscaldata non solo dal sole ma anche dall'atmosfera; r il riscaldamento della superficie da parte dell'atmosfera è dovuto per il 79% all'acqua (che agisce per il 55% come vapore acqueo e per il 24% come nubi), per il 14% alla CO 2 e per l'8% agli altri gas serra; t se la CO 2 è azionista di minoranza dell'effetto serra, il contributo termico diretto derivante dal raddoppio del suo livello (560 ppmv, attesi per il 2050) rispetto al livello del 1880 (280 ppmv) sarà di +0,84 ÚC rispetto al 1880 e di soli +0,47 ÚC rispetto a oggi. Gli aumenti assai più robusti (+4/+6 ÚC) preconizzati da Ipcc sono basati sulla "scommessa" secondo cui l'aumento di CO 2 in atmosfera provocherà una retroazione (feedback) dell'azionista di maggioranza (l'acqua) che dovrebbe sostanziarsi in aumento del vapore acqueo e in una contemporanea modificazione della nuvolosità globale. Tale scommessa, che appariva vincente fino al 1998, ha iniziato in seguito a mostrare limiti vistosi poiché la CO 2 continua a salire ma le temperature globali non salgono più.A fronte di tale realtà veniamo allora alle possibili ricette: se la catastrofe climatica non è dietro l'angolo e la CO 2 è un alimento per le piante, per stabilizzare il contenuto atmosferico di quest'ultima occorre far lavorare meglio le piante, il che si ottiene con una seria e perseverante politica di gestione delle risorse idriche in agricoltura, in quanto piante assetate non assorbono CO 2 . Da qui anche l'idea secondo cui politiche di «lotta all'effetto serra» basate unicamente sui «tagli della CO 2 alla produzione » sono scarsamente efficaci e poco lungimiranti.Ciò è a maggior ragione vero per l'Italia, Paese arretrato nelle politiche di diversificazione delle fonti energetiche, che andrebbe invece perseguita con costanza puntando su un mix di fonti (fossile, nucleare, geotermico, solare, eolico, idrico, biomasse eccetera). È inoltre essenziale che le varie fonti siano promosse a seguito di una quantificazione dell'efficienza energetica prima ancora che economica, nel senso che è necessario valutare quanta energia si immette in un processo e quanta se ne ricava.In altri termini si deve fare un passo avanti rispetto a «solare è bello» o «eolico è bello» valutando quanto costi in termini energetici produrre, gestire e poi smaltire i generatori e se l'energia prodotta nel loro ciclo di vita giustifichi l'investimento. In tal senso è oggi più che mai necessario evitare i voli pindarici alla Geremia Rifkin, troppo infarciti di «battaglie per la difesa del clima», «terze rivoluzioni industriali» ed «economie dell'idrogeno» per essere credibili.In conclusione piantiamola con gli slogan, stiamo con i piedi per terra e diamo lavoro ai tecnici, non agli ideologi.