domenica 7 dicembre 2008

Il marchio “Km zero” sempre più vicino

da La Stampa
Quando Coldiretti registrò ufficialmente il marchio «Km zero», molti non presero sul serio l'iniziativa. C'era chi non credeva e chi non voleva credere per interessi personali, che si potesse affermare il concetto di filiera corta. Il mercato invece era pronto a recepire il messaggio, i consumatori volevano l'affermazione dei prodotti locali, i produttori erano già pronti a fornire garanzie qualitative e di rintracciabilità.«Km zero», ovvero il consumo in ambito locale dei prodotti locali, o se volete tipici, garantisce vantaggi per tutti. I consumatori possono essere informati dettagliatamente su ciò che mangiano, possono risparmiare il costo del trasporto, quindi essere consapevoli del risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento. I produttori guadagnano di più, l’economia locale può avere maggiore sviluppo, qualità e salubrità dei prodotti crescono.Il concetto di filiera corta, a chilometri zero, è stato sposato oltre un anno fa dall’Asl 19 di Asti e i produttori agricoli hanno cominciato le forniture per la mensa degli ospedali Massaja di Asti e Santo Spirito di Nizza, per la realizzazione di 1.500 pasti giornalieri. Anche gli Ospedali hanno avuto un guadagno da questa operazione, grazie ad una migliore qualità delle materie prime, i pasti sono più buoni e i degenti accorciano la convalescenza: dimettendosi anzi tempo si riducono i costi, un posto letto costa circa 500 euro al giorno.Gli sforzi di Coldiretti e del Consorzio Terre di Qualità con il progetto Km. zero, quest’anno sono stati premiati da un altro importante accordo: la fornitura dei prodotti locali alla mensa delle scuole del Comune di Asti, per la realizzazione di 2.600 pasti giornalieri.Poter imporre il concetto di forniture a «chilometri zero» rappresenta dunque non solo una nuova frontiera per garantire la qualità ai consumatori e la giusta redditività agli imprenditori agricoli, ma è ormai una realtà.Domenica scorsa la trasmissione di Rai Tre «Report» ha mandato in onda un'inchiesta sul concetto di «Km zero» e questa settimana Coldiretti ha ricevuto nuove sollecitazioni ad andare avanti. La sensibilità cresce e si raccolgono sempre più richieste di mense che vogliono prodotti a chilometri zero. Oltre agli ospedali e alle scuole si stanno avviando le forniture anche per le mense delle case di riposo, mentre in alcuni supermercati si stanno avviando le prime forniture.Nel frattempo, produttori e consumatori si legano sempre più a quel «patto» sottoscritto oltre un lustro fa in tutte le piazze d'Italia grazie a Coldiretti. E si affermano sempre più i farmer market, gli acquisti collettivi e le spedizioni dei prodotti tipici a domicilio.

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