giovedì 17 gennaio 2013

Eni: perforato il primo pozzo di delineazione della scoperta a olio di Sankofa Est

Paolo Scaroni, l'a.d. di Eni
Paolo Scaroni, l'a.d. di Eni
Eni ha perforato con successo Sankofa Est 2A, il primo pozzo di delineazione della scoperta a olio di Sankofa Est effettuata nel blocco Offshore Cape Three Points (OCTP), situato nel Tano Basin circa 50 chilometri al largo della costa del Ghana.
Il gruppo guidato da Paolo Scaroni lo ha fatto sapere oggi con una nota.
Il risultato è rilevante poiché aumenta il potenziale commerciale a olio del blocco OCTP e ne conferma l’importanza strategica per l’ulteriore sviluppo industriale ed economico del paese.

Sankofa Est 2A, perforato a 8 chilometri dal pozzo di scoperta Sankofa Est X1, ha confermato l’estensione del campo nella parte occidentale della sequenza sabbiosa di età Cenomaniana, incrementando significativamente i volumi di olio in posto. Eni stima il potenziale complessivo della scoperta in circa 450 milioni di barili di olio in posto con risorse recuperabili fino a 150 milioni di barili. I dati acquisiti hanno inoltre confermato la continuità del giacimento tra il pozzo di scoperta e quello di delineazione.

Il pozzo Sankofa Est 2A, perforato in 990 metri d'acqua e a 4.050 metri di profondità complessiva, ha incontrato 23 metri di sabbie mineralizzate a gas e condensati e 76 metri complessivi di sabbie di età cretacica mineralizzate a olio a 30° API.

Eni ha avviato gli studi per un rapido sviluppo commerciale delle importanti riserve a olio finora confermate. Sono inoltre in corso gli studi di ingegneria per lo sviluppo e la commercializzazione delle riserve di gas del blocco, secondo i principi stabiliti nel Memorandum of Understanding recentemente siglato da Eni, Vitol e Ghana National Petroleum Corporation (GNPC) con il Ministero dell'Energia del Ghana, intesa che dedica particolare attenzione al mercato domestico del gas, settore in crescita e rispetto al quale Eni e i partner della joint venture intendono rivestire un ruolo trainante.
Eni stima che le risorse complessive recuperabili nel blocco OCTP inclusive di gas, liquidi associati e olio siano di circa  450 milioni di barili di olio equivalente.

mercoledì 16 gennaio 2013

In Spagna si risparmieranno fino a 16,5 mld con l'efficienza energetica

Nel 2030 la Spagna poterebbe diventare leader nell’efficienza energetica risparmiando in bolletta fino a 16,5 miliardi di euro grazie al contributo del settore Ricerca&Sviluppo. Il rapporto contenente i dati, intitolato “Innovazione ed energia in Spagna. Analisi e raccomandazioni”, è stato redatto dall’Istituto di ricerca tecnologica dell’Università Pontificia Comillas in collaborazione con il Belfer Center for Science and International Affairs della Harvard Kennedy School. Le proiezioni al 2030 hanno indicato come il massimo risparmio potrebbe essere raggiunto nel settore fotovoltaico, con una riduzione potenziale dei costi di 8 miliardi rispetto ai 4,5 mld del settore dedicato alla cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica. Per quanto riguarda invece i biocarburanti e il solare si risparmieranno circa 3 mld mentre gli impianti a gas e l’eolico avranno un risparmio solo di 1 mld. La relazione indica inoltre che i risparmi conseguiti potrebbero arrivare a rappresentare 70 volte l’investimento, come nel caso del solare a concentrazione, mentre la tecnologia fotovoltaica e i biocarburanti potrebbero ottenere rendimenti molto significativi equivalenti rispettivamente a 50 e 45 volte la cifra investita. Differente la condizione dell’eolico, con rendimenti per gli investimenti di circa 14 volte. Il rapporto rileva inoltre che il cambiamento nelle politiche energetiche potrebbe condurre la Spagna alla leadership in quanto ad innovazione nel settore a livello mondiale.

martedì 15 gennaio 2013

Ecco l'app per gestire i consumi energetici

Il nostro consumo energetico direttamente sullo smartphone. È questa la possibilità che verrà offerta in futuro grazie ad un'innovativa applicazione in grado di gestire in consumo energetico delle nostre abitazioni. Il progetto è quello di un team di quattro studiosi canadesi il cui studio è stato pubblicato sulla rivista International Journal of Sustainable Energy. In pratica, mediante lo smartphone sarà possibile monitorare non solo il consumo, ma anche la conservazione di energia in modo più efficace rispetto ai metodi tradizionali. Lo studio, effettuato in Canada, ha preso in esame 157 mila casa situate nella fascia sud orientale dell'Ontario. Dapprima si è stimato che sarebbero occorsi 55 anni per completare un audio energetico di ogni casa situata nella zona. Una procedura che sarebbe stata fatta con i metodi tradizionali che, al confronto, si sarebbero rivelati insufficienti. Grazie al nuovo studio, invece, ogni smartphone presente in ciascuna abitazione presa in esame ha notevolmente ridotto il tempo richiesto per espletare lo stesso compito. Il problema che si pone ora in previsione del lancio dell'app è la naturale diffidenza degli utenti e la diffusione del servizio nelle loro case. In circolazione sono già numerosi i sistemi di gestione dell'energia, ma molte si rivelano anche complicate e non abbastanza idonee per giustificare lo sforzo da parte del proprietario di abitazione. Le soluzioni giungono da una vasta serie di aziende di ricerca tecnologica, una di queste è la ON World, la quel prevede che entro il 2016 i ricavi per la gestione globale di energia nelle case supereranno i 4 miliardi di dollari. Un'ulteriore stima è quella fornita dalla Pike Research che, entro il 2020, prevede qualcosa come 2 miliardi di entrate. Ecco, dunque, che la gestione energetica accessibile agli utenti diventa una risposta adeguata al risparmio energetico. Jonathan Collins, analista di mercato della società di ricerca ABI Research, sostiene che le applicazioni per smartphone sono uno dei fattori principali dell'attuale crescita dei sistemi di automazione domestica installati lo scorso anno e molti riguardano proprio la gestione dell'energia.

lunedì 14 gennaio 2013

Treno ibrido in Germania

Adesso anche il treno guarda all’ecologico. In Germania, grazie a un progetto pilota, potrebbe nascere, il primo treno ibrido. Finalmente anche uno dei veicoli al giorno d’oggi meno inquinanti sta per diventare ancora più green. Il motopropulsore ibrido avrà un percorso di 37 km con 14 fermate che collega Aschaffenburg e Miltenberg, a sud est di Francoforte. Per quanto riguarda la ricarica delle batterie nessun problema; queste ultime potranno essere rigenerate dalla potenza frenante del treno. Il nuovo ibrido nasce partendo da una vecchia vettura, la locomotiva Siemens Desiro Classic VT 642 trasformata in un ibrido con la capacità di frenata rigenerativa. Se prima la locomotiva aveva due motori diesel da 275 Kilowatt, ora ha due centraline ibride da 315 kilowatt. Di conseguenza il treno ridurrà le emissioni di gas a effetto serra del 25% e abbasserà i consumi di carburante visto che l’energia prodotta in eccesso viene accumulata dalla batterie agli ioni di litio e utilizzata poi per l’avviamento o per un uso successivo. La Germania non è però il primo Paese a guardare alla mobilità sostenibile. Infatti qualche anno fa anche gli Usa misero in scena 70 treni elettrici ecofriendly che dovrebbero entrare in servizio proprio quest’anno per collegare Washington e Boston e la direttrice Philadelphia – Pittsburgh ed essere pienamente operativi entro il 2019.

venerdì 11 gennaio 2013

Eni: accordo per la vendita di GNL a Giappone e Corea del Sud

Paolo Scaroni, ad di Eni
Paolo Scaroni, ad di Eni
Eni, la società guidata da Paolo Scaroni, ha firmato un accordo trilaterale con la coreana Korea Gas Corporation e la giapponese Chubu Electric Power Company per la vendita di 28 carichi di GNL (Gas Naturale Liquefatto), corrispondenti a 1,7 milioni di tonnellate, nel periodo 2013-2017.
In base a questo accordo, primo contratto di acquisto congiunto tra Giappone e Corea del Sud, i carichi di GNL saranno approvvigionati dal portafoglio globale di Eni e saranno consegnati in Corea del Sud o in Giappone in base alle esigenze di allocazione dei due acquirenti, aumentando quindi la flessibilità e la sicurezza del loro approvvigionamento di gas.
L'accordo si aggiunge al contratto firmato l'anno scorso per la vendita di 49 carichi di GNL per il mercato giapponese, corrispondenti a 3,3 milioni di tonnellate, e consente a Eni di rafforzare ulteriormente la sua presenza nel mercato GNL del Far East.
vedi comunicato stampa >>