Da l'Unità
Se l'Italia insiste nel dire no al pacchetto clima dell'Unione rischia di ritrovarsi isolata, domani e venerdì a Bruxelles. Isolata non solo in Europa, ma nel mondo. Perché è lo scenario globale della politica del clima che sta cambiando in queste settimane, in queste ore. Finora con il suo obiettivo (20% di risparmio energetico, 20% di fonti rinnovabili, meno 20% di emissioni di gas serra entro il 2020) la Ue era in testa al drappello dei Paesi che vogliono andare «oltre Kyoto» e contrastare in maniera più radicale i cambiamenti climatici. Alcuni falsi profeti avevano annunciato che questa posizione sarebbe naufragata a causa della crisi finanziaria ed economica globale. Invece sta succedendo l'opposto. Il presidente eletto degli Usa, Obama, ha ribaltato come un guanto la politica di Bush e intende non solo raggiungere ma superare l'Europa nella leadership ambientale mondiale. Vuole fare della lotta ai cambiamenti climatici una leva - forse la leva principale - per una politica neokeynesiana che porti gli Stati Uniti fuori dalla crisi economica. L'ambiente visto non come freno, ma come acceleratore di un nuovo sviluppo.
Anche i grandi gruppi iniziano a muoversi. Questo è quello che l’Eni, ad esempio, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno a favore dell’ambiente
mercoledì 10 dicembre 2008
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