giovedì 23 ottobre 2008

L’Italia e le due questioni ambientali

Il pacchetto emissioni-energia in discussione al Consiglio dei Ministri dell’ambiente europei, vede una forte contrapposizione dell’Italia alla posizione di Germania e Francia. Il rien iniziale di Nicolas Sarkozy ha lasciato poi spazio alla ricerca di un compromesso con la ferma posizione del nostro ministro Prestigiacomo, per arrivare a una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, di risparmio energetico e utilizzo di energie rinnovabili. Per il rispetto dei parametri di Kyoto e per il raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20, è necessaria una forte sensibilizzazione. Le previsioni dell’IPCC (Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici) ci impongono di trovare quei rimedi, per quanto meno rallentare il riscaldamento globale. Credo che il buon esempio al risparmio energetico, debba venire dagli enti pubblici e dalle amministrazioni locali, attraverso l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. È inconcepibile che esistano ancora, nei condomini delle città, impianti di riscaldamento a carbone, come ritengo illogico che si chiudano i centri urbani alle autovetture più inquinanti per poi lasciar circolare autobus alimentati con il diesel. Serve uno sforzo responsabile al di la di demagogici calcoli politici. L’ambiente non è né di destra né di sinistra, è un valore che appartiene a tutti. Il ministro Stefania Prestigiacomo ha posto un’altra grande questione, la mancata sottoscrizione del protocollo di Kyoto da parte di paesi come gli USA, Cina, India, Giappone. Concordo con il Ministro che il grande sforzo richiesto all’Europa potrebbe rivelarsi insostenibile e inaccettabile, senza la partecipazione delle potenze industriali emergenti. È necessario che tutte le potenze industriali accettino di assumere gli stessi impegni forti posti dall’Unione Europea per la lotta ai cambiamenti climatici. Per questo ritengo che occorra una grande campagna di sensibilizzazione. Ne va della salute del pianeta, quel pianeta che abbiamo il dovere di consegnare alle generazioni future in uno stato di integrità. Il diritto ad un ambiente salubre è assimilabile al diritto alla salute ed alla vita dell’uomo. Per questo FareAmbiente propone, così come è stato per la pena di morte, una moratoria per i diritti ambientali. Per sensibilizzare le nuove potenze industriali, FareAmbiente preannuncia dimostrazioni davanti alle Ambasciate. (Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, da L'Opinione).

L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni

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