Ambiente Italia ha calcolato quanto i consumi superino le possibilità del territorio, dice Repubblica
Troppo cibo, troppe auto in circolazione, troppo riscaldamento e troppa luce nelle case; e sono troppe anche loro. I milanesi sono così, consumatori voraci di risorse naturali e spendaccioni: dovrebbero darsi una calmata.Lo dice uno studio realizzato per la Provincia da Ambiente Italia, che ha analizzato l´impatto sull´ambiente degli stili di vita di una popolazione che brucia molta energia e tende all´ipertrofia. Sommando una serie di dati quantitativi su alimentazione, mobilità, abitazione, consumo di suolo e utilizzo di beni e servizi, si è ricavata l´"impronta ecologica" della provincia sul pianeta, ovvero "quanta natura" si utilizza per mettere in moto Milano. La risposta è: tanta. Più di quanto ne serva, fatte le proporzioni, per tenere accesa l´Italia. L´impronta ecologica è un parametro già consolidato in anni di studi avviati in Canada e poi estesi a tutto il mondo. Si misura in ettari globali pro-capite: come dire che per vivere ognuno di noi consuma un tot di spazio sulla terra. Ogni milanese, così, ha bisogno di 4,17 ettari, più della media nazionale, che è di 4,15. Questo "eccesso" dipende, in buona parte, dai consumi domestici: l´energia utilizzata per cucinare, riscaldare l´acqua e far funzionare gli elettrodomestici è superiore dell´11 per cento nel caso dell´elettricità, del 16 per quanto riguarda il gas e, addirittura, dell´87 per cento per il gasolio da riscaldamento. Incide molto anche la mobilità: ogni giorno si muovono 543mila residenti della provincia, generando 2 milioni di spostamenti. E nel 58 per cento dei casi si viaggia con la propria auto.Tutto questo riduce i vantaggi, in termini ambientali, dell´abbondanza di mezzi pubblici: metropolitana e tram portano l´offerta di trasporto urbano su ferro a livelli superiori del 76 per cento a quello del resto d´Italia. Di contro, ci sono meno autobus, motocicli e ciclomotori e più auto private (61,1 ogni 100 abitanti, l´1,5 in più della media nazionale). Il saldo, però, è positivo se si considera il consumo pro capite di carburante, calcolato in tonnellate equivalenti di petrolio: è del 2 per cento inferiore al dato italiano. Si spende di più anche per la spesa alimentare (+2 per cento) e molto di più - + 27 per cento - per beni e servizi, una categoria che che comprende tempo libero, cultura e comunicazioni. E se è vero che i milanesi sono più virtuosi nella raccolta differenziata - 40,5 per cento contro il 21,5 del dato nazionale - il loro problema si chiama cemento: consumano il 18 per cento in più di territorio edificato. Gli studiosi hanno stimato anche la "biocapacità" pro capite: è così bassa che «se ipotizzassimo - scrivono - un mondo in cui tutti avessero lo stesso stile di vita degli abitanti della provincia di Milano, due pianeti non sarebbero sufficienti a sostenere i consumi complessivi». C´è «un sostanziale deficit ecologico», spiega Pietro Mezzi, assessore alla politica del territorio. E per colmarlo vanno introdotte «norme sull´efficienza energetica e per le energie rinnovabili nei regolamenti edilizi e nei piani di governo del territorio», come succede già in 60 comuni. Ma sono necessarie anche altre misure, aggiunge, come il contenimento del consumo di suolo: il tetto massimo di sviluppo urbanistico dei comuni non deve superare il 45 per cento del territorio. Qualche risultato, però, è già stato raggiunto: ora ci sono i 118 impianti solari termici e i 12 impianti di teleriscaldamento. Per un territorio che tende all´obesità, è l´inizio di una cura dimagrante
giovedì 9 ottobre 2008
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