mercoledì 8 ottobre 2008

La geotermia può servire a riscaldare 800 mila alloggi

Il nostro paese è in ritardo, ma se corriamo ai ripari entro qualche anno lo sfruttamento della geotermia potrebbe passare da appena lo 0,6% all'1,2%. Un livello, comunque, che rimane ben al di sotto di molti paesi europei che, pur non avendo tutte le risorse dell'Italia, stanno puntando su questa fonte energetica. La geotermia può essere utilizzata sia a livello domestico (riscaldamento delle case) sia a livello industriale (imprese agricole e allevamento), basti pensare che con adeguati investimenti entro il 2020 si può giungere alla produzione di 6 mila MWt, quantità sufficiente a riscaldare 800 mila appartamenti.
Dopo il Congresso nazionale di Matera (maggio 2007) e il Convegno alla Pontificia Università Urbaniana di Roma (luglio 2008), il Consiglio nazionale dei geologi (Cng), il 3 ottobre scorso, nell'ambito di Geofluid 2008 di Piacenza, ha riproposto la validità dello sfruttamento diretto del calore della terra sull'intero territorio nazionale.
A prescindere dall'utilizzo dei fluidi geotermici ad alte temperature sfruttabili per la produzione di energia elettrica, ciò che risulta con maggiore evidenza è che il nostro paese possiede un elevato potenziale di risorsa geotermica, anche di bassa e bassissima temperatura, sfruttabile direttamente o con l'ausilio di pompe geotermiche. Questa «minigeotermia» utilizza il calore endogeno terrestre a partire dai primi metri di sottosuolo. Una risorsa che potrebbe svolgere un ruolo davvero fondamentale per il riscaldamento e il condizionamento di tipo residenziale, oltre a offrire uno strumento utile per l'agricoltura e l'itticoltura (irrigazione e riscaldamento del suolo con letti caldi, serricoltura, zootecnica ecc.) di vari processi industriali, dello scioglimento del ghiaccio e sbrinamento delle strade, di centri turistici e ricreativi, di piscine ecc. (Da Italia Oggi)

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