Da L'Unità
Il protocollo di Kyoto va applicato. È un impegno da rispettare per più ragioni: per rallentare i cambiamenti climatici e imboccare la strada di un nuovo sviluppo, per la sopravvivenza stessa del pianeta e per garantire un futuro ai nostri ragazzi. È questa la scelta compiuta da 140 Regioni di 60 Paesi presenti al Summit mondiale delle Regioni di Saint Malo, a cui hanno partecipato anche rappresentati dell’Onu e del governo francese. E proprio da un colloquio che ho avuto con i rappresentanti del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, è nata la richiesta alla Toscana di svolgere un ruolo di tutor di alcune regioni dell’Africa e dell’America Latina dove ancora non esistono esperienze in materia di lotta al cambiamento climatico. Ma a Saint Malo le Regioni, oltre a chiedere il rispetto del protocollo, si sono dette pronte a fare la loro parte in materia di clima, cominciando dal proprio territorio. Il metodo di calcolo delle emissioni nocive adottato dall’Ue è limitato, ristretto: non coinvolge neppure il 50% delle fonti di emissione ed è concentrato solo sui siti più consistenti. Fatto sta che più della metà delle emissioni inquinanti sfuggono al conteggio e all’impegno di riduzione. Ed è proprio qui che le regioni possono fornire il loro contributo più significativo, avendo competenze sul governo del territorio, sulla programmazione, sulla difesa dell’aria e dell’acqua, sull’uso e lo smaltimento dei rifiuti, sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Le Regioni possono quindi attivare azioni importanti per ridurre le emissioni nocive in atmosfera e contribuire al rispetto del protocollo di Kyoto. Questo è esattamente quanto sta accadendo in alcuni Paesi. In Spagna, dove le Regioni lavorano insieme al governo e, con loro iniziative, contribuiscono al rispetto di questo impegno. O in Francia, dove si è scelto di destinare i finanziamenti comunitari solo ai progetti che prevedono una riduzione delle emissioni.Le Regioni italiane presenti al summit - Veneto, Piemonte, Toscana, Lombardia - condividono l’obiettivo dell’Ue per la difesa dell’ambiente e sono pronte a fare la loro parte. Queste Regioni sono in sintonia con l’Europa e in controtendenza con il governo che taglia tutto ciò che va oltre i propri interessi di bottega, mostrando disinteresse per la salute del pianeta e opponendosi tenacemente agli obiettivi di riduzione fissati dall’Ue. Queste Regioni hanno detto all’Europa che l’emergenza clima non è posticipabile; che la strada verso una maggiore efficienza energetica e una maggiore autonomia dal petrolio non penalizza le imprese; che puntare sulle rinnovabili significa sviluppo sostenibile e indipendenza energetica; che si può aumentare il proprio export grazie alla certificazione ambientale. Che insomma investire sulla difesa del pianeta conviene. A tutti.
venerdì 31 ottobre 2008
Il centro commerciale di Carugate rifà il look grazie al tetto «verde»
Sarà un prato erboso di oltre 16.000 metri quadrati l’originale copertura della nuova ala del centro commerciale Carosello di Carugate. È questo il marchio distintivo della nuova struttura alle porte di Milano, inaugurata ieri, che ha tra le sue caratteristiche principali il risparmio energetico e l’ecosostenibilità. La particolarità della nuova ala è infatti proprio il grande tetto verde, inclinato e ricoperto d’erba vera. Sulla superficie trovano posto 70 coni trasparenti che hanno lo scopo di portare la luce naturale nelle hall, riducendo così le esigenze di illuminazione elettrica e di climatizzare la temperatura interna. Con i nuovi sistemi sarà inoltre possibile ridurre del 31% le emissioni di Co2 per il l’impianto di raffreddamento e una riduzione del 30% per quello di riscaldamento. Inoltre l’acqua piovana verrà raccolta e utilizzata come «acqua grigia» per i sanitari. Nei parcheggi ecologici «Parkways» sarà possibile lavare l’auto senza usare prodotti chimici e risparmiando 180 litri d’acqua per ogni intervento rispetto ai tradizionali sistemi. Anche le insegne sono state progettate per il minor consumo energetico attraverso l’impiego della tecnologia a Led colorati. (Da Finanza & Mercati)
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giovedì 30 ottobre 2008
Fotovoltaico a misura di pmi
Da Italia Oggi
Diffondere consapevolezza sulle opportunità offerte dalle energie rinnovabili.
Con questo obiettivo Enel.si, la società del Gruppo Enel specializzata nello sviluppo e realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e nelle soluzioni per l'efficienza energetica, parteciperà quest'anno a Matching, l'evento per le pmi organizzato e promosso da Compagnia delle opere.
Come spiega Ingmar Wilhelm, responsabile dello sviluppo Italia nella nuova divisione energie rinnovabili di Enel, a cui fa capo Enel.si, «è la prima volta che la società partecipa a un'iniziativa business to business. Il nuovo contesto aziendale in cui l'azienda si trova a operare e gli obiettivi ambiziosi prefissati», aggiunge Wilhelm, «ci spingono a partecipare anche a questo tipo di manifestazioni. È nostra intenzione, infatti, essere presenti non solo ai principali eventi di settore, come il Solarexpo o la Conferenza europea del fotovoltaico, dove abitualmente incontriamo i nostri partner commerciali e ci confrontiamo con le novità del mercato, ma anche a eventi come il Matching, appunto, dove abbiamo l'opportunità di entrare in contatto con imprese che operano nell'ambito di vari settori e quindi di proporre loro le nostre offerte, oltre che studiare eventuali collaborazioni».
L'azienda realizza, per famiglie e imprese, impianti per la produzione di energia da fonte solare sia direttamente sia attraverso la propria rete in franchising di 400 installatori distribuiti sull'intero territorio nazionale. «Proprio questo mese», continua Wilhelm, «abbiamo lanciato una campagna di recruiting per raddoppiarne il numero, data la forte domanda di impianti fotovoltaici e solari termici che viene da famiglie e imprese. Il Matching costituirà certamente un'occasione importante per incontrare imprese interessate a entrare a far parte della nostra rete di negozi in franchising, oltre che per aumentare il nostro portfolio clienti».
Nel biennio 2005-2007 Enel.si ha curato l'installazione di oltre 30 MW di impianti fotovoltaici per clienti industriali, terziario e domestici, con una quota di mercato pari a circa il 35%.
«Siamo in grado», sottolinea il responsabile sviluppo Italia, «di offrire tutto il supporto necessario per la realizzazione di impianti fotovoltaici, dalla fase di valutazione di fattibilità alla presentazione della domanda al Gse (Gestore del servizio elettrico), alla progettazione e realizzazione dell'impianto. Grazie ad accordi con alcune banche mettiamo inoltre a disposizione dei nostri clienti anche una serie di prodotti e pacchetti finanziari esclusivi».
È di pochi mesi fa l'intesa con Sharp, leader mondiale nel settore fotovoltaico, che prevede la realizzazione di nuovi impianti per un totale di 161 MW, così come la costruzione in Italia di una fabbrica di pannelli fotovoltaici a film sottile a tripla giunzione, «una tecnologia esclusiva del nostro alleato giapponese», precisa Wilhelm, «che ci consentirà di entrare per la prima volta anche nella fabbricazione dei pannelli. Con la produzione dell'impianto, verrà soddisfatta la domanda crescente di moduli fotovoltaici in Italia e nei paesi del Sudest Europa e del Mediterraneo. Senza dimenticare», conclude, «gli accordi di fornitura con altri giganti del settore, come TrinaSolar, Suntech e SchottSolar, che ci garantiscono un approvvigionamento di pannelli sufficiente a coprire i nostri progetti fino al 2010 e oltre».
Diffondere consapevolezza sulle opportunità offerte dalle energie rinnovabili.
Con questo obiettivo Enel.si, la società del Gruppo Enel specializzata nello sviluppo e realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e nelle soluzioni per l'efficienza energetica, parteciperà quest'anno a Matching, l'evento per le pmi organizzato e promosso da Compagnia delle opere.
Come spiega Ingmar Wilhelm, responsabile dello sviluppo Italia nella nuova divisione energie rinnovabili di Enel, a cui fa capo Enel.si, «è la prima volta che la società partecipa a un'iniziativa business to business. Il nuovo contesto aziendale in cui l'azienda si trova a operare e gli obiettivi ambiziosi prefissati», aggiunge Wilhelm, «ci spingono a partecipare anche a questo tipo di manifestazioni. È nostra intenzione, infatti, essere presenti non solo ai principali eventi di settore, come il Solarexpo o la Conferenza europea del fotovoltaico, dove abitualmente incontriamo i nostri partner commerciali e ci confrontiamo con le novità del mercato, ma anche a eventi come il Matching, appunto, dove abbiamo l'opportunità di entrare in contatto con imprese che operano nell'ambito di vari settori e quindi di proporre loro le nostre offerte, oltre che studiare eventuali collaborazioni».
L'azienda realizza, per famiglie e imprese, impianti per la produzione di energia da fonte solare sia direttamente sia attraverso la propria rete in franchising di 400 installatori distribuiti sull'intero territorio nazionale. «Proprio questo mese», continua Wilhelm, «abbiamo lanciato una campagna di recruiting per raddoppiarne il numero, data la forte domanda di impianti fotovoltaici e solari termici che viene da famiglie e imprese. Il Matching costituirà certamente un'occasione importante per incontrare imprese interessate a entrare a far parte della nostra rete di negozi in franchising, oltre che per aumentare il nostro portfolio clienti».
Nel biennio 2005-2007 Enel.si ha curato l'installazione di oltre 30 MW di impianti fotovoltaici per clienti industriali, terziario e domestici, con una quota di mercato pari a circa il 35%.
«Siamo in grado», sottolinea il responsabile sviluppo Italia, «di offrire tutto il supporto necessario per la realizzazione di impianti fotovoltaici, dalla fase di valutazione di fattibilità alla presentazione della domanda al Gse (Gestore del servizio elettrico), alla progettazione e realizzazione dell'impianto. Grazie ad accordi con alcune banche mettiamo inoltre a disposizione dei nostri clienti anche una serie di prodotti e pacchetti finanziari esclusivi».
È di pochi mesi fa l'intesa con Sharp, leader mondiale nel settore fotovoltaico, che prevede la realizzazione di nuovi impianti per un totale di 161 MW, così come la costruzione in Italia di una fabbrica di pannelli fotovoltaici a film sottile a tripla giunzione, «una tecnologia esclusiva del nostro alleato giapponese», precisa Wilhelm, «che ci consentirà di entrare per la prima volta anche nella fabbricazione dei pannelli. Con la produzione dell'impianto, verrà soddisfatta la domanda crescente di moduli fotovoltaici in Italia e nei paesi del Sudest Europa e del Mediterraneo. Senza dimenticare», conclude, «gli accordi di fornitura con altri giganti del settore, come TrinaSolar, Suntech e SchottSolar, che ci garantiscono un approvvigionamento di pannelli sufficiente a coprire i nostri progetti fino al 2010 e oltre».
Case verdi, 2 milioni di posti di lavoro
Investire nel risparmio energetico può essere la chiave capace di interrompere la discesa dell'industria delle costruzioni, secondo la Ue, l'Ilo e l'Onu. Tanto che l'Agenzia delle Nazioni Unite per il lavoro ha stimato che investimenti nell'edilizia energeticamente efficiente possono creare tra i 2 e i 3,5 milioni di posti di lavoro in Europa e negli Usa secondo il rapporto dell'Ilo-Unep, l'ufficio internazionale del lavoro e l'agenzia Onu per il programma ambientale.Attualmente, si legge nel rapporto, nel mondo circa 2,3 milioni di persone lavorano nel settore delle energie rinnovabili e da qui al 2030 potranno essere creati 20 milioni di posti nel settore, in particolare 2,1 milioni nell'eolico e 6,3 milioni nel solare per il riscaldamento. Una analisi che indica la via da seguire per invertire la discesa in atto dell'industria delle costruzioni fotografata ieri dal Cresme, l'istituto di ricerca sull'edilizia diretto da Lorenzo Bellicini. «Sul mercato immobiliare e sull'industria delle costruzioni», ha dichiarato Bellicini, «gravano tre spade di Damocle: la crisi del credito, l'invenduto e la discesa dei prezzi. E se la crisi delle nuove costruzioni residenziali era attesa (nel 2008, 320mila abitazioni, contro le 339mila del 2007) quello che rende più difficile la situazione attuale è la gravità della crisi economica che mina i comparti della riqualificazione e dell'edilizia non residenziale che avrebbero dovuto sostenere la pesante caduta delle nuove abitazioni. Senza questi due motori la crisi si aggrava». La produzione edilizia calerà del 13% dal 2008 al 2010, e la diminuzione sarà più grave nel settore residenziale che scenderà del 30% nel triennio secondo il XVI rapporto congiunturale presentato ieri alla prima edizione del Construction day ideato e promosso nell'ambito della collaborazione con Verona Fiere. Le contrazioni nella nuova produzione non residenziale (-5,4% nel 2008, -7,5% nel 2009). In calo anche le nuove opere del genio civile: (-5,8% nel 2008, -3,8% 2009-2010), opere pubbliche in calo solo dell'1% nel 2008 sul 2007 grazie alla crescita delle gare per grandi opere (+10% per numero e +12,4% per importo). In discesa del 17,3% le compravendite: nel secondo semestre 2008, secondo il Cresme, pari a 143 mila compravendite in meno rispetto al 2007. I prezzi sono sul piano inclinato: a fine anno la flessione sarà dell'8,3%. (Da Italia Oggi)
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mercoledì 29 ottobre 2008
Risparmio energetico, i materiali sono la soluzione per il terzo millennio
Casa calda in estate, fredda in inverno. Il dramma della temperatura torna ad ogni stagione. Per arginare il fastidio, entrano sempre più in campo mastodontici impianti capaci di refrigerare o scaldare: costi energetici e impatto ambientale il conto che il comfort presenta. Non è un caso quindi che, già nel 2005 la Commissione Europea nel “Libro verde sull’efficienza energetica”, indicasse il settore edilizio quello con maggiori possibilità di riduzione di consumo energetico.E l’ecoedilizia sembra ad oggi una delle soluzioni in grado di offrire importanti vantaggi in termini di risparmio energetico e tutela dell’ambiente, favorendo contemporaneamente il miglioramento della qualità della vita dentro casa.In due parole “costruire sostenibile”: una realtà ben conosciuta all’ Andil (associazione nazionale dei produttori di laterizio, che riunisce imprese per un valore di circa 2mila milioni di euro di fatturato, distribuiti per 190 aziende e circa 9mila addetti), che oltre a stringere rapporti con importanti leader del settore “ecoclima” (come l’agenzia CasaClima della Provincia di Bolzano), da anni si impegna nello studio e nell’attuazione di nuove tecniche ecosostenibili.L’Andil infatti ha da tempo scommesso nel tentativo di coniugare il tradizionale mattone rosso, tanto caro all’architettura italiana, con le nuove esigenze ambientali: un percorso che passa sia dalla riscoperta delle caratteristiche intrinseche del laterizio, sia dall’applicazione dei più recenti risultati della ricerca e della tecnologia. (da Panorama)
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La Cina punta al risparmio energetico
L'undicesimo piano quinquennale cinese (2006-2010) ha posto l'efficienza energetica, la sostenibilità e l'ecologia al centro dello sviluppo del paese. Gli studi di architettura e le società del settore della costruzione sono stati invitati a discuterne a Pechino alla Terza Biennale Architettura, che resterà aperta fino al 6 novembre al Design-Park 751.
Tema: «Ecological city building», un argomento scelto per mettere in evidenza le relazioni tra la pianificazione delle aree urbane, il tratto architettonico, gli studi contro l'inquinamento e i sistemi per costruire le nuove città della Cina in armonia con i principi ecologici. Protagonista, l'Italia, con i suoi progetti e i suoi architetti. Non tanto le cosiddette «archistar», osannate e criticate, quanto i molti architetti che da tempo lavorano e operano fattivamente all'estero e in particolare su tutto il territorio cinese.
La presenza italiana si sviluppa in un intero padiglione e si articola su tre esposizioni: la prima è realizzata dall'Ice (Istituto commercio estero), la seconda dal ministero dell'ambiente, la terza dalla Camera di commercio Italia-Cina. Il senso della partecipazione italiana è dato proprio dalla prima rassegna, intitolata «Architectural italian language». (Da Italia Oggi)
Tema: «Ecological city building», un argomento scelto per mettere in evidenza le relazioni tra la pianificazione delle aree urbane, il tratto architettonico, gli studi contro l'inquinamento e i sistemi per costruire le nuove città della Cina in armonia con i principi ecologici. Protagonista, l'Italia, con i suoi progetti e i suoi architetti. Non tanto le cosiddette «archistar», osannate e criticate, quanto i molti architetti che da tempo lavorano e operano fattivamente all'estero e in particolare su tutto il territorio cinese.
La presenza italiana si sviluppa in un intero padiglione e si articola su tre esposizioni: la prima è realizzata dall'Ice (Istituto commercio estero), la seconda dal ministero dell'ambiente, la terza dalla Camera di commercio Italia-Cina. Il senso della partecipazione italiana è dato proprio dalla prima rassegna, intitolata «Architectural italian language». (Da Italia Oggi)
martedì 28 ottobre 2008
Ritorna il "vuoto a rendere", mai più bottiglie usa e getta
Da Affari & Finanza
Compri il latte. Paghi anche la bottiglia. E ti restituiscono i soldi, una ventina di centesimi, quando riporti il contenitore al negoziante o al supermercato. Scene quotidiane in Italia, fino a trenta, quarant’anni fa. Poi la febbre dei consumi ha tolto l’impiccio di tempo e del trasporto in più per far posto all’usa e getta, nel migliore dei casi affidato alla raccolta differenziata. Scaricando sull’ambiente uno spreco vissuto come piccola comodità. Un lusso che ora non è più possibile permettersi. Nemmeno in Inghilterra dove c’è una proposta di legge, partita dal ministero dei rifiuti, per rendere obbligatorie le buone pratiche di una volta. E negli Stati Uniti, in una dozzina di Stati, è in vigore l’utilizzo del vecchio sistema, regolato dal Bottle Bill, che ha diminuito fino al 70% i rifiuti di lattine, cartoni e vetro. Mentre in Germania e nei Paesi scandinavi è una prassi mai caduta in disuso. Le bottiglie vengono igienizzate e poi di nuovo riempite, senza passare per il riciclo del vetro e la fabbricazione di nuovi contenitori. Riciclare una bottiglia integra consente un risparmio energetico 5 volte superiore alla fusione del vetro rottamato e permette di riutilizzare un contenitore più di 50 volte. E il ritorno del vuoto a rendere contagia anche l’Italia del mondo delle bevande, messo alle strette dai rincari che stanno erodendo anche qui i consumi. L’iniziativa è partita in sordina nel 2007 nel corso del convegno nazionale di Italgrob, la federazione nazionale dei grossisti e dei distributori di bevande. Il tema del meeting era "L’unità", il fare rete tra imprese, come condizione per lo sviluppo del settore". E uno dei primi progetti della filiera è il rilancio nel Bel Paese del vuoto a rendere. «Il ritorno del contenitore a rendere — spiega Edi Sommariva, direttore generale di Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi — può essere a nostro avviso la strada giusta per una nuova valorizzazione dell’intero settore dell’Horeca, il consorzio dei distributori, e per una sensibilizzazione del mercato sul tema della salvaguardia dell’ambiente e anche della sicurezza sociale. Non possiamo ignorare le bottiglie di vetro abbandonate e poi utilizzate per atti vandalici». Per poter essere realizzato concretamente il progetto ha bisogno della collaborazione di tutta la filiera, dai produttori che «dovranno impegnarsi nella creazione di confezioni dedicate, ai distributori, chiamati a rivedere tempi e modalità di consegna dei prodotti, fino agli esercenti, che dovranno imparare a gestire diversamente i propri stock». Tra Italgrob e Horeca nascono così un osservatorio comune e un nucleo di studio sul vuoto a rendere. Si tratta però di ripartire quasi da zero. Basta prendere l’esempio della birra, consumata dagli italiani per il 45% dei volumi venduti, fuori casa. Nei paesi europei prevalgono le bottiglie con vuoto a rendere. Il mercato italiano vede, invece, secondo i dati resi noti durante la fiera di settore, il Simei, la netta prevalenza delle bottiglie a perdere (oltre 2/3 delle vendite), mentre le bottiglie a rendere pesano solo per l’8%.
Compri il latte. Paghi anche la bottiglia. E ti restituiscono i soldi, una ventina di centesimi, quando riporti il contenitore al negoziante o al supermercato. Scene quotidiane in Italia, fino a trenta, quarant’anni fa. Poi la febbre dei consumi ha tolto l’impiccio di tempo e del trasporto in più per far posto all’usa e getta, nel migliore dei casi affidato alla raccolta differenziata. Scaricando sull’ambiente uno spreco vissuto come piccola comodità. Un lusso che ora non è più possibile permettersi. Nemmeno in Inghilterra dove c’è una proposta di legge, partita dal ministero dei rifiuti, per rendere obbligatorie le buone pratiche di una volta. E negli Stati Uniti, in una dozzina di Stati, è in vigore l’utilizzo del vecchio sistema, regolato dal Bottle Bill, che ha diminuito fino al 70% i rifiuti di lattine, cartoni e vetro. Mentre in Germania e nei Paesi scandinavi è una prassi mai caduta in disuso. Le bottiglie vengono igienizzate e poi di nuovo riempite, senza passare per il riciclo del vetro e la fabbricazione di nuovi contenitori. Riciclare una bottiglia integra consente un risparmio energetico 5 volte superiore alla fusione del vetro rottamato e permette di riutilizzare un contenitore più di 50 volte. E il ritorno del vuoto a rendere contagia anche l’Italia del mondo delle bevande, messo alle strette dai rincari che stanno erodendo anche qui i consumi. L’iniziativa è partita in sordina nel 2007 nel corso del convegno nazionale di Italgrob, la federazione nazionale dei grossisti e dei distributori di bevande. Il tema del meeting era "L’unità", il fare rete tra imprese, come condizione per lo sviluppo del settore". E uno dei primi progetti della filiera è il rilancio nel Bel Paese del vuoto a rendere. «Il ritorno del contenitore a rendere — spiega Edi Sommariva, direttore generale di Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi — può essere a nostro avviso la strada giusta per una nuova valorizzazione dell’intero settore dell’Horeca, il consorzio dei distributori, e per una sensibilizzazione del mercato sul tema della salvaguardia dell’ambiente e anche della sicurezza sociale. Non possiamo ignorare le bottiglie di vetro abbandonate e poi utilizzate per atti vandalici». Per poter essere realizzato concretamente il progetto ha bisogno della collaborazione di tutta la filiera, dai produttori che «dovranno impegnarsi nella creazione di confezioni dedicate, ai distributori, chiamati a rivedere tempi e modalità di consegna dei prodotti, fino agli esercenti, che dovranno imparare a gestire diversamente i propri stock». Tra Italgrob e Horeca nascono così un osservatorio comune e un nucleo di studio sul vuoto a rendere. Si tratta però di ripartire quasi da zero. Basta prendere l’esempio della birra, consumata dagli italiani per il 45% dei volumi venduti, fuori casa. Nei paesi europei prevalgono le bottiglie con vuoto a rendere. Il mercato italiano vede, invece, secondo i dati resi noti durante la fiera di settore, il Simei, la netta prevalenza delle bottiglie a perdere (oltre 2/3 delle vendite), mentre le bottiglie a rendere pesano solo per l’8%.
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Incontri sull'energia nel Modenese
Il risparmio energetico sta assumendo un'importanza sempre maggiore, sia per le sue implicazioni economiche sia per le sue positive ricadute in termini di sostenibilità ambientale. Dal punto di vista delle imprese, poi, quello dell'efficienza energetica rappresenta una via obbligata per mantenersi competitive e per quelle del settore delle costruzioni e degli impianti un'importante opportunità di business. Si inserisce in quest'ottica il ciclo di incontri organizzato da Cna nell'Appennino modenese, cinque iniziative che prevedono anche un ampio dibattito con il pubblico e che prenderanno il via oggi a Fiumalbo (Mo) alle 20.30, presso la sede dell'associazione (piazza Iolanda 29), con un convegno sulla normativa per l'installazione degli impianti negli edifici, l'elaborazione informatica delle dichiarazioni di conformità e la documentazione indispensabile al professionista dell'impiantistica. (Da Italia Oggi)
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
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lunedì 27 ottobre 2008
Arriverderci all’ora legale. Ci ha fatto risparmiare 99 milioni di euro
Giornate più corte, meno ridotta, umore al minimo. Ci siamo: l’inverno sta arrivando davvero, anche se le tiepide temperature sembrano non confermarlo. Con il ritorno dell’ora solare si sancisce definitivamente il passaggio di stagione: dopo sette mesi di ora legale, tra le 3 e le 4 della notte tra sabato e domenica torneremo infatti all’ora solare, spostando le lancette degli orologi un’ora indietro. Dal 30 marzo al 26 ottobre, grazie proprio a quell’ora di luce in più al giorno che permette di ritardare l’utilizzo della luce artificiale, sono stati risparmiati 646,2 milioni di kilowattora ( + 0,15 per cento rispetto al 2007) e, considerando che, per il cliente finale 1 kilowattora è costato in media circa 15,3 centesimi di euro al netto delle imposte, l’Italia ha risparmiato con l’ora legale quasi 99 milioni di euro (+17,3 per cento sul 2007).Lo rileva Terna, la società responsabile della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione. Dal 2004 al 2008, l’Italia ha risparmiato, complessivamente, 3,1 miliardi di kilowattora, pari a circa 400 milioni di euro. I mesi di aprile e ottobre hanno fatto registrare il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Nei mesi di estate piena come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali ed è perciò meno marcato in termini di risparmio di elettricità. (Da Panorama)
Senza colla né chiodi, così è la casa ecologica
Quello dell'ecologia e del risparmio energetico è un tema sempre più attuale in ogni parte del pianeta, non soltanto riguardo inquinamento e surriscaldamento, ma anche in relazione all'edilizia. A Roma si è tenuta la scorsa settimana Klimahouse, prima fiera-congresso specializzata, per dibattere temi collegati all'efficienza energetica e all'edilizia sostenibile, organizzata da Rubner Haus. (Da Il Tempo)
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venerdì 24 ottobre 2008
Impiantistica innovativa, corsi a Modena
Da Italia Oggi
Il risparmio energetico sta assumendo un'importanza sempre maggiore, sia per le sue implicazioni economiche sia per le sue ricadute in termini di sostenibilità ambientale, specie quando l'approvvigionamento arriva da fonti rinnovabili. In questo contesto sono sempre più ricercate le figure di tecnici che conoscano a fondo i metodi per migliorare l'efficienza energetica di apparati ed edifici. Ecipar, l'ente di formazione di Cna, risponde a queste attese organizzando due percorsi di formazione destinati a impiantisti e progettisti in grado di soddisfare appieno le esigenze di imprese e privati: il primo, di 200 ore, dedicato all'impiantistica elettrica innovativa; il secondo, di 160, alla preparazione di esperti in termoidraulica. Per iscriversi (la partecipazione ai percorsi è gratuita) contattare Ecipar Modena (cniecipar@mo.cna.it).
Il risparmio energetico sta assumendo un'importanza sempre maggiore, sia per le sue implicazioni economiche sia per le sue ricadute in termini di sostenibilità ambientale, specie quando l'approvvigionamento arriva da fonti rinnovabili. In questo contesto sono sempre più ricercate le figure di tecnici che conoscano a fondo i metodi per migliorare l'efficienza energetica di apparati ed edifici. Ecipar, l'ente di formazione di Cna, risponde a queste attese organizzando due percorsi di formazione destinati a impiantisti e progettisti in grado di soddisfare appieno le esigenze di imprese e privati: il primo, di 200 ore, dedicato all'impiantistica elettrica innovativa; il secondo, di 160, alla preparazione di esperti in termoidraulica. Per iscriversi (la partecipazione ai percorsi è gratuita) contattare Ecipar Modena (cniecipar@mo.cna.it).
Risparmio energetico, un concorso rivolto agli studenti delle medie
«Raccontami la tua energia», questo il tema del concorso rivolto agli alunni delle scuole medie del Molise, per sensibilizzarsi sul tema del risparmio energetico e dello sviluppo delle fonti rinnovabili. L'iniziativa, giunta alla seconda annualità, è stata presentata ieri in una conferenza stampa da Filippo Poleggi, Giuseppe Di Lella e Marika Di Donato, rispettivamente presidente, vice presidente e segretario del Movimento consumatori, affiancati da Angelo Sanzò, segretario regionale de L'altritalia ambiente. (Dal Tempo)
giovedì 23 ottobre 2008
L’Italia e le due questioni ambientali
Il pacchetto emissioni-energia in discussione al Consiglio dei Ministri dell’ambiente europei, vede una forte contrapposizione dell’Italia alla posizione di Germania e Francia. Il rien iniziale di Nicolas Sarkozy ha lasciato poi spazio alla ricerca di un compromesso con la ferma posizione del nostro ministro Prestigiacomo, per arrivare a una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, di risparmio energetico e utilizzo di energie rinnovabili. Per il rispetto dei parametri di Kyoto e per il raggiungimento dell’obiettivo 20-20-20, è necessaria una forte sensibilizzazione. Le previsioni dell’IPCC (Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici) ci impongono di trovare quei rimedi, per quanto meno rallentare il riscaldamento globale. Credo che il buon esempio al risparmio energetico, debba venire dagli enti pubblici e dalle amministrazioni locali, attraverso l’impiego di fonti energetiche rinnovabili. È inconcepibile che esistano ancora, nei condomini delle città, impianti di riscaldamento a carbone, come ritengo illogico che si chiudano i centri urbani alle autovetture più inquinanti per poi lasciar circolare autobus alimentati con il diesel. Serve uno sforzo responsabile al di la di demagogici calcoli politici. L’ambiente non è né di destra né di sinistra, è un valore che appartiene a tutti. Il ministro Stefania Prestigiacomo ha posto un’altra grande questione, la mancata sottoscrizione del protocollo di Kyoto da parte di paesi come gli USA, Cina, India, Giappone. Concordo con il Ministro che il grande sforzo richiesto all’Europa potrebbe rivelarsi insostenibile e inaccettabile, senza la partecipazione delle potenze industriali emergenti. È necessario che tutte le potenze industriali accettino di assumere gli stessi impegni forti posti dall’Unione Europea per la lotta ai cambiamenti climatici. Per questo ritengo che occorra una grande campagna di sensibilizzazione. Ne va della salute del pianeta, quel pianeta che abbiamo il dovere di consegnare alle generazioni future in uno stato di integrità. Il diritto ad un ambiente salubre è assimilabile al diritto alla salute ed alla vita dell’uomo. Per questo FareAmbiente propone, così come è stato per la pena di morte, una moratoria per i diritti ambientali. Per sensibilizzare le nuove potenze industriali, FareAmbiente preannuncia dimostrazioni davanti alle Ambasciate. (Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, da L'Opinione).
L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni
L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni
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Chi ha paura della CO2?
LUIGI MARIANI, Università degli Studi di Milano, per Il Sole 24 Ore
U na riflessione non ideologica sul cambiamento climatico non può prescindere dal grafico delle temperature globali desunto da osservazioni da satellite (sensore Uah-Msu – fonte: Università dell'Alabama – Huntsville), da cui emerge che la fase di "global warming", iniziata nel 1992, si è conclusa nel 1998, anno più caldo in assoluto con 14,5 ÚC. Da allora le temperature globali alternano stazionarietà a lievi cali, tanto che con ogni probabilità il 2008 si chiuderà con un 14,0 ÚC. Alla luce di ciò occorre domandarsi il perché di quel Nobel per la pace 2007 a Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) e Al Gore, mentre ancora si deve riflettere sulla campagna di demonizzazione della CO 2 , oggi trattata come inquinante mentre al contrario è un mattone essenziale della vita sul nostro pianeta in quanto le piante la usano per produrre alimenti attraverso la fotosintesi.Partiamo allora dalla vexata quaestio della CO 2 , affrontandola per una volta senza il paraocchi del politically correct: e sulla Terra esiste da miliardi di anni un meraviglioso fenomeno, l'«effetto serra» in virtù del quale la temperatura di superficie passa da un glaciale -19 ÚC a un più confortevole +14 ÚC. Ciò si deve al fatto che la superficie è riscaldata non solo dal sole ma anche dall'atmosfera; r il riscaldamento della superficie da parte dell'atmosfera è dovuto per il 79% all'acqua (che agisce per il 55% come vapore acqueo e per il 24% come nubi), per il 14% alla CO 2 e per l'8% agli altri gas serra; t se la CO 2 è azionista di minoranza dell'effetto serra, il contributo termico diretto derivante dal raddoppio del suo livello (560 ppmv, attesi per il 2050) rispetto al livello del 1880 (280 ppmv) sarà di +0,84 ÚC rispetto al 1880 e di soli +0,47 ÚC rispetto a oggi. Gli aumenti assai più robusti (+4/+6 ÚC) preconizzati da Ipcc sono basati sulla "scommessa" secondo cui l'aumento di CO 2 in atmosfera provocherà una retroazione (feedback) dell'azionista di maggioranza (l'acqua) che dovrebbe sostanziarsi in aumento del vapore acqueo e in una contemporanea modificazione della nuvolosità globale. Tale scommessa, che appariva vincente fino al 1998, ha iniziato in seguito a mostrare limiti vistosi poiché la CO 2 continua a salire ma le temperature globali non salgono più.A fronte di tale realtà veniamo allora alle possibili ricette: se la catastrofe climatica non è dietro l'angolo e la CO 2 è un alimento per le piante, per stabilizzare il contenuto atmosferico di quest'ultima occorre far lavorare meglio le piante, il che si ottiene con una seria e perseverante politica di gestione delle risorse idriche in agricoltura, in quanto piante assetate non assorbono CO 2 . Da qui anche l'idea secondo cui politiche di «lotta all'effetto serra» basate unicamente sui «tagli della CO 2 alla produzione » sono scarsamente efficaci e poco lungimiranti.Ciò è a maggior ragione vero per l'Italia, Paese arretrato nelle politiche di diversificazione delle fonti energetiche, che andrebbe invece perseguita con costanza puntando su un mix di fonti (fossile, nucleare, geotermico, solare, eolico, idrico, biomasse eccetera). È inoltre essenziale che le varie fonti siano promosse a seguito di una quantificazione dell'efficienza energetica prima ancora che economica, nel senso che è necessario valutare quanta energia si immette in un processo e quanta se ne ricava.In altri termini si deve fare un passo avanti rispetto a «solare è bello» o «eolico è bello» valutando quanto costi in termini energetici produrre, gestire e poi smaltire i generatori e se l'energia prodotta nel loro ciclo di vita giustifichi l'investimento. In tal senso è oggi più che mai necessario evitare i voli pindarici alla Geremia Rifkin, troppo infarciti di «battaglie per la difesa del clima», «terze rivoluzioni industriali» ed «economie dell'idrogeno» per essere credibili.In conclusione piantiamola con gli slogan, stiamo con i piedi per terra e diamo lavoro ai tecnici, non agli ideologi.
U na riflessione non ideologica sul cambiamento climatico non può prescindere dal grafico delle temperature globali desunto da osservazioni da satellite (sensore Uah-Msu – fonte: Università dell'Alabama – Huntsville), da cui emerge che la fase di "global warming", iniziata nel 1992, si è conclusa nel 1998, anno più caldo in assoluto con 14,5 ÚC. Da allora le temperature globali alternano stazionarietà a lievi cali, tanto che con ogni probabilità il 2008 si chiuderà con un 14,0 ÚC. Alla luce di ciò occorre domandarsi il perché di quel Nobel per la pace 2007 a Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) e Al Gore, mentre ancora si deve riflettere sulla campagna di demonizzazione della CO 2 , oggi trattata come inquinante mentre al contrario è un mattone essenziale della vita sul nostro pianeta in quanto le piante la usano per produrre alimenti attraverso la fotosintesi.Partiamo allora dalla vexata quaestio della CO 2 , affrontandola per una volta senza il paraocchi del politically correct: e sulla Terra esiste da miliardi di anni un meraviglioso fenomeno, l'«effetto serra» in virtù del quale la temperatura di superficie passa da un glaciale -19 ÚC a un più confortevole +14 ÚC. Ciò si deve al fatto che la superficie è riscaldata non solo dal sole ma anche dall'atmosfera; r il riscaldamento della superficie da parte dell'atmosfera è dovuto per il 79% all'acqua (che agisce per il 55% come vapore acqueo e per il 24% come nubi), per il 14% alla CO 2 e per l'8% agli altri gas serra; t se la CO 2 è azionista di minoranza dell'effetto serra, il contributo termico diretto derivante dal raddoppio del suo livello (560 ppmv, attesi per il 2050) rispetto al livello del 1880 (280 ppmv) sarà di +0,84 ÚC rispetto al 1880 e di soli +0,47 ÚC rispetto a oggi. Gli aumenti assai più robusti (+4/+6 ÚC) preconizzati da Ipcc sono basati sulla "scommessa" secondo cui l'aumento di CO 2 in atmosfera provocherà una retroazione (feedback) dell'azionista di maggioranza (l'acqua) che dovrebbe sostanziarsi in aumento del vapore acqueo e in una contemporanea modificazione della nuvolosità globale. Tale scommessa, che appariva vincente fino al 1998, ha iniziato in seguito a mostrare limiti vistosi poiché la CO 2 continua a salire ma le temperature globali non salgono più.A fronte di tale realtà veniamo allora alle possibili ricette: se la catastrofe climatica non è dietro l'angolo e la CO 2 è un alimento per le piante, per stabilizzare il contenuto atmosferico di quest'ultima occorre far lavorare meglio le piante, il che si ottiene con una seria e perseverante politica di gestione delle risorse idriche in agricoltura, in quanto piante assetate non assorbono CO 2 . Da qui anche l'idea secondo cui politiche di «lotta all'effetto serra» basate unicamente sui «tagli della CO 2 alla produzione » sono scarsamente efficaci e poco lungimiranti.Ciò è a maggior ragione vero per l'Italia, Paese arretrato nelle politiche di diversificazione delle fonti energetiche, che andrebbe invece perseguita con costanza puntando su un mix di fonti (fossile, nucleare, geotermico, solare, eolico, idrico, biomasse eccetera). È inoltre essenziale che le varie fonti siano promosse a seguito di una quantificazione dell'efficienza energetica prima ancora che economica, nel senso che è necessario valutare quanta energia si immette in un processo e quanta se ne ricava.In altri termini si deve fare un passo avanti rispetto a «solare è bello» o «eolico è bello» valutando quanto costi in termini energetici produrre, gestire e poi smaltire i generatori e se l'energia prodotta nel loro ciclo di vita giustifichi l'investimento. In tal senso è oggi più che mai necessario evitare i voli pindarici alla Geremia Rifkin, troppo infarciti di «battaglie per la difesa del clima», «terze rivoluzioni industriali» ed «economie dell'idrogeno» per essere credibili.In conclusione piantiamola con gli slogan, stiamo con i piedi per terra e diamo lavoro ai tecnici, non agli ideologi.
mercoledì 22 ottobre 2008
Aosta, teleriscaldamento per tre case su quattro
Oltre 73 milioni in cinque anni. L'impianto di teleriscaldamento della città di Aosta è una delle più importanti grandi opere regionali previste nel prossimo decennio sia per l'impegno finanziario sia per l'impatto che avrà sulla qualità ambientale del capoluogo, con una riduzione delle emissioni di Co2 stimata in circa 50mila tonnellate.A costruire centrale e rete sarà la Telechauffage Aoste srl (Telcha), società con sede a Châtillon, costituta ad hoc per dare vita all'impianto, di cui fanno parte la Compagnia valdostana delle acque con una quota del 49%, la Società energetica aostana e la Fratelli Ronc, entrambe con il 25,5%. Il 6 ottobre, intanto, è stato depositato il progetto per le autorizzazioni agli organismi competenti, cioè gli assessorati all'Ambiente e alle Opere pubbliche, la commissione per la valutazione d'impatto ambientale, il Comune di Aosta e l'Arpa. A predisporre la progettazione e lo studio di impatto ambientale è Iccsea, società del gruppo Sea, che ha già al suo attivo gli impianti di Morgex, San Benedetto del Tronto e Pré-Saint-Didier e sta lavorando su altre opere simili in Toscana, Veneto, Piemonte e Basi-licata, oltre che in Romania.Il progetto Al momento il progetto è racchiuso in un volume di 236 pagine (allegati esclusi) che Pietro Giorgio, amministratore delegato di Sea, sfoglia illustrando in anteprima le peculiarità dell'intervento: «Prima di tutto – fa presente – va evidenziata la diversificazione delle fonti a vantaggio di quelle rinnovabili, l'efficienza dell'impianto e la capacità di risparmio energetico, elementi che lo rendono un unicum a livello italiano. Non è un caso che riceviamo richieste di partnership da tutta Italia per la realizzazione di simili opere e in questo momento stiamo già esportando al di fuori dei confini regionali il nostro know how ». (Dal Sole 24 Ore)
Le produzioni sostenibili danno ossigeno ai bilanci
Dal Sole 24 Ore
Produrre in maniera sostenibile oggi, in piena crisi economica, non è più soltanto una priorità per l'ambiente, ma può essere una boccata d'ossigeno per i bilanci aziendali. Ilaria Catastini, presidente di Anima, l'associazione no profit della Uir, e di Hill & Knowlton Gaia, rilancia alle imprese l'invito all'uso di buone pratiche per ridurre i consumi energetici e raggiungere l'efficienza. E cita l'esperto di economia ambientale e direttore del settore media di Greenpeace Usa, Glenn Hurowitz, che in un articolo su The Nation, sostiene che quello delle rinnovabili e dell'efficienza energetica potrebbe diventare il "bull (toro) market", il settore in crescita capace di trascinare il sistema economico fuori dalla crisi attuale.«Obiettivo sostenibilità: agevolazioni per l'utilizzo di energie rinnovabili e l'efficienza energetica d'impresa»è il tema del workshop che riunisce oggi a Palazzo Altieri, sede dell'Abi, un gruppo di piccole e medie imprese interessate a «considerare in modo più "colto" la possibilità di coniugare gli sforzi compiuti sul campo dei costi energetici con l'efficienza». Si parte, quindi, dalle "buone pratiche": spegnere i pc, sostituire le lampadine tradizionali con quelle a risparmio energetico, adottare politiche più efficienti per la movimentazione delle merci o dei dipendenti. «Piccole strategie – dice Catastini – che portano a un significativo taglio della bolletta energetica, quindi dei costi in bilancio».Si arriva, poi, agli investimenti sulle energie rinnovabili, come il solare e il fotovoltaico. «In quest'ambito sono disponibili finanziamenti e agevolazioni – sostiene il presidente di Anima – ci sono, poi, soluzioni che permettono alle imprese di avere pannelli fotovoltaici a costo zero, attraverso contratti che consentono al proprietario dell'impianto di produrre e gestire l'energia, e all'azienda che lo ospita di avere la bolletta bloccata per un certo periodo ». È il caso della Fiera di Roma che entro la fine dell'anno dovrebbe completare sui tetti dei suoi padiglioni l'installazione dell'impianto fotovoltaico a Thin Film (transistor a pellicola sottile di silicio amorfo), ad opera della Green Utility (per un investimento da 15 milioni di euro in project financing): 1,5 MWp a cui se ne aggiungeranno altri 0,5 di sistemi di inseguimento solare sulle aree del polo fieristico. Oltre a produrre 2,6 KWh l'anno, pari al consumo elettrico annuo di oltre 900 famiglie, consentirà di evitare l'emissione in atmosfera di 1.825 tonnellate l'anno di anidride carbonica. «In cambio dell'uso della superficie, Green Utility – dice l'ad della società, Silvio Gentile- garantirà gratuitamente alla Fiera di Roma energia verde per coprire il 20% del suo fabbisogno, e l'acquisto del resto a un prezzo fisso, svincolato dall'inflazione petrolifera, per vent'anni».
Produrre in maniera sostenibile oggi, in piena crisi economica, non è più soltanto una priorità per l'ambiente, ma può essere una boccata d'ossigeno per i bilanci aziendali. Ilaria Catastini, presidente di Anima, l'associazione no profit della Uir, e di Hill & Knowlton Gaia, rilancia alle imprese l'invito all'uso di buone pratiche per ridurre i consumi energetici e raggiungere l'efficienza. E cita l'esperto di economia ambientale e direttore del settore media di Greenpeace Usa, Glenn Hurowitz, che in un articolo su The Nation, sostiene che quello delle rinnovabili e dell'efficienza energetica potrebbe diventare il "bull (toro) market", il settore in crescita capace di trascinare il sistema economico fuori dalla crisi attuale.«Obiettivo sostenibilità: agevolazioni per l'utilizzo di energie rinnovabili e l'efficienza energetica d'impresa»è il tema del workshop che riunisce oggi a Palazzo Altieri, sede dell'Abi, un gruppo di piccole e medie imprese interessate a «considerare in modo più "colto" la possibilità di coniugare gli sforzi compiuti sul campo dei costi energetici con l'efficienza». Si parte, quindi, dalle "buone pratiche": spegnere i pc, sostituire le lampadine tradizionali con quelle a risparmio energetico, adottare politiche più efficienti per la movimentazione delle merci o dei dipendenti. «Piccole strategie – dice Catastini – che portano a un significativo taglio della bolletta energetica, quindi dei costi in bilancio».Si arriva, poi, agli investimenti sulle energie rinnovabili, come il solare e il fotovoltaico. «In quest'ambito sono disponibili finanziamenti e agevolazioni – sostiene il presidente di Anima – ci sono, poi, soluzioni che permettono alle imprese di avere pannelli fotovoltaici a costo zero, attraverso contratti che consentono al proprietario dell'impianto di produrre e gestire l'energia, e all'azienda che lo ospita di avere la bolletta bloccata per un certo periodo ». È il caso della Fiera di Roma che entro la fine dell'anno dovrebbe completare sui tetti dei suoi padiglioni l'installazione dell'impianto fotovoltaico a Thin Film (transistor a pellicola sottile di silicio amorfo), ad opera della Green Utility (per un investimento da 15 milioni di euro in project financing): 1,5 MWp a cui se ne aggiungeranno altri 0,5 di sistemi di inseguimento solare sulle aree del polo fieristico. Oltre a produrre 2,6 KWh l'anno, pari al consumo elettrico annuo di oltre 900 famiglie, consentirà di evitare l'emissione in atmosfera di 1.825 tonnellate l'anno di anidride carbonica. «In cambio dell'uso della superficie, Green Utility – dice l'ad della società, Silvio Gentile- garantirà gratuitamente alla Fiera di Roma energia verde per coprire il 20% del suo fabbisogno, e l'acquisto del resto a un prezzo fisso, svincolato dall'inflazione petrolifera, per vent'anni».
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martedì 21 ottobre 2008
Vi progetto la casa ideale
Panorama intervista Ludovico Danza: crea software avanzati che calcolano il consumo energetico di un edificio, con il possibile risparmio, e quanto è amico dell’ambiente.
Non tutti i bambini che giocano con il Lego diventano ingegneri edili. Ma è quello che ha fatto Ludovico Danza, 30 anni, che all’Istituto di tecnologie (Itc) delle costruzioni del Cnr mette a punto software avanzati. In grado di calcolare quanta energia un edificio potrebbe risparmiare, con vari accorgimenti, o di verificare quanto una casa è amica dell’ambiente (o meglio, «È sostenibile dal punto di vista ambientale» come specifica lui). Ideare un software di questo tipo non è semplice: partendo da zero ci vuole più di 1 anno di lavoro. Risultati tanto più preziosi in tempi di impatto ambientale, di crisi energetica e di risparmi obbligatori.
Che cosa fa esattamente il software che ha creato?
Il Docet, si chiama così, è uno strumento che in un quarto d’ora, e in modo semplice, analizza il consumo energetico di un edificio e calcola il risparmio che si può ottenere sul costo vivo della bolletta. Suggerendo una serie di interventi.
Di che tipo?
Per esempio, attraverso il cosiddetto cappotto termico intorno ai muri della casa, o sostituendo serramenti e vetri. Il Docet chiede se ci sono pannelli fotovoltaici. E indica quale classe energetica l’edificio potrebbe avere con questi cambiamenti.
Quali fattori incidono sul consumo di energia di una casa?
La struttura, l’orientamento, il tipo di finestre, l’efficienza degli impianti, la gradazione cromatica: una casa scura ha un maggiore assorbimento solare e i muri trattengono di più il calore, un edificio bianco lo riflette di più ma lo sfrutta meno in inverno.
Altri esempi?
Una villetta, sia per forma geometrica sia perché è più inserita in un contesto urbano a bassa densità, disperde più calore di un condominio. Un edificio con soffitti alti darà la sensazione di essere più freddo, anche se magari la temperatura è la stessa di una casa con soffitti bassi. Questo perché l’aria calda tende a galleggiare in alto, quella fredda resta in basso.
Il Docet calcola tutto ciò, gli altri software?
L’Itaca, un secondo software, verifica quanto una casa è sostenibile dal punto di vista ambientale, mettendo insieme vari parametri: energia e acqua consumate, se esiste un parcheggio di biciclette vicino, a che distanza è la fermata dell’autobus, o il livello di emissioni di CO2 che produce l’edificio. Alla fine un risultato da 0 a 5 stabilirà quanto quella casa rispetta l’ambiente.
A chi sono destinati questi software?
A istituzioni pubbliche, imprese, amministratori di condomini, perché dal 2009 sarà obbligatoria la certificazione energetica per gli edifici di nuova costruzione e per quelli che saranno venduti o acquistati. Ma chiunque può consultarli, gratuitamente, sul nostro sito: www.docet.itc.cnr.it. È anche un modo per aumentare la sensibilità collettiva sui temi del risparmio energetico.
Non tutti i bambini che giocano con il Lego diventano ingegneri edili. Ma è quello che ha fatto Ludovico Danza, 30 anni, che all’Istituto di tecnologie (Itc) delle costruzioni del Cnr mette a punto software avanzati. In grado di calcolare quanta energia un edificio potrebbe risparmiare, con vari accorgimenti, o di verificare quanto una casa è amica dell’ambiente (o meglio, «È sostenibile dal punto di vista ambientale» come specifica lui). Ideare un software di questo tipo non è semplice: partendo da zero ci vuole più di 1 anno di lavoro. Risultati tanto più preziosi in tempi di impatto ambientale, di crisi energetica e di risparmi obbligatori.
Che cosa fa esattamente il software che ha creato?
Il Docet, si chiama così, è uno strumento che in un quarto d’ora, e in modo semplice, analizza il consumo energetico di un edificio e calcola il risparmio che si può ottenere sul costo vivo della bolletta. Suggerendo una serie di interventi.
Di che tipo?
Per esempio, attraverso il cosiddetto cappotto termico intorno ai muri della casa, o sostituendo serramenti e vetri. Il Docet chiede se ci sono pannelli fotovoltaici. E indica quale classe energetica l’edificio potrebbe avere con questi cambiamenti.
Quali fattori incidono sul consumo di energia di una casa?
La struttura, l’orientamento, il tipo di finestre, l’efficienza degli impianti, la gradazione cromatica: una casa scura ha un maggiore assorbimento solare e i muri trattengono di più il calore, un edificio bianco lo riflette di più ma lo sfrutta meno in inverno.
Altri esempi?
Una villetta, sia per forma geometrica sia perché è più inserita in un contesto urbano a bassa densità, disperde più calore di un condominio. Un edificio con soffitti alti darà la sensazione di essere più freddo, anche se magari la temperatura è la stessa di una casa con soffitti bassi. Questo perché l’aria calda tende a galleggiare in alto, quella fredda resta in basso.
Il Docet calcola tutto ciò, gli altri software?
L’Itaca, un secondo software, verifica quanto una casa è sostenibile dal punto di vista ambientale, mettendo insieme vari parametri: energia e acqua consumate, se esiste un parcheggio di biciclette vicino, a che distanza è la fermata dell’autobus, o il livello di emissioni di CO2 che produce l’edificio. Alla fine un risultato da 0 a 5 stabilirà quanto quella casa rispetta l’ambiente.
A chi sono destinati questi software?
A istituzioni pubbliche, imprese, amministratori di condomini, perché dal 2009 sarà obbligatoria la certificazione energetica per gli edifici di nuova costruzione e per quelli che saranno venduti o acquistati. Ma chiunque può consultarli, gratuitamente, sul nostro sito: www.docet.itc.cnr.it. È anche un modo per aumentare la sensibilità collettiva sui temi del risparmio energetico.
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Scajola: rottamazione per auto ed elettrodomestici
Il governo sta studiando degli interventi di sostegno ai settori industriali piu' toccati dalla crisi finanziaria internazionale come il comparto auto e quello degli elettrodomestici. Lo ha annunciato il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, a margine di un convegno a Como, sottolineando che "c'e' una valutazione da parte del governo per fare in modo che il mercato dell'auto e quello degli elettrodomestici, che sono fermi in tutta Europa, possano ripartire" Gli incentivi coniugherebbero "due esigenze": da un lato, quella di ridurre le emissioni di Co2 nell'atmosfera e favorire il risparmio energetico, e dall'altro "aiutare lo sviluppo industriale di questi settori in difficolta'". Piu' in generale, alla luce delle difficolta' economiche internazionali, il ministro ha sostenuto che il "governo deve agire affinche' la crisi finanziaria non si riversi sull'economia reale" e quindi, ha detto Scajola, "stiamo accelerando il percorso di incentivazione sull'innovazione, sulla ricerca e sull'alta tecnologia: diversi strumenti che stiamo valutando in questi giorni proprio per far ripartire una situazione industriale che e' vicina ad una crescita zero". (Agi)
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lunedì 20 ottobre 2008
Risparmio energetico in casa? Rischi per la salute
Da Il Giorno
La casa e gli ambienti di lavoro possono nascondere insidie per la salute, soprattutto se a prova di risparmio energetico, sigillati verso l’esterno. È quanto sostiene Antonello Ottaviani dell’Istituto per l’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr: «Finestre a tenuta stagna e porte che isolano l’ambiente, non lasciano passare aria, non favorendo la dispersione dei composti volatili. I materiali per sigillare, poi, contengono formaldeide che viene rilasciata lentamente durante gli anni». Il consiglio? «Aprire spesso la finestra areando le stanze».
La casa e gli ambienti di lavoro possono nascondere insidie per la salute, soprattutto se a prova di risparmio energetico, sigillati verso l’esterno. È quanto sostiene Antonello Ottaviani dell’Istituto per l’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr: «Finestre a tenuta stagna e porte che isolano l’ambiente, non lasciano passare aria, non favorendo la dispersione dei composti volatili. I materiali per sigillare, poi, contengono formaldeide che viene rilasciata lentamente durante gli anni». Il consiglio? «Aprire spesso la finestra areando le stanze».
il 100% dei progetti eolici in Italia con Nomisma energia
Per monitorare la crescente complessità del mercato eolico italiano Nomisma energia presenterà all'appuntamento di Eolica Expo 2008 il progetto WindIT, database con il 100% dei progetti eolici e delle normative regionali - che analizza gli iter autorizzativi ed elabora scenari previsionali.
L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni
L’energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni
giovedì 16 ottobre 2008
Pannelli solari per ricaricare l'auto elettrica
Fonte: La Stampa
È in arrivo un'auto elettrica speciale per il Parco di Capanne di Marcarolo. La giunta dell'ente di gestione, guidata dal presidente Gianni Repetto, ha deciso di partecipare al bando del ministero dell'Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare denominato «Fonti rinnovabili, risparmio energetico e mobilità sostenibile nelle aree naturali protette», che stanzia oltre 1 milione e 900 mila euro per i parchi, con un contributo al massimo del 50% per progetti legati all'impiego di fonti per la produzione di energie rinnovabili, al risparmio energetico e alla mobilità sostenibile. Il Parco Capanne punta proprio sui fondi previsti per quest'ultima categoria, circa 600 mila euro, riferiti all'utilizzo di veicoli a minimo impatto ambientale come autobus, automobili e motoveicoli alimentati con elettricità, gpl, metano oppure ibridi. Con questi fondi è prevista anche la realizzazione di colonnine di ricarica dei mezzi elettrici, a loro volta alimentate da fonti rinnovabili. L'amministrazione dell’ente Parco ha chiesto al ministero un contributo di oltre 38 mila euro per l'acquisto di un'automobile elettrica da alimentare con l'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici installati in tre sedi dell'area protetta: il rifugio «Nido del Biancone», inaugurato negli anni scorsi nelle ex scuole di Capanne di Marcarolo, nel territorio di Bosio; la sede operativa del Parco, a Lerma, lo storico Palazzo Baldo; infine, Palazzo Gazzolo, futura sede del Museo etnografico e della Biblioteca, a Voltaggio, in fase di ultimazione in convenzione con l'amministrazione comunale vallemmina. Il presidente Repetto afferma: «E’ un'iniziativa importante, perché avrà un impatto nullo sull'ambiente del Parco Capanne e perché l'energia sarà autoprodotta dai nostri edifici. Inoltre, se la richiesta sarà accolta l'automobile non costerà nulla al Parco. Il mezzo avrà un'autonomia sufficiente a raggiungere le tre sedi del Parco e gli impianti di alimentazione. Per noi sarebbe un bel primato, in quanto siamo i primi sul territorio ad aderire a un'iniziativa del genere. Perciò confidiamo nell'accettazione della nostra domanda».
È in arrivo un'auto elettrica speciale per il Parco di Capanne di Marcarolo. La giunta dell'ente di gestione, guidata dal presidente Gianni Repetto, ha deciso di partecipare al bando del ministero dell'Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare denominato «Fonti rinnovabili, risparmio energetico e mobilità sostenibile nelle aree naturali protette», che stanzia oltre 1 milione e 900 mila euro per i parchi, con un contributo al massimo del 50% per progetti legati all'impiego di fonti per la produzione di energie rinnovabili, al risparmio energetico e alla mobilità sostenibile. Il Parco Capanne punta proprio sui fondi previsti per quest'ultima categoria, circa 600 mila euro, riferiti all'utilizzo di veicoli a minimo impatto ambientale come autobus, automobili e motoveicoli alimentati con elettricità, gpl, metano oppure ibridi. Con questi fondi è prevista anche la realizzazione di colonnine di ricarica dei mezzi elettrici, a loro volta alimentate da fonti rinnovabili. L'amministrazione dell’ente Parco ha chiesto al ministero un contributo di oltre 38 mila euro per l'acquisto di un'automobile elettrica da alimentare con l'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici installati in tre sedi dell'area protetta: il rifugio «Nido del Biancone», inaugurato negli anni scorsi nelle ex scuole di Capanne di Marcarolo, nel territorio di Bosio; la sede operativa del Parco, a Lerma, lo storico Palazzo Baldo; infine, Palazzo Gazzolo, futura sede del Museo etnografico e della Biblioteca, a Voltaggio, in fase di ultimazione in convenzione con l'amministrazione comunale vallemmina. Il presidente Repetto afferma: «E’ un'iniziativa importante, perché avrà un impatto nullo sull'ambiente del Parco Capanne e perché l'energia sarà autoprodotta dai nostri edifici. Inoltre, se la richiesta sarà accolta l'automobile non costerà nulla al Parco. Il mezzo avrà un'autonomia sufficiente a raggiungere le tre sedi del Parco e gli impianti di alimentazione. Per noi sarebbe un bel primato, in quanto siamo i primi sul territorio ad aderire a un'iniziativa del genere. Perciò confidiamo nell'accettazione della nostra domanda».
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Invece dell’eternit pannelli solari per le scuole
Là dove prima c’era l’eternit, ora sorgeranno pannelli per la produzione di energia fotovoltaica. Prenderanno il via in questi giorni i lavori per la posa dei quadri per catturare l’energia del sole che batte sul tetto delle scuole elementari di Gattinara e trasformarla in corrente elettrica. Certo, Gattinara non è Pantelleria, dove il sole fa capolino quasi sempre, facendo raggiungere temperature e intensità di luce molto più elevate, ma «abbiamo voluto comunque dare un messaggio forte in tema di ambiente ed energie rinnovabili – dice il sindaco Carlo Riva Vercellotti –, soprattutto in un luogo frequentato dalle generazioni più giovani, i consumatori di domani». Sul tetto delle elementari, che prima era ricoperto di eternit, sono già state piazzate le protezioni per il cantiere. Qui verranno installati due tipi di pannelli: per l’energia elettrica e per alimentare l’impianto di riscaldamento. Grazie all’energia del sole, si riuscirà a produrre corrente elettrica con picchi di 20 kilowatt e, tramite la formula «conto energia», Enel erogherà al Comune di Gattinara un contributo per 20 anni, a seconda dell’energia prodotta, in modo da ammortizzare le spese dell’impianto, il cui costo raggiunge i 140 mila euro e che è stato progettato dallo studio di ingegneria Agostino di Borgosesia. L’altro impianto, questa volta a pannelli solari termici, servirà a produrre acqua calda da immettere nell’impianto di riscaldamento. Oltre ai pannelli solari, la scuola elementare di Gattinara sarà sottoposta a una serie di interventi di riqualificazione che, oltre a fare in modo che l’edificio risponda alle norme di sicurezza previste fino al 2010, possa anche essere un esempio di risparmio energetico.
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mercoledì 15 ottobre 2008
«Ecco l’eco-casa di classe A. I Comuni la sostengano»
Dal Giorno
La fiamata del petrolio si è spenta, ma guai dimenticare la lezione che il barile a quasi 150 dollari ha impartito: bisogna uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili trovando una sintesi virtuosa fra sete di energia e sostenibilità ambientale. A cominciare dai luoghi dove viviamo e lavoriamo. E’ il leit motiv dell’edizione 2008 del Saie, una delle manifestazioni leader a livello internazionale dedicata al mondo dell’architettura e delle costruzioni, che si apre domani alla fiera di Bologna. «Nei padiglioni — spiega Marino Capelli, responsabile area costruzioni e industria di BolognaFiere — verranno presentati i materiali e le tecnologie più avanzate per costruire risparmiando energia. Si tratta di soluzioni che il mercato offre già da tempo e che sarebbero maggiormente accessibili se progettisti e norme ne prevedessero un utilizzo sempre più massiccio». Cosa che però farebbe lievitare i prezzi delle case, che in Italia sono già abbastanza alti... «In effetti costruire alloggi ‘risparmiosi’ significa aumentare i costi mediamente del 15%. Però i Comuni possono intervenire evitando che a pagare il conto sia solo chi compra casa». In che modo? «Concedendo ai costruttori sgravi fiscali sugli oneri di urbanizzazione, oppure consentendo di aumentare il volume degli edifici oggetto di ristrutturazioni virtuose dal punto di vista del risparmio energetico. Per esempio proponendo un patto al proprietario che vuole rimettere a nuovo un appartamento all’ultimo piano: tu realizzi un tetto coibentato di ultima generazione e io in cambio ti permetto di trasformare il sottotetto in mansarda abitabile. A mio avviso si tratta di un buon affare per entrambi, se consideriamo quanto potrà costare il petrolio fra 30 anni e quale sarà il livello di anidride carbonica nell’aria». Qual è il giro d’affari di questo settore in Italia? «Una ricerca Cresme-Legambiente, che presenteremo nel corso della manifestazione, rileva che vi sia un mercato significativo, stimato in circa 40mila alloggi all’anno, pari a 8 miliardi di euro. E parliamo solo delle nuove costruzioni». Quali sono gli interventi da fare per costruire un’abitazione di classe A o per adeguare la propria allo standard più alto? «Anzitutto prevedere termocappotti in grado di isolare l’edificio. Ciò significa abbattere sensibilmente i costi per riscaldarlo e per raffrescarlo. Quindi dotarlo di finestre di nuova concezione e di tutta una serie di accorgimenti in grado di renderlo meno sensibile all’escursione termica sia d’inverno sia d’estate. Poi utilizzare caldaie a condensazione e condizionatori di classe A. Tutti questi interventi si possono vedere a Saienergia, dove abbiamo realizzato una tipologia di casa in cui per la prima volta vengono mostrate tutte le metodologie di risparmio energetico necessarie a farla diventare di classe A. Un obiettivo che anche noi di BolognaFiere stiamo perseguendo». Nel senso che volete costruire padiglioni di classe A? «Diciamo che siamo avviati su quella strada. Per questo abbiamo installato 600 metri quadrati di pannelli fotovoltaici sul tetto del padiglione 36, capaci di fornire 23mila kilowatt di elettricità all’anno: una quantità di energia che, se prodotta con sistemi tradizionali, libererebbe nell’aria circa 17 tonnellate di CO2. Una bella boccata d’ossigeno per l’ambiente».
La fiamata del petrolio si è spenta, ma guai dimenticare la lezione che il barile a quasi 150 dollari ha impartito: bisogna uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili trovando una sintesi virtuosa fra sete di energia e sostenibilità ambientale. A cominciare dai luoghi dove viviamo e lavoriamo. E’ il leit motiv dell’edizione 2008 del Saie, una delle manifestazioni leader a livello internazionale dedicata al mondo dell’architettura e delle costruzioni, che si apre domani alla fiera di Bologna. «Nei padiglioni — spiega Marino Capelli, responsabile area costruzioni e industria di BolognaFiere — verranno presentati i materiali e le tecnologie più avanzate per costruire risparmiando energia. Si tratta di soluzioni che il mercato offre già da tempo e che sarebbero maggiormente accessibili se progettisti e norme ne prevedessero un utilizzo sempre più massiccio». Cosa che però farebbe lievitare i prezzi delle case, che in Italia sono già abbastanza alti... «In effetti costruire alloggi ‘risparmiosi’ significa aumentare i costi mediamente del 15%. Però i Comuni possono intervenire evitando che a pagare il conto sia solo chi compra casa». In che modo? «Concedendo ai costruttori sgravi fiscali sugli oneri di urbanizzazione, oppure consentendo di aumentare il volume degli edifici oggetto di ristrutturazioni virtuose dal punto di vista del risparmio energetico. Per esempio proponendo un patto al proprietario che vuole rimettere a nuovo un appartamento all’ultimo piano: tu realizzi un tetto coibentato di ultima generazione e io in cambio ti permetto di trasformare il sottotetto in mansarda abitabile. A mio avviso si tratta di un buon affare per entrambi, se consideriamo quanto potrà costare il petrolio fra 30 anni e quale sarà il livello di anidride carbonica nell’aria». Qual è il giro d’affari di questo settore in Italia? «Una ricerca Cresme-Legambiente, che presenteremo nel corso della manifestazione, rileva che vi sia un mercato significativo, stimato in circa 40mila alloggi all’anno, pari a 8 miliardi di euro. E parliamo solo delle nuove costruzioni». Quali sono gli interventi da fare per costruire un’abitazione di classe A o per adeguare la propria allo standard più alto? «Anzitutto prevedere termocappotti in grado di isolare l’edificio. Ciò significa abbattere sensibilmente i costi per riscaldarlo e per raffrescarlo. Quindi dotarlo di finestre di nuova concezione e di tutta una serie di accorgimenti in grado di renderlo meno sensibile all’escursione termica sia d’inverno sia d’estate. Poi utilizzare caldaie a condensazione e condizionatori di classe A. Tutti questi interventi si possono vedere a Saienergia, dove abbiamo realizzato una tipologia di casa in cui per la prima volta vengono mostrate tutte le metodologie di risparmio energetico necessarie a farla diventare di classe A. Un obiettivo che anche noi di BolognaFiere stiamo perseguendo». Nel senso che volete costruire padiglioni di classe A? «Diciamo che siamo avviati su quella strada. Per questo abbiamo installato 600 metri quadrati di pannelli fotovoltaici sul tetto del padiglione 36, capaci di fornire 23mila kilowatt di elettricità all’anno: una quantità di energia che, se prodotta con sistemi tradizionali, libererebbe nell’aria circa 17 tonnellate di CO2. Una bella boccata d’ossigeno per l’ambiente».
«Non accendete il riscaldamento fa ancora caldo e si risparmia»
L’assessore all’Ambiente del Comune di Milano, Edoardo Croci, chiede ai citrtadini e agli amministratori di condominio di non accendere gli impianti di riscaldamento fino a quando si manterranno le condizioni di clima mite di questi giorni. L’appello ha due obiettivi: la riduzione delle emissioni e il risparmio energetico.
martedì 14 ottobre 2008
La Regione Marche finanzia l’autosufficienza
La giunta regionale delle Marche ha deciso di destinare tre milioni e 600 mila euro per programmi di sperimentazione che prevedono la diffusione dell’autosufficienza energetica nelle abitazioni e l’abbattimento dei costi di costruzione. Verranno finanziati — informa un comunicato — interventi innovativi di edilizia residenziale, da destinare alle locazioni che puntano a un’alta qualità delle costruzioni.Due milioni e 900 mila euro sono riservati alla realizzazione di nuovi alloggi Erp (Edilizia residenziale pubblica) progettati con tecniche innovative di bioedilizia per l’autosufficienza energetica. «L’edilizia impegna i due terzi del budget energetico nazionale — spiega l’assessore all’edilizia pubblica Gianluca Carrabs — sprecandolo in perdite energetiche degli edifici, realizzati con una scarsa efficienza specifica. E’ lo stesso quantitativo che il nostro Paese importa come fonti fossili dall’estero. Incidendo sul risparmio energetico delle costruzioni, si interviene sullo spreco, riducendo i consumi e di conseguenza la spesa economica delle famiglie marchigiane». Gli edifici tradizionali «impegnano 20 litri di gasolio per metro quadrato — conclude Carrabs — mentre le case realizzate con la bioedilizia hanno consumi ben più bassi: quelle in classe C consumano 6 litri, quelle in classe B 3 litri e quelle in classe A 1,5 litri; addirittura quelle passive zero litri e l’energia in eccesso può anche essere rivenduta». (Da Affari & Finanza)
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Risparmiare energia è una strada obbligata
Da Affari & Finanza
Ormai non è in discussione il se, ma il quando e il come. Il principio dell’efficienza energetica, a cui il Parlamento italiano tentò inutilmente di dare sponda con le due famose leggi del 1991, si è infine imposto sulla doppia spinta della crescita del prezzo del petrolio e del livello del mare, entrambe collegate all’abuso dei combustibili fossili. Paradossalmente per una società come quella italiana, così attenta alla casa da detenerne il record mondiale di possesso, è proprio tra le mura domestiche che la disattenzione energetica è stata per decenni massima fino a spingerci a un consumo per metro quadrato doppio rispetto alla media europea.Adesso si cambia. E la legge voluta due anni fa dal ministro Pier Luigi Bersani, quella che dimezza i consumi energetici delle nuove costruzioni riallineandoci all’Europa, ha tirato la volata a iniziative locali che puntano ad andare oltre, a soddisfare le richieste di un mercato che comincia a guardare alle migliori esperienze europee come coordinate per misurare il possibile salto in termini di risparmio di combustibile, di emissioni serra e di denaro. Ecco il panorama delle opzioni in atto.Ad aprile è stato inaugurato a Firenze il nuovo ospedale Meyer, il primo a usare luce ed energia in senso ecologicamente avanzato. Un primato che si coglie subito entrando, attraverso il parco di 72 mila metri quadri off limits alle auto, nella serra bioclimatica fotovoltaica realizzata in legno e vetro. E passando per gli spazi giochi, la ludoteca e la libreria, le camere con vista sugli alberi: sempre con la luce che filtra in basso attraverso un sistema antichissimo che consente di risparmiare elettricità e di migliorare la qualità dell’ambiente. Risultato: riduzione di anidride carbonica del 55 per cento per il riscaldamento, del 45 per cento per il raffreddamento e del 40 per cento per l’illuminazione (45 per cento di risparmio energetico sui consumi totali).Il 4 giugno scorso è stata premiata la millesima certificazione CasaClima, il sistema che punta ad abbassare i consumi intervenendo soprattutto in maniera passiva (esposizione, coibentazione) sull’edificio. Finora il complesso degli edifici CasaClima ha consentito di risparmiare 6 mila tonnellate di anidride carbonica all’anno: 3 milioni di litri di gasolio, circa 100 autocisterne in meno sulle nostre strade.
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
Ormai non è in discussione il se, ma il quando e il come. Il principio dell’efficienza energetica, a cui il Parlamento italiano tentò inutilmente di dare sponda con le due famose leggi del 1991, si è infine imposto sulla doppia spinta della crescita del prezzo del petrolio e del livello del mare, entrambe collegate all’abuso dei combustibili fossili. Paradossalmente per una società come quella italiana, così attenta alla casa da detenerne il record mondiale di possesso, è proprio tra le mura domestiche che la disattenzione energetica è stata per decenni massima fino a spingerci a un consumo per metro quadrato doppio rispetto alla media europea.Adesso si cambia. E la legge voluta due anni fa dal ministro Pier Luigi Bersani, quella che dimezza i consumi energetici delle nuove costruzioni riallineandoci all’Europa, ha tirato la volata a iniziative locali che puntano ad andare oltre, a soddisfare le richieste di un mercato che comincia a guardare alle migliori esperienze europee come coordinate per misurare il possibile salto in termini di risparmio di combustibile, di emissioni serra e di denaro. Ecco il panorama delle opzioni in atto.Ad aprile è stato inaugurato a Firenze il nuovo ospedale Meyer, il primo a usare luce ed energia in senso ecologicamente avanzato. Un primato che si coglie subito entrando, attraverso il parco di 72 mila metri quadri off limits alle auto, nella serra bioclimatica fotovoltaica realizzata in legno e vetro. E passando per gli spazi giochi, la ludoteca e la libreria, le camere con vista sugli alberi: sempre con la luce che filtra in basso attraverso un sistema antichissimo che consente di risparmiare elettricità e di migliorare la qualità dell’ambiente. Risultato: riduzione di anidride carbonica del 55 per cento per il riscaldamento, del 45 per cento per il raffreddamento e del 40 per cento per l’illuminazione (45 per cento di risparmio energetico sui consumi totali).Il 4 giugno scorso è stata premiata la millesima certificazione CasaClima, il sistema che punta ad abbassare i consumi intervenendo soprattutto in maniera passiva (esposizione, coibentazione) sull’edificio. Finora il complesso degli edifici CasaClima ha consentito di risparmiare 6 mila tonnellate di anidride carbonica all’anno: 3 milioni di litri di gasolio, circa 100 autocisterne in meno sulle nostre strade.
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
lunedì 13 ottobre 2008
Klimahouse alla conquista della capitale
La Fiera congresso per l'efficienza energetica e l'edilizia sostenibile a Roma il 23 e 24 ottobre
Klimahouse è nata a Bolzano, pensata, fin dall'inizio, per il mercato italiano. I dati delle tre edizioni già svolte, presso il quartiere fieristico di Bolzano, di questa fiera internazionale specializzata nell'efficienza energetica e nell'edilizia sostenibile parlano chiaro: travolgente la provenienza di operatori e pubblico da tutta l'Italia: all'ultima edizione, tenutasi a gennaio 2008, l'83,2% degli intervistati è giunto da fuori provincia e il 2,3% dall'estero.L'edizione 2008 di Klimahouse ha superato ogni più rosea aspettativa ottenendo un grande successo. Klimahouse ha consolidato il proprio ruolo di rassegna leader in Italia anche grazie ai quasi 37.000 visitatori, soprattutto operatori del settore, giunti nei padiglioni di Fiera Bolzano per conoscere le novità del settore presentate da 375 aziende. Quasi il 20% dei visitatori di "Klimahouse" proviene dal centro-sud del Paese, numero importante che conferma il grande desiderio, ormai diffuso in tutt'Italia, di conoscere prodotti innovativi per l'efficienza energetica nell'edilizia.Dato il grande successo presso il quartiere fieristico bolzanino, Fiera Bolzano, dopo una lunga fase di ricerche di mercato e dopo aver consultato sia espositori che visitatori, ha deciso di organizzare un'edizione di Klimahouse con congresso anche nel centro Italia per diffondere l'informazione su uno dei motori, che da sempre, spinge l'economia: l'edilizia abitativa.
Klimahouse è nata a Bolzano, pensata, fin dall'inizio, per il mercato italiano. I dati delle tre edizioni già svolte, presso il quartiere fieristico di Bolzano, di questa fiera internazionale specializzata nell'efficienza energetica e nell'edilizia sostenibile parlano chiaro: travolgente la provenienza di operatori e pubblico da tutta l'Italia: all'ultima edizione, tenutasi a gennaio 2008, l'83,2% degli intervistati è giunto da fuori provincia e il 2,3% dall'estero.L'edizione 2008 di Klimahouse ha superato ogni più rosea aspettativa ottenendo un grande successo. Klimahouse ha consolidato il proprio ruolo di rassegna leader in Italia anche grazie ai quasi 37.000 visitatori, soprattutto operatori del settore, giunti nei padiglioni di Fiera Bolzano per conoscere le novità del settore presentate da 375 aziende. Quasi il 20% dei visitatori di "Klimahouse" proviene dal centro-sud del Paese, numero importante che conferma il grande desiderio, ormai diffuso in tutt'Italia, di conoscere prodotti innovativi per l'efficienza energetica nell'edilizia.Dato il grande successo presso il quartiere fieristico bolzanino, Fiera Bolzano, dopo una lunga fase di ricerche di mercato e dopo aver consultato sia espositori che visitatori, ha deciso di organizzare un'edizione di Klimahouse con congresso anche nel centro Italia per diffondere l'informazione su uno dei motori, che da sempre, spinge l'economia: l'edilizia abitativa.
Eco-lampadine, rischi da radiazioni uv pericolose
Gli esperti ne hanno consigliato l'uso per risparmiare energia. In alcuni paesi, come nel Regno unito, nel 2011 diventera' addirittura obbligatorio. Ma adesso sembra proprio che le eco-lampadine non facciano bene alla salute come invece potrebbero fare all'ambiente. Secondo gli scienziati inglesi, infatti, molti dei bulbi delle lampadine a risparmio energetico emetterebbero livelli di radiazioni ultaviolette (Uv) nocive per la salute. In pratica, se usate per troppo tempo, le eco-lampadine potrebbero provocare un arrossamento della pelle. In particolare, l'Agenzia britannica per la protezione della salute (Hpa) ha detto che queste eco-lampadine sarebbero piu' minacciose se utilizzate nelle lampade dei comodini per leggere un libro. A rischio pero' sono anche tutti quei lavoratori che sono a stretto contatto con le radiazioni emesse dalle lampadine a risparmio energetico, come ad esempio i gioiellieri. Dalle ricerche condotte sull'argomento, gli scienziati hanno concluso che le lampadine a risparmio energetico, non coperte da una protezione, tipo quelle non avvolte da una sorta di 'bicchierino', possono essere davvero molto nocive. Infatti, le lampadine 'aperte', senza cioe' protezione, superano del 20 per cento i livelli massimi di emissioni di raggi Uv considerati non pericolosi. (Agi)
venerdì 10 ottobre 2008
A Firenze un seminario sulle energie rinnovabili
Il dl n. 112/08 prevede per le pubbliche amministrazioni l'obbligo di approvvigionarsi di combustibile da riscaldamento e di energia elettrica a prezzi inferiori o uguali a quelli praticati dalle convenzioni Consip, sulla scia di quanto già previsto dalla Finanziaria 2008, che incentivava gli enti a sviluppare la produzione di energia pulita e l'uso di tecnologie innovative al fine di contenere i costi energetici e realizzare risparmi di gestione nel lungo periodo.
In questo quadro è di fondamentale importanza realizzare economie nell'approvvigionamento di energia, conseguire il risparmio energetico, conoscere i programmi di finanziamento della Commissione europea e il quadro degli incentivi di livello nazionale e regionale per le energie rinnovabili.
La complessa problematica sarà affrontata nel seminario «Finanziamenti e incentivi europei per le energie rinnovabili», organizzato il 29 e 30 ottobre a Firenze da Promo P.A. Fondazione in collaborazione con l'Eurosportello di Firenze. Info: 0583-582783; e-mail info@promopa.it; www.promopa.it. (Da Italia Oggi)
In questo quadro è di fondamentale importanza realizzare economie nell'approvvigionamento di energia, conseguire il risparmio energetico, conoscere i programmi di finanziamento della Commissione europea e il quadro degli incentivi di livello nazionale e regionale per le energie rinnovabili.
La complessa problematica sarà affrontata nel seminario «Finanziamenti e incentivi europei per le energie rinnovabili», organizzato il 29 e 30 ottobre a Firenze da Promo P.A. Fondazione in collaborazione con l'Eurosportello di Firenze. Info: 0583-582783; e-mail info@promopa.it; www.promopa.it. (Da Italia Oggi)
Bergamoscienza, boom di viste ai laboratori di ambiente ed energia
Anche quest'anno hanno riscosso un gran successo di pubblico le mostre, i laboratori e le altre manifestazioni di BergamoScienza, che nella sola giornata di apertura di domenica 5 ottobre ha registrato 6 mila presenze. Le 22 esposizioni e i 22 laboratori affrontano in modo chiaro e divertente i segreti di innumerevoli piccole e grandi cose che ci circondano e con le quali ci confrontiamo quotidianamente: dalla questione del risparmio energetico al tema del tempo e della memoria. Offrono al pubblico la possibilita' di apprendere le diverse forme attraverso le quali la scienza si dispiega: dalla mobilita' alle macchine di Leonardo, dall'arte e l'animazione digitale alle tecnologie al servizio dell'uomo e dell'abitare, dalle diverse tipologie di energia al rapporto tra matematica e cuore. Non manca un'attenzione ai temi ambientali con l'esposizione di fotografie dedicate all'Antartide e un progetto interamente dedicato agli alberi che ci racconta la storia di un faggio dalla sua nascita. E ancora un'esposizione di 25 modelli di orologi meccanici, una visita guidata al Parco Astronomico e un viaggio nel mondo dell'animazione di Bruno Bozzetto. In mostra anche il Roden Crater Project dell'artista minimalista James Turrell che terra' una conferenza sul tema domenica 19 ottobre alle ore 17.30 presso il Centro Congressi. Per tre weekend, fino al 19 ottobre, i visitatori dei laboratori, per la maggior parte studenti, diventano attori e protagonisti. Nei laboratori di chimica e fisica si possono infatti manipolare microscopi e provette sotto la guida di esperti, con un approccio differente dalle lezioni tradizionali. Bergamoscienza offre anche luoghi per giocare dove i piccoli Einstein possono trasformarsi in formiche o affrontare il tema del cibo in modo ludico. Grande attenzione alle tematiche legate alla tecnologia, all'energia, all'ambiente e alla chimica con percorsi studiati per imparare 'sperimentando' e divertendosi. I laboratori sono dedicati in particolar modo alle scuole che partecipano attivamente anche all'organizzazione e allo svolgimento dei laboratori. Sono 900 infatti gli studenti, su 1200 volontari, che fanno da guida e che hanno realizzato le mostre e i laboratori con la collaborazione di 110 professori. Sono 7 gli istituti di Bergamo che si sono occupati della realizzazione di alcune mostre e laboratori. Gli Istituti tecnici Maiorana di Seriate e Paleocapa di Bergamo accompagnano i visitatori in un viaggio attraverso i mezzi e i modi per trasmettere le informazioni presso la Sala Manzu' e l'Istituto Tecnico Einaudi di Dalmine propone un percorso tra i diversi modi nei quali si presenta l'energia presso la Biblioteca Civica Tiraboschi. Anche quattro scuole ospitano l'evento con differenti percorsi sperimentali. (Agi)
giovedì 9 ottobre 2008
Cibo, auto, luce e calore la vita esagerata di Milano
Ambiente Italia ha calcolato quanto i consumi superino le possibilità del territorio, dice Repubblica
Troppo cibo, troppe auto in circolazione, troppo riscaldamento e troppa luce nelle case; e sono troppe anche loro. I milanesi sono così, consumatori voraci di risorse naturali e spendaccioni: dovrebbero darsi una calmata.Lo dice uno studio realizzato per la Provincia da Ambiente Italia, che ha analizzato l´impatto sull´ambiente degli stili di vita di una popolazione che brucia molta energia e tende all´ipertrofia. Sommando una serie di dati quantitativi su alimentazione, mobilità, abitazione, consumo di suolo e utilizzo di beni e servizi, si è ricavata l´"impronta ecologica" della provincia sul pianeta, ovvero "quanta natura" si utilizza per mettere in moto Milano. La risposta è: tanta. Più di quanto ne serva, fatte le proporzioni, per tenere accesa l´Italia. L´impronta ecologica è un parametro già consolidato in anni di studi avviati in Canada e poi estesi a tutto il mondo. Si misura in ettari globali pro-capite: come dire che per vivere ognuno di noi consuma un tot di spazio sulla terra. Ogni milanese, così, ha bisogno di 4,17 ettari, più della media nazionale, che è di 4,15. Questo "eccesso" dipende, in buona parte, dai consumi domestici: l´energia utilizzata per cucinare, riscaldare l´acqua e far funzionare gli elettrodomestici è superiore dell´11 per cento nel caso dell´elettricità, del 16 per quanto riguarda il gas e, addirittura, dell´87 per cento per il gasolio da riscaldamento. Incide molto anche la mobilità: ogni giorno si muovono 543mila residenti della provincia, generando 2 milioni di spostamenti. E nel 58 per cento dei casi si viaggia con la propria auto.Tutto questo riduce i vantaggi, in termini ambientali, dell´abbondanza di mezzi pubblici: metropolitana e tram portano l´offerta di trasporto urbano su ferro a livelli superiori del 76 per cento a quello del resto d´Italia. Di contro, ci sono meno autobus, motocicli e ciclomotori e più auto private (61,1 ogni 100 abitanti, l´1,5 in più della media nazionale). Il saldo, però, è positivo se si considera il consumo pro capite di carburante, calcolato in tonnellate equivalenti di petrolio: è del 2 per cento inferiore al dato italiano. Si spende di più anche per la spesa alimentare (+2 per cento) e molto di più - + 27 per cento - per beni e servizi, una categoria che che comprende tempo libero, cultura e comunicazioni. E se è vero che i milanesi sono più virtuosi nella raccolta differenziata - 40,5 per cento contro il 21,5 del dato nazionale - il loro problema si chiama cemento: consumano il 18 per cento in più di territorio edificato. Gli studiosi hanno stimato anche la "biocapacità" pro capite: è così bassa che «se ipotizzassimo - scrivono - un mondo in cui tutti avessero lo stesso stile di vita degli abitanti della provincia di Milano, due pianeti non sarebbero sufficienti a sostenere i consumi complessivi». C´è «un sostanziale deficit ecologico», spiega Pietro Mezzi, assessore alla politica del territorio. E per colmarlo vanno introdotte «norme sull´efficienza energetica e per le energie rinnovabili nei regolamenti edilizi e nei piani di governo del territorio», come succede già in 60 comuni. Ma sono necessarie anche altre misure, aggiunge, come il contenimento del consumo di suolo: il tetto massimo di sviluppo urbanistico dei comuni non deve superare il 45 per cento del territorio. Qualche risultato, però, è già stato raggiunto: ora ci sono i 118 impianti solari termici e i 12 impianti di teleriscaldamento. Per un territorio che tende all´obesità, è l´inizio di una cura dimagrante
Troppo cibo, troppe auto in circolazione, troppo riscaldamento e troppa luce nelle case; e sono troppe anche loro. I milanesi sono così, consumatori voraci di risorse naturali e spendaccioni: dovrebbero darsi una calmata.Lo dice uno studio realizzato per la Provincia da Ambiente Italia, che ha analizzato l´impatto sull´ambiente degli stili di vita di una popolazione che brucia molta energia e tende all´ipertrofia. Sommando una serie di dati quantitativi su alimentazione, mobilità, abitazione, consumo di suolo e utilizzo di beni e servizi, si è ricavata l´"impronta ecologica" della provincia sul pianeta, ovvero "quanta natura" si utilizza per mettere in moto Milano. La risposta è: tanta. Più di quanto ne serva, fatte le proporzioni, per tenere accesa l´Italia. L´impronta ecologica è un parametro già consolidato in anni di studi avviati in Canada e poi estesi a tutto il mondo. Si misura in ettari globali pro-capite: come dire che per vivere ognuno di noi consuma un tot di spazio sulla terra. Ogni milanese, così, ha bisogno di 4,17 ettari, più della media nazionale, che è di 4,15. Questo "eccesso" dipende, in buona parte, dai consumi domestici: l´energia utilizzata per cucinare, riscaldare l´acqua e far funzionare gli elettrodomestici è superiore dell´11 per cento nel caso dell´elettricità, del 16 per quanto riguarda il gas e, addirittura, dell´87 per cento per il gasolio da riscaldamento. Incide molto anche la mobilità: ogni giorno si muovono 543mila residenti della provincia, generando 2 milioni di spostamenti. E nel 58 per cento dei casi si viaggia con la propria auto.Tutto questo riduce i vantaggi, in termini ambientali, dell´abbondanza di mezzi pubblici: metropolitana e tram portano l´offerta di trasporto urbano su ferro a livelli superiori del 76 per cento a quello del resto d´Italia. Di contro, ci sono meno autobus, motocicli e ciclomotori e più auto private (61,1 ogni 100 abitanti, l´1,5 in più della media nazionale). Il saldo, però, è positivo se si considera il consumo pro capite di carburante, calcolato in tonnellate equivalenti di petrolio: è del 2 per cento inferiore al dato italiano. Si spende di più anche per la spesa alimentare (+2 per cento) e molto di più - + 27 per cento - per beni e servizi, una categoria che che comprende tempo libero, cultura e comunicazioni. E se è vero che i milanesi sono più virtuosi nella raccolta differenziata - 40,5 per cento contro il 21,5 del dato nazionale - il loro problema si chiama cemento: consumano il 18 per cento in più di territorio edificato. Gli studiosi hanno stimato anche la "biocapacità" pro capite: è così bassa che «se ipotizzassimo - scrivono - un mondo in cui tutti avessero lo stesso stile di vita degli abitanti della provincia di Milano, due pianeti non sarebbero sufficienti a sostenere i consumi complessivi». C´è «un sostanziale deficit ecologico», spiega Pietro Mezzi, assessore alla politica del territorio. E per colmarlo vanno introdotte «norme sull´efficienza energetica e per le energie rinnovabili nei regolamenti edilizi e nei piani di governo del territorio», come succede già in 60 comuni. Ma sono necessarie anche altre misure, aggiunge, come il contenimento del consumo di suolo: il tetto massimo di sviluppo urbanistico dei comuni non deve superare il 45 per cento del territorio. Qualche risultato, però, è già stato raggiunto: ora ci sono i 118 impianti solari termici e i 12 impianti di teleriscaldamento. Per un territorio che tende all´obesità, è l´inizio di una cura dimagrante
Efficienza energetica, il piano Ue costerà 180 miliardi
Dal Sole 24 Ore
Se va bene, il pacchetto europeo "clima ed energia" potrebbe avere tra dodici anni sull'Italia un impatto pari all'1,4% del Prodotto interno lordo. Non sono bazzecole. E il peso per l'Italia sarebbe assai più grande rispetto agli altri Paesi europei. Se venisse accettato lo scenario più morbido proposto dalla Ue, i costi per l'Italia sarebbero nell'ordine dei 181,5 miliardi complessivi tra il 2011 e il 2020, pari a una media di 18,2 miliardi di euro l'anno esclusi gli effetti indiretti. Quali effetti indiretti non contabilizzati dovrebbero essere sommati? La fuga dell'industria verso Paesi senza gli eurovincoli ambientali, per esempio. Per usare le parole di un documento riservato di Palazzo Chigi, «in un attuale contesto di stagnazione economica questi costi paiono aggravati dalla maggiore difficoltà ad effettuare gli investimenti aggiuntivi». Il documento riservato, messo a punto lunedì dal Governo, è la posizione ufficiale di Palazzo Chigi sul pacchetto europeo "clima ed energia" e sarà presentato la settimana prossima agli altri Paesi europei.Il pacchetto Ue, sostenuto dal commissario europeo all'Ambiente, il greco Stavros Dimas, dice che entro il 2020 l'Europa deve ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica, deve migliorare del 20% l'efficienza energetica e deve alimentarsi al 20% con energia da fonti rinnovabili.La posizione italiana dice che «l'impatto di costo risulterebbe molto elevato per l'Italia e per l'Europa a fronte di modesti risultati in termini climatici, qualora gli impegni siano unilaterali da parte dell'Europa. Appare, quindi, opportuno l'inserimento di clausole di revisione degli strumenti e della tempistica dei target che verifichi una larga adesione degli altri Paesi industrializzati e dei Paesi emergenti». L'adesione dei Paesi non europei serve anche a evitare la delocalizzazione industriale.
Se va bene, il pacchetto europeo "clima ed energia" potrebbe avere tra dodici anni sull'Italia un impatto pari all'1,4% del Prodotto interno lordo. Non sono bazzecole. E il peso per l'Italia sarebbe assai più grande rispetto agli altri Paesi europei. Se venisse accettato lo scenario più morbido proposto dalla Ue, i costi per l'Italia sarebbero nell'ordine dei 181,5 miliardi complessivi tra il 2011 e il 2020, pari a una media di 18,2 miliardi di euro l'anno esclusi gli effetti indiretti. Quali effetti indiretti non contabilizzati dovrebbero essere sommati? La fuga dell'industria verso Paesi senza gli eurovincoli ambientali, per esempio. Per usare le parole di un documento riservato di Palazzo Chigi, «in un attuale contesto di stagnazione economica questi costi paiono aggravati dalla maggiore difficoltà ad effettuare gli investimenti aggiuntivi». Il documento riservato, messo a punto lunedì dal Governo, è la posizione ufficiale di Palazzo Chigi sul pacchetto europeo "clima ed energia" e sarà presentato la settimana prossima agli altri Paesi europei.Il pacchetto Ue, sostenuto dal commissario europeo all'Ambiente, il greco Stavros Dimas, dice che entro il 2020 l'Europa deve ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica, deve migliorare del 20% l'efficienza energetica e deve alimentarsi al 20% con energia da fonti rinnovabili.La posizione italiana dice che «l'impatto di costo risulterebbe molto elevato per l'Italia e per l'Europa a fronte di modesti risultati in termini climatici, qualora gli impegni siano unilaterali da parte dell'Europa. Appare, quindi, opportuno l'inserimento di clausole di revisione degli strumenti e della tempistica dei target che verifichi una larga adesione degli altri Paesi industrializzati e dei Paesi emergenti». L'adesione dei Paesi non europei serve anche a evitare la delocalizzazione industriale.
mercoledì 8 ottobre 2008
La geotermia può servire a riscaldare 800 mila alloggi
Il nostro paese è in ritardo, ma se corriamo ai ripari entro qualche anno lo sfruttamento della geotermia potrebbe passare da appena lo 0,6% all'1,2%. Un livello, comunque, che rimane ben al di sotto di molti paesi europei che, pur non avendo tutte le risorse dell'Italia, stanno puntando su questa fonte energetica. La geotermia può essere utilizzata sia a livello domestico (riscaldamento delle case) sia a livello industriale (imprese agricole e allevamento), basti pensare che con adeguati investimenti entro il 2020 si può giungere alla produzione di 6 mila MWt, quantità sufficiente a riscaldare 800 mila appartamenti.
Dopo il Congresso nazionale di Matera (maggio 2007) e il Convegno alla Pontificia Università Urbaniana di Roma (luglio 2008), il Consiglio nazionale dei geologi (Cng), il 3 ottobre scorso, nell'ambito di Geofluid 2008 di Piacenza, ha riproposto la validità dello sfruttamento diretto del calore della terra sull'intero territorio nazionale.
A prescindere dall'utilizzo dei fluidi geotermici ad alte temperature sfruttabili per la produzione di energia elettrica, ciò che risulta con maggiore evidenza è che il nostro paese possiede un elevato potenziale di risorsa geotermica, anche di bassa e bassissima temperatura, sfruttabile direttamente o con l'ausilio di pompe geotermiche. Questa «minigeotermia» utilizza il calore endogeno terrestre a partire dai primi metri di sottosuolo. Una risorsa che potrebbe svolgere un ruolo davvero fondamentale per il riscaldamento e il condizionamento di tipo residenziale, oltre a offrire uno strumento utile per l'agricoltura e l'itticoltura (irrigazione e riscaldamento del suolo con letti caldi, serricoltura, zootecnica ecc.) di vari processi industriali, dello scioglimento del ghiaccio e sbrinamento delle strade, di centri turistici e ricreativi, di piscine ecc. (Da Italia Oggi)
Dopo il Congresso nazionale di Matera (maggio 2007) e il Convegno alla Pontificia Università Urbaniana di Roma (luglio 2008), il Consiglio nazionale dei geologi (Cng), il 3 ottobre scorso, nell'ambito di Geofluid 2008 di Piacenza, ha riproposto la validità dello sfruttamento diretto del calore della terra sull'intero territorio nazionale.
A prescindere dall'utilizzo dei fluidi geotermici ad alte temperature sfruttabili per la produzione di energia elettrica, ciò che risulta con maggiore evidenza è che il nostro paese possiede un elevato potenziale di risorsa geotermica, anche di bassa e bassissima temperatura, sfruttabile direttamente o con l'ausilio di pompe geotermiche. Questa «minigeotermia» utilizza il calore endogeno terrestre a partire dai primi metri di sottosuolo. Una risorsa che potrebbe svolgere un ruolo davvero fondamentale per il riscaldamento e il condizionamento di tipo residenziale, oltre a offrire uno strumento utile per l'agricoltura e l'itticoltura (irrigazione e riscaldamento del suolo con letti caldi, serricoltura, zootecnica ecc.) di vari processi industriali, dello scioglimento del ghiaccio e sbrinamento delle strade, di centri turistici e ricreativi, di piscine ecc. (Da Italia Oggi)
Accordo Somedia Energethica e wincomers per efficienza
Una collaborazione in tema di energia etica sostenibile: e' questo il senso dell'accordo stipulato tra Somedia, societa' del Gruppo Editoriale L'Espresso attiva da oltre vent'anni nella formazione professionale, Energethica, circuito e marchio di qualita' per la promozione dell'energia sostenibile e Wincomers, associazione di riferimento per il presidio tecnico nel settore del risparmio e dell'efficienza energetica. Le parti in causa daranno vita a un Polo Nazionale Unico di Competenze in tema di energia etica e sostenibile finalizzato ad avvicinare imprese e utenti al mondo dell'energia ricavata da fonti rinnovabili e da fonti tradizionali riviste sotto il profilo dell'efficienza. In programma azioni congiunte per promuovere la divulgazione degli aspetti etico-culturali legati all'efficienza energetica e alle energie sostenibili e le relative opportunita' di crescita. L'intesa, alla luce della continua emergenza ambientale e climatica di cui e' investito il nostro Paese e alla luce dei grandi problemi energetici come quello scottante del caro petrolio, riveste un carattere di forte attualita'. La collaborazione si articolera' su due filoni, uno prettamente istituzionale, l'altro di carattere operativo. Quello istituzionale perseguira' gli obiettivi dell'accordo attraverso una fitta comunicazione di studi, dossier e approfondimenti volti a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema dell'energia etica e sostenibile, mentre quello operativo avra' come obiettivo quello di affrontare i vari temi con convegni, eventi, fiere e tavoli di dibattito con approccio scientifico altamente qualificato, offrendo le testimonianze di esperti e cercando di offrire le possibili soluzioni. (Fonte: Agi)
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
martedì 7 ottobre 2008
Artigiani, aiuti all'eco-innovazione
Restano circa dieci giorni per mettere le mani sui contributi del valore complessivo di 950 mila euro messi a disposizione dalla regione Lombardia e dalle camere di commercio per sostenere l'introduzione di innovazione nei processi e prodotti a basso impatto ambientale e per il sostegno al risanamento ambientale delle imprese artigiane, dei consorzi, delle società consortili e cooperative della Lombardia. Il 15 ottobre prossimo scadono i termini per la presentazione della domanda alla Camera di commercio di Milano. I soggetti economici interessati dal provvedimento potranno usufruire di contributi, in conto capitale e a fondo perduto, legati a progetti innovativi, in misura differente a seconda della tipologia: per le singole imprese artigiane verrà finanziato il 25% della spesa ammissibile al netto dell'Iva, mentre per i consorzi artigiani il contributo massimo riguarderà il 30% della spesa, sempre al netto dell'imposta sul valore aggiunto. «L'impresa deve effettuare un investimento con un importo minimo di 15 mila euro al netto dell'Iva», si legge nel bando. «Al momento della presentazione della domanda di contributo, inoltre, l'impresa dovrà dimostrare di avere già realizzato almeno il 10% dell'investimento. Ma quali sono i progetti di investimento ammissibili al fine di ottenere il finanziamento da parte della Regione? Secondo quanto stabilito dal bando, gli investimenti agevolabili vanno dalla certificazioni europee e internazionali (Emas, Iso 14001, Ecolabel) alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, fino ad arrivare all'introduzione di tecnologie innovative che riducano, all'interno e all'esterno dell'azienda, l'impatto ambientale del processo produttivo in termini di emissioni d'aria, acqua, rifiuti, rumore e risparmio energetico. Oltre a questo, sono ammissibili di finanziamento anche gli interventi per l'introduzione di soluzioni innovative per il risparmio di materie prime o l'impiego di materie prime meno inquinanti o sostanze non pericolose e l'utilizzo di tecnologie per la riduzione degli scarti di lavorazione e per la trasformazione di scarti e rifiuti in materie secondarie riutilizzabili all'interno dello stesso ciclo produttivo. In base alle specifiche stabilite dal bando, verranno ritenute ammissibili e calcolate al netto dell'Iva le spese sostenute nel periodo compreso tra il primo aprile 2008 e il 15 luglio 2009, mentre l'erogazione del contributo avverrà in un'unica soluzione dopo che l'impresa avrà dimostrato di aver terminato la realizzazione dell'investimento fornendo, entro il 30 agosto 2009, la documentazione che dimostri che tutti i lavori sono stati eseguiti e che tutte le spese sono state pagate. (Da Italia Oggi)
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Il nucleare? Col greggio sopra i 65 dollari
Conviene — da un punto di vista solo economico — che l'Italia rientri nell'energia nucleare? Probabilmente sì. Ma la risposta diventa «sicuramente sì» solo se il prezzo del barile di greggio tornerà ad essere elevato, intorno ai 130 dollari, e se quello della tonnellata di anidride carbonica sorpasserà i 40 euro contro i 20-25 di oggi. Gli investitori privati dovranno però anche essere disposti a finanziare l'operazione fino al 50% del totale.A questi risultati arriva uno studio del Cesi Ricerca, la società pubblico-privata di Enea e Cesi, che entra così nel vivo delle questioni sollevate dal piano del governo. Una delle conclusioni risulta comunque ai limiti del paradosso: anche dando il via ora a quattro centrali, e spingendo a tavoletta sulle energie rinnovabili e il carbone pulito (quello vero, con il «sequestro» della CO2), l'Italia potrebbe non centrare gli obiettivi ambientali previsti dall'Europa per il 2020, vedendosi costretta a intervenire sui suoi consumi elettrici. A quella data, infatti, il contributo nucleare non potrà che essere modesto, considerati i tempi per la costruzione e l'operatività di un reattore.Secondo il Cesi Ricerca, un megawattora prodotto da una centrale nucleare di terza generazione (come l'Epr) costerà 68 euro, contro i 130 euro di un impianto a gas e i 100 circa del carbone. Tra le assunzioni di base c'è quella del prezzo del petrolio, che al 2020 è stato stimato a 130 dollari al barile, e del prezzo della CO2, fissato a 42 euro. Anche per l'uranio si è tenuto comunque conto di una quotazione elevata, superiore del 20% al picco più elevato raggiunto lo scorso anno (300 dollari per un chilogrammo).Ma anche dimezzando il valore del petrolio e delle emissioni, dice il Cesi, l'elettricità «atomica » potrebbe valere il gioco: con il barile a 65 dollari e l'anidride carbonica a 20 euro il megawattora nucleare resterebbe, ovviamente, a 68 euro. Quello a metano scenderebbe però a 74 euro, mentre il carbone giungerebbe a oscillare tra 60 e 65. I ricercatori del Cesi Ricerca sono prudenti anche sul fronte del finanziamento dei progetti. Data la scarsa «accettabilità sociale» del nucleare e la presumibile «scarsità » di fondi, si ipotizza che il finanziamento debba avvenire fifty-fifty tra capitale di rischio (remunerato al 12%) e debito bancario (al 7% di interesse). Solo se i privati accettassero di rinunciare al profitto, ricevendo in cambio energia al costo come avviene in Finlandia, le cose potrebbero cambiare in modo significativo.Infine, si tratterebbe di decidere che cosa è meglio evitare. L'energia di quattro reattori avrebbe sulla riduzione di CO2 lo stesso impatto di una foresta grande due volte il Lazio, e eviterebbe il consumo di 9 miliardi di metri cubi di gas l'anno, tanti quanti ne trasporta il gasdotto dalla Libia. D'altra parte significherebbe la produzione di 30-40 metri di problematici rifiuti solidi a alta radioattività (il volume di una stanza) e di una palazzina di due piani di scarti a media e bassa radioattività da sistemare in un sito finora incognito. Per «sequestrare » geologicamente la CO2 ci vorrebbe invece un deposito grande quanto 80 «Pirelloni » di Milano. Scelte che prima o poi andranno affrontate. (Dal Corriere della Sera)
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lunedì 6 ottobre 2008
Risparmio energetico, scaldarsi da soli
La trasformazione dell'impianto centralizzato in tanti impianti termoautonomi quanti sono gli appartamenti è agevolata dalla legge: per deciderla è sufficiente l'assenso della maggioranza in assemblea. Tuttavia non è possibile permettere ai singoli proprietari di scegliere il tipo di impianto che preferiscono.La conversione va gestita con un unico progetto in cui si decida il tipo di impianti singoli da realizzare e ci si ponga come obiettivo di conseguire il risparmio energetico indispensabile per permettere la trasformazione agevolata. La trasformazione è prevista dalla legge 10/1991, modificata dal Dlgs 311/2006
Obiettivo risparmio ancora trascurato
Intervento di Carlo Parodi, direttore Centro studi nazionale Anaci, sul Sole 24 Ore
La ricerca di una maggiore efficienza energetica passa anche attraverso le scelte condominiali. L'Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (Anaci) si batte da tempo per diffondere questo orientamento. Tuttavia, l'inesistenza di una reale cultura del risparmio energetico, in mancanza di un'informazione capillare dei mass media, ha fatto sì che per lungo tempo la legge 10/1991 fosse considerata come "promozionale" per la trasformazione del servizio riscaldamento centralizzato in impianti autonomi, con la realizzazione di potenze termiche complessive superiori e quindi con maggiori consumi.Finalmente il Dlgs 311/2006 ha modificato l'articolo 26, comma 2, della legge 10/1991, richiedendo che gli interventi volti al contenimento del consumo energetico siano preventivamente individuati da una certificazione o diagnosi energetica. Tutti gli interventi richiedono comunque la delibera assembleare (compreso il distacco dall'impianto centralizzato). Si aggiunga che gli oneri per la realizzazione di impianti individuali sono esclusi dal beneficio fiscale del 55% e che la Regione Piemonte ha vietato la trasformazione in impianti autonomi quando gli edifici hanno più di quattro abitazioni (si veda l'articolo in apertura di pagina). Ma le scelte individualistiche continuano, senza canali informativi privilegiati e in assenza di controlli adeguati.Restano poi le perplessità interpretative in merito alla «maggioranza semplice delle quote millesimali» che possono determinare ulteriore ostacolo alla riqualificazione energetica: il ministero dello Sviluppo economico, pur evidenziando «di aver ricevuto molteplici quesiti giuridici circa l'interpretazione della norma in questione e che l'ambigua formulazione della norma non consente di dirimere il dubbio circa la sua portata sostanziale» non ha condiviso la proposta del Centro studi Anaci (maggioranza semplice delle quote millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea), ma non ha fornito un'interpretazione autentica della norma.
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
La ricerca di una maggiore efficienza energetica passa anche attraverso le scelte condominiali. L'Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (Anaci) si batte da tempo per diffondere questo orientamento. Tuttavia, l'inesistenza di una reale cultura del risparmio energetico, in mancanza di un'informazione capillare dei mass media, ha fatto sì che per lungo tempo la legge 10/1991 fosse considerata come "promozionale" per la trasformazione del servizio riscaldamento centralizzato in impianti autonomi, con la realizzazione di potenze termiche complessive superiori e quindi con maggiori consumi.Finalmente il Dlgs 311/2006 ha modificato l'articolo 26, comma 2, della legge 10/1991, richiedendo che gli interventi volti al contenimento del consumo energetico siano preventivamente individuati da una certificazione o diagnosi energetica. Tutti gli interventi richiedono comunque la delibera assembleare (compreso il distacco dall'impianto centralizzato). Si aggiunga che gli oneri per la realizzazione di impianti individuali sono esclusi dal beneficio fiscale del 55% e che la Regione Piemonte ha vietato la trasformazione in impianti autonomi quando gli edifici hanno più di quattro abitazioni (si veda l'articolo in apertura di pagina). Ma le scelte individualistiche continuano, senza canali informativi privilegiati e in assenza di controlli adeguati.Restano poi le perplessità interpretative in merito alla «maggioranza semplice delle quote millesimali» che possono determinare ulteriore ostacolo alla riqualificazione energetica: il ministero dello Sviluppo economico, pur evidenziando «di aver ricevuto molteplici quesiti giuridici circa l'interpretazione della norma in questione e che l'ambigua formulazione della norma non consente di dirimere il dubbio circa la sua portata sostanziale» non ha condiviso la proposta del Centro studi Anaci (maggioranza semplice delle quote millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea), ma non ha fornito un'interpretazione autentica della norma.
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
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venerdì 3 ottobre 2008
Risparmio energetico, i Comuni del Milanese si attrezzano in vista dell'Expo
«EXPO 2015 è un’occasione anche per gli enti locali di rivedere le politiche energetiche al fine di trovare sia formule che permettano di abbassare le bollette delle famiglie, sia fonti alternative per le strutture pubbliche». È una delle proposte avanzate ieri sera dal sindaco di Trezzano sul Naviglio, Liana Scundi (nella foto SPF), che ha presentato alla cittadinanza in un’assemblea pubblica le strategie che il tavolo Trezzanese e quello dell’Abbiatense e Magentino vogliono portare avanti. «Sarà una grande opportunità - ha sottolineato il sindaco - soprattutto per il dopo Expo. Intanto, vorremmo promuovere due iniziative: la creazione di punti Expo dove organizzare mostre a tema e fornire informazioni, alimentando nei cittadini la curiosità intorno all’evento, e la promozione ogni anno di iniziative che chiameremo "Aspettando l’Expo"». Ma non solo. L’importante evento ha portato l’attenzione di istituzioni e amministratori su alcune problematiche e tematiche comuni al Sud Milano come, per esempio, la viabilità, gli aspetti dell’ospitalità e delle strutture ricettive. «Occorre lavorare insieme - ha proseguito Liana Scundi - per analizzare i problemi del territorio e vedere che cosa possiamo offrire all’Expo». ALL’INCONTRO era presente anche Roberto Albetti, sindaco di Abbiategrasso, che ha sottolineato la necessità di rimboccarsi le maniche con un ruolo assieme positivo e propositivo. «Nell’ottica della sussudiarietà - ha dichiarato Albetti - occorre valorizzare ciascuna comunità e lavorare insieme al di là dei diversi schieramenti politici, perché ciò che è importante è l’appartenenza al medesimo territorio». Il Comune di Trezzano coinvolgerà nel progetto verso l’Expo anche il Consiglio comunale dei ragazzi, mentre sul discorso «energia» l’inaugurazione dello sportello Infoenergia prevista per il 17 ottobre sarà un’ulteriore occasione di ribadire il tema cuore dell’Expo 2015: «Feeding the Planet, Energy for Life». (dal Giorno)
Divergenze sui costi di Kyoto
Cifre diverse tra ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo, spiega Il Sole 24 Ore
Quanto ci costerà il pacchetto europeo su energia e ambiente? Il ministero dell'Ambiente aveva stimato per l'Italia una spesa annua sui 23-27 miliardi di euro l'anno. Mercoledì durante un incontro tecnico l'Enea ha presentato a nome del ministero dello Sviluppo economico i vecchi conti poco dettagliati che erano stati sostenuti dal Governo Prodi per concordare a Bruxelles il "pacchetto energia e ambiente": i vantaggi conseguiti dai risparmi e dagli investimenti in efficienza energetica saranno superiori ai costi. La posizione ufficiale italiana è rimasta con l'orologio fermo a un anno e mezzo fa, contraddicendo l'evoluzione del dibattito e delle posizioni negoziali dell'Italia anche all'estero. L'Italia così ha due negoziati paralleli. La vecchia posizione ufficiale, sostenuta in modo palese, e al tempo stesso gli emissari del Governo stanno girando nelle capitali d'Europa per convincere gli altri Paesi a una cautela sui reali benefici del pacchetto Ue.Secondo una stima elaborata dall'economista Stefano Da Empoli, e presentata l'altro giorno all'Energy Summit del Sole 24 Ore, per le sole fonti rinnovabili serviranno investimenti per 25,4 miliardi di euro con una spesa in incentivi sui 58,6 miliardi di euro (e un rincaro in bolletta di mezzo centesimo al chilowattora). Nel frattempo in Europa comincia a scricchiolare la solidità del pacchetto "energia e ambiente", anche se la Francia (presidente di turno sino a fine anno) e il Parlamento europeo (che scadrà in primavera) vogliono chiudere i loro mandati con un forte successo politico e d'immagine. Il pacchetto europeo su energia e ambiente (chiamato anche 20-20-20) è stato concordato un anno e mezzo fa e prevede che entro il 2020 i Paesi europei riducano del 20% le emissioni di anidride carbonica, del 20% i consumi di energia e portino al 20% il ricorso alle fonti rinnovabili (acqua, vento, sole e così via). In Italia la stima ufficiale dei costi e dei benefici (ma molto discussa all'interno) è rimasta quella con cui il Governo Prodi aveva stimato in Italia per il 2020 consumi energetici pari a circa 150 milioni di tonnellate di petrolio. Le previsioni più lusinghiere parlano invece di almeno 185 milioni di tonnellate, e la stima di 150 milioni è stata calcolata già considerando gli effetti del contenimento dei consumi indotto dal pacchetto europeo 20-20-20. Un divario che sballa i conti. È in programma per lunedì un nuovo incontro tra i ministeri nel tentativo di raggiungere una posizione condivisa.
Quanto ci costerà il pacchetto europeo su energia e ambiente? Il ministero dell'Ambiente aveva stimato per l'Italia una spesa annua sui 23-27 miliardi di euro l'anno. Mercoledì durante un incontro tecnico l'Enea ha presentato a nome del ministero dello Sviluppo economico i vecchi conti poco dettagliati che erano stati sostenuti dal Governo Prodi per concordare a Bruxelles il "pacchetto energia e ambiente": i vantaggi conseguiti dai risparmi e dagli investimenti in efficienza energetica saranno superiori ai costi. La posizione ufficiale italiana è rimasta con l'orologio fermo a un anno e mezzo fa, contraddicendo l'evoluzione del dibattito e delle posizioni negoziali dell'Italia anche all'estero. L'Italia così ha due negoziati paralleli. La vecchia posizione ufficiale, sostenuta in modo palese, e al tempo stesso gli emissari del Governo stanno girando nelle capitali d'Europa per convincere gli altri Paesi a una cautela sui reali benefici del pacchetto Ue.Secondo una stima elaborata dall'economista Stefano Da Empoli, e presentata l'altro giorno all'Energy Summit del Sole 24 Ore, per le sole fonti rinnovabili serviranno investimenti per 25,4 miliardi di euro con una spesa in incentivi sui 58,6 miliardi di euro (e un rincaro in bolletta di mezzo centesimo al chilowattora). Nel frattempo in Europa comincia a scricchiolare la solidità del pacchetto "energia e ambiente", anche se la Francia (presidente di turno sino a fine anno) e il Parlamento europeo (che scadrà in primavera) vogliono chiudere i loro mandati con un forte successo politico e d'immagine. Il pacchetto europeo su energia e ambiente (chiamato anche 20-20-20) è stato concordato un anno e mezzo fa e prevede che entro il 2020 i Paesi europei riducano del 20% le emissioni di anidride carbonica, del 20% i consumi di energia e portino al 20% il ricorso alle fonti rinnovabili (acqua, vento, sole e così via). In Italia la stima ufficiale dei costi e dei benefici (ma molto discussa all'interno) è rimasta quella con cui il Governo Prodi aveva stimato in Italia per il 2020 consumi energetici pari a circa 150 milioni di tonnellate di petrolio. Le previsioni più lusinghiere parlano invece di almeno 185 milioni di tonnellate, e la stima di 150 milioni è stata calcolata già considerando gli effetti del contenimento dei consumi indotto dal pacchetto europeo 20-20-20. Un divario che sballa i conti. È in programma per lunedì un nuovo incontro tra i ministeri nel tentativo di raggiungere una posizione condivisa.
giovedì 2 ottobre 2008
"Greentube", il sito che educa divertendo
Il portale "Uniamo le energie" è una guida semplice che unisce alle informazioni anche una sezione ludica. Una sfida raccolta da 10mila persone, spiega Repubblica
Niente auto per una settimana, almeno per gli spostamenti sotto ai 10 chilometri. È un bel proposito, che fa bene all´ambiente e fa risparmiare. Se uno decide di farlo per tutto l´anno, risparmia 576 euro. Se poi uno sceglie di investire questo denaro in 1,44 metri quadrati di pannelli solari, inoltre, potrà produrre 243 chilowattora di energia pulita, evitando 676 chili di CO2.È anche attraverso questi semplici passaggi logici che il sito di "Uniamo le energie" (www.regione.piemonte.it/energia) cerca di sensibilizzare i piemontesi sulle tematiche ambientali. Un giochino che si chiama "L´impegno della settimana", in cui ogni sette giorni ci si può far carico di un nuovo piccolo sforzo per aiutare l´ambiente, come spegnere le luci e gli apparecchi non necessari, utilizzare borse in tela per fare la spesa, usare la lavatrice non oltre i 60° e così via. Sempre per rendere i piemontesi più consci, il portale offre anche un altro test per calcolare il proprio risparmio energetico: tramite una serie di domande è possibile capire quanto rimarrebbe nelle proprie tasche alla fine dell´anno se si utilizzassero anche solo accorgimenti minimi, come per esempio coprire le pentole con il coperchio quando si cucina.La parte ludica è solo una piccola sezione di "Uniamo le energie", che in realtà è un portale pieno di informazioni sul Piemonte e sul suo rapporto con l´energia. C´è un settore più informativo, che illustra le iniziative della Regione in ambito ambientale e ricorda tutte le manifestazioni in programma, a partire dalle tappe del tour piemontese di "Uniamo le energie". Si parla delle eccellenze, dei casi più meritevoli. Come quelli che Legambiente ha definito "comuni rinnovabili", cioè Vernante, nel Cuneese, e Chianocco, nel Torinese, che sono tra quei paesi che in Italia hanno il tasso più elevato di energia proveniente da fonti rinnovabili. O come i tanti centri urbani che si sono comunque dotati di notevoli sistemi per la produzione di energia da fonti alternative, come Fenestrelle, Chiomonte e San Germano Chisone (in provincia di Torino), Alioche (Biella), Castelletto d´Erro e Isola Sant´Antonio (Alessandria).
Niente auto per una settimana, almeno per gli spostamenti sotto ai 10 chilometri. È un bel proposito, che fa bene all´ambiente e fa risparmiare. Se uno decide di farlo per tutto l´anno, risparmia 576 euro. Se poi uno sceglie di investire questo denaro in 1,44 metri quadrati di pannelli solari, inoltre, potrà produrre 243 chilowattora di energia pulita, evitando 676 chili di CO2.È anche attraverso questi semplici passaggi logici che il sito di "Uniamo le energie" (www.regione.piemonte.it/energia) cerca di sensibilizzare i piemontesi sulle tematiche ambientali. Un giochino che si chiama "L´impegno della settimana", in cui ogni sette giorni ci si può far carico di un nuovo piccolo sforzo per aiutare l´ambiente, come spegnere le luci e gli apparecchi non necessari, utilizzare borse in tela per fare la spesa, usare la lavatrice non oltre i 60° e così via. Sempre per rendere i piemontesi più consci, il portale offre anche un altro test per calcolare il proprio risparmio energetico: tramite una serie di domande è possibile capire quanto rimarrebbe nelle proprie tasche alla fine dell´anno se si utilizzassero anche solo accorgimenti minimi, come per esempio coprire le pentole con il coperchio quando si cucina.La parte ludica è solo una piccola sezione di "Uniamo le energie", che in realtà è un portale pieno di informazioni sul Piemonte e sul suo rapporto con l´energia. C´è un settore più informativo, che illustra le iniziative della Regione in ambito ambientale e ricorda tutte le manifestazioni in programma, a partire dalle tappe del tour piemontese di "Uniamo le energie". Si parla delle eccellenze, dei casi più meritevoli. Come quelli che Legambiente ha definito "comuni rinnovabili", cioè Vernante, nel Cuneese, e Chianocco, nel Torinese, che sono tra quei paesi che in Italia hanno il tasso più elevato di energia proveniente da fonti rinnovabili. O come i tanti centri urbani che si sono comunque dotati di notevoli sistemi per la produzione di energia da fonti alternative, come Fenestrelle, Chiomonte e San Germano Chisone (in provincia di Torino), Alioche (Biella), Castelletto d´Erro e Isola Sant´Antonio (Alessandria).
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Arriva "l'Inseguitore fotovoltaico"
Convert Italia S.p.A. partecipa al PV Rome Mediterranean 2008, la manifestazione in corso alla Nuova Fiera di Roma che riunisce le aziende del settore fotovoltaico. E' stato infatti presentato il prodotto di punta dell'azienda, l'Inseguitore Fotovoltaico modulare a singolo asse MX1, unico nel suo genere a essere totalmente ideato e realizzato in Italia. Con il brevetto dell'Inseguitore Fotovoltaico MX1 l'azienda laziale e' riuscita ad offrire un prodotto ad alta tecnologia che si va a sommare alla piu' che ventennale esperienza nel campo dell'impiantistica. Cio' le permette di progettare e realizzare impianti fotovoltaici di medie e grandi dimensioni con una formula "chiavi in mano" e con un vantaggio economico. Rispetto ai tradizionali pannelli fissi, l'Inseguitore Fotovoltaico segue l'andamento del sole durante la giornata e riesce quindi a produrre una quantita' di energia maggiore di circa il 20%. Inoltre il movimento su un singolo asse permette di ridurre in modo consistente l'occupazione dello spazio con una diminuzione che raggiunge il 50% rispetto ai sistemi fotovoltaici a doppio asse. Il ridotto numero di parti in movimento rende l'inseguitore fotovoltaico piu' affidabile e riduce la necessita' di interventi di manutenzione e riparazione oltre ad aumentare il periodo di esercizio che e' stimato in circa 35 anni. "Non posso che esprimere la mia enorme soddisfazione" afferma Giuseppe Moro, Fondatore e Presidente di Convert Italia "per il successo di prodotto su cui abbiamo investito molto in termini di Ricerca e Sviluppo" "Un successo" prosegue Moro "che l'inseguitore sta dimostrando sul campo, come testimoniano i vari progetti fotovoltaici in cui e' impiegato. Da quello da circa 1,2 MWp che stiamo completando a Tuscania, in provincia di Viterbo, a quello di Cori da 936 kWp, passando per un campo fotovoltaico da ben 3 MWp. in fase di realizzazione in provincia di Siracusa". Accanto alla realizzazione di impianti fotovoltaici, la Convert Italia S.p.A. e' impegnata nella realizzazione di progetti di efficientamento energetico presso aziende ed enti pubblici. Attraverso un vero e proprio Check-up energetico, Convert Italia e' in grado di individuare i punti di forza e le aree di criticita' nei consumi energetici di edifici e strutture anche complesse. Sulla base del check-up sono poi studiati interventi mirati all'efficienza e al risparmio energetico a cui possono affiancarsi sistemi di cogenerazione o l'installazione di impianti di piccola o media taglia. (AGI)
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