lunedì 2 febbraio 2009

Cindia, rivoluzione pulita

Le tematiche ambientali, per lungo tempo trascurate, sono ormai fra le priorità dei governi di Cina e India, che hanno previsto investimenti ad hoc. Pechino ha stanziato 250 miliardi di dollari solo per le rinnovabili Non si fa che parlare del piano di Barak Obama per l'ambiente. E del programma approvato dall'Unione Europea alla fine dello scorso anno per far fronte ai cambiamenti climatici. Ma anche i paesi emergenti, con in testa Cina e India, si stanno interrogando sul tema della sostenibilità ambientale e approntando ingenti piani di investimento in quest'area, partendo da livelli di inquinamento decisamente preoccupanti.
Il governo di Pechino, sotto i riflettori in occasione delle Olimpiadi di agosto, qualche mese più tardi, a novembre, ha diffuso un documento sui cambiamenti climatici, stabilendo le future priorità. Fra queste quella dell'efficienza energetica è in testa alla lista. L'obiettivo è tagliare i consumi energetici per unità di Pil del 20% fra il 2005 e il 2020, come riferisce un report di Hsbc. Per arrivare a questo traguardo, oltre mille imprese, che incidono per il 33% sul totale dei consumi energetici del paese, stanno approntando dei programmmi ad hoc, che le vedranno molto impegnate su questo fronte nel prossimo quinquennio. Oltre alla drastica riduzione degli sprechi, l'altro tema prioritario è quello dell'impiego delle energie rinnovabili. Tema notevolmente supportato dal governo, con investimenti complessivi dal 2007 al 2020 per 250 miliardi di dollari (19 miliardi all'anno). Una tale cascata di denaro ha già fatto esplodere il settore eolico, che ha aumentato la sua capacità produttiva del 150% nell'ultimo triennio. Infine la Cina ha dedicato un'attenzione particolare ai trasporti: gli stimoli fiscali decisi dal governo all'inizio di novembre hanno consentito di triplicare gli investimenti destinati alla rete ferroviaria del paese, con l'obiettivo di tagliare drasticamente l'inquinamento. (Tratto da Milano Finanza)

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