«AAA vero affare, vendesi villa 200 mq vista mare, classe energetica G» (la più bassa). Un tipo di annuncio cui dobbiamo abituarci: sta infatti per scattare l'obbligo, per la compravendita o locazione di ogni singolo alloggio nuovo o appena ristrutturato, del certificato di efficienza energetica che, come per gli elettrodomestici, attesta lo stato degli impianti. Attenzione, si tratta di una "fotografia" dello stato dell'arte – in assenza di interventi vale dieci anni – che non impone di mettere a norma impianti magari superenergivori. Le scadenze, per un preclaro esempio di federalismo imperfetto, sono differenziate:l'obbligo di attestato, che in Italia scattadalprossimo1 Úluglio, inLiguria è anticipato all'8 maggio 2009 (già in vigore da maggio per gli edifici sopra i 1.000 mq, e da novembre fino a 1.000 mq).Il quadro normativo nazionale ha in realtà ancora diverse incognite. La Liguria, che legiferando in materia di energia, nel 2007 è stata una delle Regioni pioniere nel lancio di un regolamento in materia di certificazione energetica degli edifici, si è trovata nella condizione di rimetterci subito mano (la nuova versione, frutto della drg 1869 del 30 dicembre 2008, è di imminente pubblicazione sul Bur; le scadenze sono confermate), per armonizzare le regole con il livello nazionale che, dal canto suo,ha cambiato nell'iter svariati dettagli, senza arrivare a tutt'oggi a promulgare le linee guida. L'input in ogni caso è europeo. In Italia la certificazione energetica è stata resa obbligatoria dal Dlgs 192/ 2005 (in attuazione della direttiva 2002/91/CE) e dal Dlgs 311/2006). In origine era prevista la nullità di ogni atto notarile di compravendita in cui il certificato non fosse allegato. Poi è venuto meno l'obbligo di allegare l'attestato, ma non di redigerlo.La Regione in settembre ha organizzato i primi corsi professionali sperimentali per certificatori energetici, uniche figure che, una volta iscritte in apposito elenco, possono elaborare gli attestati (il costo per alloggio è di 3-400 euro): si apre un nuovo mercato. Appena stilato un primo gruppo di enti formativi abilitati a svolgere i corsi (www. ambienteinliguria.it).I costruttori, a Genova associati in Assedil-Ance (300 imprese), seguono con interesse la questione, e sono a loro volta in cerca di sponsor per avviare un corso ad hoc per i tecnici comunali. Rimangono intanto col fiato sospeso per le detrazioni al 55% sugli interventi di riqualificazione energetica che, dopo pressioni e a grande richiesta, paiono riconfermate (come emendamenti del decreto legge "anticrisi"). Gettonatissime: «A livello nazionale –racconta Bruno Pelizzari, vicepresidente con delega all'energia – c'era una previsione di 350 milioni, mentre il bonus nel 2007 ha attivato sgravi per un miliardo. In Liguria, se l'edilizia è rimasta ferma, e gli impiantisti hanno lavorato un po', i serramentisti al contrario hanno messo a segno un buon business». (Dal Sole 24 Ore)
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
venerdì 30 gennaio 2009
La Liguria scommette sull'eolico
La Liguria punta sul vento e preme l'acceleratore sull'eolico, pianificando di passare dalle attuali 10 a 150 pale entro cinque anni. Secondo il piano approvato ( con l'astensionedell'opposizione di centrodestra) mercoledì scorso in commissione, e destinato domani 29 gennaio all'esame dell'Aula, la regione arriverà così a una potenzialità produttiva di 120 Megawatt elettrici, contro gli odierni 9 MW che entrano in rete grazie alla forza di Eolo.Saranno largamente superati gli obiettivi eolici posti dal principale documento di programmazione in materia, il Pear (Piano energetico ambientale), approvato a fine 2003 con un arco di sviluppo al 2010. Il Pear, figlio della passata legislatura guidata da Sandro Biasotti, era teso a traghettare la Liguria dal 1,5% al 7% quanto a quota del proprio fabbisogno energetico soddisfatto con fonti rinnovabili. Una meta da raggiungere con un mix dato da biomasse e solare, un po' di eolico, molto idroelettrico (grazie ai 40 impianti già operativi), oltre che dai rifiuti solidi urbani "valorizzati". Va detto che quest'ultima previsione, fondata su tre inceneritori o comunque impianti per il cdr, sarà quasi totalmente mancata (eccetto la parte dovuta al biogas).La Giunta di Claudio Burlando, per mano dell'assessore all'Ambiente Franco Zunino, scommette ora sull'energia che deriva dalla forza delle correnti in quota. Secondo le analisi del Pear, in realtà, la Liguria ha in assoluto un potenziale eolico relativamente basso (non oltre i 13 ktep su base annua), ma per la conformazione geografica presenta areali assai ventosi. Nona caso sono in significativa crescita le installazioni ( impianti in vista per 6,8 MW) e le domande (6,9 MW in corso di autorizzazione). Nel medio-termine, sono previsti 25,7 MW prodotti dai moderni mulini sui crinali.La Liguria, sede di tre grandi centrali termoelettriche (Genova, Vado e La Spezia), da anni consuma all'incirca la metà della energia che " fabbrica" (secondo dati Terna, nel 2007 poco meno di 7mila GWh, contro i circa 12.500 prodotti). Per lo più cede l'elettricità ad altre regioni;svolge dunque una funzione-Paese che, con i debiti distinguo, assume anche in un altro contesto: è infatti la porta di valico per le rotte migratorie di molti uccelli che, in arrivo (esausti) da tutto il Mediterraneo, si dirigono a nord grazie ai varchi liguri. Proprio su questo aspetto, il testo del piano è stato limato fino all'ultimo: «Infine siamo riusciti a trovare una buona sintesi – è il bilancio del verde Carlo Vasconi, presidente della commissione – fra il giusto sviluppo dell'energia pulita e la tutela dell'avifauna, in una regione complessa e fragile. Con il piano la Liguria arriverà a soddisfare il 14% del fabbisogno tratto da rinnovabili». Il documento approda in Aula – dove naturalmente sono possibili emendamenti – corredato di una mappa dei siti con zone rosse. (dal Sole 24 Ore)
giovedì 29 gennaio 2009
L'importante è risparmiare
Dal Sole 24 Ore
La prospettiva per l'anno in corso è di un risparmio energetico forzato, indotto più dalla crisi economica che non dai comportamenti virtuosi. Negli Stati Uniti l'Eia (Energy information administration) ha previsto che nel 2009 la domanda di petrolio non crescerà. In Italia i dati dello scorso novembre hanno registrato una flessione dei consumi elettrici del 6,3% con un picco negativo del 9,5% nelle aree più industrializzate. Risparmiare per un Paese che, come il nostro, importa l'85% delle fonti primarie è un obiettivo irrinunciabile. Il piano dell'Italia, presentato a settembre 2007, prevede per il 2016 un taglio del 9,6% dei consumi, corrispondente a 11 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio), che si tradurrà in un risparmio annuo di 5 miliardi di euro. Ma a che punto siamo? Un bilancio della situazione è stato offerto da un workshop, organizzato dalla società di consulenza Idc.«Dal punto di vista degli strumenti – ha sottolineato Dario Di Santo, direttore del Fire (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia) – l'Italia è dotata di un buon quadro di sostegno: dalle detrazioni fiscali introdotte nel 2007 al conto energia per il fotovoltaico; dai certificati verdi e bianchi a Industria 2015, fino ai programmi di ricerca per il settore elettrico. In particolare, è risultata positiva l'esperienza dei certificati bianchi con risparmi realizzati superiori agli obiettivi assegnati per il triennio 2005-2007: oltre 2 milioni di tep rispetto agli 1,1 milioni assegnati». Occorre però uscire dalla fase delle "lampadine", al primo posto dei risparmi del settore civile, a sua volta responsabile del 59% delle tep risparmiate negli usi elettrici. Rimane infatti insufficiente il contributo dell'industria che, pur incidendo per il 45% sul totale dei consumi elettrici, a livello di risparmio non è andata oltre il 6%, usi termici compresi. «Se le aziende – commenta Di Santo – continuano a lamentarsi per i prezzi dell'energia, poco o nulla hanno fatto perché i fornitori propongano apparecchiature ad alta efficienza. Né hanno sfruttato le detrazioni fiscali per i motori elettrici, che rappresentano spesso la prima voce di costo. Un grande assente è anche il sistema bancario che dovrebbe migliorare la propria offerta per gli interventi di efficienza».Una radiografia del settore sostanzialmente poco "green". «Gli esempi di eccellenza – spiega Roberta Bigliani di Idc – non mancano, ma sono pochi e legati all'iniziativa di singoli. Questo malgrado gli investimenti per l'efficienza abbiano di solito ritorni entro i tre anni. I motivi, che si intrecciano, sono da una parte un'offerta non sempre qualificata da parte delle Esco (le società di consulenza energetica), dall'altra la mancanza di interlocutori. Gli energy manager, tranne nelle aziende obbligate e in alcuni grandi gruppi energivori, sono pochissimi e mancano del tutto non solo nelle Pmi, ma anche nelle medio-grandi ». Oltretutto anche tra i 2.070 soggetti nominati dalla normativa, non essendo applicate le sanzioni previste, non tutti hanno adempiuto all'obbligo di dotarsi dell'energy manager. A oggi sono disponibili solo i dati del settore pubblico, stimati dal Fire, che indicano una quota modesta di adempimento, tra il 10 e il 20 per cento.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
La prospettiva per l'anno in corso è di un risparmio energetico forzato, indotto più dalla crisi economica che non dai comportamenti virtuosi. Negli Stati Uniti l'Eia (Energy information administration) ha previsto che nel 2009 la domanda di petrolio non crescerà. In Italia i dati dello scorso novembre hanno registrato una flessione dei consumi elettrici del 6,3% con un picco negativo del 9,5% nelle aree più industrializzate. Risparmiare per un Paese che, come il nostro, importa l'85% delle fonti primarie è un obiettivo irrinunciabile. Il piano dell'Italia, presentato a settembre 2007, prevede per il 2016 un taglio del 9,6% dei consumi, corrispondente a 11 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio), che si tradurrà in un risparmio annuo di 5 miliardi di euro. Ma a che punto siamo? Un bilancio della situazione è stato offerto da un workshop, organizzato dalla società di consulenza Idc.«Dal punto di vista degli strumenti – ha sottolineato Dario Di Santo, direttore del Fire (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia) – l'Italia è dotata di un buon quadro di sostegno: dalle detrazioni fiscali introdotte nel 2007 al conto energia per il fotovoltaico; dai certificati verdi e bianchi a Industria 2015, fino ai programmi di ricerca per il settore elettrico. In particolare, è risultata positiva l'esperienza dei certificati bianchi con risparmi realizzati superiori agli obiettivi assegnati per il triennio 2005-2007: oltre 2 milioni di tep rispetto agli 1,1 milioni assegnati». Occorre però uscire dalla fase delle "lampadine", al primo posto dei risparmi del settore civile, a sua volta responsabile del 59% delle tep risparmiate negli usi elettrici. Rimane infatti insufficiente il contributo dell'industria che, pur incidendo per il 45% sul totale dei consumi elettrici, a livello di risparmio non è andata oltre il 6%, usi termici compresi. «Se le aziende – commenta Di Santo – continuano a lamentarsi per i prezzi dell'energia, poco o nulla hanno fatto perché i fornitori propongano apparecchiature ad alta efficienza. Né hanno sfruttato le detrazioni fiscali per i motori elettrici, che rappresentano spesso la prima voce di costo. Un grande assente è anche il sistema bancario che dovrebbe migliorare la propria offerta per gli interventi di efficienza».Una radiografia del settore sostanzialmente poco "green". «Gli esempi di eccellenza – spiega Roberta Bigliani di Idc – non mancano, ma sono pochi e legati all'iniziativa di singoli. Questo malgrado gli investimenti per l'efficienza abbiano di solito ritorni entro i tre anni. I motivi, che si intrecciano, sono da una parte un'offerta non sempre qualificata da parte delle Esco (le società di consulenza energetica), dall'altra la mancanza di interlocutori. Gli energy manager, tranne nelle aziende obbligate e in alcuni grandi gruppi energivori, sono pochissimi e mancano del tutto non solo nelle Pmi, ma anche nelle medio-grandi ». Oltretutto anche tra i 2.070 soggetti nominati dalla normativa, non essendo applicate le sanzioni previste, non tutti hanno adempiuto all'obbligo di dotarsi dell'energy manager. A oggi sono disponibili solo i dati del settore pubblico, stimati dal Fire, che indicano una quota modesta di adempimento, tra il 10 e il 20 per cento.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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Un summit dei Comuni sulle energie alternative
Da La Stampa
Risparmio energetico e diffusione delle fonti di energia rinnovabili sono stati gli argomenti al centro di un incontro promosso dalla Provincia di Torino. Il consigliere provinciale Marco Greco, dopo aver organizzato nel novembre scorso un convegno al Polo universitario imperiese, ieri mattina ha convocato i rappresentanti dei diversi Comuni per analizzare la possibilità di concertare azioni univoche tese a favorire il risparmio dell’energia e lo sviluppo armonico delle energie alternative, derivate da fonti rinnovabili. Spiega Greco: «Per quanto si faccia un gran parlare di questi argomenti, esistono ancora molte incertezze sull’applicazione delle norme e non si è ancora sviluppata una grande conoscenza sulle opportunità legate alle fonti energetiche alternative. Per questo, di concerto con il presidente Gianni Giuliano, abbiamo ritenuto importante contribuire a diffondere dei criteri univoci, soprattutto in riferimento al risparmio legato alle nuove costruzioni e alle ristrutturazioni. L’invito rivolto alle Amministrazioni comunali è anche quello di essere loro stesse le prime a investire in questo senso nelle strutture pubbliche».
Risparmio energetico e diffusione delle fonti di energia rinnovabili sono stati gli argomenti al centro di un incontro promosso dalla Provincia di Torino. Il consigliere provinciale Marco Greco, dopo aver organizzato nel novembre scorso un convegno al Polo universitario imperiese, ieri mattina ha convocato i rappresentanti dei diversi Comuni per analizzare la possibilità di concertare azioni univoche tese a favorire il risparmio dell’energia e lo sviluppo armonico delle energie alternative, derivate da fonti rinnovabili. Spiega Greco: «Per quanto si faccia un gran parlare di questi argomenti, esistono ancora molte incertezze sull’applicazione delle norme e non si è ancora sviluppata una grande conoscenza sulle opportunità legate alle fonti energetiche alternative. Per questo, di concerto con il presidente Gianni Giuliano, abbiamo ritenuto importante contribuire a diffondere dei criteri univoci, soprattutto in riferimento al risparmio legato alle nuove costruzioni e alle ristrutturazioni. L’invito rivolto alle Amministrazioni comunali è anche quello di essere loro stesse le prime a investire in questo senso nelle strutture pubbliche».
mercoledì 28 gennaio 2009
Gargnano rilancia con il Miglio verde
Investimenti per 48 milioni in energia pulita e informatica, spiega Il sole 24 Ore
A Bergamo c'è il Kilometro Rosso della Brembo. A Gargnano, sulla sponda bresciana del lago di Garda, nascerà il "Miglio verde" nautico. Che – come il suo modello bergamasco – punta a riunire laboratori e centri di ricerca, legati (in questo progetto) alla nautica e alle telecomunicazioni. Sarà questo il cuore tecnologico della Green Comm Challenge, la sfida che il Circolo Vela Gargnano porta alla Coppa America, con un budget iniziale di spesa di 48 milioni, e uno staff che a regime occuperà una settantina di persone (tra equipaggi e personale di terra). Dal punto di vista finanziario il consorzio bresciano si avvale della collaborazione di Sofinnova partners, società con sede a Parigi che promuove venture capital nei settori dell'hi-tech. La ricerca degli sponsor è già iniziata, anche se l'incertezzasulla data della prossima Coppa America finora non ha consentito di definire accordi Il gruppo guidato da Francesco De Leo (ceo advisor di Wind e vicepresidente di Tellas, la compagnia telefonica greca) vuole realizzare un progetto ad impatto zero sull'ambiente, e capace di sfruttare le più avanzate tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni.«Il risparmio energetico e i nuovi strumenti della telematica – nota De Leo – saranno il motore del nuovo sviluppo. E la vela, in particolare la Coppa America, può essere una piattaforma di comunicazione globale molto importante ». Per realizzare questo progetto il consorzio bresciano ha avviato collaborazioni con atenei e istituzioni. «Stiamo lavorando – spiega De Leo – con il dipartimento di Computer science della Ucla di Los Angeles. Possiamo inoltre contare sulla collaborazione del professore Giovanni Lombardi che all'Università di Pisa sta mettendo a punto un computer di 1.024 processori, per le simulazioni. E contatti sono avviati con il Politecnico di Torino e il Cnr di Pisa. Inoltre – conclude De Leo – puntiamo a coinvolgere nella nostra sfida le università lombarde e dell'area del Garda: a Gargnano, vorremmo costituire una sorta di campus che all'attività di ricerca unisca quella di promozione culturale, grazie a incontri con studenti e imprenditori. Ad esempio, abbiamo ospitato Mario Gerla, uno dei padri di internet, che ha incontrato i ragazzi del liceo Fermi di Salò».Il primo passo verso la realizzazione Miglio verde nautico sarà la copertura wi max del Garda, con benefici su tutta l'economia della zona. Secondo i programmi, la rete potrebbe essere operativa subito dopo l'estate, in modo da essere testata nella prossima edizione della regata Centomiglia del Garda, che si correrà nella prima settimana di settembre. L'area progettuale del Miglio verde nautico si svilupperà attorno ad una galleria del vento sul lago. Una struttura all'aperto che studierà il comportamento delle vele e di tuttal'imbarcazione nelle diverse condizioni. Ma non solo: secondo i promotori del consorzio, si potrà fare ricerca anche sul comportamento del fisico dei velisti, portato in gara a situazioni estreme. E da qui potrebbero nascere sviluppi nella telemedicina.
A questo link, potete leggere cosa ne pensa dell'energia responsabile Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni.
A Bergamo c'è il Kilometro Rosso della Brembo. A Gargnano, sulla sponda bresciana del lago di Garda, nascerà il "Miglio verde" nautico. Che – come il suo modello bergamasco – punta a riunire laboratori e centri di ricerca, legati (in questo progetto) alla nautica e alle telecomunicazioni. Sarà questo il cuore tecnologico della Green Comm Challenge, la sfida che il Circolo Vela Gargnano porta alla Coppa America, con un budget iniziale di spesa di 48 milioni, e uno staff che a regime occuperà una settantina di persone (tra equipaggi e personale di terra). Dal punto di vista finanziario il consorzio bresciano si avvale della collaborazione di Sofinnova partners, società con sede a Parigi che promuove venture capital nei settori dell'hi-tech. La ricerca degli sponsor è già iniziata, anche se l'incertezzasulla data della prossima Coppa America finora non ha consentito di definire accordi Il gruppo guidato da Francesco De Leo (ceo advisor di Wind e vicepresidente di Tellas, la compagnia telefonica greca) vuole realizzare un progetto ad impatto zero sull'ambiente, e capace di sfruttare le più avanzate tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni.«Il risparmio energetico e i nuovi strumenti della telematica – nota De Leo – saranno il motore del nuovo sviluppo. E la vela, in particolare la Coppa America, può essere una piattaforma di comunicazione globale molto importante ». Per realizzare questo progetto il consorzio bresciano ha avviato collaborazioni con atenei e istituzioni. «Stiamo lavorando – spiega De Leo – con il dipartimento di Computer science della Ucla di Los Angeles. Possiamo inoltre contare sulla collaborazione del professore Giovanni Lombardi che all'Università di Pisa sta mettendo a punto un computer di 1.024 processori, per le simulazioni. E contatti sono avviati con il Politecnico di Torino e il Cnr di Pisa. Inoltre – conclude De Leo – puntiamo a coinvolgere nella nostra sfida le università lombarde e dell'area del Garda: a Gargnano, vorremmo costituire una sorta di campus che all'attività di ricerca unisca quella di promozione culturale, grazie a incontri con studenti e imprenditori. Ad esempio, abbiamo ospitato Mario Gerla, uno dei padri di internet, che ha incontrato i ragazzi del liceo Fermi di Salò».Il primo passo verso la realizzazione Miglio verde nautico sarà la copertura wi max del Garda, con benefici su tutta l'economia della zona. Secondo i programmi, la rete potrebbe essere operativa subito dopo l'estate, in modo da essere testata nella prossima edizione della regata Centomiglia del Garda, che si correrà nella prima settimana di settembre. L'area progettuale del Miglio verde nautico si svilupperà attorno ad una galleria del vento sul lago. Una struttura all'aperto che studierà il comportamento delle vele e di tuttal'imbarcazione nelle diverse condizioni. Ma non solo: secondo i promotori del consorzio, si potrà fare ricerca anche sul comportamento del fisico dei velisti, portato in gara a situazioni estreme. E da qui potrebbero nascere sviluppi nella telemedicina.
A questo link, potete leggere cosa ne pensa dell'energia responsabile Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni.
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Fotovoltaico apripista nella corsa alle fonti pulite
Dal Sole 24 Ore
I numeri sono ancora esigui. Ma nel campo delle energie rinnovabili è in atto nel Lazio una timida inversione di tendenza, che riguarda soprattutto il solare fotovoltaico. La potenza installata degli impianti in esercizio in questo settore, infatti, è in rapido aumento. Dai 3,4 Megawatt (MW) di marzo 2008 si è passati ai 15,2 di gennaio 2009 (dati Gestore servizi elettrici), con una crescita del 346% in dieci mesi. E oltre 1.500 impianti, situati per il 60% in provincia di Roma. Cifre che collocano il Lazio all'ottavo posto in Italia, con una quota del 5,4% del totale nazionale di capacità produttiva. «Il Lazio –spiega Joel Zunato,responsabile per il fotovoltaico dell'Associazione produttori energia da fonti rinnovabili (Aper) – ha approvato lo scorso anno un'importante delibera che ribadisce e specifica quanto previsto a livello nazionale sull'iter autorizzativo per la costruzione degli impianti fotovoltaici. E questo sta semplificando la vita dei produttori, il cui problema principale è la difficoltà di farsi strada nella giungla normativa e burocratica».Sul fronte eolico gli impianti laziali sono solo due, in provincia di Frosinone (a Viticuso e Vallerotonda), con una potenza di appena 9 MW a fine 2008 (rispetto ai 3.736 MW a livello nazionale). Eppure qualcosa sembra muoversi. «Circa 60 dei 140 MW recentemente autorizzati per le energie rinnovabili riguardano proprio l'eolico - dice l'assessore regionale all'ambiente Filiberto Zaratti - e sul piatto, sempre per l'eolico, ci sono progetti da oltre 200 MW in istruttoria. Inoltre, stiamo lavorando alle linee guida regionali per disciplinare meglio la materia ». Che qualcosa stia cambiando lo testimoniano anche i produttori. «Il Lazio, malgrado le ottime potenzialità, sconta un ritardo storico dovuto al fatto che la Regione ha cominciato a credere nell'eolico non più di un anno e mezzo fa– dice Simone Togni,segretario generale dell'Associazione nazionale di energia del vento (Anev) -. Oggi si nota una sensibilità diversa. E non è un caso se i progetti presentati sono in crescita. Certo, urge in generale un'accelerazione dell'iter autorizzativo. Dovrebbe durare 6 mesi e invece la media in Italia è di 4 anni».Gli obiettivi della Regione sulle rinnovabili sono ambiziosi. Il piano energetico di cui sta per dotarsi (è stato approvato dalla commissione ambiente della Pisana) prevede 2.500 MW di potenza installata entro il 2020 (contro i circa 500 MW registrati a fine 2007, ascrivibili per l'80% al settore idroelettrico). Di questi, la quota più elevata riguarda proprio l'eolico (850 MW) e il fotovoltaico (770 MW).Non a caso l'assessorato all'ambiente ha già creato un fondo di rotazione di 7,5 milioni (esaurito in pochi giorni lo scorso novembre, sarà rifinanziato a breve) per consentire a privati e Pmi di abbattere i costi di realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici. Finora la Regione ha impegnato circa 60 milioni per le rinnovabili e il risparmio energetico (ad essi vanno aggiunti 118 milioni di finanziamenti Por europei 2007/2013), utilizzati, tra l'altro, per i poli di ricerca sul solare organico, l'idrogeno e la mobilità sostenibile ( 16,5 milioni totali); e per dotare di impianti fotovoltaici 77 scuole del Lazio (10 milioni). Un fronte, quello dei pannelli fotovoltaici nelle scuole, sul quale si è mossa anche la Provincia di Roma, con 3 milioni di investimento per 30 istituti. Mentre il Comune di Roma sta lavorando a un piano «Roma città solare». «Tra gli obiettivi –anticipa Livio De Santoli, ordinario di impianti tecnici alla Sapienza e membro della commissione per l'energia istituita da Alemanno –c'è quello di assicurare attraverso pannelli fotovoltaici il 20% del fabbisogno di energia elettrica per l'illuminazione pubblica della capitale, con un investimento di 100-120 milioni».
I numeri sono ancora esigui. Ma nel campo delle energie rinnovabili è in atto nel Lazio una timida inversione di tendenza, che riguarda soprattutto il solare fotovoltaico. La potenza installata degli impianti in esercizio in questo settore, infatti, è in rapido aumento. Dai 3,4 Megawatt (MW) di marzo 2008 si è passati ai 15,2 di gennaio 2009 (dati Gestore servizi elettrici), con una crescita del 346% in dieci mesi. E oltre 1.500 impianti, situati per il 60% in provincia di Roma. Cifre che collocano il Lazio all'ottavo posto in Italia, con una quota del 5,4% del totale nazionale di capacità produttiva. «Il Lazio –spiega Joel Zunato,responsabile per il fotovoltaico dell'Associazione produttori energia da fonti rinnovabili (Aper) – ha approvato lo scorso anno un'importante delibera che ribadisce e specifica quanto previsto a livello nazionale sull'iter autorizzativo per la costruzione degli impianti fotovoltaici. E questo sta semplificando la vita dei produttori, il cui problema principale è la difficoltà di farsi strada nella giungla normativa e burocratica».Sul fronte eolico gli impianti laziali sono solo due, in provincia di Frosinone (a Viticuso e Vallerotonda), con una potenza di appena 9 MW a fine 2008 (rispetto ai 3.736 MW a livello nazionale). Eppure qualcosa sembra muoversi. «Circa 60 dei 140 MW recentemente autorizzati per le energie rinnovabili riguardano proprio l'eolico - dice l'assessore regionale all'ambiente Filiberto Zaratti - e sul piatto, sempre per l'eolico, ci sono progetti da oltre 200 MW in istruttoria. Inoltre, stiamo lavorando alle linee guida regionali per disciplinare meglio la materia ». Che qualcosa stia cambiando lo testimoniano anche i produttori. «Il Lazio, malgrado le ottime potenzialità, sconta un ritardo storico dovuto al fatto che la Regione ha cominciato a credere nell'eolico non più di un anno e mezzo fa– dice Simone Togni,segretario generale dell'Associazione nazionale di energia del vento (Anev) -. Oggi si nota una sensibilità diversa. E non è un caso se i progetti presentati sono in crescita. Certo, urge in generale un'accelerazione dell'iter autorizzativo. Dovrebbe durare 6 mesi e invece la media in Italia è di 4 anni».Gli obiettivi della Regione sulle rinnovabili sono ambiziosi. Il piano energetico di cui sta per dotarsi (è stato approvato dalla commissione ambiente della Pisana) prevede 2.500 MW di potenza installata entro il 2020 (contro i circa 500 MW registrati a fine 2007, ascrivibili per l'80% al settore idroelettrico). Di questi, la quota più elevata riguarda proprio l'eolico (850 MW) e il fotovoltaico (770 MW).Non a caso l'assessorato all'ambiente ha già creato un fondo di rotazione di 7,5 milioni (esaurito in pochi giorni lo scorso novembre, sarà rifinanziato a breve) per consentire a privati e Pmi di abbattere i costi di realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici. Finora la Regione ha impegnato circa 60 milioni per le rinnovabili e il risparmio energetico (ad essi vanno aggiunti 118 milioni di finanziamenti Por europei 2007/2013), utilizzati, tra l'altro, per i poli di ricerca sul solare organico, l'idrogeno e la mobilità sostenibile ( 16,5 milioni totali); e per dotare di impianti fotovoltaici 77 scuole del Lazio (10 milioni). Un fronte, quello dei pannelli fotovoltaici nelle scuole, sul quale si è mossa anche la Provincia di Roma, con 3 milioni di investimento per 30 istituti. Mentre il Comune di Roma sta lavorando a un piano «Roma città solare». «Tra gli obiettivi –anticipa Livio De Santoli, ordinario di impianti tecnici alla Sapienza e membro della commissione per l'energia istituita da Alemanno –c'è quello di assicurare attraverso pannelli fotovoltaici il 20% del fabbisogno di energia elettrica per l'illuminazione pubblica della capitale, con un investimento di 100-120 milioni».
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martedì 27 gennaio 2009
Conoscere l’energia, un corso per le scuole
Dalla prossima settimana parte il laboratorio «Interattivo d’energia» allestito presso gli istituti tecnici Porro e Buniva di Pinerolo, realizzato in collaborazione con la Regione, il museo «A come ambiente» di Torino, e il consorzio Acea di Pinerolo. Si tratta di una serie di lezioni interattive, tenuto da docenti che hanno seguito un corso di formazione tenuto dagli esperti del museo e dell’Acea. Al centro del laboratorio un totem multimediale che attraverso la proiezione di video, proporrà agli studenti nuovi spunti ed argomenti relativi al mondo delle energie. I laboratori saranno finalizzati alla realizzazione di una serie di esperimenti come la cattura dell’energia solare attraverso pannelli termici, o fotovoltaici. Lo studio del consumo di diversi tipi di lampadine e quello delle apparecchiature elettriche. Con l’ausilio di quiz e giochi si affronteranno anche i temi dell’immagazzinamento dell’energia solare attraverso l’idrogeno e la dispersione del calore negli edifici. Obiettivo del corso: trasformare, grazie al metodo sperimentale, le nozioni apprese sui libri in esperimenti concreti, stimolando le osservazioni e il coinvolgimento degli studenti. (da La Stampa)
Ma i grandi gruppi petroliferi stanno facendo o no qualcosa per l’ambiente? Riporto il caso positivo di Eni che su iniziativa dell'amministratore delegato Paolo Scaroni ha lanciato più di un anno fa la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Ma i grandi gruppi petroliferi stanno facendo o no qualcosa per l’ambiente? Riporto il caso positivo di Eni che su iniziativa dell'amministratore delegato Paolo Scaroni ha lanciato più di un anno fa la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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Obama: Auto verdi e più efficienti
A meno di una settimana dal giuramento, Barack Obama parte da uno dei punti nodali del suo programma: la lotta al surriscaldamento planetario. E lo fa cominciando dalle auto, che dovranno essere meno inquinanti e più efficienti. «È tempo per l'America di condurre la lotta ai cambiamenti climatici» ha detto prendendo le distanze dall'amministrazione Bush e annunciando nuove misure per promuovere la produzione di auto più verdi e per aiutare gli Stati Uniti ad «affrancarsi» dalle importazioni energetiche. (Dal Tempo)
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lunedì 26 gennaio 2009
I pionieri italiani della green economy
E se l'economia, il mercato del lavoro, lo sviluppo urbanistico, il flusso dei trasporti e perfino le abitudini di consumo alimentare e la scelta del tempo libero diventassero un unico indistinto ecosistema in movimento? Utopistica o semplicemente ambiziosa che sia, la corsa alla "green economy" è già iniziata nei laboratori e nei centri di ricerca, nelle università e nei capannoni industriali delle aziende prima ancora di diventare uno dei grandi slogan della rivoluzione Usa di Obama.Rilanciato in Italia dal leader dei democratici Walter Veltroni, lo slogan fa quasi sorridere chi sull'economia verde ha già scritto libri o meglio ancora ha già costruito brevetti e prototipi industriali.«La sensibilità politica sulla diversificazione delle fonti energetiche sta emergendo negli anni recenti, anche sull'onda del pacchetto Ue sul 20-20-20 (entro il 2020 il 20% di rinnovabili, il 20% di efficienza in più e il 20% di emissioni in meno). Ma di alcuni temi, ad esempio il solare, nella comunità scientifica si parla da almeno 30 anni –spiega Giovanni Fracastoro, vicedirettore del dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino. –Tra università e aziende siamo già a collaborazioni in fase avanzata». Come il brevetto KiteGen, per il quale il Politecnico ha dato il suo supporto alla Sequoia Automation, l'azienda che ha trasformato il concetto dell'aquilone in un business: una centrale eolica ad asse di rotazione verticale che sfrutta i venti di alta quota.«Non solo – racconta ancora Fracastoro – a Torino lavoriamo sulle celle fotovoltaiche organiche, la "quarta generazione" di plastica che sarà in grado di produrre energia. Con la Ecotermica collaboriamo invece su nuovi impieghi dei girasoli per produrre energia rinnovabile». L'asse università-aziende, a dispetto dell'opinione diffusa e delle critiche ripetute, produce dunque i suoi frutti.La Ici Caldaie di Verona ha iniziato a battere la pista del risparmio energetico più di tre anni fa.«La nostra fortuna –racconta Alberto Zerbinato, a.d. dell'azienda – è stata l'incontro con il professore Ennio Macchi, direttore del dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, un visionario che ha messo a lavorare insieme chimici, meccanici ed elettronici. Con lui abbiamo collaborato al progetto per una centrale di cogenerazione che cancellerà il vecchio concetto di caldaia». La centrale di cogenerazione funziona a metano oppure a idrogeno, che viene poi convertito in elettricità in celle a combustibile: il calore che si sprigiona viene poi convogliato nel sistema di riscaldamento. Risultato: interi condomìni possono usare un'unica centrale per riscaldarsi e rifornirsi di elettricità. Con tre brevetti già registrati, Ici Caldaie si è piazzata prima nella graduatoria dei progetti di Industria 2015 riservati all'efficienza energetica. Da almeno un anno Industria 2015 è diventato una sorta di grande laboratorio dell'innovazione, una fucina di idee per la "green economy" del futuro dove le teorie sulla diversificazione energetica, l'economia dei trasporti, le nuove applicazioni chimiche e le elaborazioni informatiche diventano discipline al servizio di un unico obiettivo. Basta guardare all'altro bando di Industria 2015 che si è già chiuso, quello sui progetti per la Mobilità sostenibile dedicati allo sviluppo di veicoli intelligenti in grado di ottimizzare consumi e abbattere emissioni.
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Una casa tutta ecologica
Da Milano Finanza
Klimahouse 09, che si svolge a Bolzano, è la quarta rassegna specializzata nell'efficienza energetica e nella sostenibilità in edilizia Un fenonemo che è in rapida espansione in tutti i paesi europei Sono 430 le aziende che quest'anno hanno partecipato a Klimahouse 09, quarta rassegna internazionale specializzata, per l'efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia. «Il 2008 è stato caratterizzato da una crisi economica che, originata negli Stati Uniti, ha avuto luogo dai primi mesi dell'anno in tutto il globo e il fenomeno si è espanso rapidamente in diversi paesi europei», afferma Gernot Rössler, presidente della Fiera Bolzano. «Klimahouse 09, si presenta come una rassegna in grado di rilanciare una parte importante dell'economia, con materiali innovativi e sostenibili e tecnologie che favoriscono il risparmio d'energia» spiega il direttore di Fiera Bolzano, Reinhold Marsoner, che continua: «gli espositori provengono da 12 paesi, anche se sono per la maggior parte italiani, con una solida presenza di Austria, Germania e Svizzera. Alla manifestazione possiamo contare su una partecipazione di 37 mila visitatori, un pubblico perlopiù altamente qualificato, tra professionisti aziende, operatori economici, imprenditori, architetti, progettisti ma anche studenti, e famiglie».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Klimahouse 09, che si svolge a Bolzano, è la quarta rassegna specializzata nell'efficienza energetica e nella sostenibilità in edilizia Un fenonemo che è in rapida espansione in tutti i paesi europei Sono 430 le aziende che quest'anno hanno partecipato a Klimahouse 09, quarta rassegna internazionale specializzata, per l'efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia. «Il 2008 è stato caratterizzato da una crisi economica che, originata negli Stati Uniti, ha avuto luogo dai primi mesi dell'anno in tutto il globo e il fenomeno si è espanso rapidamente in diversi paesi europei», afferma Gernot Rössler, presidente della Fiera Bolzano. «Klimahouse 09, si presenta come una rassegna in grado di rilanciare una parte importante dell'economia, con materiali innovativi e sostenibili e tecnologie che favoriscono il risparmio d'energia» spiega il direttore di Fiera Bolzano, Reinhold Marsoner, che continua: «gli espositori provengono da 12 paesi, anche se sono per la maggior parte italiani, con una solida presenza di Austria, Germania e Svizzera. Alla manifestazione possiamo contare su una partecipazione di 37 mila visitatori, un pubblico perlopiù altamente qualificato, tra professionisti aziende, operatori economici, imprenditori, architetti, progettisti ma anche studenti, e famiglie».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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venerdì 23 gennaio 2009
Lampioni fuori dal comune
I risparmi sulla bolletta arrivano fino al 55% In più, la luce si autoregola a seconda delle condizioni di traffico. E ora si punta sull'export, dice Il Sole 24 Ore
I comuni ci guadagneranno, con risparmi fino al 55% della bolletta elettrica per l'illuminazione pubblica. E ci guadagnerà anche l'Enel Sole che offrirà le sue nuove lampade stradali a led con un canone comprensivo anche della manutenzione dei punti luce.Questo, in sintesi, il modello di business messo a punto dal gestore elettrico italiano. «Per quello che sarà il primo programma al mondo di radicale rinnovamento nel suo genere – osseva Livio Gallo, direttore della divisione infrastruttura dell'Enel – e che, dai primi 400 punti di illuminazione dimostrativi previsti a breve nel progetto pilota a Lodi, Alessandria e Piacenza, passerà a regime a 40mila lampade pubbliche istallate sia nel 2009 che nel 2010».Protagonista un alto lampione in stile progettato da Enel insieme alla i-Guzzini (che li produrrà nelle sue fabbriche). Su tre modelli, rispettivamente a 84 led di potenza (circa 100 watt), 59 (70 watt) e 39 (55watt). Con risparmi del 40% rispetto alle lampade a vapori di sodio, e del 60% su quelle, più vecchie, a vapori di mercurio, le due tecnologie comunemente usate nelle strade italiane. «Non solo: queste lampade sono intelligenti, e possono essere regolate – spiega Gallo – per esempio a seconda delle condizioni di traffico. Agli incroci più luce, anche più intensa di quella da fonti tradizionali, e in aree marginali solo quella necessaria. E sempre focalizzata sulla strada, dove serve».Il programma prevede, a regime, un risparmio energetico di rilievo. «Le prime 400 lampade del progetto pilota dovrebbero far risprmiare circa 45 tonnellate di CO2 annue. Sulla base di questo parametro abbiamo calcolato che se tutti i comuni italiani le adottassero avremmo un risparmio di quasi 3 miliardi di chilowattora annui e 1,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse, pari a una centrale da 7-800 megawatt in meno».Cifre che, però, richiederanno una costante riconversione su un'arco di almeno dieci anni. «Enel Sole, la nostra consociata per l'illuminazione pubblica, serve circa 4mila comuni, in massima parte medio-piccoli e 2 milioni di punti luce, pari al 22% del totale. Mentre le grandi e medie città sono gestite dalle municipalizzate. Noi speriamo che, sull'effetto dimostrativo e di convenienza del nostro programma, anche loro poi finiscano per aderire all'iniziativa. Così come, negli anni passati abbiamo fatto da battistrada con i contatori elettronici intelligenti, ora adottati pressochè da tutti».
I comuni ci guadagneranno, con risparmi fino al 55% della bolletta elettrica per l'illuminazione pubblica. E ci guadagnerà anche l'Enel Sole che offrirà le sue nuove lampade stradali a led con un canone comprensivo anche della manutenzione dei punti luce.Questo, in sintesi, il modello di business messo a punto dal gestore elettrico italiano. «Per quello che sarà il primo programma al mondo di radicale rinnovamento nel suo genere – osseva Livio Gallo, direttore della divisione infrastruttura dell'Enel – e che, dai primi 400 punti di illuminazione dimostrativi previsti a breve nel progetto pilota a Lodi, Alessandria e Piacenza, passerà a regime a 40mila lampade pubbliche istallate sia nel 2009 che nel 2010».Protagonista un alto lampione in stile progettato da Enel insieme alla i-Guzzini (che li produrrà nelle sue fabbriche). Su tre modelli, rispettivamente a 84 led di potenza (circa 100 watt), 59 (70 watt) e 39 (55watt). Con risparmi del 40% rispetto alle lampade a vapori di sodio, e del 60% su quelle, più vecchie, a vapori di mercurio, le due tecnologie comunemente usate nelle strade italiane. «Non solo: queste lampade sono intelligenti, e possono essere regolate – spiega Gallo – per esempio a seconda delle condizioni di traffico. Agli incroci più luce, anche più intensa di quella da fonti tradizionali, e in aree marginali solo quella necessaria. E sempre focalizzata sulla strada, dove serve».Il programma prevede, a regime, un risparmio energetico di rilievo. «Le prime 400 lampade del progetto pilota dovrebbero far risprmiare circa 45 tonnellate di CO2 annue. Sulla base di questo parametro abbiamo calcolato che se tutti i comuni italiani le adottassero avremmo un risparmio di quasi 3 miliardi di chilowattora annui e 1,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse, pari a una centrale da 7-800 megawatt in meno».Cifre che, però, richiederanno una costante riconversione su un'arco di almeno dieci anni. «Enel Sole, la nostra consociata per l'illuminazione pubblica, serve circa 4mila comuni, in massima parte medio-piccoli e 2 milioni di punti luce, pari al 22% del totale. Mentre le grandi e medie città sono gestite dalle municipalizzate. Noi speriamo che, sull'effetto dimostrativo e di convenienza del nostro programma, anche loro poi finiscano per aderire all'iniziativa. Così come, negli anni passati abbiamo fatto da battistrada con i contatori elettronici intelligenti, ora adottati pressochè da tutti».
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Risparmio energetico, ecco la famiglia campione
Tratto da La Stampa
Si chiamano Marcello Giangualano e Marta Biscaro, da poco risiedono a Cigliano, hanno 24 anni e sono compagni di vita. Entrambi laureati, sono educatori professionali: Marcello lavora in un centro diurno a Chieri che si occupa di pazienti disabili, psichiatrici e di minori con problemi di tossicodipendenze. Di origini torinesi lui e saluggesi lei, genitori di Jacopo, un bellissimo bambino di 7 mesi che definiscono con un sorriso un «futuro ambientalista», sono una delle 1500 famiglie-campione selezionate in tutta Italia per la campagna «risparmia energia», lanciata da Coop e patrocinata dai ministeri Ambiente e Sviluppo Economico, dal Consiglio nazionale consumatori e utenti, e sostenta da Legambiente, Wwf e Greenpeace.L’iniziativa è stata presentata a Torino da Claudio Cucchiarati, direttore regionale del Servizio soci e consumatori di Novacoop, che spiega come «le tematiche ambientali siano diventate un elemento centrale nella vita dei cittadini e delle aziende». La Coop ha messo a disposizione della famiglia Giangualano un kit utile al risparmio dell’acqua, un manuale informativo da cui trarre informazioni necessarie per meglio gestire luce, gas e ristrutturazioni ed un sito internet da cui attingere scambi informativi e dialogare con altre le famiglie-campione. Marcello e Marta, molto sensibili alle tematiche ambientali e al risparmio energetico, hanno aderito al progetto dando a Coop la loro massima disponibilità per un’iniziativa «utile a migliorare e a sensibilizzare l’opinione pubblica in fatto di ambiente, risparmio energetico e fonti alternative». «Sono temi strategici che non possono prescindere uno dall’altro» spiega Marta, che sottolinea come «riuscire ad anticipare e a mettere in atto nuove abitudini finalizzate alla riduzione di sprechi sia oggi importante, soprattutto in periodo di crisi». I due ciglianesi, muniti del loro kit di 7 lampade a basso impatto energetico e di 3 riduttori di flusso, dovranno aggiornare un diario di bordo nel quale evidenzieranno le scelte e le modifiche apportate ai loro consumi, rispondendo ogni trimestre ad un monitoraggio che terrà conto di alcuni indicatori chiave per arrivare, a fine anno, ad un determinato obiettivo. E chissà che Marcello, durante una delle trasmissioni di radio digitale che conduce sulla torinese «Radio trip», «I kasellanti» e «La cantina», non riesca a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica in fatto di ambiente e risparmio.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Si chiamano Marcello Giangualano e Marta Biscaro, da poco risiedono a Cigliano, hanno 24 anni e sono compagni di vita. Entrambi laureati, sono educatori professionali: Marcello lavora in un centro diurno a Chieri che si occupa di pazienti disabili, psichiatrici e di minori con problemi di tossicodipendenze. Di origini torinesi lui e saluggesi lei, genitori di Jacopo, un bellissimo bambino di 7 mesi che definiscono con un sorriso un «futuro ambientalista», sono una delle 1500 famiglie-campione selezionate in tutta Italia per la campagna «risparmia energia», lanciata da Coop e patrocinata dai ministeri Ambiente e Sviluppo Economico, dal Consiglio nazionale consumatori e utenti, e sostenta da Legambiente, Wwf e Greenpeace.L’iniziativa è stata presentata a Torino da Claudio Cucchiarati, direttore regionale del Servizio soci e consumatori di Novacoop, che spiega come «le tematiche ambientali siano diventate un elemento centrale nella vita dei cittadini e delle aziende». La Coop ha messo a disposizione della famiglia Giangualano un kit utile al risparmio dell’acqua, un manuale informativo da cui trarre informazioni necessarie per meglio gestire luce, gas e ristrutturazioni ed un sito internet da cui attingere scambi informativi e dialogare con altre le famiglie-campione. Marcello e Marta, molto sensibili alle tematiche ambientali e al risparmio energetico, hanno aderito al progetto dando a Coop la loro massima disponibilità per un’iniziativa «utile a migliorare e a sensibilizzare l’opinione pubblica in fatto di ambiente, risparmio energetico e fonti alternative». «Sono temi strategici che non possono prescindere uno dall’altro» spiega Marta, che sottolinea come «riuscire ad anticipare e a mettere in atto nuove abitudini finalizzate alla riduzione di sprechi sia oggi importante, soprattutto in periodo di crisi». I due ciglianesi, muniti del loro kit di 7 lampade a basso impatto energetico e di 3 riduttori di flusso, dovranno aggiornare un diario di bordo nel quale evidenzieranno le scelte e le modifiche apportate ai loro consumi, rispondendo ogni trimestre ad un monitoraggio che terrà conto di alcuni indicatori chiave per arrivare, a fine anno, ad un determinato obiettivo. E chissà che Marcello, durante una delle trasmissioni di radio digitale che conduce sulla torinese «Radio trip», «I kasellanti» e «La cantina», non riesca a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica in fatto di ambiente e risparmio.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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giovedì 22 gennaio 2009
Un ciclo di sette incontri sul risparmio energetico
Sette incontri dedicati al tema delle energie alternative e del risparmio energetico. Si terranno a partire dalle 21 di oggi in altrettanti Comuni del Pinerolese. Le conferenze sono organizzate dalla fondazione Telios, in collaborazione con l’associazione ABC e il Politecnico di Torino. I Comuni che ospiteranno gli incontri sono: Campiglione Fenile, Bibiana, Garzigliana, Cavour, Buriasco, Bricherasio ed Osasco.Primo appuntamento oggi alle 21 a Campiglione Fenile (sala consiliare) con «La situazione energetica mondiale». Interverranno il sindaco Riccardo Cordero, l’architetto Umberto Novarese, e Massimo Santarelli, docente del Politecnico.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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Energia, 200 milioni all'efficienza
Industria 2015. Selezionati i 30 progetti del secondo bando per gli incentivi pubblici alle imprese
Piastrelle di ceramica che contengono celle fotovoltaiche, materiali per l'architettura "bioclimatica", biocombustibili ottenuti da scarti di legno e dai rifiuti organici, sistemi per la produzionedi bioetanolo di seconda generazione: c'è una sintesi della moderna industria dell'energia nei 30 progetti vincenti del secondo bando Industria 2015 del ministero dello Sviluppo economico. Il settore dell'"Efficienza energetica" si conferma tra i più dinamici per lo sviluppo di brevetti, nuovi progetti industriali e collaborazioni con la ricerca pubblica: la commissione nominata dal mini-stero, che ha sostituito nel compito l'Agenzia di esperti indipendenti sulla quale inizialmente doveva basarsi Industria 2015, ha esaminato 86 progetti di innovazione che si sono contesi incentivi pubblici per 200 milioni. Alla fine sono stati selezionati 30 progetti che coinvolgeranno in tutto 234 imprese, 160 enti di ricerca e attiveranno investimenti, inclusa la quota privata, per poco meno di 500 milioni.Le risorse Il programma di innovazione Industria 2015, concepito con la Finanziaria 2007 e partito con il precedente Governo, finanzia ricerca industriale e sviluppo sperimentale e prevede che i progetti conducano entro tre anni alla realizzazione di un prototipodi un prodotto o servizio innovativo. Il primo passo è stato l'aggiudicazione, a fine 2008, di 180 milioni per la Mobilità sostenibile; dopo i 200 milioni riservati al risparmio energetico toccherà invece al terzo bando sulle tecnologie per il made in Italy (180 milioni) e in rapida sequenza, promette il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, a turismo, beni culturali, informatica, tecnologie ambientali, scienze della vita, aerospazio.L'ambizione del ministero, anche attivando nuovi fondi che dovrebbero essere sbloccati dal Cipe, è portare la dotazione complessiva di Industria 2015, inclusi gli incentivi già aggiudicati, intorno a 1,5 miliardi.Idee e aziende In media ogni progetto riceverà un contributo pubblico pari al 35% dell'investimento previsto. Quasi l'80% degli investimenti sarà realizzato al Nord. Prevalgono di una spanna le piccole e medie imprese (54% del totale) ma nel ruolo di capofila spiccano nomi noti e grandi aziende (Indesit Company, Riello, Enel, Merloni Termosanitari, Telecom Italia, Whirlpool, Beghelli). In campo c'è anche il Centro di Ricerche Fiat (che ha già ricevuto un contributo con il bando Mobilità sostenibile) in collaborazione con il gruppo siderurgico Feralpi per produrre energia dai rottami. Si tratta in assoluto del programma più ambizioso, con un costo agevolabile di 27 milioni di euro, seguito da quello di Chemtex Italia, Novamont, Engico service, Politecnico di Torino e Cnr che hanno pianificato un progetto da 24,3 milioni per lo «sviluppo di una tecnologia di pretrattamento funzionale a produrre bioetanolo di seconda generazione ».
Piastrelle di ceramica che contengono celle fotovoltaiche, materiali per l'architettura "bioclimatica", biocombustibili ottenuti da scarti di legno e dai rifiuti organici, sistemi per la produzionedi bioetanolo di seconda generazione: c'è una sintesi della moderna industria dell'energia nei 30 progetti vincenti del secondo bando Industria 2015 del ministero dello Sviluppo economico. Il settore dell'"Efficienza energetica" si conferma tra i più dinamici per lo sviluppo di brevetti, nuovi progetti industriali e collaborazioni con la ricerca pubblica: la commissione nominata dal mini-stero, che ha sostituito nel compito l'Agenzia di esperti indipendenti sulla quale inizialmente doveva basarsi Industria 2015, ha esaminato 86 progetti di innovazione che si sono contesi incentivi pubblici per 200 milioni. Alla fine sono stati selezionati 30 progetti che coinvolgeranno in tutto 234 imprese, 160 enti di ricerca e attiveranno investimenti, inclusa la quota privata, per poco meno di 500 milioni.Le risorse Il programma di innovazione Industria 2015, concepito con la Finanziaria 2007 e partito con il precedente Governo, finanzia ricerca industriale e sviluppo sperimentale e prevede che i progetti conducano entro tre anni alla realizzazione di un prototipodi un prodotto o servizio innovativo. Il primo passo è stato l'aggiudicazione, a fine 2008, di 180 milioni per la Mobilità sostenibile; dopo i 200 milioni riservati al risparmio energetico toccherà invece al terzo bando sulle tecnologie per il made in Italy (180 milioni) e in rapida sequenza, promette il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, a turismo, beni culturali, informatica, tecnologie ambientali, scienze della vita, aerospazio.L'ambizione del ministero, anche attivando nuovi fondi che dovrebbero essere sbloccati dal Cipe, è portare la dotazione complessiva di Industria 2015, inclusi gli incentivi già aggiudicati, intorno a 1,5 miliardi.Idee e aziende In media ogni progetto riceverà un contributo pubblico pari al 35% dell'investimento previsto. Quasi l'80% degli investimenti sarà realizzato al Nord. Prevalgono di una spanna le piccole e medie imprese (54% del totale) ma nel ruolo di capofila spiccano nomi noti e grandi aziende (Indesit Company, Riello, Enel, Merloni Termosanitari, Telecom Italia, Whirlpool, Beghelli). In campo c'è anche il Centro di Ricerche Fiat (che ha già ricevuto un contributo con il bando Mobilità sostenibile) in collaborazione con il gruppo siderurgico Feralpi per produrre energia dai rottami. Si tratta in assoluto del programma più ambizioso, con un costo agevolabile di 27 milioni di euro, seguito da quello di Chemtex Italia, Novamont, Engico service, Politecnico di Torino e Cnr che hanno pianificato un progetto da 24,3 milioni per lo «sviluppo di una tecnologia di pretrattamento funzionale a produrre bioetanolo di seconda generazione ».
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mercoledì 21 gennaio 2009
Maxi-risparmi a Como grazie al solar cooling
Dal Corriere della Sera
Risparmio sulla bolletta energetica per 150mila euro all'anno. A otto mesi dall'inaugurazione, un primo bilancio degli impianti di solar cooling, che consentono di raffrescare municipio e biblioteca di Como utilizzando l'energia solare, è positivo. Tanto che si sta pensando di replicare l'esperienza su altre strutture comunali.«Il trend di questa prima stagione, relativa all'utilizzo degli impianti – sottolinea Antonio Ferro, ingegnere responsabile del procedimento per l'area Edilizia pubblica e grandi opere del Comune di Como – non smentisce le ipotesi di progetto con le quali si prevedeva un risparmio energetico pari a 150mila euro l'anno. Un bilancio energetico definitivo, però, potrà essere effettuato dalla fine dalle prossima stagione di raffrescamento».L'impianto è stato realizzato nell'ambito del programma della Regione Lombardia volto alla promozione di impianti solari termici al servizio di immobili di proprietà pubblica.È costituito da 212 pannelli solari e unità frigorifere da 480 kW di potenza posizionati presso il municipio e da 160 pannelli e 240 kW di potenza per la biblioteca, con un investimento di 999mila euro per il primo intervento e di circa 700mila per il secondo. I vantaggi ai quali si sarebbe andati incontro grazie alla realizzazione di una tale opera sono stati da subito evidenti, come precisa lo stesso Ferro: «Riduzione del fabbisogno elettrico, alta efficienza, rendimento costante». Inoltre questo impianto determina una riduzione dell'utilizzo di energia elettrica con conseguente abbattimento delle sostanze inquinanti utilizzate per la sua produzione. Altro punto di forza del progetto, sempre in quest'ottica è che «il fabbisogno energetico– sottolinea Ferro – per la climatizzazione degli uffici durante la stagione estiva è stato coperto mediante una fonte rinnovabile, gratuita e pulita: il calore solare. Inoltre per la produzione del freddo si utilizza ma semplice acqua».Dopo l'esperienza dell'impianto di solar cooling di Palazzo Cernezzi e della biblioteca, il Comune di Como è determinato a investire ancora nel settore, applicando questa tecnologia ad altre strutture. Tra le ipotesi, i grandi impianti sportivi come il palazzo del ghiaccio e lepiscine.L'obiettivo è fare di Como un polo d'eccellenza nell'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. «Crediamo in questa tecnologia –afferma Stefano Bruni, sindaco di Como – perché fa risparmiare e aiuta l'ambiente. Stiamo già sviluppando nuovi progetti per applicarla a grosse strutture pubbliche e farla così diventare una delle migliori pratiche energetiche, esempio per aziende private e singoli cittadini».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Risparmio sulla bolletta energetica per 150mila euro all'anno. A otto mesi dall'inaugurazione, un primo bilancio degli impianti di solar cooling, che consentono di raffrescare municipio e biblioteca di Como utilizzando l'energia solare, è positivo. Tanto che si sta pensando di replicare l'esperienza su altre strutture comunali.«Il trend di questa prima stagione, relativa all'utilizzo degli impianti – sottolinea Antonio Ferro, ingegnere responsabile del procedimento per l'area Edilizia pubblica e grandi opere del Comune di Como – non smentisce le ipotesi di progetto con le quali si prevedeva un risparmio energetico pari a 150mila euro l'anno. Un bilancio energetico definitivo, però, potrà essere effettuato dalla fine dalle prossima stagione di raffrescamento».L'impianto è stato realizzato nell'ambito del programma della Regione Lombardia volto alla promozione di impianti solari termici al servizio di immobili di proprietà pubblica.È costituito da 212 pannelli solari e unità frigorifere da 480 kW di potenza posizionati presso il municipio e da 160 pannelli e 240 kW di potenza per la biblioteca, con un investimento di 999mila euro per il primo intervento e di circa 700mila per il secondo. I vantaggi ai quali si sarebbe andati incontro grazie alla realizzazione di una tale opera sono stati da subito evidenti, come precisa lo stesso Ferro: «Riduzione del fabbisogno elettrico, alta efficienza, rendimento costante». Inoltre questo impianto determina una riduzione dell'utilizzo di energia elettrica con conseguente abbattimento delle sostanze inquinanti utilizzate per la sua produzione. Altro punto di forza del progetto, sempre in quest'ottica è che «il fabbisogno energetico– sottolinea Ferro – per la climatizzazione degli uffici durante la stagione estiva è stato coperto mediante una fonte rinnovabile, gratuita e pulita: il calore solare. Inoltre per la produzione del freddo si utilizza ma semplice acqua».Dopo l'esperienza dell'impianto di solar cooling di Palazzo Cernezzi e della biblioteca, il Comune di Como è determinato a investire ancora nel settore, applicando questa tecnologia ad altre strutture. Tra le ipotesi, i grandi impianti sportivi come il palazzo del ghiaccio e lepiscine.L'obiettivo è fare di Como un polo d'eccellenza nell'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. «Crediamo in questa tecnologia –afferma Stefano Bruni, sindaco di Como – perché fa risparmiare e aiuta l'ambiente. Stiamo già sviluppando nuovi progetti per applicarla a grosse strutture pubbliche e farla così diventare una delle migliori pratiche energetiche, esempio per aziende private e singoli cittadini».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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Effetto serra, vincerà l'ecologia
Bisogna uscire dalla recessione puntando sulle energie rinnovabili. Perché la schiavitù dal petrolio produce danni costosissimi. Parola di economista. colloquio con nicholas stern dell'Espresso
Due anni fa, fece tremare il mondo calcolando che i danni dei cambiamenti climatici sarebbero costati fino a un quinto del Pil mondiale, e che tagliare le emissioni dei gas responsabili dell'effetto serra, anidride carbonica innanzitutto, costerà a sua volta l'1 per cento del Pil mondiale. Una montagna di soldi, ma non basteranno: sir Nicholas Stern lo scorso giugno ha dichiarato di essere stato troppo ottimista. Data la velocità con cui sta cambiando il clima, frenare l'effetto serra costerà al mondo non l'1, ma il 2 per cento del suo prodotto interno lordo. Ex vicepresidente della Banca mondiale ed ex capo del servizio economico del ministero britannico, baronetto e professore alla London School of Economics, Lord Stern of Brentford è uno degli economisti più famosi al mondo. E dal 2006 è anche quello più amato dagli ambientalisti, grazie alla pubblicazione di un rapporto, commissionato dal governo britannico, sui costi e i rischi del global warming. Oggi, sir Nicholas è pronto a stupire di nuovo, perché, secondo lui, l'attuale recessione mondiale non è l'inizio della fine, ma una chance di realizzare finalmente l'utopia di uno sviluppo sostenibile. Professore, la crisi economica è un'occasione per combattere i cambiamenti climatici?"Dalla crisi dovremmo trarre una lezione importante, cioè quella di guardare avanti e metterci nelle condizioni di calcolare in anticipo i rischi legati alle nostre azioni. Dalla recessione dovremo uscire e per farlo dovremo porre le basi per una crescita duratura. Abbiamo visto gli effetti di una crescita guidata dalla bolla edilizia. E prima di quella, di una guidata dal boom delle azioni di siti Internet che erano ipervalutati prima ancora di essere on line. Per evitare un'altra bolla, serve una fonte di crescita che duri qualche decennio".Le tecnologie pulite?"Abbiamo di fronte un cambiamento tecnologico di dimensioni paragonabili all'introduzione delle ferrovie, dell'elettricità, dell'automobile, delle tecnologie dell'informazione. Una rivoluzione energetica e industriale di importanza storica. E quelli che vi entrano per primi, che per primi ne vedono le opportunità, se la caveranno meglio".Lei calcola il costo dei cambiamenti del clima tenendo fede alle previsioni fatte dai modelli climatici: ci dobbiamo fidare?"Sono modelli complessi, ma il principio sottostante è semplice. Noi immettiamo nell'atmosfera ogni anno una quantità di anidride carbonica pari a circa sei volte la quantità di questo gas che essa già contiene. Di questo passo, all'inizio del prossimo secolo la temperatura media mondiale sarà, con tutta probabilità, più alta di cinque gradi centigradi di quella attuale. Un aumento enorme, che renderebbe l'Italia simile al Sahara, e in Africa costringerebbe milioni di persone a migrare".E che rapporto c'è tra queste previsioni climatiche e i loro costi economici?"Non agire comporta rischi enormi. Ad esempio: i vostri nipoti vedranno con tutta probabilità l'Italia devastata. Non lo sappiamo per certo, ma c'è una probabilità di almeno il 50 per cento che questo accada. Un rischio che nessun paese razionale accetterebbe di correre. È molto difficile calcolare queste cose dal punto di vista economico, ma in ballo ci sono cambiamenti sulla scala di guerre mondiali, o peggio. Un costo che, facendo una media nel tempo e attorno al mondo, si aggirerà sul 10-15 per cento del Pil".I suoi modelli hanno ricevuto critiche perché si basano si bassissimi tassi di sconto: uno dei nodi principali nel dibattito sui cambiamenti climatici è il valore da attribuire al danaro futuro. In una tipica analisi sui costi e i benefici di un investimento, gli economisti abbassano il valore delle spese e dei guadagni previsti nel tempo. Usando i tassi normalmente usati dagli economisti, i danni causati dai cambiamenti climatici apparirebbero più contenuti di quelli da lei previsti, e tagliare i gas serra meno conveniente. "In realtà, adottando giudizi di valore differenti le nostre stime cambiano poco. C'è solo un modo per annullare il peso di tutti questi effetti, ed è usare un tasso di sconto puro molto alto. È sempre possibile sminuire i problemi futuri usando un tasso di sconto abbastanza alto. E in tal modo, ci si può dimenticare dei cambiamenti climatici. Ma questa non è teoria economica. È semplicemente dire 'a me non interessa cosa accade in futuro, perché è nel futuro'. Quale persona considererebbe questo un atteggiamento etico?".Quindi spendendo qualcosa in più adesso, usciremmo dalla recessione con le tecnologie pulite, cogliendone grandi benefici..."Porremmo le fondamenta di una crescita reale, anziché di un momentaneo boom dei guadagni. C'è una differenza fra le due cose. In questo caso, però, potremmo ottenerle entrambe. E dovremmo".E i combustibili fossili? "Continuare a usarli alimenterebbe una bolla sul prezzo del greggio, che finirebbe per esploderci addosso, come si è iniziato a vedere a metà di questo anno. La International Energy Agency prevede che, nei prossimi cinque anni, passata la recessione, il barile salirà di nuovo a cento dollari. L'economia sarebbe strozzata da questo aumento, e ancor più dal fatto che l'uso di combustibili fossili per i prossimi cinquanta o cento anni creerebbe un ambiente avverso alla crescita. La high-carbon economy non è una opzione valida nel medio e lungo termine. Industrie in tutto il mondo stanno aprendo gli occhi, e persone lungimiranti stanno investendo sulle alternative. I governi potrebbero quindi rinvigorire la loro economia investendo, ad esempio, sull'efficienza energetica e sulle infrastrutture. Proprio adesso che Usa e Cina stanno cambiando atteggiamento sul problema, un'Europa indecisa avrebbe effetti devastanti".Ma gli interventi che lei propone peseranno suoi bilanci delle famiglie?"Ci sarà un aumento di spesa nel breve periodo, che costerà circa mezzo punto o forse un punto del Pil nei prossimi dieci anni, ma ne verranno benefici. Invece, saranno le persone povere a pagare il prezzo più alto se i cambiamenti climatici saranno ignorati. E sarebbe comunque possibile organizzare le cose in modo che i meno abbienti siano compensati per le bollette più care. Non è difficile, e qualsiasi sistema finanziario serio potrebbe farlo. In conclusione, recessione mondiale e nuova amministrazione Usa la rendono ottimista?"La crisi economica attuale è molto seria. Ed è fondamentale che l'Europa si muova assieme a Usa e Cina per espandere la domanda. Al contempo, però, dovremmo cogliere questa opportunità per alimentare una crescita low-carbon. Si dovranno immettere in fretta nuovi soldi nelle tasche della gente. Ma in parte lo si potrebbe fare investendo in infrastrutture e in efficienza energetica. Ci sono grandi opportunità in questo settore. E in un momento come questo, in cui l'economia rallenta, le risorse costano meno e possiamo avanzare con più forza in questa direzione".
Due anni fa, fece tremare il mondo calcolando che i danni dei cambiamenti climatici sarebbero costati fino a un quinto del Pil mondiale, e che tagliare le emissioni dei gas responsabili dell'effetto serra, anidride carbonica innanzitutto, costerà a sua volta l'1 per cento del Pil mondiale. Una montagna di soldi, ma non basteranno: sir Nicholas Stern lo scorso giugno ha dichiarato di essere stato troppo ottimista. Data la velocità con cui sta cambiando il clima, frenare l'effetto serra costerà al mondo non l'1, ma il 2 per cento del suo prodotto interno lordo. Ex vicepresidente della Banca mondiale ed ex capo del servizio economico del ministero britannico, baronetto e professore alla London School of Economics, Lord Stern of Brentford è uno degli economisti più famosi al mondo. E dal 2006 è anche quello più amato dagli ambientalisti, grazie alla pubblicazione di un rapporto, commissionato dal governo britannico, sui costi e i rischi del global warming. Oggi, sir Nicholas è pronto a stupire di nuovo, perché, secondo lui, l'attuale recessione mondiale non è l'inizio della fine, ma una chance di realizzare finalmente l'utopia di uno sviluppo sostenibile. Professore, la crisi economica è un'occasione per combattere i cambiamenti climatici?"Dalla crisi dovremmo trarre una lezione importante, cioè quella di guardare avanti e metterci nelle condizioni di calcolare in anticipo i rischi legati alle nostre azioni. Dalla recessione dovremo uscire e per farlo dovremo porre le basi per una crescita duratura. Abbiamo visto gli effetti di una crescita guidata dalla bolla edilizia. E prima di quella, di una guidata dal boom delle azioni di siti Internet che erano ipervalutati prima ancora di essere on line. Per evitare un'altra bolla, serve una fonte di crescita che duri qualche decennio".Le tecnologie pulite?"Abbiamo di fronte un cambiamento tecnologico di dimensioni paragonabili all'introduzione delle ferrovie, dell'elettricità, dell'automobile, delle tecnologie dell'informazione. Una rivoluzione energetica e industriale di importanza storica. E quelli che vi entrano per primi, che per primi ne vedono le opportunità, se la caveranno meglio".Lei calcola il costo dei cambiamenti del clima tenendo fede alle previsioni fatte dai modelli climatici: ci dobbiamo fidare?"Sono modelli complessi, ma il principio sottostante è semplice. Noi immettiamo nell'atmosfera ogni anno una quantità di anidride carbonica pari a circa sei volte la quantità di questo gas che essa già contiene. Di questo passo, all'inizio del prossimo secolo la temperatura media mondiale sarà, con tutta probabilità, più alta di cinque gradi centigradi di quella attuale. Un aumento enorme, che renderebbe l'Italia simile al Sahara, e in Africa costringerebbe milioni di persone a migrare".E che rapporto c'è tra queste previsioni climatiche e i loro costi economici?"Non agire comporta rischi enormi. Ad esempio: i vostri nipoti vedranno con tutta probabilità l'Italia devastata. Non lo sappiamo per certo, ma c'è una probabilità di almeno il 50 per cento che questo accada. Un rischio che nessun paese razionale accetterebbe di correre. È molto difficile calcolare queste cose dal punto di vista economico, ma in ballo ci sono cambiamenti sulla scala di guerre mondiali, o peggio. Un costo che, facendo una media nel tempo e attorno al mondo, si aggirerà sul 10-15 per cento del Pil".I suoi modelli hanno ricevuto critiche perché si basano si bassissimi tassi di sconto: uno dei nodi principali nel dibattito sui cambiamenti climatici è il valore da attribuire al danaro futuro. In una tipica analisi sui costi e i benefici di un investimento, gli economisti abbassano il valore delle spese e dei guadagni previsti nel tempo. Usando i tassi normalmente usati dagli economisti, i danni causati dai cambiamenti climatici apparirebbero più contenuti di quelli da lei previsti, e tagliare i gas serra meno conveniente. "In realtà, adottando giudizi di valore differenti le nostre stime cambiano poco. C'è solo un modo per annullare il peso di tutti questi effetti, ed è usare un tasso di sconto puro molto alto. È sempre possibile sminuire i problemi futuri usando un tasso di sconto abbastanza alto. E in tal modo, ci si può dimenticare dei cambiamenti climatici. Ma questa non è teoria economica. È semplicemente dire 'a me non interessa cosa accade in futuro, perché è nel futuro'. Quale persona considererebbe questo un atteggiamento etico?".Quindi spendendo qualcosa in più adesso, usciremmo dalla recessione con le tecnologie pulite, cogliendone grandi benefici..."Porremmo le fondamenta di una crescita reale, anziché di un momentaneo boom dei guadagni. C'è una differenza fra le due cose. In questo caso, però, potremmo ottenerle entrambe. E dovremmo".E i combustibili fossili? "Continuare a usarli alimenterebbe una bolla sul prezzo del greggio, che finirebbe per esploderci addosso, come si è iniziato a vedere a metà di questo anno. La International Energy Agency prevede che, nei prossimi cinque anni, passata la recessione, il barile salirà di nuovo a cento dollari. L'economia sarebbe strozzata da questo aumento, e ancor più dal fatto che l'uso di combustibili fossili per i prossimi cinquanta o cento anni creerebbe un ambiente avverso alla crescita. La high-carbon economy non è una opzione valida nel medio e lungo termine. Industrie in tutto il mondo stanno aprendo gli occhi, e persone lungimiranti stanno investendo sulle alternative. I governi potrebbero quindi rinvigorire la loro economia investendo, ad esempio, sull'efficienza energetica e sulle infrastrutture. Proprio adesso che Usa e Cina stanno cambiando atteggiamento sul problema, un'Europa indecisa avrebbe effetti devastanti".Ma gli interventi che lei propone peseranno suoi bilanci delle famiglie?"Ci sarà un aumento di spesa nel breve periodo, che costerà circa mezzo punto o forse un punto del Pil nei prossimi dieci anni, ma ne verranno benefici. Invece, saranno le persone povere a pagare il prezzo più alto se i cambiamenti climatici saranno ignorati. E sarebbe comunque possibile organizzare le cose in modo che i meno abbienti siano compensati per le bollette più care. Non è difficile, e qualsiasi sistema finanziario serio potrebbe farlo. In conclusione, recessione mondiale e nuova amministrazione Usa la rendono ottimista?"La crisi economica attuale è molto seria. Ed è fondamentale che l'Europa si muova assieme a Usa e Cina per espandere la domanda. Al contempo, però, dovremmo cogliere questa opportunità per alimentare una crescita low-carbon. Si dovranno immettere in fretta nuovi soldi nelle tasche della gente. Ma in parte lo si potrebbe fare investendo in infrastrutture e in efficienza energetica. Ci sono grandi opportunità in questo settore. E in un momento come questo, in cui l'economia rallenta, le risorse costano meno e possiamo avanzare con più forza in questa direzione".
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martedì 20 gennaio 2009
Risparmio e fonti alternative nel programma lombardo
Diffondere la cultura del risparmio energetico e insegnare a utilizzare l'acqua in maniera corretta. E' l'ambizioso programma del progetto "Energiacqua", un itinerario in piu' tappe, fatto di eventi culturali e scientifici, messo a punto dalla Regione Lombardia insieme alla fondazione DNart. Continueranno fino a marzo i laboratori didattici per i ragazzi, oltre alla mostra "Anima dell'acqua" a Palazzo Reale di Milano; oggi a palazzo Pirelli si e' svolto il simposio scientifico "Acqua, sole, energia". "L'acqua e' elemento costitutivo della nostra regione, che ha grandi, piccoli e medi impianti per la produzione di energia idroelettrica", ha detto il governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Sottolineando l'attenzione della Regione alle fonti energetiche alternative, Formigoni lo ha definito un impegno "necessario e conveniente, sia dal punto di vista economico che per ridurre e, in prospettiva, eliminare la dipendenza dal petrolio". In questo senso, non e' escluso il ritorno al nucleare: "E' una delle possibilita' che abbiamo - ha precisato Formigoni - aspettiamo di vedere il piano che sta mettendo a punto il ministro Scajola". L'incontro di oggi ha approfondito il tema dell'acqua come vettore di produzione energetica, presentando il modello della Lombardia che, come ha spiegato l'assessore regionale alle Reti e Servizi di pubblica utilita' Massimo Buscemi, ricava "oltre il 18% del suo fabbisogno dall'acqua". Prossima tappa, il fuoco: "Fuoco significa sole, calore, energia - ha detto il presidente della fondazione DNart Riccardo Bertollini - e' gia' partita l'attivita' di ricerca per un progetto sul tema che abbia lo stesso format e gli stessi tempi di questo sull'acqua: vorremmo farlo partire alla fine di novembre 2009 e portarlo avanti fino alla primavera successiva". (Agi)
Ma i grandi gruppi petroliferi stanno facendo o no qualcosa per l’ambiente? Riporto il caso positivo di Eni che su iniziativa dell'amministratore delegato Paolo Scaroni ha lanciato più di un anno fa la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Ma i grandi gruppi petroliferi stanno facendo o no qualcosa per l’ambiente? Riporto il caso positivo di Eni che su iniziativa dell'amministratore delegato Paolo Scaroni ha lanciato più di un anno fa la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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Bollo auto gratis per cinque anni a chi sceglie gpl o metano
Bollo auto gratis per cinque anni a chi installa un sistema di alimentazione a gpl o metano e sconto fiscale del 55% sulle spese per porte che assicurano risparmio energetico. Sono alcune novità del pacchetto di emendamenti del relatore del ddl Sviluppo (collegato alla Finanziaria), Antonio Paravia, depositate in commissione Industria del Senato.
lunedì 19 gennaio 2009
Si apre il confronto sull’energia. Domani dibattito a Milano
Si terrà questo lunedì, ore 12, all’Auditorium Giorgio Gaber a Palazzo Pirelli (piazza Duca D’Aosta 3) il dibattito sul tema del risparmio energetico e il corretto utilizzo idrico: il confronto è aperto a tutti i cittadini, e saranno presenti, a rappresentare le istituzioni, Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia , Massimo Buscemi, Assessore ai Servizi di pubblica utilità e lo sviluppo sostenibile, Silvio Bosetti, direttore di EnergyLab, e Riccardo Bertollini, presidente di Dnart.
Il bonus energia riparte dallo sconto in cinque rate
Ma l'incertezza sul 2009 ha innescato un boom di 185mila domande all'Enea, spiega Il Sole 24 Ore
La paura, a volte, si misura in domande. Nel caso della detrazione del 55%, la paura era quella di perdere il bonus fiscale per gli interventi di risparmio energetico. Le domande, invece, sono quelle arrivate all'Enea, l'ente delegato a ricevere la documentazione: 30mila solo nell'ultima settimana dell'anno scorso, con un'impennata che porta il totale a 185mila. Per avere un'idea, basta pensare che prima del decreto anti-crisi si prevedevano 130mila domande relative al 2008. Una cifra superata di quasi il 40 per cento.A spazzare via dubbi, incertezze e timori è arrivato il disegno di legge di conversione del decreto anti-crisi (Dl 185/2008), approvato dalla Camera e ora all'esame del Senato. La nuova formulazione dell'articolo 29 ha cancellato tutte le principali limitazioni (si veda l'articolo in basso). In pratica,il 55% resta com'era,anche se per le spese sostenute dal 1Úgennaio 2009la detrazione andrà sempre ripartita in cinque anni, anziché poter essere distribuita da tre a dieci rate annuali a scelta del contribuente. Una rigidità che permetterà all'agenzia delle Entrate di calcolare esattamente l'esborso annuo per il Fisco, ma che – come è facile comprendere – in rari casi, potrà danneggiare i beneficiari.Molti contribuenti, con il regime precedente, sceglievano la rateazione in tre anni per sfruttare al massimo la detrazione. Ma per gli interventi più costosi, o per chi aveva redditi molto bassi, poteva essere più vantaggioso spalmare il bonus su dieci annualità. Ora questa pianificazione "a lungo" dello sconto non è più possibile. Come indicato nelle schede a fianco per le principali tipologie di lavori verdi, l'importo annuo della detrazione si abbassa rispetto alla ripartizione triennale. E in alcuni casi potrà esserci anche la cosiddetta incapienza fiscale, cioè la situazione in cui l'imposta dovuta è più piccola della detrazione (e dunque una parte dello sconto va perduta).Istanze in dribbling Come interpretare l'impennata delle domande? «La realtà è che il decreto anti-crisi ha generato molta confusione», risponde Giampaolo Valentini, coordinatore del gruppo di lavoro sull'efficienza energetica dell'Enea. E in questo scenario di incertezza i contribuenti hanno scelto strade diverse. Qualcuno si è affrettato per finire i lavori ed effettuare il bonifico di pagamento entro il 31 dicembre. Qualcun altro, anche se non poteva terminare gli interventi in tempo, ha inviato comunque la documentazione all'Enea. E qualcun altro ancora, nel dubbio, ha preferito aspettare che la situazione si chiarisse. Spiega ancora Valentini: «Ho la ragionevole certezza che molte persone abbiano fatto domanda anche quando gli interventi non erano stati ultimati. Una procedura impropria, perché bisogna prima finire i lavori ed effettuare i pagamenti ».Il costo dell'incertezza Le opinioni delle imprese descrivono benissimo questo quadro a doppia velocità. «Siamo soddisfatti di come è cambiato il decreto anti-crisi. Tuttavia, la frenata tra novembre e dicembre è stata tale da determinare un calo del 10-15% dell'attività produttiva del 2008 rispetto alle previsioni » commenta Maurizio Esitini, direttore generale di Assistal, l'associazione dei costruttori di impianti. Se questa fosse la dimensione della contrazione, il fatturato 2008 degli interventi interessati dal bonus del 55% –infissi, caldaie, pannelli solari, isolamento termico e riqualificazione energetica degli edifici – passerebbe a 1,62 miliardi dagli 1,8 miliardi di euro previsti fino a due mesi fa.«Tutti si sono fermati», conferma Valeria Verga, segretario generale di Assolterm, sigla che rappresenta i produttori di pannelli solari, un comparto che ha comunque chiuso il 2008 con una crescita del 30 per cento. Diversa, invece, la dinamica descritta dalla Uncsaal, che riunisce i produttori di serramenti e facciate continue. «Dicembre è stato un mese molto produttivo – spiega il direttore generale Pietro Gimelli –. Quando i consumatori hanno capito che il Governo avrebbe concesso lo sconto fiscale almeno per il 2008, sono corsi a installare gli impianti entro fine anno».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
La paura, a volte, si misura in domande. Nel caso della detrazione del 55%, la paura era quella di perdere il bonus fiscale per gli interventi di risparmio energetico. Le domande, invece, sono quelle arrivate all'Enea, l'ente delegato a ricevere la documentazione: 30mila solo nell'ultima settimana dell'anno scorso, con un'impennata che porta il totale a 185mila. Per avere un'idea, basta pensare che prima del decreto anti-crisi si prevedevano 130mila domande relative al 2008. Una cifra superata di quasi il 40 per cento.A spazzare via dubbi, incertezze e timori è arrivato il disegno di legge di conversione del decreto anti-crisi (Dl 185/2008), approvato dalla Camera e ora all'esame del Senato. La nuova formulazione dell'articolo 29 ha cancellato tutte le principali limitazioni (si veda l'articolo in basso). In pratica,il 55% resta com'era,anche se per le spese sostenute dal 1Úgennaio 2009la detrazione andrà sempre ripartita in cinque anni, anziché poter essere distribuita da tre a dieci rate annuali a scelta del contribuente. Una rigidità che permetterà all'agenzia delle Entrate di calcolare esattamente l'esborso annuo per il Fisco, ma che – come è facile comprendere – in rari casi, potrà danneggiare i beneficiari.Molti contribuenti, con il regime precedente, sceglievano la rateazione in tre anni per sfruttare al massimo la detrazione. Ma per gli interventi più costosi, o per chi aveva redditi molto bassi, poteva essere più vantaggioso spalmare il bonus su dieci annualità. Ora questa pianificazione "a lungo" dello sconto non è più possibile. Come indicato nelle schede a fianco per le principali tipologie di lavori verdi, l'importo annuo della detrazione si abbassa rispetto alla ripartizione triennale. E in alcuni casi potrà esserci anche la cosiddetta incapienza fiscale, cioè la situazione in cui l'imposta dovuta è più piccola della detrazione (e dunque una parte dello sconto va perduta).Istanze in dribbling Come interpretare l'impennata delle domande? «La realtà è che il decreto anti-crisi ha generato molta confusione», risponde Giampaolo Valentini, coordinatore del gruppo di lavoro sull'efficienza energetica dell'Enea. E in questo scenario di incertezza i contribuenti hanno scelto strade diverse. Qualcuno si è affrettato per finire i lavori ed effettuare il bonifico di pagamento entro il 31 dicembre. Qualcun altro, anche se non poteva terminare gli interventi in tempo, ha inviato comunque la documentazione all'Enea. E qualcun altro ancora, nel dubbio, ha preferito aspettare che la situazione si chiarisse. Spiega ancora Valentini: «Ho la ragionevole certezza che molte persone abbiano fatto domanda anche quando gli interventi non erano stati ultimati. Una procedura impropria, perché bisogna prima finire i lavori ed effettuare i pagamenti ».Il costo dell'incertezza Le opinioni delle imprese descrivono benissimo questo quadro a doppia velocità. «Siamo soddisfatti di come è cambiato il decreto anti-crisi. Tuttavia, la frenata tra novembre e dicembre è stata tale da determinare un calo del 10-15% dell'attività produttiva del 2008 rispetto alle previsioni » commenta Maurizio Esitini, direttore generale di Assistal, l'associazione dei costruttori di impianti. Se questa fosse la dimensione della contrazione, il fatturato 2008 degli interventi interessati dal bonus del 55% –infissi, caldaie, pannelli solari, isolamento termico e riqualificazione energetica degli edifici – passerebbe a 1,62 miliardi dagli 1,8 miliardi di euro previsti fino a due mesi fa.«Tutti si sono fermati», conferma Valeria Verga, segretario generale di Assolterm, sigla che rappresenta i produttori di pannelli solari, un comparto che ha comunque chiuso il 2008 con una crescita del 30 per cento. Diversa, invece, la dinamica descritta dalla Uncsaal, che riunisce i produttori di serramenti e facciate continue. «Dicembre è stato un mese molto produttivo – spiega il direttore generale Pietro Gimelli –. Quando i consumatori hanno capito che il Governo avrebbe concesso lo sconto fiscale almeno per il 2008, sono corsi a installare gli impianti entro fine anno».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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venerdì 16 gennaio 2009
Come sta il nostro mondo?
Da yes.life
Come è ormai tradizione, il Worldwatch Institute ha presentato il rapporto “State of the World” sullo stato di salute del nostro pianeta. I dati confermano ancora una volta previsioni di trend negativi sul riscaldamento globale, nonostante il tema sia oggetto di discussioni e proposte diffuse, basti pensare al dibattuto impegno 20-20-20 dell’UE per ridurre le emissioni e aumentare le fonti rinnovabili entro il 2020. Gli eventi meteorologici di queste ultime settimane hanno fatto tornare alla ribalta le opinioni discordi con i rapporti annuali della commissione sui cambiamenti climatici (Ipcc) dell’Onu sul global warming, ma basta leggere lo “State of the World 2009” per ricordarsi che il trend sul lungo periodo non è certo incoraggiante. Pensate che, considerando gli anni dal 1800, 11 degli anni più caldi registrati sono negli ultimi dodici. E se l’Ipcc è stata spesso incolpato di allarmismi ingiustificati, il Worldwatch Institute lo accusa invece di troppa prudenza presentando dati oltre le sue stime. Le emissioni di gas serra sono aumentate dal 1990 al 2007 del 37 per cento, senza contare gli effetti dovuti alla deforestazione. La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera sta crescendo al ritmo di 2,2 parti per milione contro le 1,5 parti di 25 anni fa.
A questo link, potete leggere cosa ne pensa dell'energia responsabile Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni.
Come è ormai tradizione, il Worldwatch Institute ha presentato il rapporto “State of the World” sullo stato di salute del nostro pianeta. I dati confermano ancora una volta previsioni di trend negativi sul riscaldamento globale, nonostante il tema sia oggetto di discussioni e proposte diffuse, basti pensare al dibattuto impegno 20-20-20 dell’UE per ridurre le emissioni e aumentare le fonti rinnovabili entro il 2020. Gli eventi meteorologici di queste ultime settimane hanno fatto tornare alla ribalta le opinioni discordi con i rapporti annuali della commissione sui cambiamenti climatici (Ipcc) dell’Onu sul global warming, ma basta leggere lo “State of the World 2009” per ricordarsi che il trend sul lungo periodo non è certo incoraggiante. Pensate che, considerando gli anni dal 1800, 11 degli anni più caldi registrati sono negli ultimi dodici. E se l’Ipcc è stata spesso incolpato di allarmismi ingiustificati, il Worldwatch Institute lo accusa invece di troppa prudenza presentando dati oltre le sue stime. Le emissioni di gas serra sono aumentate dal 1990 al 2007 del 37 per cento, senza contare gli effetti dovuti alla deforestazione. La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera sta crescendo al ritmo di 2,2 parti per milione contro le 1,5 parti di 25 anni fa.
A questo link, potete leggere cosa ne pensa dell'energia responsabile Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni.
Gas serra, continua la schiavitù dal petrolio
Dal sito Unicef
Secondo l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la task-force delle Nazioni Unite che si occupa del mutamento climatico globale, il parere della scienza è inequivoco: le attività umane stanno producendo cambiamenti nel clima della Terra, con conseguenti rischi per l'ambiente e per la qualità della vita. Dal 1970 a oggi, la temperatura media del pianeta è aumentata di circa mezzo grado Celsius. Una delle ripercussioni riguarda i fenomeni metereologici, che in molte aree del mondo sono diventati più violenti ed estesi.È altamente probabile che anche le risorse di acqua dolce - forse la nostra risorsa naturale più preziosa e degradata - diventeranno sempre più scarse. In regioni come l'Africa subsahariana, per le quali i modelli climatici prevedono una riduzione della piovosità, l'impatto negativo sui raccolti e conseguentemente sulla sicurezza alimentare, sulla disponibilità di acqua e di materiali di base per le abitazioni potrebbe essere catastrofico.Il principale fattore che contribuisce al cambiamento climatico è il biossido di carbonio (CO₂), noto ai più come anidride carbonica, rilasciato nei processi di consumo di combustibili fossili. Le emissioni di anidride carbonica hanno raggiunto nel 2004 la quota di 29 miliardi di tonnellate e continuano ad aumentare, come rivelano le analisi sulla concentrazione di CO₂ nell'atmosfera
Secondo l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la task-force delle Nazioni Unite che si occupa del mutamento climatico globale, il parere della scienza è inequivoco: le attività umane stanno producendo cambiamenti nel clima della Terra, con conseguenti rischi per l'ambiente e per la qualità della vita. Dal 1970 a oggi, la temperatura media del pianeta è aumentata di circa mezzo grado Celsius. Una delle ripercussioni riguarda i fenomeni metereologici, che in molte aree del mondo sono diventati più violenti ed estesi.È altamente probabile che anche le risorse di acqua dolce - forse la nostra risorsa naturale più preziosa e degradata - diventeranno sempre più scarse. In regioni come l'Africa subsahariana, per le quali i modelli climatici prevedono una riduzione della piovosità, l'impatto negativo sui raccolti e conseguentemente sulla sicurezza alimentare, sulla disponibilità di acqua e di materiali di base per le abitazioni potrebbe essere catastrofico.Il principale fattore che contribuisce al cambiamento climatico è il biossido di carbonio (CO₂), noto ai più come anidride carbonica, rilasciato nei processi di consumo di combustibili fossili. Le emissioni di anidride carbonica hanno raggiunto nel 2004 la quota di 29 miliardi di tonnellate e continuano ad aumentare, come rivelano le analisi sulla concentrazione di CO₂ nell'atmosfera
giovedì 15 gennaio 2009
L'emergenza auto e l'efficienza energetica
Dal Sole 24 Ore
La crisi del settore auto sarà al centro di un summit straordinario convocato dal commissario Ue all'Industria, Gunter Verheugen, per domani mattina. Al vertice sono stati invitati i ministri dell'Industria dei 27 Paesi Ue per esaminare le misure assunte a sostegno dell'auto e quelle in cantiere nei singoli Paesi e a livello comunitario. «La settimana successiva al vertice europeo – ha detto ieri il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola –ci sarà un incontro tra Francia, Germania e Italia». Insomma, eventuali eco-incentivi per dare ossigeno all'industria dell'auto saranno concertati con i Governi dei Paesi in cui hanno sede le grandi case automobilistiche. «Stiamo assistendo – ha spiegato Scajola –a quello che succede negli Usa; non possiamo distorcere il mercato ma se i provvedimenti degli Stati Uniti fossero molto vantaggiosi per il settore dell'auto non possiamo rimanere indietro ma sempre a livello di una politica europea condivisa».Difficile comunque la reintroduzione di incentivi alla rottamazione "vecchio stile" (scaduti alla fine del 2008); si potrebbe puntare piuttostoa sostenere la ricerca su nuovi modelli "ecologici" per la riduzione dell'impatto ambientale. L'importante, ha detto il ministro, «è che l'industria automobilistica vada nella direzione di una maggiore efficienza energetica e di un miglioramento delle tecnologie».
A questo link, potete leggere cosa ne pensa dell'energia responsabile Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni.
La crisi del settore auto sarà al centro di un summit straordinario convocato dal commissario Ue all'Industria, Gunter Verheugen, per domani mattina. Al vertice sono stati invitati i ministri dell'Industria dei 27 Paesi Ue per esaminare le misure assunte a sostegno dell'auto e quelle in cantiere nei singoli Paesi e a livello comunitario. «La settimana successiva al vertice europeo – ha detto ieri il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola –ci sarà un incontro tra Francia, Germania e Italia». Insomma, eventuali eco-incentivi per dare ossigeno all'industria dell'auto saranno concertati con i Governi dei Paesi in cui hanno sede le grandi case automobilistiche. «Stiamo assistendo – ha spiegato Scajola –a quello che succede negli Usa; non possiamo distorcere il mercato ma se i provvedimenti degli Stati Uniti fossero molto vantaggiosi per il settore dell'auto non possiamo rimanere indietro ma sempre a livello di una politica europea condivisa».Difficile comunque la reintroduzione di incentivi alla rottamazione "vecchio stile" (scaduti alla fine del 2008); si potrebbe puntare piuttostoa sostenere la ricerca su nuovi modelli "ecologici" per la riduzione dell'impatto ambientale. L'importante, ha detto il ministro, «è che l'industria automobilistica vada nella direzione di una maggiore efficienza energetica e di un miglioramento delle tecnologie».
A questo link, potete leggere cosa ne pensa dell'energia responsabile Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni.
A Vignate le nuove case dovranno avere i pannelli solari
Dal Giorno
A VIGNATE LE NUOVE ABITAZIONI dovranno essere dotate di pannelli solari. E' quanto dispone una delibera approvata nell'ultima seduta consigliare. Ogni unità abitativa che verrà costruita in futuro dovrà sfruttare una determinata percentuale di energia pulita. «E' stato semplicemente recepito il nostro regolamento comunale, che a sua volta si è rifatto a una direttiva regionale - spiega il primo cittadino Emilio Vergani -. Il Comune, dal canto suo, ha cercato di dare il buon esempio installando impianti fotovoltaici sugli immobili di sua proprietà, quali per esempio la nuova biblioteca. L'edificio, da poco inaugurato, prevede anche un impianto di riscaldamento e raffredamento che utilizza l'acqua della falda come fluido di scambio». La biblioteca di via Fermi, del costo di circa un milione e 800mila euro, è l'opera più importante eretta durante l'amministrazione Vergani. «GRAZIE A UN contributo della fondazione Cariplo - prosegue il sindaco - abbiamo inoltre recentemente aderito al progetto "Audit energetico edifici comunali", commissionando a una società esterna il controllo dell'efficienza energetica dei nostri stabili. Audit in inglese significa infatti "verifica". Gli immobili sono stati quindi classificati secondo gli indicatori applicati nella nostra regione». Con la nuova modifica apportata al regolamento gli speculatori edilizi avranno vita difficile a Vignate? «Ormai non è rimasto più niente da costruire», commenta Vergani. Nel recente Piano di governo del territorio l'amministrazione comunale ha riconfermato l'obbiettivo di contenere l'espansione residenziale di Vignate: nei prossimi cinque-dieci anni si stima un aumento di circa mille abitanti, rispetto agli 8mila e 600 attuali. OLTRE IL 65 per cento del territorio della cittadina è destinato ad uso agricolo o a verde privato o pubblico. Sempre nel Pgt, spiega il Comune in una nota, Vignate ha cercato di ispirarsi ai dieci criteri di sviluppo sotenibile indicati dall'Unione Europea, come sensibilizzare i cittadini alle problematiche ambientali e limitare al massimo l'impiego delle risorse non rinnovabili
A VIGNATE LE NUOVE ABITAZIONI dovranno essere dotate di pannelli solari. E' quanto dispone una delibera approvata nell'ultima seduta consigliare. Ogni unità abitativa che verrà costruita in futuro dovrà sfruttare una determinata percentuale di energia pulita. «E' stato semplicemente recepito il nostro regolamento comunale, che a sua volta si è rifatto a una direttiva regionale - spiega il primo cittadino Emilio Vergani -. Il Comune, dal canto suo, ha cercato di dare il buon esempio installando impianti fotovoltaici sugli immobili di sua proprietà, quali per esempio la nuova biblioteca. L'edificio, da poco inaugurato, prevede anche un impianto di riscaldamento e raffredamento che utilizza l'acqua della falda come fluido di scambio». La biblioteca di via Fermi, del costo di circa un milione e 800mila euro, è l'opera più importante eretta durante l'amministrazione Vergani. «GRAZIE A UN contributo della fondazione Cariplo - prosegue il sindaco - abbiamo inoltre recentemente aderito al progetto "Audit energetico edifici comunali", commissionando a una società esterna il controllo dell'efficienza energetica dei nostri stabili. Audit in inglese significa infatti "verifica". Gli immobili sono stati quindi classificati secondo gli indicatori applicati nella nostra regione». Con la nuova modifica apportata al regolamento gli speculatori edilizi avranno vita difficile a Vignate? «Ormai non è rimasto più niente da costruire», commenta Vergani. Nel recente Piano di governo del territorio l'amministrazione comunale ha riconfermato l'obbiettivo di contenere l'espansione residenziale di Vignate: nei prossimi cinque-dieci anni si stima un aumento di circa mille abitanti, rispetto agli 8mila e 600 attuali. OLTRE IL 65 per cento del territorio della cittadina è destinato ad uso agricolo o a verde privato o pubblico. Sempre nel Pgt, spiega il Comune in una nota, Vignate ha cercato di ispirarsi ai dieci criteri di sviluppo sotenibile indicati dall'Unione Europea, come sensibilizzare i cittadini alle problematiche ambientali e limitare al massimo l'impiego delle risorse non rinnovabili
mercoledì 14 gennaio 2009
Il «basso consumo» vale una centrale
Il bilancio dell'Authority: in famiglia l'80% dei risparmi, dice il Sole 24 Ore
Centodieci milioni di euro ad altissima resa. Capaci di regalare ai cittadini benefici economici «tra le 9 e le 14 volte» la somma stanziata dallo Stato. Onore dunque ai "certificati bianchi" con i quali sono stati distribuiti gli incentivi al risparmio energetico. Che meritano di essere non solo riproposti ma anzi incrementati, afferma implicitamente l'Authority per l'energia nel suo terzo rapporto annuale sui «titoli di efficienza energetica».Da inizio 2005 fino a maggio 2008 abbiamo bruciato 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio in meno, evitando 5 milioni di tonnellate di famigerato CO2. Con «un risparmio che equivale alla produzione elettrica di una centrale da più di 1.100 MW e ai consumi domestici di più di 2,5 milioni di abitanti ». Come se una città come Roma avesse consumato energia gratis e senza emettere neanche un soffio. La parte del leone l'ha fatta l'edilizia residenziale («Le famiglie hanno assicurato l'80%del risparmio energetico totale ») ma anche le imprese hanno dimostrato che molto si può fare. Oltre 800mila elettrodomestici a basso consumo, 21 milioni di lampadine ad alta efficienza e 230mila metri quadri di pannelli solari popolano le case. Ma consistenti sono stati anche i «miglioramenti dell'efficienza energetica nei processi industriali, per effetto dell'installazione di centinaia di nuovi motori elettrici e di regolatori di frequenza, nonché di decine di sistemi di cogenerazione ». E anche nel settore pubblico – rimarca l'Authority – «sono statiresi più efficienti i sistemi di illuminazione grazie alla sostituzione di 420mila lampade e all'installazione di sistemi di regolazione automatica taglia-consumi».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Centodieci milioni di euro ad altissima resa. Capaci di regalare ai cittadini benefici economici «tra le 9 e le 14 volte» la somma stanziata dallo Stato. Onore dunque ai "certificati bianchi" con i quali sono stati distribuiti gli incentivi al risparmio energetico. Che meritano di essere non solo riproposti ma anzi incrementati, afferma implicitamente l'Authority per l'energia nel suo terzo rapporto annuale sui «titoli di efficienza energetica».Da inizio 2005 fino a maggio 2008 abbiamo bruciato 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio in meno, evitando 5 milioni di tonnellate di famigerato CO2. Con «un risparmio che equivale alla produzione elettrica di una centrale da più di 1.100 MW e ai consumi domestici di più di 2,5 milioni di abitanti ». Come se una città come Roma avesse consumato energia gratis e senza emettere neanche un soffio. La parte del leone l'ha fatta l'edilizia residenziale («Le famiglie hanno assicurato l'80%del risparmio energetico totale ») ma anche le imprese hanno dimostrato che molto si può fare. Oltre 800mila elettrodomestici a basso consumo, 21 milioni di lampadine ad alta efficienza e 230mila metri quadri di pannelli solari popolano le case. Ma consistenti sono stati anche i «miglioramenti dell'efficienza energetica nei processi industriali, per effetto dell'installazione di centinaia di nuovi motori elettrici e di regolatori di frequenza, nonché di decine di sistemi di cogenerazione ». E anche nel settore pubblico – rimarca l'Authority – «sono statiresi più efficienti i sistemi di illuminazione grazie alla sostituzione di 420mila lampade e all'installazione di sistemi di regolazione automatica taglia-consumi».
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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Enel brinda: il governo sbloccherà la «super centrale» di Porto Tolle
Da Finanza & Mercati
Il governo tende una mano all’ad di Enel, Fulvio Conti, e sblocca il progetto di «alta efficienza energetica» varato dall’azienda per riconvertire la centrale termoelettrica di Porto Tolle. Se le amministrazioni interessate non daranno il via libera ai lavori necessari a trasformare l’impianto situato sul delta del Po in una struttura «orimulsion» alimentata a carbone, scenderà in campo direttamente l’esecutivo. La decisione, secondo quanto risulta a F&M, è emersa nel preconsiglio di ieri e non è escluso che approdi sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri. Una boccata d’ossigeno per l’Enel, visto che il progetto e i relativi investimenti già stanziati in bilancio dal gruppo elettrico languono da tempo nelle secche delle procedure autorizzative per la valutazione d’impatto ambientale sia a livello centrale sia a livello locale. Si tratta di un vero e proprio macigno burocratico che Palazzo Chigi potrebbe decidere di rimuovere già nel vertice dei ministri convocato per venerdì con l’approvazione di un «parere sostitutivo» a quello degli enti direttamente interessati. Lo scopo è di abbreviare i tempi per la messa in esercizio della nuova centrale e di spianare la strada al piano di contenimento delle spese. L’impianto, che brucia ogni ora circa 138 tonnellate di gasolio Stz, secondo le stime di Enel, potrebbe infatti fare molto di più se fosse alimentato con idrocarburi, acqua e «carbone pulito».
Il governo tende una mano all’ad di Enel, Fulvio Conti, e sblocca il progetto di «alta efficienza energetica» varato dall’azienda per riconvertire la centrale termoelettrica di Porto Tolle. Se le amministrazioni interessate non daranno il via libera ai lavori necessari a trasformare l’impianto situato sul delta del Po in una struttura «orimulsion» alimentata a carbone, scenderà in campo direttamente l’esecutivo. La decisione, secondo quanto risulta a F&M, è emersa nel preconsiglio di ieri e non è escluso che approdi sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri. Una boccata d’ossigeno per l’Enel, visto che il progetto e i relativi investimenti già stanziati in bilancio dal gruppo elettrico languono da tempo nelle secche delle procedure autorizzative per la valutazione d’impatto ambientale sia a livello centrale sia a livello locale. Si tratta di un vero e proprio macigno burocratico che Palazzo Chigi potrebbe decidere di rimuovere già nel vertice dei ministri convocato per venerdì con l’approvazione di un «parere sostitutivo» a quello degli enti direttamente interessati. Lo scopo è di abbreviare i tempi per la messa in esercizio della nuova centrale e di spianare la strada al piano di contenimento delle spese. L’impianto, che brucia ogni ora circa 138 tonnellate di gasolio Stz, secondo le stime di Enel, potrebbe infatti fare molto di più se fosse alimentato con idrocarburi, acqua e «carbone pulito».
martedì 13 gennaio 2009
Il centro Ikea investe nel risparmio energetico
Corsico - Centri commerciali «ecologici»: Ikea fa scuola agli altri store della zona. Inserito in un progetto pilota tra Provincia di Milano e Ikea, il funzionamento dell’impianto di geoscambio a bassa entalpia più grande d’Europa verrà monitorato e riproposto in quello che è definita un centro commerciale naturale all’aperto: la nuova Vigevanese. «Questo progetto pilota con Ikea - afferma l’assessore provinciale all’Ambiente Bruna Brembilla - è importante, oltre che innovativo, perché mette in pratica due obiettivi fondamentali della Provincia di Milano: da un lato la produzione di energia pulita, assicurata dalle sonde geotermiche; dall’altro il risparmio dell’acqua, grazie al sistema di riciclo della risorsa idrica utilizzato dall’impianto. Inoltre questo progetto favorisce una significativa riduzione delle emissioni climalteranti, inserendosi a pieno titolo nelle finalità del Piano provinciale che ha attivato politiche energetiche che consentono un risparmio di 100mila tonnellate di CO2 ogni anno». Il geoscambio sarà ripagato nel lungo termine con la riduzione fino al 50% dei consumi energetici
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L'edilizia virtuosa persegue l'efficienza energetica
Il settore delle costruzioni sarebbe responsabile della metà dei consumi di risorse naturali. Le premesse per cambiare ci sono, come insegna l'esempio di Bolzano con l'iniziativa CasaClima.
Ma che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.
Ma i grandi gruppi petroliferi stanno facendo o no qualcosa per l’ambiente? Riporto il caso positivo di Eni che su iniziativa dell'amministratore delegato Paolo Scaroni ha lanciato più di un anno fa la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Ma che cosa fanno i grandi gruppi petroliferi per l’ambiente. Questo è quello che l’Eni, su iniziativa dell’amministratore delegato Paolo Scaroni, dichiara di fare ogni anno.
Ma i grandi gruppi petroliferi stanno facendo o no qualcosa per l’ambiente? Riporto il caso positivo di Eni che su iniziativa dell'amministratore delegato Paolo Scaroni ha lanciato più di un anno fa la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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lunedì 12 gennaio 2009
Efficienza energetica, bonus del 55% con un «avviso» all'agenzia Entrate
Dal Sole 24 Ore
Per l'agevolazione fiscale sugli interventi di risparmio energetico si dovrebbe tornare sostanzialmente alle regole previste prima della stretta introdotta dal decreto legge n. 185/2008.Solo per le spese sostenute nel 2009 e 2010, infatti, la detrazione del 55% dovrà essere ripartita in cinque anni e si dovrà inviare una comunicazione alle Entrate. Per usufruire del bonus del 55%, quindi, non si dovrà più attendere che l'Agenzia verifichi lasufficienza dei fondi. Sono queste le principali novità dell'emendamento approvato ieri in commissione Bilancio e Finanze della Camera, in sede di conversione in legge del Dl anticrisi. Novità che, ovviamente, dovranno essere confermate nel voto dell'Aula di Montecitorio e in quello del Senato poi, per diventare operative.In base al Dl anti-crisi, infatti, gli interessati al bonus per le spese del 2008 dovrebbero inviare un'istanza (condizionata alla copertura dei fondi stanziati) alle Entrate a partire dal prossimo 15 gennaio 2009. Confidando nella " promessa" modifica il "modello" per presentarla non è stato ancora approvato. Per cui nessuna domanda "fai da te" inviata alle Entrate da giovedì prossimo potrà essere presa in considerazione.Spese sostenute nel 2008 In base all'emendamento approvato ieri, per le spese sostenute nel 2008, l'agevolazione spetterà se verranno rispettati gli stessi adempimenti previsti per le spese sostenute nel 2007, senza inviare domande all'agenzia delle Entrate.Per i privati e i lavoratori autonomi ( professionisti), la spesa si considera "sostenuta" quando viene pagata attraverso il bonifico bancario, mentre per le imprese la spesa è sostenuta, per i beni mobili, alla data della consegna o spedizione, per le prestazioni di servizi, alla data della loro ultimazione.Chi ha "sostenuto" la spesa agevolata nel 2008 potrà beneficiare della detrazione Irpef o Ires del 55% già dai modelli Unico 2009 o nel 730 2009 relativi al 2008, se ha: effettuato nel 2008 i pagamenti tramite bonifico, contenente la specifica causale (condizione non necessaria per le imprese); acquisito l'attestato di certificazione energetica o di qualificazione energetica, prodotto da un tecnico abilitato (dal 2008, non più necessario per la sostituzione di finestre e l'installazione di pannelli solari); inviato la scheda informativa e i dati dell'attestato di certificazione energetica o di qualificazione energetica all'Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori.Se le spese sono state sostenute nel 2008 (pagate, per i privati), ma i lavori non sono ancora terminati, si potrà comunque iniziare a beneficiare dello sconto fiscale già dalle dichiarazioni dei redditi relative al 2008, a condizione che si predisponga una semplice dichiarazione in cui si attesti che i lavori non sono ancora ultimati (si veda «Il Sole 24 Ore» del 30 aprile 2008). La comunicazione all'Enea andrà inviata entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Per il 2008, la detrazione continuerà a poter essere ripartita da tre a dieci anni, a scelta irrevocabile del contribuente.Spese del 2009 e del 2010 Anche per le spese sostenute nel 2009 e nel 2010, non sarà più necessario inviare alle Entrate un'istanza per consentire il monitoraggio e la verifica del rispetto dei limiti dei fondi stanziati. L'emendamento approvato, infatti, prevede la sostituzione dell'istanza con una comunicazione da inviare alle Entrate e la fruizione della detrazione non sarà più «subordinata alla ricezione dell'assenso » da parte dell'Agenzia.I termini e le modalità della presentazione della comunicazione per il 2009 e 2010 verranno stabiliti da un provvedimento del direttore dell'agenzia delle Entrate.Per le spese future, quindi, oltre a tutti gli adempimenti previsti per le spese sostenute nel 2008, descritti in precedenza, dovrà essere inviata questa comunicazione alle Entrate. La detrazione Irpef o Ires, però, non potrà più essere ripartita, a scelta del contribuente, da trea dieci anni, ma dovrà essere suddivisa in cinque rate annuali di pari importo.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
Per l'agevolazione fiscale sugli interventi di risparmio energetico si dovrebbe tornare sostanzialmente alle regole previste prima della stretta introdotta dal decreto legge n. 185/2008.Solo per le spese sostenute nel 2009 e 2010, infatti, la detrazione del 55% dovrà essere ripartita in cinque anni e si dovrà inviare una comunicazione alle Entrate. Per usufruire del bonus del 55%, quindi, non si dovrà più attendere che l'Agenzia verifichi lasufficienza dei fondi. Sono queste le principali novità dell'emendamento approvato ieri in commissione Bilancio e Finanze della Camera, in sede di conversione in legge del Dl anticrisi. Novità che, ovviamente, dovranno essere confermate nel voto dell'Aula di Montecitorio e in quello del Senato poi, per diventare operative.In base al Dl anti-crisi, infatti, gli interessati al bonus per le spese del 2008 dovrebbero inviare un'istanza (condizionata alla copertura dei fondi stanziati) alle Entrate a partire dal prossimo 15 gennaio 2009. Confidando nella " promessa" modifica il "modello" per presentarla non è stato ancora approvato. Per cui nessuna domanda "fai da te" inviata alle Entrate da giovedì prossimo potrà essere presa in considerazione.Spese sostenute nel 2008 In base all'emendamento approvato ieri, per le spese sostenute nel 2008, l'agevolazione spetterà se verranno rispettati gli stessi adempimenti previsti per le spese sostenute nel 2007, senza inviare domande all'agenzia delle Entrate.Per i privati e i lavoratori autonomi ( professionisti), la spesa si considera "sostenuta" quando viene pagata attraverso il bonifico bancario, mentre per le imprese la spesa è sostenuta, per i beni mobili, alla data della consegna o spedizione, per le prestazioni di servizi, alla data della loro ultimazione.Chi ha "sostenuto" la spesa agevolata nel 2008 potrà beneficiare della detrazione Irpef o Ires del 55% già dai modelli Unico 2009 o nel 730 2009 relativi al 2008, se ha: effettuato nel 2008 i pagamenti tramite bonifico, contenente la specifica causale (condizione non necessaria per le imprese); acquisito l'attestato di certificazione energetica o di qualificazione energetica, prodotto da un tecnico abilitato (dal 2008, non più necessario per la sostituzione di finestre e l'installazione di pannelli solari); inviato la scheda informativa e i dati dell'attestato di certificazione energetica o di qualificazione energetica all'Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori.Se le spese sono state sostenute nel 2008 (pagate, per i privati), ma i lavori non sono ancora terminati, si potrà comunque iniziare a beneficiare dello sconto fiscale già dalle dichiarazioni dei redditi relative al 2008, a condizione che si predisponga una semplice dichiarazione in cui si attesti che i lavori non sono ancora ultimati (si veda «Il Sole 24 Ore» del 30 aprile 2008). La comunicazione all'Enea andrà inviata entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Per il 2008, la detrazione continuerà a poter essere ripartita da tre a dieci anni, a scelta irrevocabile del contribuente.Spese del 2009 e del 2010 Anche per le spese sostenute nel 2009 e nel 2010, non sarà più necessario inviare alle Entrate un'istanza per consentire il monitoraggio e la verifica del rispetto dei limiti dei fondi stanziati. L'emendamento approvato, infatti, prevede la sostituzione dell'istanza con una comunicazione da inviare alle Entrate e la fruizione della detrazione non sarà più «subordinata alla ricezione dell'assenso » da parte dell'Agenzia.I termini e le modalità della presentazione della comunicazione per il 2009 e 2010 verranno stabiliti da un provvedimento del direttore dell'agenzia delle Entrate.Per le spese future, quindi, oltre a tutti gli adempimenti previsti per le spese sostenute nel 2008, descritti in precedenza, dovrà essere inviata questa comunicazione alle Entrate. La detrazione Irpef o Ires, però, non potrà più essere ripartita, a scelta del contribuente, da trea dieci anni, ma dovrà essere suddivisa in cinque rate annuali di pari importo.
Un interessante progetto italiano di risparmio ed efficienza energetica è la Campagna di Efficienza Energetica 30PERCENTO, lanciata dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sulla bolletta energetica di ogni famiglia.
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Ecco le ultime eco-vittime: tv al plasma e Google
Dagli all'untore: le nuove norme Ue volute dalla lobby verde mettono al bando gli schermi piatti, dice il Giornale. E uno studio giura: anche internet inquina
Milano - Adesso ce l’hanno con Google. Hanno i loro siti, i blog, le community, le newsletter, le mail. E vogliono spegnere tutto, i motori di ricerca, se non internet direttamente, se stessi, che alla fine non sarebbe nemmeno una cattiva idea. I pasdaran dell’ecologicamente corretto si sono messi lì da bravi e hanno fatto quattro calcoli nuovi: ogni ricerca compiuta con Google produce sette grammi di Co2 contribuendo così ad aumentare pure lui il riscaldamento della temperatura del pianeta. Cioè con una sola ricerca su internet ti puoi scaldare un paio di tazze di tè, visto che consumi praticamente la stessa quantità di anidride carbonica. «Google gestisce enormi centri dati in tutto il mondo che consumano un’enorme quantità di energia ed ha perciò un nefasto impatto ambientale» ha sentenziato triste e negativo il professor Alex Wissner-Gross, fisico ricercatore dell’università di Harvard, citato dal britannico Times.
La navigazione su una semplice pagina, soprattutto su quelle dei siti ambientalisti di ogni ordine e grado, insiste il prof, produce circa 0,02 g di Co2 per secondo, che cresce, ovvio, se accompagnate da foto, filmati o animazioni. Sentenza che fa il paio con un altro studio americano che ha dimostrato come il settore dell’information technology, computer, telefonini, calcolatori e dintorni, è responsabile per il 2 per cento delle emissioni di Co2 in tutto il mondo, cioè praticamente la stessa percentuale prodotta dall’aviazione civile tutta. Per comunicazione e voli low cost meglio puntare sul piccione viaggiatore, due solo con una fava.
Ma ce n’è un’altra. Anche il televisore al plasma a schermo piatto è formalmente alla sbarra, accusato di crimini contro l’umanità, sentenza firmata dall’Unione europea in persona. L’Independent giusto ieri si è premurato di ricordare che le nuove direttive ultra restrittive dell’Unione europea in materia di protezione dell’ambiente e risparmio energetico, che Londra dovrà rispettare a partire dal 2015, potrebbero avere immediate, clamorose ed economicamente pesanti conseguenze un po’ dappertutto.
La direttiva punta infatti a ridurre drasticamente i consumi domestici mettendo fuori legge molti elettrodomestici, se non tutti. E vittime designate sono i pur molto desiderati supertelevisori al plasma, che l’Independent definisce i «Suv del salotto» che consumano quattro volte di più delle tv tradizionali. Anche noi del resto avevamo il sospetto che spegnere le trasmissioni della De Filippi o di Cucuzza sarebbe servito a combattere una volta per tutte l’effetto serra.
Il problema è che negli ultimi 30 anni il numero di apparecchi tv e gadget annessi e connessi in Inghilterra è quasi triplicato, più di 60 milioni di esemplari, senza contare ferri da stiro, lavastoviglie, videogiochi e compagnia suonante. Ma gli ultrà verdi sono fatti così: a Berlino forano le gomme delle auto, a Parigi spengono le luci dei negozi, a New York vietano l’acqua in bottiglia. E quando a Chernobyl scoprirono che la vita selvatica era tornata prepotente a vivere nei trenta chilometri attorno al reattore esploso, se ne uscirono con un «dovremmo buttare scorie radioattive anche in Amazzonia contro gli sfruttatori».
Niente luci, niente riscaldamento, tranne il bue e l’asinello, niente spostamenti, se non in bici o a piedi, niente frigoriferi, niente tv e giornali di carta, vasche da bagno, aria condizionata. Hanno come progetto politico la ricostituzione delle Repubbliche marinare ma se provi a dirgli qualcosa fanno i permalosi. Perché alla fine è l’uomo la vera peste del pianeta. Ma che volete fare: anche morire inquina...
Milano - Adesso ce l’hanno con Google. Hanno i loro siti, i blog, le community, le newsletter, le mail. E vogliono spegnere tutto, i motori di ricerca, se non internet direttamente, se stessi, che alla fine non sarebbe nemmeno una cattiva idea. I pasdaran dell’ecologicamente corretto si sono messi lì da bravi e hanno fatto quattro calcoli nuovi: ogni ricerca compiuta con Google produce sette grammi di Co2 contribuendo così ad aumentare pure lui il riscaldamento della temperatura del pianeta. Cioè con una sola ricerca su internet ti puoi scaldare un paio di tazze di tè, visto che consumi praticamente la stessa quantità di anidride carbonica. «Google gestisce enormi centri dati in tutto il mondo che consumano un’enorme quantità di energia ed ha perciò un nefasto impatto ambientale» ha sentenziato triste e negativo il professor Alex Wissner-Gross, fisico ricercatore dell’università di Harvard, citato dal britannico Times.
La navigazione su una semplice pagina, soprattutto su quelle dei siti ambientalisti di ogni ordine e grado, insiste il prof, produce circa 0,02 g di Co2 per secondo, che cresce, ovvio, se accompagnate da foto, filmati o animazioni. Sentenza che fa il paio con un altro studio americano che ha dimostrato come il settore dell’information technology, computer, telefonini, calcolatori e dintorni, è responsabile per il 2 per cento delle emissioni di Co2 in tutto il mondo, cioè praticamente la stessa percentuale prodotta dall’aviazione civile tutta. Per comunicazione e voli low cost meglio puntare sul piccione viaggiatore, due solo con una fava.
Ma ce n’è un’altra. Anche il televisore al plasma a schermo piatto è formalmente alla sbarra, accusato di crimini contro l’umanità, sentenza firmata dall’Unione europea in persona. L’Independent giusto ieri si è premurato di ricordare che le nuove direttive ultra restrittive dell’Unione europea in materia di protezione dell’ambiente e risparmio energetico, che Londra dovrà rispettare a partire dal 2015, potrebbero avere immediate, clamorose ed economicamente pesanti conseguenze un po’ dappertutto.
La direttiva punta infatti a ridurre drasticamente i consumi domestici mettendo fuori legge molti elettrodomestici, se non tutti. E vittime designate sono i pur molto desiderati supertelevisori al plasma, che l’Independent definisce i «Suv del salotto» che consumano quattro volte di più delle tv tradizionali. Anche noi del resto avevamo il sospetto che spegnere le trasmissioni della De Filippi o di Cucuzza sarebbe servito a combattere una volta per tutte l’effetto serra.
Il problema è che negli ultimi 30 anni il numero di apparecchi tv e gadget annessi e connessi in Inghilterra è quasi triplicato, più di 60 milioni di esemplari, senza contare ferri da stiro, lavastoviglie, videogiochi e compagnia suonante. Ma gli ultrà verdi sono fatti così: a Berlino forano le gomme delle auto, a Parigi spengono le luci dei negozi, a New York vietano l’acqua in bottiglia. E quando a Chernobyl scoprirono che la vita selvatica era tornata prepotente a vivere nei trenta chilometri attorno al reattore esploso, se ne uscirono con un «dovremmo buttare scorie radioattive anche in Amazzonia contro gli sfruttatori».
Niente luci, niente riscaldamento, tranne il bue e l’asinello, niente spostamenti, se non in bici o a piedi, niente frigoriferi, niente tv e giornali di carta, vasche da bagno, aria condizionata. Hanno come progetto politico la ricostituzione delle Repubbliche marinare ma se provi a dirgli qualcosa fanno i permalosi. Perché alla fine è l’uomo la vera peste del pianeta. Ma che volete fare: anche morire inquina...
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