Da Finanza & Mercati
Il governo tende una mano all’ad di Enel, Fulvio Conti, e sblocca il progetto di «alta efficienza energetica» varato dall’azienda per riconvertire la centrale termoelettrica di Porto Tolle. Se le amministrazioni interessate non daranno il via libera ai lavori necessari a trasformare l’impianto situato sul delta del Po in una struttura «orimulsion» alimentata a carbone, scenderà in campo direttamente l’esecutivo. La decisione, secondo quanto risulta a F&M, è emersa nel preconsiglio di ieri e non è escluso che approdi sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri. Una boccata d’ossigeno per l’Enel, visto che il progetto e i relativi investimenti già stanziati in bilancio dal gruppo elettrico languono da tempo nelle secche delle procedure autorizzative per la valutazione d’impatto ambientale sia a livello centrale sia a livello locale. Si tratta di un vero e proprio macigno burocratico che Palazzo Chigi potrebbe decidere di rimuovere già nel vertice dei ministri convocato per venerdì con l’approvazione di un «parere sostitutivo» a quello degli enti direttamente interessati. Lo scopo è di abbreviare i tempi per la messa in esercizio della nuova centrale e di spianare la strada al piano di contenimento delle spese. L’impianto, che brucia ogni ora circa 138 tonnellate di gasolio Stz, secondo le stime di Enel, potrebbe infatti fare molto di più se fosse alimentato con idrocarburi, acqua e «carbone pulito».
mercoledì 14 gennaio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento