martedì 24 marzo 2009
Uffici pubblici più «verdi»: risparmi fino a 1,8 miliardi
L'Ance solleciterà e coordinerà le amministrazioni locali promuovendo l'operazione. L'Abi attiverà un fondo bancario di garanzia. La Consip farà da "centrale acquisti" governando al meglio le gare tra fornitori. L'Unioncamere farà da interfaccia con le piccole e medie imprese che vorranno partecipare alla sfida. Prende forma così il progetto dell'Enea che sembra fatto apposta per affiancare il piano casa promesso dal Governo Berlusconi. La promessa è accattivante: elevare almeno del 20% l'efficienza energetica di almeno un terzo degli edifici della pubblica ammini-strazione, con benefici sul risparmio nelle spese di climatizzazione e nel contenimento delle emissioni. Si può fare «facilmente» e in tempi rapidi. «A costo zero e con una serie di riflessi positivi per l'intera economia del paese » rimarca Luigi Paganetto, presidente dell'Enea.Nessun via libera ad ampliamenti o rifacimenti in odore di contestazione, su questo versante. Semplicemente una riqualificazione energetica a colpi di infissi isolanti, coibentazioni, sostituzioni degli impianti di climatizzazione con quelli super-efficienti. Forti di strumenti normativi che a ben vedere già esistono, ma covano troppo spesso nei cas-setti, a cominciare dai decreti legislativi del 2005 e del 2006 sull'efficienza edilizia che recepiscono le direttive europee. Da combinare con le soluzioni di eco-architettura elaborate direttamente dagli scienziati dell'Enea nel loro avvenieristico progetto sull'"eco-Town", la città del futuro da far nascere all'insegna della microgenerazione distribuita, della telematica integrata e perfino delle serre verticali per le coltivazioni "condominiali".«Il Governo ci ha ora affidato il ruolo di agenzia per l'efficienza energetica, ed eccoci qua» incalza Paganetto, ben contento di mettere insieme l'anima tecnologica dell'Enea con la sua vocazione da economista. Grandi, a questo proposito, le aspettative: l'effetto moltiplicatore sull'occupazione e sull'attività industriale della riqualificazione di un terzo degli immobili pubblici è valutabile – nelle stime dell'Enea-addirittura in un incremento dello 0,6% del Pil. Il tutto a costo zero per lo stato e per le stesse amministrazioni che risponderanno all'appello, grazie agli strumenti tipici del project financing che verranno attivati dal pool di manovratori istituzionali che stanno mettendo a punto il percorso operativo.L'amministrazione che vorrà riqualificare il suo immobile potrà così rivolgersi ad un sistema centralizzato di istruttorie, certificazioni (fornite direttamente dell'Enea), griglie tecniche e gare d'appalto. Nessuna spesa: i finanziatori tratterranno la somma corrispondente al risparmio di spesa energetica realizzato fino a rimborso avvenuto (ci vorranno, in una stima di massima, tra i 10 e i 15 anni). Al titolare dell'immobile rimangono tutti i vantaggi indotti, in termini di sviluppo dell'occupazione locale e di riduzione delle emissioni che concorrono al rispetto degli obiettivi nazionali legati al "patto Kyoto". (Dal Sole 24 Ore)
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