giovedì 26 marzo 2009

Dalla casa sull´albero al recupero degli eco-mostri: l´Italia diventa sostenibile

C´è la casa sull´albero pronta ad accogliere i visitatori del Parco del Pollino in Calabria, costruita con materiali ecologici e riciclabili e con fonti energetiche rinnovabili. E c´è l´asilo nido nato dalla conversione dell´officina Piaggio nella periferia Sud di Milano, con pareti tutte tonde e angoli senza spigoli, fatta di materiali naturali trattati con sostanze atossiche perché i bambini possano toccare tutto senza farsi male. Sono solo due dei 41 progetti "sostenibili" firmati dagli architetti italiani che hanno partecipato a Sustainab.italy, call for paper lanciata dal Parc, Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l´architettura e l´arte contemporanea del ministero per i Beni e le attività culturali. Ben sintetizzati dal neologismo che unisce le parole sostenibilità e Italia, i 41 progetti costituiscono solo una piccola parte dei 174 giunti alla direzione del concorso. Saranno in mostra a Ecopolis, a Roma dal 1 al 3 aprile, in un´esposizione curata da Luca Molinari e Alessandro D´Onofrio, divisi in tre aree tematiche: a misura d´uomo (edifici realizzati con un scarso budget e a scopi sociali), frammenti di paesaggio (recupero edilizio e interventi per ridurre l´impatto ambientale), energie per l´ambiente (edifici alimentati da fonti di energia alternativa).Nella loro eterogenità formale, i progetti offrono formule diverse per sintetizzare uno o più aspetti del concetto di sostenibilità: rispetto per l´ambiente, delle differenze culturali, creazione di nuovi edifici o recupero di quelli esistenti. La bravura di alcuni di questi architetti sta infatti anche nell´aver ridato valore a complessi industriali caduti in disuso e perfino a eco-mostri. Come nel caso della cava abbandonata di Isola d´Arbia (Siena), recuperata per accogliere il nuovo stadio comunale. Il fatto che a Sustainab.italy abbiano partecipato progettisti giovani, tra i 35 e i 37 anni, e che sia frutto di un´iniziativa pubblica, è un segnale positivo che arriva proprio nei giorni in cui l´Italia si divide sull´opportunità di leggi del "fai da te" sull´edilizia. Abbiamo chiesto in proposito l´opinione del curatore, Luca Molinari: «In realtà le nuove generazioni danno per scontato che il motore della progettazione sia l´ecosostenibilità. Pochi giorni fa, durante una lezione (l´architetto ha una cattedra in Storia dell´architettura contemporanea presso alla Vanvitelli di Napoli ndr) discutevo con i ragazzi di queste nuove misure. È significativo che mentre in Italia si parla di aggiungere due stanze, in Francia e Inghilterra si progetta in termini ecologici. La grande differenza tra questi due modi di fare e di intendere l´architettura è che uno è conservativo e "fai da te", con un impatto incontrollato sul territorio, l´altro è aspirazione pubblica a migliorare l´ambiente in cui viviamo».Qual è, dunque, l´obiettivo cui tendere? «Bisogna imparare a costruire ecosostenibile, ma soprattutto evitare la "cementificazione ecosostenibile", ovvero la costruzione di tanti bellissimi edifici a risparmio energetico che però vanno a rosicchiare terreno al paesaggio. Trovo più interessante la capacità di demolire edifici con pochi decenni, tranquillamente "rottamabili" e convertirli in temi di ecompatibiltà». (Da Repubblica)

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