martedì 17 marzo 2009

Torino, un metro di casa in più se si risparmia energia

L’obiettivo prioritario era e resta quello di promuovere il risparmio energetico annuale, incentivando i privati. Ma, data la crisi in atto, la delibera che sarà approvata oggi dalla giunta comunale si carica di un significato in più: quello di un volano, potenzialmente significativo, per movimentare il settore dell’edilizia.La parola chiave è «sottotetti», ovvero la parte dei caseggiati sconosciuta a molti degli stessi inquilini, utilizzata prevalentemente come deposito, locali di sgombero o adibiti alla manutenzione. Oggi il regolamento edilizio consente di rendere abitabile il sottotetto con una sopraelevazione di 40 centimetri, ovviamente senza snaturare l’aspetto dell’edificio. La novità della variante, alla quale hanno lavorato gli assessori Domenico Mangone per la parte ambientale e Mario Viano per quella urbanistica, è la possibilità di aggiungere 60 centimetri ai 40 previsti, aumentando il margine per trasformare i vani ad uso residenziale. Esclusi gli edifici di interesse storico e quelli costruiti dopo il 1998. Come spiega Mangone, la contropartita è l’impegno da parte dei proprietari a realizzare interventi di recupero per garantire il risparmio annuale di energia dell’intero stabile. Il traguardo da raggiungere, rapportato all’ubicazione dell’edificio, alla categoria catastale e quindi ai costi da sostenere, è variabile. Z1 Centrale: 1.200 kWh per metro quadrato di superficie addizionale (categoria A2, A3); 700 (A4, A5); non previsto (A6); 1.200 (A2, A8). Z2 Semicentrale: 800 (A2, A3); 500 (A4, A5); 800 (A6); 1.200 (A7, A8). Z3 Periferia: 600 (A2, A3); 400 (A4, A5); 600 (A6); 1.200 (A7, A8). Z4 Collina (a est del Po): 1.200 (A2, A3); 700 (A4, A5); 1.200 (A6); 1.200 (A7, A8). Quattro le opzioni previste per centrare l’obiettivo del risparmio e aumentare la superficie abitabile senza incrementare quella di solaio, spiega Giuseppe Portolese, dirigente del settore Sostenibilità Ambientale e direttore generale dell’Agenzia comunale Energia e Ambiente: isolamento termico con cappotto esterno sulle pareti perimetrali e/o su solette orizzontali disperdenti verso l’esterno; isolamento di tutte le pareti perimetrali disperdenti verso l’esterno «insufflando» materiale isolante nell’intercapedine, più un sistema di ventilazione meccanica; sostituzione dei serramenti esterni; rimpiazzo di tutti i vetri con nuovi vetrocamera da installare sui serramenti esterni.Insomma: un piccolo premio volumetrico controbilanciato da un concreto impegno energetico. L’iniziativa, aggiunge Mangone, «punta a bonificare un patrimonio che sconta forti dispersioni termiche». Qualche numero: oltre il 30% degli edifici risulta costruito prima del ‘46, oltre il 60% tra il ‘46 e l’81, solo una piccola quota dopo il 1981. Ora la parola passa ai proprietari. (da La Stampa)

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