Da L'Opinione
Il ministro per le politiche europee Ronchi, per incarico di Gianni Letta, chiede all’Europa una revisione del 20-20-20, in nome di un paventato pericolo di deindustrializzazione. Aiutato in questo da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria e proprietaria di industria. L’Unione Europea vuole inquinare meno, ma a noi italiani non ci passa nemmeno per la testa. Così, è partito nella sua assurda missione diplomatica, per convincere gli europarlamentari italiani a fare fronte comune e sperare che la Commissione Ue ci conceda un compromesso sul pacchetto “energia-cambiamenti climatici”. La Commissione, infatti, in linea con gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo, ha messo a punto una serie di proposte legislative per la riduzione dei gas-serra e l’aumento delle energie rinnovabili. Nulla di sconvolgente, si capisce, ma una saggia risposta all’emergenza che nessuno può più negare: l’obiettivo è quello di ridurre del 20% le emissioni inquinanti, di portare al 20% la quota di energie rinnovabili e di migliorare del 20% l’efficienza energetica. Tutto questo entro il 2020, da cui il nome dell’accordo “20-20-20”. Ma Ronchi va a pietire di essere graziato perché con quei parametri rischiamo di perdere “competitività”. L’Europa finora è stata intransigente, ma il ministro Ronchi ci prova comunque: il 3 ottobre sarà a Parigi, il 6 a Varsavia e Berlino, l’8 tornerà a Bruxelles insieme al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Sul tema Vincenzo Pepe di Fareambiente dichiara che ancora una volta, in una visione veteropolitica la difesa dell’ambiente è vista come un limite e non come un’opportunità: energia e ambiente diventano un binomio contrastante. “L’energia rinnovabile - ribadisce Pepe - deve diventare il modo per una nuova visione del mondo”. Rimanere ancorati a logiche, ormai superate, non giova al Paese e al suo sviluppo. Un impegno serio sulle sostenibili diventa il modo per modernizzare davvero un Paese, che come più volte abbiamo detto si basa sull’arte e sul turismo. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili è un modo moderno per il reale sviluppo sostenibile.
martedì 30 settembre 2008
Corsa a investire sullo stoccaggio della CO2
Da Affari & Finanza
L'Eni di Paolo Scaroni, l'Enel di Fulvio Conti, General Electric, Technimont: non manca nessuno degli operatori del settore al Wec, World Energy Council, che si terrà il 3 ottobre a Roma, presso la nuova Fiera. Tra i temi caldi, la Ccs, carbon capture and storage, cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, una delle tecnologie più promettenti per la riduzione delle emissioni di gas serra. Un sistema dedicato agli impianti industriali coal based, ossia alimentati da fonti energetiche fossili. Il Ccs può ridurre le emissioni di gas serra di questi impianti fino all’8085% e, secondo gli scenari elaborati dalla Iaea, agenzia internazionale dell’energia, questa tecnologia darà un contributo negli obiettivi complessivi di riduzione delle emissioni stimato tra il 20 e il 28%.La Commissione Europea, con il terzo pacchetto sull’energia, ha deciso di incentivare lo sviluppo delle tecnologie Ccs, finanziando la costruzione e la messa in funzione, entro il 2015, di 12 impianti di dimostrazione delle tecnologie sostenibili dei combustibili fossili per la produzione commerciale di elettricità e lo Strategic Energy Technology Plan di Bruxelles segnala questa tecnologia come quella su cui concentrare sforzi e risorse economiche. La grande corsa a questo nuovo mercato è già cominciata e anche i gruppi italiani come Eni, Enel, Technimont, stanno investendo in questo settore che promette una rapida crescita. Si tratta infatti di mettere a punto impianti sempre più perfezionati e, soprattutto, sicuri. Da parte di alcune organizzazioni ecologiste, infatti, si sono levate accese contestazioni che riguardano proprio i rischi connessi. Come funzionano questi sistemi: consentono di catturare o "separare" la CO2 contenuta nelle fonti fossili, carbone o gas naturale ad esempio, per poi comprimerla e trasportarla tramite pipeline o serbatoi in depositi geologici sotterranei.
L'Eni di Paolo Scaroni, l'Enel di Fulvio Conti, General Electric, Technimont: non manca nessuno degli operatori del settore al Wec, World Energy Council, che si terrà il 3 ottobre a Roma, presso la nuova Fiera. Tra i temi caldi, la Ccs, carbon capture and storage, cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, una delle tecnologie più promettenti per la riduzione delle emissioni di gas serra. Un sistema dedicato agli impianti industriali coal based, ossia alimentati da fonti energetiche fossili. Il Ccs può ridurre le emissioni di gas serra di questi impianti fino all’8085% e, secondo gli scenari elaborati dalla Iaea, agenzia internazionale dell’energia, questa tecnologia darà un contributo negli obiettivi complessivi di riduzione delle emissioni stimato tra il 20 e il 28%.La Commissione Europea, con il terzo pacchetto sull’energia, ha deciso di incentivare lo sviluppo delle tecnologie Ccs, finanziando la costruzione e la messa in funzione, entro il 2015, di 12 impianti di dimostrazione delle tecnologie sostenibili dei combustibili fossili per la produzione commerciale di elettricità e lo Strategic Energy Technology Plan di Bruxelles segnala questa tecnologia come quella su cui concentrare sforzi e risorse economiche. La grande corsa a questo nuovo mercato è già cominciata e anche i gruppi italiani come Eni, Enel, Technimont, stanno investendo in questo settore che promette una rapida crescita. Si tratta infatti di mettere a punto impianti sempre più perfezionati e, soprattutto, sicuri. Da parte di alcune organizzazioni ecologiste, infatti, si sono levate accese contestazioni che riguardano proprio i rischi connessi. Come funzionano questi sistemi: consentono di catturare o "separare" la CO2 contenuta nelle fonti fossili, carbone o gas naturale ad esempio, per poi comprimerla e trasportarla tramite pipeline o serbatoi in depositi geologici sotterranei.
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lunedì 29 settembre 2008
Il sindaco premia i «tetti» verdi
In 14 Comuni bonus volumetrici per le coperture ecologiche, racconta il Sole 24 Ore
Rivestire le coperture degli edifici con manti erbosi, trasformandoli in tetti verdi o giardini pensili.L'Italia –sebbene in ritardo rispetto agli altri Paesi europei – sta lentamente virando verso il cosiddetto verde pensile: sono almeno 14 i Comuni i cui regolamenti edilizi incentivano l'uso del verde pensile. E il quadro è ancora provvisorio. «Stiamo aggiornando il database per arrivare a una mappa completa», sottolinea Paolo Abram, vicepresidente dell'Associazione italiana verde pensile ( Aivep), che ha dato vita al primo Osservatorio nazionale.Bolzano all'avanguardia Il Centro-Nord è in testa alla classifica delle iniziative. Bolzano può essere considerata la capitale italiana del verde pensile: è stata la prima città a favorire l'uso delle eco-coperture attraverso l'adozione, nel proprio regolamento edilizio, dell'indice Rie (Riduzione impatto edilizio),che dal 2004 impone l'uso di soluzioni in grado di favorire la permeabilità dei suoli per ottenere il permesso di costruire. «L'indice Rie – spiega Abram – ha comportato un aumento massiccio delle superfici a verde poiché rispondono perfettamente all'obiettivo».Nella città altoatesina sono 60mila i metri quadrati di tetti verdi all'attivo (150 su 300 i lotti per il momento esaminati).Centro Nord In Trentino Alto Adige si è attivato anche Rovereto (Tn), ma è l'Emilia Romagna la regione che conta più presenze tra i Comuni: Reggio Emilia, Rimini e Faenza (Ravenna) hanno inserito il verde pensile fra le soluzioni che consentono, nei primi due casi, di accedere a incentivi volumetrici ed economici destinati all'edilizia ecosostenibile e, nel caso di Faenza, di utilizzarlo nell'ambito della cosiddetta fascia di tutela a verde e nei nuovi edifici industriali.I capoluoghi Fra i capoluoghi di Regione si sono mossi Milano, Torino e Venezia. Nel 2006 la Giunta del capoluogo lombardo ha inserito la voce «verde pensile» fra gli aggiornamenti al Regolamento edilizio spingendone l'uso, laddove possibile, su tutte le coperture piane. A Torino dal 2005, nell'ambito di interventi edilizi che comportino variazioni volumetriche nei quali non sia possibile destinare a verde il 20% dei terreni, è obbligatorio adottare facciate o coperture verdi. E a Venezia le coperture green sono fra i requisiti che danno diritto alla riduzione degli oneri di urbanizzazione.Le altre iniziative vedono in campo Comuni di minori dimensione. Nel Piano di governo del territorio (Pgt) di Monza sono previsti incentivi edificatori per gli interventi che migliorano il contesto urbano tra cui le coperture a verde. Bereguardo (Pavia) impone negli edifici con copertura piana la realizzazione di coperture a verde. Il regolamento del Comune di Sacile (Pordenone) ammette, nel caso di parcheggi interrati, l'ampliamento del perimetro oltre quello dell'edificio se si realizza un sovrastante giardino pensile.Selargius (Cagliari) e Manfredonia ( Foggia) sono i due Comuni in rappresentanza del Sud. L'amministrazione sarda ha stabilito riduzioni fiscali o degli oneri concessori per chi realizza coperture con tetti verdi. Nella cittadina pugliese i giardini pensili sono invece scomputati dal calcolo delle pavimentazioni obbligatoriamente destinate ad aree verdi.
A livello famigliare, un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
Rivestire le coperture degli edifici con manti erbosi, trasformandoli in tetti verdi o giardini pensili.L'Italia –sebbene in ritardo rispetto agli altri Paesi europei – sta lentamente virando verso il cosiddetto verde pensile: sono almeno 14 i Comuni i cui regolamenti edilizi incentivano l'uso del verde pensile. E il quadro è ancora provvisorio. «Stiamo aggiornando il database per arrivare a una mappa completa», sottolinea Paolo Abram, vicepresidente dell'Associazione italiana verde pensile ( Aivep), che ha dato vita al primo Osservatorio nazionale.Bolzano all'avanguardia Il Centro-Nord è in testa alla classifica delle iniziative. Bolzano può essere considerata la capitale italiana del verde pensile: è stata la prima città a favorire l'uso delle eco-coperture attraverso l'adozione, nel proprio regolamento edilizio, dell'indice Rie (Riduzione impatto edilizio),che dal 2004 impone l'uso di soluzioni in grado di favorire la permeabilità dei suoli per ottenere il permesso di costruire. «L'indice Rie – spiega Abram – ha comportato un aumento massiccio delle superfici a verde poiché rispondono perfettamente all'obiettivo».Nella città altoatesina sono 60mila i metri quadrati di tetti verdi all'attivo (150 su 300 i lotti per il momento esaminati).Centro Nord In Trentino Alto Adige si è attivato anche Rovereto (Tn), ma è l'Emilia Romagna la regione che conta più presenze tra i Comuni: Reggio Emilia, Rimini e Faenza (Ravenna) hanno inserito il verde pensile fra le soluzioni che consentono, nei primi due casi, di accedere a incentivi volumetrici ed economici destinati all'edilizia ecosostenibile e, nel caso di Faenza, di utilizzarlo nell'ambito della cosiddetta fascia di tutela a verde e nei nuovi edifici industriali.I capoluoghi Fra i capoluoghi di Regione si sono mossi Milano, Torino e Venezia. Nel 2006 la Giunta del capoluogo lombardo ha inserito la voce «verde pensile» fra gli aggiornamenti al Regolamento edilizio spingendone l'uso, laddove possibile, su tutte le coperture piane. A Torino dal 2005, nell'ambito di interventi edilizi che comportino variazioni volumetriche nei quali non sia possibile destinare a verde il 20% dei terreni, è obbligatorio adottare facciate o coperture verdi. E a Venezia le coperture green sono fra i requisiti che danno diritto alla riduzione degli oneri di urbanizzazione.Le altre iniziative vedono in campo Comuni di minori dimensione. Nel Piano di governo del territorio (Pgt) di Monza sono previsti incentivi edificatori per gli interventi che migliorano il contesto urbano tra cui le coperture a verde. Bereguardo (Pavia) impone negli edifici con copertura piana la realizzazione di coperture a verde. Il regolamento del Comune di Sacile (Pordenone) ammette, nel caso di parcheggi interrati, l'ampliamento del perimetro oltre quello dell'edificio se si realizza un sovrastante giardino pensile.Selargius (Cagliari) e Manfredonia ( Foggia) sono i due Comuni in rappresentanza del Sud. L'amministrazione sarda ha stabilito riduzioni fiscali o degli oneri concessori per chi realizza coperture con tetti verdi. Nella cittadina pugliese i giardini pensili sono invece scomputati dal calcolo delle pavimentazioni obbligatoriamente destinate ad aree verdi.
A livello famigliare, un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
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Kyoto lancia gli emissions trader
Lo scambio di quote di gas serra passa da studi e consulenti, spiega Italia Oggi. Con il trattato di Kyoto le aziende che inquinano poco possono vendere i loro risparmi di emissioni dei gas a effetto serra a chi è meno ecologico; di conseguenza nasce un mercato ricco di opportunità e di nuove figure professionali, gli emissions traders, che si occupano di commercializzare queste quote di emissioni non utilizzate. L'anidride carbonica è diventata quindi come una materia prima, una merce come un'altra con la quale guadagnare o perdere denaro. Il centro del business europeo è Londra, dove lavorano attivamente trader, studi legali e consulenti finanziari .
Per poter essere un buon emissions trader occorre dimostrare forte determinazione al raggiungimento degli obiettivi di vendita assegnati e avere ottime capacità di relazione e negoziazione e autonomia operativa. Egli ha generalmente una formazione di stampo aziendalista, preferibilmente una laurea in Economia e Commercio e un'ottima conoscenza della lingua inglese.
Per poter essere un buon emissions trader occorre dimostrare forte determinazione al raggiungimento degli obiettivi di vendita assegnati e avere ottime capacità di relazione e negoziazione e autonomia operativa. Egli ha generalmente una formazione di stampo aziendalista, preferibilmente una laurea in Economia e Commercio e un'ottima conoscenza della lingua inglese.
venerdì 26 settembre 2008
L'Italia brilla nel fotovoltaico
Nel 2009 si prevede l'installazione di 250 megawatt con un fatturato di 1.200 milioni di euro.
“Risparmio energetico, l’esempio spagnolo”
Per ridurre i consumi il governo di Madrid abbassa i limiti di velocità e spegne le luci, spiega in un articolo L'Avanti
Il governo socialista spagnolo ha lanciato un progetto ambizioso mirato a ridurre considerevolmente i consumi energetici del Paese. Tra i cambiamenti più importanti per i cittadini vi è l’obbligo di non superare il limite massimo di velocità fissato a 80 km/h sulle strade extraurbane a due corsie. Miguel Sebastián, il ministro dell’Industria, si è espresso affermando: “Ogni volta che alziamo il piede dall’acceleratore, diamo un contributo positivo al Pil e all’occupazione del Paese”. La Spagna deve senza dubbio far fronte a una condizione che la vede svantaggiata rispetto alle altre nazioni europee. È infatti dipendente per l’84% da combustibili fossili e nello scorso anno ha speso diciassette miliardi di euro per importare il petrolio di cui necessita. L’attuale congiuntura economica mondiale rappresenta un chiaro segnale di profondi cambiamenti nel prossimo futuro e la Spagna, come del resto tutte le nazioni, deve intraprendere un cammino di riconversione non solo tecnologica, ma anche comportamentale. Lo “strumento” essenziale per cogliere i benefici di iniziative a carattere sociale è la piena comprensione, da parte della collettività, delle ragioni per cui è indispensabile modificare le proprie abitudini. La sensibilizzazione attraverso forme efficaci e facilmente fruibili di informazione e istruzione è insomma fondamentale per suscitare dei cambiamenti nei comportamenti quotidiani di un’intera società. Alcuni giorni fa il ministro spagnolo, Sebastián, ha citato una famosa frase di J. F. Kennedy, “non chiedete cosa può fare per voi il vostro Paese, ma ciò che potete fare voi per il vostro Paese”, richiamando a gran voce i suoi connazionali verso uno stile di vita più consapevole dell’ormai costosa offerta energetica. Tra le misure che l’intera penisola iberica dovrà adottare vi sono le limitazioni sulle temperature dei condizionatori (26ºC minimo in estate) e dei riscaldamenti (21ºC massimo in inverno, fatta eccezione per gli ospedali che potranno regolarsi diversamente), l’illuminazione pubblica sarà ridotta del 50%, le linee aeree commerciali potranno percorrere le rotte militari riducendo in tal modo i percorsi di circa il 20%, i mezzi del governo utilizzeranno biocarburanti per il 20%, i servizi di metropolitana resteranno attivi più a lungo nelle serate dei week-end e l’amministrazione pubblica si impegnerà in un progetto pilota volto alla produzione di circa un milione di vetture elettriche oppure ibride.
È importante ricordare che questi provvedimenti giungono a seguito dei pesanti danni economici causati dalla crescita incontenibile del prezzo del petrolio: l’inflazione in Spagna è aumentata del 5.1% su base annua (il dato si riferisce al mese di giugno di quest’anno) e il deficit commerciale è giunto a 42.8 miliardi di euro, ben 13% in più rispetto all’anno precedente.
Il governo socialista spagnolo ha lanciato un progetto ambizioso mirato a ridurre considerevolmente i consumi energetici del Paese. Tra i cambiamenti più importanti per i cittadini vi è l’obbligo di non superare il limite massimo di velocità fissato a 80 km/h sulle strade extraurbane a due corsie. Miguel Sebastián, il ministro dell’Industria, si è espresso affermando: “Ogni volta che alziamo il piede dall’acceleratore, diamo un contributo positivo al Pil e all’occupazione del Paese”. La Spagna deve senza dubbio far fronte a una condizione che la vede svantaggiata rispetto alle altre nazioni europee. È infatti dipendente per l’84% da combustibili fossili e nello scorso anno ha speso diciassette miliardi di euro per importare il petrolio di cui necessita. L’attuale congiuntura economica mondiale rappresenta un chiaro segnale di profondi cambiamenti nel prossimo futuro e la Spagna, come del resto tutte le nazioni, deve intraprendere un cammino di riconversione non solo tecnologica, ma anche comportamentale. Lo “strumento” essenziale per cogliere i benefici di iniziative a carattere sociale è la piena comprensione, da parte della collettività, delle ragioni per cui è indispensabile modificare le proprie abitudini. La sensibilizzazione attraverso forme efficaci e facilmente fruibili di informazione e istruzione è insomma fondamentale per suscitare dei cambiamenti nei comportamenti quotidiani di un’intera società. Alcuni giorni fa il ministro spagnolo, Sebastián, ha citato una famosa frase di J. F. Kennedy, “non chiedete cosa può fare per voi il vostro Paese, ma ciò che potete fare voi per il vostro Paese”, richiamando a gran voce i suoi connazionali verso uno stile di vita più consapevole dell’ormai costosa offerta energetica. Tra le misure che l’intera penisola iberica dovrà adottare vi sono le limitazioni sulle temperature dei condizionatori (26ºC minimo in estate) e dei riscaldamenti (21ºC massimo in inverno, fatta eccezione per gli ospedali che potranno regolarsi diversamente), l’illuminazione pubblica sarà ridotta del 50%, le linee aeree commerciali potranno percorrere le rotte militari riducendo in tal modo i percorsi di circa il 20%, i mezzi del governo utilizzeranno biocarburanti per il 20%, i servizi di metropolitana resteranno attivi più a lungo nelle serate dei week-end e l’amministrazione pubblica si impegnerà in un progetto pilota volto alla produzione di circa un milione di vetture elettriche oppure ibride.
È importante ricordare che questi provvedimenti giungono a seguito dei pesanti danni economici causati dalla crescita incontenibile del prezzo del petrolio: l’inflazione in Spagna è aumentata del 5.1% su base annua (il dato si riferisce al mese di giugno di quest’anno) e il deficit commerciale è giunto a 42.8 miliardi di euro, ben 13% in più rispetto all’anno precedente.
giovedì 25 settembre 2008
A Serravalle lo "Sportello energia"
Partirà nelle prossime settimane nel municipio di Serravalle lo «sportello energia», che farà da punto di riferimento ai cittadini che vorranno avere informazioni corrette su come attuare un uso razionale dei consumi. A spiegare l'iniziativa, che si inserisce nell'ambito del progetto «Sinergia: sportello energia» e che rientra nel «Programma Infea» della Provincia di Vercelli, è Roberto Mora, assessore comunale all'Ambiente: «Lo sportello vuole favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili e ridurre i consumi di energia, integrandosi con gli obiettivi di risparmio energetico». Continua l’assessore Mora: «Ne sono un esempio la riqualificazione degli impianti termici degli stabili comunali, edifici scolastici inclusi, attraverso la conversione delle centrali, ancora funzionanti a gasolio, all'utilizzo di metano, la messa in opera di una rete di teleriscaldamento».Lo sportello sosterrà anche campagne informative sulle tematiche energetiche. La prima iniziativa andrà in scena già a partire da domenica, e fino al 5 ottobre, con la presenza in piazza I Maggio, nell'ambito dei «Sun Days» (che in questi giorni stanno facendo tappa a Varallo), del camper didattico Mida, mirato a un'educazione ambientale da sperimentare e dotato, tra l’altro, di pannelli solari fotovoltaici. La postazione mobile sarà visitabile da chiunque sia interessato all'argomento. (dalla Stampa)
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Ambiente, con il piano Ue costi troppo alti per l'Italia
Dal Sole 24 Ore
Dalle aule di Bruxelles dell'Europarlamento è stato lanciato ieri un grido d'allarme dal ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi: l'ampio pacchetto di misure comunitarie in discussione sul clima e l'energia avrà un impatto negativo sulla competitività del sistema industriale italiano e dell'intera Europa se non sarà temperato nei modi e tempi di attuazione. Modifiche necessarie anche alla luce di una congiuntura economica negativa, segnata da crisi finanziarie e alti prezzi delle materie prime, che pongono già le aziende del Vecchio continente sotto pressione.«Dobbiamo evitare di sottoporre le imprese europee a degli oneri cui non sono soggetti i concorrenti di Paesi terzi – ha spiegato Ronchi agli eurodeputati italiani – altrimenti si rischia la deindustrializzazione dell'Europa».Vincoli che rischiano di diventare particolarmente pesanti per il sistema produttivo italiano.Ronchi ha presentato perciò una serie di richieste che il Governo presenterà alla presidenza francese di turno e ai partner europei in occasione del prossimo summit Ue, che si terrà il 15 e 16 ottobre a Bruxelles. Proposte per tenere in adeguato conto delle esigenze, per esempio, dei settori energivori o affinchè non si chiedano sforzi eccessivi a un'industria automobilistica nazionale che è già ai primi posti in Europa per il basso livello di emissioni di Co2, anche per l'incidenza di una forte produzione di basse cilindrate. Il Governo italiano, ha precisato il ministro Ronchi, conferma l'adesione agli obiettivi riassunti nella formula 20- 20-20 (entro l'anno 2020 riduzione delle emissioni di gas serra del 20%,quota di energia rinnovabili pari al 20% dei consumi totali, incremento del 20% dell'efficienza energetica). Ma richiede alcuni puntuali adattamenti sia nei meccanismi di emission trading sia negli obiettivi sulle riduzioni di emissioni di CO2 delle auto che proprio oggi verranno votati dalla Commissione ambiente dell'Europarlamento. Una proposta di regolamento, che già penalizzava l'industria italiana, facendo sconti alle auto più pesanti, tipicamente prodotte dai costruttori tedeschi, e ora rischia di venire emendata in senso ancor più favorevole alla Germania.
L'energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni
Dalle aule di Bruxelles dell'Europarlamento è stato lanciato ieri un grido d'allarme dal ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi: l'ampio pacchetto di misure comunitarie in discussione sul clima e l'energia avrà un impatto negativo sulla competitività del sistema industriale italiano e dell'intera Europa se non sarà temperato nei modi e tempi di attuazione. Modifiche necessarie anche alla luce di una congiuntura economica negativa, segnata da crisi finanziarie e alti prezzi delle materie prime, che pongono già le aziende del Vecchio continente sotto pressione.«Dobbiamo evitare di sottoporre le imprese europee a degli oneri cui non sono soggetti i concorrenti di Paesi terzi – ha spiegato Ronchi agli eurodeputati italiani – altrimenti si rischia la deindustrializzazione dell'Europa».Vincoli che rischiano di diventare particolarmente pesanti per il sistema produttivo italiano.Ronchi ha presentato perciò una serie di richieste che il Governo presenterà alla presidenza francese di turno e ai partner europei in occasione del prossimo summit Ue, che si terrà il 15 e 16 ottobre a Bruxelles. Proposte per tenere in adeguato conto delle esigenze, per esempio, dei settori energivori o affinchè non si chiedano sforzi eccessivi a un'industria automobilistica nazionale che è già ai primi posti in Europa per il basso livello di emissioni di Co2, anche per l'incidenza di una forte produzione di basse cilindrate. Il Governo italiano, ha precisato il ministro Ronchi, conferma l'adesione agli obiettivi riassunti nella formula 20- 20-20 (entro l'anno 2020 riduzione delle emissioni di gas serra del 20%,quota di energia rinnovabili pari al 20% dei consumi totali, incremento del 20% dell'efficienza energetica). Ma richiede alcuni puntuali adattamenti sia nei meccanismi di emission trading sia negli obiettivi sulle riduzioni di emissioni di CO2 delle auto che proprio oggi verranno votati dalla Commissione ambiente dell'Europarlamento. Una proposta di regolamento, che già penalizzava l'industria italiana, facendo sconti alle auto più pesanti, tipicamente prodotte dai costruttori tedeschi, e ora rischia di venire emendata in senso ancor più favorevole alla Germania.
L'energia responsabile secondo Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni
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mercoledì 24 settembre 2008
'Industria 2015', efficienza energetica e mobilita' sostenibile
Sono 1.690 le imprese e i centri di ricerca che hanno partecipato con 142 progetti ai primi due bandi di innovazione industriale di 'Industria 2015' su Efficienza energetica e Mobilita' sostenibile, chiusi il 15 settembre scorso. Gli incentivi dei due bandi, pari a 380 milioni - si legge nella nota del Ministero - potrebbero mettere in moto investimenti in ricerca e innovazione per 3,1 miliardi di euro, 1,7 per Efficienza energetica e 1,4 per Mobilita' sostenibile. "La partecipazione ai due bandi - ha commentato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola - e' un grande successo, perche' dimostra che il sistema produttivo e di ricerca italiano e' pronto a rispondere positivamente agli stimoli verso la modernizzazione e il miglioramento tecnologico. Di particolare rilievo la dimensione dei partenariati, in media tredici partecipanti per Mobilita' sostenibile e otto per Efficienza energetica; la partecipazione delle piccole imprese, la cui quota di investimenti e' pari al 40/ e la presenza di aziende e centri di ricerca del Sud. Per reagire alla crisi finanziaria mondiale occorre puntare sull'economia reale e sull'aumento di produttivita'. E questo significa in primo luogo ricerca e innovazione". I 142 progetti presentati verranno ora vagliati dal Ministero con il supporto dell'Agenzia per l'Innovazione di Milano, in modo da erogare gli incentivi entro l'anno. Il ministro Scajola ha gia' firmato il terzo bando su Tecnologie per il Made in Italy, per il quale le domande andranno presentate entro il primo dicembre.
Effetto-Campania: i rifiuti come business
Articolo dal Sole 24 Ore
Basta dare una rapida occhiata alla "bacheca online" organizzata dal ministero dello Sviluppo ( www. industria2015. ipi.it) per capire dove può spingersi la fantasia degli "inventori" italiani.Le 142 proposte appena giunte al ministero al momento non sono state rese note. Ma lo scambio di progetti e la ricerca di partner che in questi mesi sono stati ospitati su internet sono lo specchio fedele di quello che bolle in pentola. L'"Efficienza energetica" ha un po' più di appeal, con idee che vanno da dispositivi ed apparati di illuminazione (Led) ad altissima efficienza energetica, allo sviluppo di reti di sensori wireless (senza fili). La mobilità sostenibile attira soprattutto medie e grandi aziende, anche per il costo medio più elevato dei singoli progetti (nuovi tipi di abitacoli superleggeri, per fare solo un esempio).Le aree tematiche I due grandi settori che hanno ufficialmente aperto il programma Industria 2015 sono stati suddivisi a loro volta in aree tematiche.La crisi campana dei rifiuti sembra aver acceso il fiuto per gli affari di aziende e centri di ricerca: "Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti", un business a lungo considerato di seconda fascia, ha calamitato in tutto progetti per 449,6 milioni, quasi un terzo del totale. Meno sorprendente l'exploit del fotovoltaico (341 milioni di euro) e dell'eolico (180,8 milioni) mentre si affacciano anche i primi progetti per le celle a combustibile a idrogeno (52,9 milioni).Nel grande settore della "Mobilità sostenibile" si punta invece con più decisione ai sistemi per la sicurezza (421 milioni su 1,4 miliardi totali di possibili investimenti).Con 297 milioni il trasporto su gomma, ecologico ed hi-tech, ha la meglio sui veicoli su rotaia ( 140 milioni) mentre l'intermodalità attrae progetti industriali per 125 milioni. Spicca però soprattutto la vivacità dell'industria navale: proposti investimenti per 110 milioni nei «sistemi e sottosistemi navali competitivi» e per ben 295 milioni per «imbarcazioni energeticamente efficienti».Le regioni Non sorprende più di tanto, a questo punto, che nella graduatoria della Mobilità sostenibile sia la Liguria, forte del suo polo navale, la regione più prolifica: 289 milioni. Seguita, con sorpresa in questo caso, dal Piemonte le cui aziende presentano proposte per 210 milioni totali. Alle loro spalle il Lazio con 186 milioni e la Campania con 101,5 milioni.Diversa la rappresentazione geografica che emerge dalle proposte per "Efficienza energetica". In questo caso in testa figurano la Lombardia, con 249 milioni, il Lazio (213 milioni) e l'EmiliaRomagna (141 milioni).C'è infine un po' di spazio per partner stranieri, in campo con partecipazioni ai progetti per un costo totale di 18 milioni nel settore energetico e di 12 milioni per la Mobilità sostenibile.
Basta dare una rapida occhiata alla "bacheca online" organizzata dal ministero dello Sviluppo ( www. industria2015. ipi.it) per capire dove può spingersi la fantasia degli "inventori" italiani.Le 142 proposte appena giunte al ministero al momento non sono state rese note. Ma lo scambio di progetti e la ricerca di partner che in questi mesi sono stati ospitati su internet sono lo specchio fedele di quello che bolle in pentola. L'"Efficienza energetica" ha un po' più di appeal, con idee che vanno da dispositivi ed apparati di illuminazione (Led) ad altissima efficienza energetica, allo sviluppo di reti di sensori wireless (senza fili). La mobilità sostenibile attira soprattutto medie e grandi aziende, anche per il costo medio più elevato dei singoli progetti (nuovi tipi di abitacoli superleggeri, per fare solo un esempio).Le aree tematiche I due grandi settori che hanno ufficialmente aperto il programma Industria 2015 sono stati suddivisi a loro volta in aree tematiche.La crisi campana dei rifiuti sembra aver acceso il fiuto per gli affari di aziende e centri di ricerca: "Bioenergia e produzione di energia dai rifiuti", un business a lungo considerato di seconda fascia, ha calamitato in tutto progetti per 449,6 milioni, quasi un terzo del totale. Meno sorprendente l'exploit del fotovoltaico (341 milioni di euro) e dell'eolico (180,8 milioni) mentre si affacciano anche i primi progetti per le celle a combustibile a idrogeno (52,9 milioni).Nel grande settore della "Mobilità sostenibile" si punta invece con più decisione ai sistemi per la sicurezza (421 milioni su 1,4 miliardi totali di possibili investimenti).Con 297 milioni il trasporto su gomma, ecologico ed hi-tech, ha la meglio sui veicoli su rotaia ( 140 milioni) mentre l'intermodalità attrae progetti industriali per 125 milioni. Spicca però soprattutto la vivacità dell'industria navale: proposti investimenti per 110 milioni nei «sistemi e sottosistemi navali competitivi» e per ben 295 milioni per «imbarcazioni energeticamente efficienti».Le regioni Non sorprende più di tanto, a questo punto, che nella graduatoria della Mobilità sostenibile sia la Liguria, forte del suo polo navale, la regione più prolifica: 289 milioni. Seguita, con sorpresa in questo caso, dal Piemonte le cui aziende presentano proposte per 210 milioni totali. Alle loro spalle il Lazio con 186 milioni e la Campania con 101,5 milioni.Diversa la rappresentazione geografica che emerge dalle proposte per "Efficienza energetica". In questo caso in testa figurano la Lombardia, con 249 milioni, il Lazio (213 milioni) e l'EmiliaRomagna (141 milioni).C'è infine un po' di spazio per partner stranieri, in campo con partecipazioni ai progetti per un costo totale di 18 milioni nel settore energetico e di 12 milioni per la Mobilità sostenibile.
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martedì 23 settembre 2008
«Più aiuti per le fonti rinnovabili»
Le aziende dell'energia rinnovabile sono preoccupate per le politiche italiane che potrebbero frenare i programmi di sviluppo nel settore, spiega il Sole 24 Ore. In particolare, preoccupano le stime elaborate in questi giorni dai ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico sugli effetti della direttiva europea «20-20-20» che impegna a una crescita del 20% per l'efficienza energetica, a un ricorso del 20% alle fonti rinnovabili di energia e alla riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica in Europa entro il 2020. Secondo le stime dei ministeri, il costo che l'Italia dovrebbe sostenere per applicare questa direttiva potrebbe essere talmente alto – fino a oltre 25 miliardi di euro l'anno – da spingere a un cambiamento delle politiche nazionali. A metà ottobre i Governi europei si riuniranno in un consiglio dei ministri e l'Italia potrebbe proporre un cambiamento della politica europea sulla direttiva «20-20-20». Un cambiamento che potrebbe prevedere una riduzione nell'impegno italiano per le fonti rinnovabili d'energia.Nei giorni scorsi l'Assosolare, che riunisce aziende del settore fotovoltaico, ha avuto in un incontro tecnico a Palazzo Chigi.
La svolta ambientalista dei colossi informatici
Dal Giornale
La rivoluzione ambientalista degli ecocomputer: i pc del futuro saranno a basso consumo e costruiti con plastiche biodegradabili. I server oggi consumano quanto l'intera industria aeronautica mondiale
Scaricare la posta elettronica, giocare al solitario di Windows, dare un’occhiata alle ultime notizie sui siti dei quotidiani: per l’ambiente, equivale a scorrazzare a bordo di un fuoristrada. Nella rincorsa agli stili di vita verdi, il corridore ambientalista dovrà tenere da conto un nuovo, insidioso e inaspettato ostacolo: il pc. Il miliardo di computer che colonizzano oggi il pianeta è infatti responsabile del due per cento delle emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica, il gas principale causa dell’effetto serra. Percentuale a una prima lettura trascurabile, ma che in realtà rappresenta l’equivalente delle emissioni dell’intera industria aeronautica mondiale. Il petrolio consumato per tenere accesi i computer con cui milioni di adolescenti giocano in rete è lo stesso consumato dai vettori che solcano i cieli di tutto il mondo; ma c’è una differenza importante: i pc sono molto più avidi di energia degli aerei. Nel 1996 i server, calcolatori di maggiori dimensioni e potenza che forniscono servizi a altri computer (client), consumavano 100 watt, oggi oltre 400. A ciò si aggiunga la crescita esponenziale delle It: nel solo 2007 in Gran Bretagna è stato venduto il 48% in più di spazio per memorizzare i dati, contro il 3% d’aumento dei passeggeri aerei. E non è ancora finita: oltre a essere delle idrovore di energia in vita, il colpo più pesante all’ecosistema i personal computer lo danno da «morti», quando, diventati obsoleti (quattro anni la vita media di un pc da ufficio), devono essere rimpiazzati, e il cocktail di sostanze nocive che contengono deve essere smaltito. Il piombo, per esempio, rappresenta il 20% del peso del vetro di uno schermo, e i monitor catodici ne contengono fino a 2 kg.
Dell ha promesso di diventare la «società più verde dell’industria», e per riuscirci, oltre a puntare decisamente nelle sue ultime linee di produzione sui più alti livelli di efficienza energetica, ha avviato un progetto di riciclo «consapevole», offrendo di ritirare e smaltire gratuitamente ai suoi clienti i vecchi computer. Hp dal canto suo ha già da un anno adottato per i suoi hardware soluzioni tecniche come il «Dynamic smart cooling» tecnologia di raffreddamento efficiente delle componenti. La Micropro, addirittura, ha presentato un computer dal case (il rivestimento esterno) completamente biodegradabile. Siamo quindi di fronte alla rivoluzione verde dei pc? Forse. Molto dipenderà anche dagli investimenti dei governi, che potrebbero avviare campagne di rinnovo delle apparecchiature informatiche, come quelle per il rinnovo dei parchi auto. Perché, anche se eticamente fascinoso, il passaggio a tecnologie ecocompatibili porta con sé degli svantaggi, sia economici che in termini di prestazioni. Un computer dalle prestazioni «ecologiche» deve infatti ricorrere a processori a basso consumo, dalle prestazioni inferiori, e a dischi rigidi di memoria flash (la stessa tecnologia delle pennette usb), che consumano meno ma hanno minori capacità di immagazzinamento dei dati. Dal punto di vista economico, Patrick Gelsinger, vicepresidente di Intel, ha calcolato che le tecnologie «ambientalmente corrette» faranno lievitare il prezzo dei computer in media di 15 euro (20 euro il sovrapprezzo per i server), ma i risparmi sui consumi energetici dovrebbero permettere al consumatore di ammortizzare la maggior spesa in uno-due anni. L’utente è avvisato. Perché di prato fiorito non rimanga solo quello digitale, è il caso di darsi una mossa.
La rivoluzione ambientalista degli ecocomputer: i pc del futuro saranno a basso consumo e costruiti con plastiche biodegradabili. I server oggi consumano quanto l'intera industria aeronautica mondiale
Scaricare la posta elettronica, giocare al solitario di Windows, dare un’occhiata alle ultime notizie sui siti dei quotidiani: per l’ambiente, equivale a scorrazzare a bordo di un fuoristrada. Nella rincorsa agli stili di vita verdi, il corridore ambientalista dovrà tenere da conto un nuovo, insidioso e inaspettato ostacolo: il pc. Il miliardo di computer che colonizzano oggi il pianeta è infatti responsabile del due per cento delle emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica, il gas principale causa dell’effetto serra. Percentuale a una prima lettura trascurabile, ma che in realtà rappresenta l’equivalente delle emissioni dell’intera industria aeronautica mondiale. Il petrolio consumato per tenere accesi i computer con cui milioni di adolescenti giocano in rete è lo stesso consumato dai vettori che solcano i cieli di tutto il mondo; ma c’è una differenza importante: i pc sono molto più avidi di energia degli aerei. Nel 1996 i server, calcolatori di maggiori dimensioni e potenza che forniscono servizi a altri computer (client), consumavano 100 watt, oggi oltre 400. A ciò si aggiunga la crescita esponenziale delle It: nel solo 2007 in Gran Bretagna è stato venduto il 48% in più di spazio per memorizzare i dati, contro il 3% d’aumento dei passeggeri aerei. E non è ancora finita: oltre a essere delle idrovore di energia in vita, il colpo più pesante all’ecosistema i personal computer lo danno da «morti», quando, diventati obsoleti (quattro anni la vita media di un pc da ufficio), devono essere rimpiazzati, e il cocktail di sostanze nocive che contengono deve essere smaltito. Il piombo, per esempio, rappresenta il 20% del peso del vetro di uno schermo, e i monitor catodici ne contengono fino a 2 kg.
Dell ha promesso di diventare la «società più verde dell’industria», e per riuscirci, oltre a puntare decisamente nelle sue ultime linee di produzione sui più alti livelli di efficienza energetica, ha avviato un progetto di riciclo «consapevole», offrendo di ritirare e smaltire gratuitamente ai suoi clienti i vecchi computer. Hp dal canto suo ha già da un anno adottato per i suoi hardware soluzioni tecniche come il «Dynamic smart cooling» tecnologia di raffreddamento efficiente delle componenti. La Micropro, addirittura, ha presentato un computer dal case (il rivestimento esterno) completamente biodegradabile. Siamo quindi di fronte alla rivoluzione verde dei pc? Forse. Molto dipenderà anche dagli investimenti dei governi, che potrebbero avviare campagne di rinnovo delle apparecchiature informatiche, come quelle per il rinnovo dei parchi auto. Perché, anche se eticamente fascinoso, il passaggio a tecnologie ecocompatibili porta con sé degli svantaggi, sia economici che in termini di prestazioni. Un computer dalle prestazioni «ecologiche» deve infatti ricorrere a processori a basso consumo, dalle prestazioni inferiori, e a dischi rigidi di memoria flash (la stessa tecnologia delle pennette usb), che consumano meno ma hanno minori capacità di immagazzinamento dei dati. Dal punto di vista economico, Patrick Gelsinger, vicepresidente di Intel, ha calcolato che le tecnologie «ambientalmente corrette» faranno lievitare il prezzo dei computer in media di 15 euro (20 euro il sovrapprezzo per i server), ma i risparmi sui consumi energetici dovrebbero permettere al consumatore di ammortizzare la maggior spesa in uno-due anni. L’utente è avvisato. Perché di prato fiorito non rimanga solo quello digitale, è il caso di darsi una mossa.
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lunedì 22 settembre 2008
Il check-up di efficienza energetica
Iniziativa Anaci raccontata dal Sole 24 Ore
La sezione di Padova dell'Anaci (Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari) ha commissionato a uno studio di ingegneria l'analisi dell'efficienza energetica di circa 200 condomini. L'iniziativa accompagna il progetto sul risparmio energetico presentato dal Comune di Padova nell'ambito del programma comunitario Eie (Energy Intelligent Europe).«Gli edifici oggetto dello studio si trovano nella città di Padova e nelle province di Padova, Vicenza e Rovigo, e rappresentano circa il 5% degli immobili amministrati dai nostri associati in queste zone», spiega Giorgio Cambruzzi, presidente dell'Anaci di Padova.Per ogni condominio saranno analizzati i consumi di elettricità e combustibile da riscaldamento, le dispersioni di energia e i possibili rimedi. L'attenzione dei tecnici, coordinati da Pietro Bet, si concentrerà soprattutto sui muri esterni e sui serramenti. Nel primo trimestre 2009, al termine dello studio, saranno proposte alle assemblee di condominio le modifiche finalizzate al risparmio energetico, accompagnate da una relazione su costi e benefici.
Un progetto di risparmio ed eficcienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
La sezione di Padova dell'Anaci (Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari) ha commissionato a uno studio di ingegneria l'analisi dell'efficienza energetica di circa 200 condomini. L'iniziativa accompagna il progetto sul risparmio energetico presentato dal Comune di Padova nell'ambito del programma comunitario Eie (Energy Intelligent Europe).«Gli edifici oggetto dello studio si trovano nella città di Padova e nelle province di Padova, Vicenza e Rovigo, e rappresentano circa il 5% degli immobili amministrati dai nostri associati in queste zone», spiega Giorgio Cambruzzi, presidente dell'Anaci di Padova.Per ogni condominio saranno analizzati i consumi di elettricità e combustibile da riscaldamento, le dispersioni di energia e i possibili rimedi. L'attenzione dei tecnici, coordinati da Pietro Bet, si concentrerà soprattutto sui muri esterni e sui serramenti. Nel primo trimestre 2009, al termine dello studio, saranno proposte alle assemblee di condominio le modifiche finalizzate al risparmio energetico, accompagnate da una relazione su costi e benefici.
Un progetto di risparmio ed eficcienza energetica è stato lanciato dall’Eni di Paolo Scaroni più di un anno fa con l’obiettivo di permettere un risparmio del 30% sull’attuale bolletta energetica di ogni famiglia
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Da zucchero a benzina
Da Le Scienze
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin a Madison ha sviluppato un metodo per convertire i comuni zuccheri in miscele di idrocarburi, alcuni dei quali potrebbero, a loro volta, essere utilizzati per produrre diversi combustibili con interessanti prospettive per la sostituzione dei combustibili fossili. Anche se non si tratta di una metodica abbastanza efficiente da produrre quantità massicce di prodotto finito, lo studio è parte di uno sforzo per ripensare le fondamenta dei metodi di reazione, dal momento che gli sforzi produttivi si stanno spostando dal petrolio alle piante e alle atre biomasse come fonti di materie prime.
Un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin a Madison ha sviluppato un metodo per convertire i comuni zuccheri in miscele di idrocarburi, alcuni dei quali potrebbero, a loro volta, essere utilizzati per produrre diversi combustibili con interessanti prospettive per la sostituzione dei combustibili fossili. Anche se non si tratta di una metodica abbastanza efficiente da produrre quantità massicce di prodotto finito, lo studio è parte di uno sforzo per ripensare le fondamenta dei metodi di reazione, dal momento che gli sforzi produttivi si stanno spostando dal petrolio alle piante e alle atre biomasse come fonti di materie prime.
sabato 20 settembre 2008
In Lombardia incentivi per le moto pulite
Le novità sono queste: il Pirellone lancia incentivi pari a 3,5 milioni di euro indirizzati a chi acquista una moto nuova o rottama la vecchia per un modello a basso impatto ambientale che non abbia una cilindrata superiore a 400. Offrendo più quattrini (da 700 a 2mila euro) per coloro che scelgono l´elettrico o l´ibrido, molto meno se si vira sulla benzina (da 200 a 400). Duecento euro sono il premio per demolire il vecchio ciclomotore senza accollarsene un altro. Un´offerta, in collaborazione con Confindustria Ancma (l´associazione dei costruttori) e Cei Cives (la commissione italiana veicoli elettrici) valida fino all´esaurimento dei fondi. I bandi sono già aperti e sono indirizzati a residenti, imprese, enti della "Zona critica A1": ovvero 210 Comuni a rischio smog, capoluoghi compresi, in tutte le province lombarde eccetto Sondrio. La Regione ha stimato che il budget porterà al cambio di 10mila veicoli (in Italia moto e motorini sono 9 milioni e il 15 per cento, cioè un milione e 350mila, si trova in Lombardia) azzerando 60 tonnellate di polveri sottili e 1600 tonnellate di idrocarburi grazie ai motori di ultima generazione.
A Bologna si risparmia energia
Cresce l'interesse e aumentano gli investimenti dei bolognesi per il risparmio energetico. Lo dimostra una ricerca condotta da Cna tra le sue imprese impegnate in questo settore: negli ultimi due anni nel 70% delle aziende è aumentato il fatturato riferito agli interventi mirati al risparmio di energia. Gli interventi maggiormente richiesti sono stati l'installazione di caldaie a condensazione e di pannelli solari; molto interesse anche per il fotovoltaico e per l'isolamento di pareti e pavimenti
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giovedì 18 settembre 2008
Provincia di Roma punta sul risparmio energetico
"I cambiamenti del clima, cosi' come l'inquinamento atmosferico, non considerano i confini geografici ed istituzionali. Per questo e' fondamentale la collaborazione internazionale per gli aspetti globali, come quella tra gli enti locali per attivare azioni concrete sul territorio". Questo e' uno dei passaggi dell'intervento di Michele Civita, assessore alle Politiche del territorio e Tutela ambientale della Provincia di Roma, alla giornata conclusiva del progetto 'Roma per Kyoto'. "Bisogna considerare, ad esempio, - ha ricordato l'assessore - che l'aeroporto della Capitale e' situato in un altro Comune, cosi' come il porto a Civitavecchia, e che ogni giorno arrivano a Roma 600.000 pendolari. E' necessario, quindi, pianificare insieme lo sviluppo del territorio - ha proseguito Civita - per dotare l'area metropolitana di infrastrutture moderne per la mobilita'. La 'cura del ferro', i corridoi per il trasporto pubblico, i parcheggi di scambio, nuove regole per la logistica ed il trasporto merci, sono temi cruciali per politiche concertate che abbiano come obiettivo la riduzione della congestione dal traffico privato". "Bisogna, poi, mettere in campo iniziative concrete e coraggiose per migliorare la qualita' dell'aria, favorendo il ricorso a fonti energetiche sostenibili ed al fotovoltaico. La Provincia di Roma si muove in questa direzione favorendo il risparmio energetico attraverso contributi per la sostituzione di caldaie, e riconvertendo tutto il proprio patrimonio immobiliare, cominciando da 30 scuole, con impianti ad energia solare.
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stata messa a punto anche dall'Eni di Paolo Scaroni, iniziativa che prevede 24 consigli e che va sotto il nome di "Eni 30percento".
Un progetto di risparmio ed efficienza energetica è stata messa a punto anche dall'Eni di Paolo Scaroni, iniziativa che prevede 24 consigli e che va sotto il nome di "Eni 30percento".
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Martinat: accrescere il contributo delle rinnovabili
Il sootosegretario all'economia Ugo Martinat ha recentemente detto che: "per quanto riguarda le rinnovabili negli ultimi anni la potenza installata e' costantemente cresciuta, giungendo, a fine 2006, a oltre 21.000 MW. Ciononostante, la produzione energetica e' rimasta grosso modo costante, oscillando intorno ai 50 TWh. Conseguentemente, il rapporto tra produzione da fonti rinnovabili e produzione totale e' mediamente calato, assestandosi a circa il 16-17%. Questa situazione e' dovuta al fatto che i pur cospicui incrementi di produzione forniti dalle nuove fonti rinnovabili (eolico, solare e biomasse) e dalla geotermia, a mala pena compensano la contrazione dell'apporto della fonte idrica, causata da una serie di fattori che, in ultima analisi, riducono la disponibilita' di acqua per scopi idroelettrici". "E' allora evidente che allorche' questo Governo asserisce di voler ottenere dalle rinnovabili un contributo del 25%, esplicitamente manifesta l'intendimento di rafforzare l'impegno in questo settore - ha aggiunto il sottosegretario - impegno che tocca innanzitutto il problema della semplificazione delle procedure, in particolare connesse all'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio degli impianti" ed ha quindi ricordato il decreto legislativo approvato il 30 maggio scorso.
Enea, non solo ricerca sull'efficienza energetica
"Non e' possibileche un ente di ricerca si fermi alla ricerca: bisogna che questa ricerca, poi, trovi travaso nell'industria e lo strumento migliore e' proprio quello del trasferimento tecnologico". Parla cosi', al'Agi, Maurizio Urbani, direttore generale dell'Ente per le nuove tecnologie, l' Energia e l'Ambiente (Enea), intervenuto a Bari ad un convegno organizzato sul tema dell'energia pulita. Urbani ha ricordato che "pochi mesi fa e' uscito il decreto 115, che e' il ricevimento della Direttiva Comunitaria in materia di efficienza energetica. Enea e' chiamata a fare l'Agenzia per l'efficienza energetica e su questo sara' un impegno molto importante sia in termini di organizzazione che di Piano". "Noi - ha proseguito Urbani - abbiamo ricevuto all'inizio di agosto dal ministro Scajola un input deciso di come Enea deve contribuire e stiamo operando attraverso un'organizzazione ma anche attraverso la definizione dei piani che consentiranno il raggiungimento degli obiettivi. Questi piani - ha detto ancora Urbani - sono fatti di contenuto, mi riferisco a come attraverso le tecniche dell'efficienza ma anche della produzione di energia da rinnovabili, consentiranno di raggiungere quegli obiettivi che sono sicuramente obiettivi molto forti, molto difficili ma che, se sufficientemente stimolati e supportati da chi fa ricerca e industria, riteniamo di poter raggiungere".
Incentivi a chi costruisce nuove case “energetiche”
Chi costruirà «case ecologiche» a Casale Monferrato, dice la Stampa, potrà accedere a finanziamenti europei, regionali e stabiliti dalla finanziaria 2008 del governo Prodi per incentivare l’uso di energie rinnovabili. Vedrà inoltre rivalutato il valore della propria casa e, in futuro, una riduzione dell’Ici delle seconde case costruite secondo i canoni della bioarchitettura. I primi vantaggi, che riguardano le case di nuova costruzione, sono: riduzione di oneri di urbanizzazione e abbattimento degli oneri relativi ai costi di costruzione. Edifici dove sia possibile risparmiare il massimo di energia, insomma, di cui il Comune sollecita la costruzione «in un’ottica di risparmio energetico ed economico, riduzione dell’impatto ambientale, migliore vivibilità del territorio» come sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Riccardo Coppo. Il progetto fa riferimento al Protocollo Itaca cui Casale, con Alessandria e Valenza e la collaborazione della Consulta per l’edilizia provinciale, da tempo sta lavorando. Alcuni esperti che hanno costituito un gruppo di lavoro (un tecnico per ogni Comune, rappresentanti della Consulta Edilizia provinciale e del Politecnico di Torino) in collaborazione con il Comitato tecnico interregionale e il Cnr valuteranno le nuove costruzioni in base a una «scala di sostenibilità» (va da -1 a +5) che considera già in fase di progetto il consumo delle risorse (contenimento dei consumi energetici estivi, acqua calda sanitaria, illuminazione naturale, materiali eco-compatibili...) e i carichi ambientali (emissioni di gas serra, rifiuti solidi, rifiuti liquidi, permeabilità delle aree esterne...).
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mercoledì 17 settembre 2008
Piano starordinario per l'efficienza energetica
Da Panorama
L’Italia punta ad un mix energetico per avere energia al 50 per cento da fossile, al 25 per cento da fonti rinnovabili e al 25 per cento dal nucleare. Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico, lo ha ripetuto anche in occasione dell’inaugurazione della nuova centrale Enel a carbone pulito a Torrevaldaliga Nord, nei pressi di Civitavecchia, annunciando che “in autunno il governo varerà un piano straordinario per il risparmio e l’efficienza energetica con l’obiettivo di ridurre almeno dell’1 per cento l’anno i consumi attesi di energia”. L’impianto sarà in grado di soddisfare il 50 per cento del fabbisogno di energia elettrica del Lazio, pari a circa il 4 per cento dei consumi nazionali. Grazie alle tecnologie utilizzate, la centrale, pienamente operativa nel 2009 e il cui investimento complessivo è di circa 2 miliardi di euro, comporterà un abbattimento del 18 per cento delle emissioni di anidride carbone.
L’Italia punta ad un mix energetico per avere energia al 50 per cento da fossile, al 25 per cento da fonti rinnovabili e al 25 per cento dal nucleare. Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico, lo ha ripetuto anche in occasione dell’inaugurazione della nuova centrale Enel a carbone pulito a Torrevaldaliga Nord, nei pressi di Civitavecchia, annunciando che “in autunno il governo varerà un piano straordinario per il risparmio e l’efficienza energetica con l’obiettivo di ridurre almeno dell’1 per cento l’anno i consumi attesi di energia”. L’impianto sarà in grado di soddisfare il 50 per cento del fabbisogno di energia elettrica del Lazio, pari a circa il 4 per cento dei consumi nazionali. Grazie alle tecnologie utilizzate, la centrale, pienamente operativa nel 2009 e il cui investimento complessivo è di circa 2 miliardi di euro, comporterà un abbattimento del 18 per cento delle emissioni di anidride carbone.
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Legaambiente, serve disciplinare certificazione energetica edifici
"E' necessario colmare al piu' presto il vuoto normativo in materia di certificazione energetica degli edifici, altrimenti faremo ricorso in sede europea". Legambiente torna a chiedere al governo di recepire la direttiva Ue sull'etichettatura energetica nell'edilizia, dopo la riduzione degli obblighi di documentazione di quest'etichetta nei contratti d'affitto decisa nell'ultimo anno. Secondo Legambiente, "quello che manca e' una normativa che disciplini modalita' e sanzioni della certificazione degli edifici a livello nazionale".
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martedì 16 settembre 2008
Tetti che respirano e pareti fatte a strati, ecco la casa in classe A
Materiali selezionati, novità progettuali, e tecnologia d´avanguardia: i costi elettrici saranno ridotti dell´85% . Un'inchiesta di Repubblica
Sarà pronta a dicembre del prossimo anno e sarà una delle primissime palazzine ecosostenibili di Milano. Un edificio formato da tre strutture, suddiviso in cinque piani e con dodici appartamenti che sorgerà in via Ugolini: «Sarà completamente ecostenibile e avrà un´efficienza energetica massima» assicura Gianmaria Baraldi, della Arch & Arch, responsabile del progetto. L´edificio sarà una costruzione di classe A - ovvero la più virtuosa nella tabella di certificazione energetica del Cestec - e consumerà appena 28,2 kilowatt al metro quadrato all´anno. Questo risultato, spiegano gli addetti ai lavori, è raggiungibile soltanto attraverso una serie di piccoli ma geniali accorgimenti che consentono di risparmiare energia anche laddove sembrerebbe impensabile. Si parte dall´orientamento dell´asse dell´edificio. Il modo migliore per sfruttare i raggi solari è quello di avere una massima esposizione verso Sud, in modo da diminuire l´uso di luce elettrica e sfruttare appieno tutti i benefici del sole. Ma come impedire l´eccessivo riscaldamento delle stanze in estate? Semplice, basta progettare i balconi con schermature solari: quando il sole d´estate è più alto i raggi vengono bloccati, quando invece in inverno è più basso sono liberi di entrare direttamente. Altro problema sono i ponti termici. Potrà sembrare strano, ma i balconi nelle case tradizionali sono dispersori di energia. «Il 30 per cento del calore di un edificio - spiega Baraldi - si disperde attraverso i ponti termici dei balconi. Con i nostri raccordi termoisolanti, sarà come se i terrazzi fossero distaccati dall´edificio e questa dispersione non ci sarà più».
L'efficienza energetica secondo i 24 consigli dell'Eni di Paolo Scaroni
Sarà pronta a dicembre del prossimo anno e sarà una delle primissime palazzine ecosostenibili di Milano. Un edificio formato da tre strutture, suddiviso in cinque piani e con dodici appartamenti che sorgerà in via Ugolini: «Sarà completamente ecostenibile e avrà un´efficienza energetica massima» assicura Gianmaria Baraldi, della Arch & Arch, responsabile del progetto. L´edificio sarà una costruzione di classe A - ovvero la più virtuosa nella tabella di certificazione energetica del Cestec - e consumerà appena 28,2 kilowatt al metro quadrato all´anno. Questo risultato, spiegano gli addetti ai lavori, è raggiungibile soltanto attraverso una serie di piccoli ma geniali accorgimenti che consentono di risparmiare energia anche laddove sembrerebbe impensabile. Si parte dall´orientamento dell´asse dell´edificio. Il modo migliore per sfruttare i raggi solari è quello di avere una massima esposizione verso Sud, in modo da diminuire l´uso di luce elettrica e sfruttare appieno tutti i benefici del sole. Ma come impedire l´eccessivo riscaldamento delle stanze in estate? Semplice, basta progettare i balconi con schermature solari: quando il sole d´estate è più alto i raggi vengono bloccati, quando invece in inverno è più basso sono liberi di entrare direttamente. Altro problema sono i ponti termici. Potrà sembrare strano, ma i balconi nelle case tradizionali sono dispersori di energia. «Il 30 per cento del calore di un edificio - spiega Baraldi - si disperde attraverso i ponti termici dei balconi. Con i nostri raccordi termoisolanti, sarà come se i terrazzi fossero distaccati dall´edificio e questa dispersione non ci sarà più».
L'efficienza energetica secondo i 24 consigli dell'Eni di Paolo Scaroni
Un miliardo dai colossi energetici, arriva la Robin tax all´inglese
Anche il premier britannico Gordon Brown vara la sua "Robin Tax", secondo Repubblica. Non si tratterebbe, come in Italia, di una tassazione sugli utili straordinari delle società energetiche; Brown conta di chiedere alle sei principali società fornitrici di energia di contribuire alla creazione di un fondo per i meno abbienti. Il pacchetto prevede aiuti per 1,2 miliardi di euro da destinare a pensionati e proprietari di case a basso reddito (10 milioni di inglesi). I quali potranno usufruire gratis della possibilità di isolare termicamente i loro appartamenti. Per tutti, invece, sconti fino al 50% per lavori finalizzati al risparmio energetico.
lunedì 15 settembre 2008
Erg entra nel fotovoltaico con Permasteelisa
Erg Renew, società del gruppo Erg, e Permasteelisa sono entrate nel business del fotovoltaico di nuova generazione attraverso la partecipazione a un progetto per la ricerca e lo sviluppo di una tecnologia all'avanguardia per la produzione di pannelli solari non basati sul silicio. L'obiettivo dell'investimento, si legge in una nota diffusa ieri, è sviluppare nei prossimi quattro anni il fotovoltaico cosiddetto «organico» e realizzare una linea di produzione industriale di pannelli Dssc (Dye sensitized solar cells). Partner del progetto saranno le università di Roma TorVergata, Ferrara e Torino che si occuperanno dell'attività di ricerca. A esse si affiancherà un altro socio industriale, l'australiana Dyesol. Il progetto prevede investimenti complessivi per oltre 10 milioni di euro, cui Erg Renew e Permasteelisa contribuiranno con circa 2,5 milioni ciascuna e Dyesol con circa 1,5 milioni. Il progetto, inoltre, parteciperà al programma denominato «Industria 2015», che prevede piani di finanziamenti statali per attività di ricerca orientate all'efficienza energetica attraverso l'utilizzo di tecnologie innovative. Al termine della ricerca Erg Renew e Permasteelisa avvieranno, in esclusiva, l'attività di produzione e commercializzazione dei pannelli di nuova generazione.
Energia, il business del risparmio
Repubblica: fonti rinnovabili, meno consumi, così si salvano anche i bilanci
È considerato il teorico del "capitalismo naturale". In realtà Amory Lovins, fondatore e presidente del Rocky Mountain Institute, ha gestito progetti sull´efficienza energetica, le energie rinnovabili, l´edilizia per un valore di ben 30 miliardi di dollari. Emblematico il contratto con Wal Mart, numero uno mondiale della grande distribuzione che ha fruttato 350 milioni di dollari annui di risparmio imponendo ai produttori di camion di fornire mezzi che consumavano meno. «In questo modo, visto che Wal Mart è uno dei maggiori acquirenti di autotreni sul mercato Usa», spiega Lovins (oggi a Milano per un convegno a cura del Kyoto Club), «abbiamo imposto un nuovo standard al mercato che ha preteso camion in grado di consumare un terzo in meno di prima».La tesi di Lovins è semplice: difendendo l´ambiente riducendo (o addirittura annullando) le emissione di CO2 si possono guadagnare un mucchio di soldi. Lo sanno bene alla Stmicroelectronics, uno dei clienti di Lovins, che durante la gestione Pistorio fra il ‘94 e il 2006 ha ridotto di oltre il 5% annuo i consumi energetici a parità di produzione. «Se nel 2006 avessimo avuto la stessa efficienza energetica del ‘94», precisa lo stesso Pistorio, «i nostri costi sarebbero stati superiori di 200 milioni di dollari». E allora?Secondo Lovins bisogna «ripensare completamente il modo di progettare». E abbandonare la super specializzazione per adottare lo spirito «di un bravo ingegnere dell´età vittoriana». Poi aggiunge: «In realtà non solo l´ecologia è gratis. Ma consente forti guadagni. È grazie a questi principi, spiega ancora il fondatore del Rocky Mountain Institute che un´azienda americana produttrice di chip («non sono autorizzato a farne il nome») ha costruito una nuova fabbrica eliminando totalmente i sistemi di condizionamento e riscaldamento. Risultato: «E´ stato dimezzato il costo del capitale. Senza contare l´abbattimento dei costi energetici di gestione».Fra le sfide in cui è impegnato Lovins c´è quella per la riduzione dei consumi delle auto. «Utilizzando la fibra di carbonio a basso costo prodotta dalla Fiberforge di cui sono direttore», spiega, «abbiamo fabbricato un prototipo ibrido che pesa 857 chili e fa 100 chilometri con 3,56 litri. Ora la Toyota ha presentato una concept car che pesa solo 420 chili consumando meno». Secondo Lovins in tempi abbastanza brevi una o più produttori di auto avranno fabbriche super competitive in cui verranno prodotte auto molto leggere a bassissimo consumo. «A quel punto», dice, «sarà un guaio per chi sarà rimasto fuori da quel business.Riguardo all´Italia Lovins è abbastanza ottimista. I casi di efficienza energetica che saranno citati oggi da Gianni Silvestrini direttore scientifico del Kyoto Club, non mancano. «In Italia», conclude il direttore del Rocky Mountain Institute, «potreste fare molto nel settore dell´auto. Avete aziende nella formula uno che conoscono bene la fibra di carbonio. E avete imprese capaci di produrre questo stesso composto. Inoltre i vostri imprenditori sono molto flessibili...».
È considerato il teorico del "capitalismo naturale". In realtà Amory Lovins, fondatore e presidente del Rocky Mountain Institute, ha gestito progetti sull´efficienza energetica, le energie rinnovabili, l´edilizia per un valore di ben 30 miliardi di dollari. Emblematico il contratto con Wal Mart, numero uno mondiale della grande distribuzione che ha fruttato 350 milioni di dollari annui di risparmio imponendo ai produttori di camion di fornire mezzi che consumavano meno. «In questo modo, visto che Wal Mart è uno dei maggiori acquirenti di autotreni sul mercato Usa», spiega Lovins (oggi a Milano per un convegno a cura del Kyoto Club), «abbiamo imposto un nuovo standard al mercato che ha preteso camion in grado di consumare un terzo in meno di prima».La tesi di Lovins è semplice: difendendo l´ambiente riducendo (o addirittura annullando) le emissione di CO2 si possono guadagnare un mucchio di soldi. Lo sanno bene alla Stmicroelectronics, uno dei clienti di Lovins, che durante la gestione Pistorio fra il ‘94 e il 2006 ha ridotto di oltre il 5% annuo i consumi energetici a parità di produzione. «Se nel 2006 avessimo avuto la stessa efficienza energetica del ‘94», precisa lo stesso Pistorio, «i nostri costi sarebbero stati superiori di 200 milioni di dollari». E allora?Secondo Lovins bisogna «ripensare completamente il modo di progettare». E abbandonare la super specializzazione per adottare lo spirito «di un bravo ingegnere dell´età vittoriana». Poi aggiunge: «In realtà non solo l´ecologia è gratis. Ma consente forti guadagni. È grazie a questi principi, spiega ancora il fondatore del Rocky Mountain Institute che un´azienda americana produttrice di chip («non sono autorizzato a farne il nome») ha costruito una nuova fabbrica eliminando totalmente i sistemi di condizionamento e riscaldamento. Risultato: «E´ stato dimezzato il costo del capitale. Senza contare l´abbattimento dei costi energetici di gestione».Fra le sfide in cui è impegnato Lovins c´è quella per la riduzione dei consumi delle auto. «Utilizzando la fibra di carbonio a basso costo prodotta dalla Fiberforge di cui sono direttore», spiega, «abbiamo fabbricato un prototipo ibrido che pesa 857 chili e fa 100 chilometri con 3,56 litri. Ora la Toyota ha presentato una concept car che pesa solo 420 chili consumando meno». Secondo Lovins in tempi abbastanza brevi una o più produttori di auto avranno fabbriche super competitive in cui verranno prodotte auto molto leggere a bassissimo consumo. «A quel punto», dice, «sarà un guaio per chi sarà rimasto fuori da quel business.Riguardo all´Italia Lovins è abbastanza ottimista. I casi di efficienza energetica che saranno citati oggi da Gianni Silvestrini direttore scientifico del Kyoto Club, non mancano. «In Italia», conclude il direttore del Rocky Mountain Institute, «potreste fare molto nel settore dell´auto. Avete aziende nella formula uno che conoscono bene la fibra di carbonio. E avete imprese capaci di produrre questo stesso composto. Inoltre i vostri imprenditori sono molto flessibili...».
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domenica 14 settembre 2008
Cina post olimpiadi e ambiente, promossi con riserva
Migliorata l'aria di Pechino, secondo il Sole 24 Ore. Ma per gli esperti si poteva fare molto di più. T utto il mondo aveva chiesto Olimpiadi pulite e Pechino ci ha provato. Nelle due settimane di competizioni i maggiori inquinanti della criticata aria della capitale cinese (anidride solforosa, biossido di azoto e monossido di carbonio) sono scesi in media del 45 per cento.Merito dei circa 1,5 miliardi di euro spesi negli ultimi sette anni, in larga parte per misure di breve termine in città e dintorni. Circa duecento fabbriche, tra le prime responsabili delle polveri sottili, sono state chiuse o spostate. I cantieri hanno sospeso i lavori, sono entrate in funzione quattro nuove linee metropolitane e, soprattutto, le targhe alterne hanno tenuto lontane dalle strade per due mesi oltre due milioni di auto al giorno.
Provincia di Milano, Infoenergia al via
Sportelli informativi al servizio dei cittadini, degli operatori e degli enti pubblici; luoghi dove trovare informazioni, consigli e supporto sul risparmio energetico. Questo in breve il compito di «Infoenergia», la catena di servizi sul territorio promossa dalla Provincia di Milano. Primo ad aprire i battenti nel Sud Ovest milanese è quello di Cesano Boscone (diciassettesimo in tutta la provincia) che, proprio oggi, in occasione dello svolgimento della festa patronale, vedrà tagliare il nastro e inaugurare ufficialmente la struttura di piazza Moneta 18, alla presenza del sindaco di Cesano e dell’assessore all’Ambiente ed Energia della Provincia di Milano, Bruna Brembilla.
Da segnalare anche l'inizitiva messa in campo oltre un anno fa dall'Eni di Paolo Scaroni, "24 consigli per consumare meno", che punta tutto sull'eficienza energetica.
Da segnalare anche l'inizitiva messa in campo oltre un anno fa dall'Eni di Paolo Scaroni, "24 consigli per consumare meno", che punta tutto sull'eficienza energetica.
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venerdì 12 settembre 2008
Coca Cola, l'energia in una pellicola
Pochi micron di materiale fotosensibile, in grado di catturare la luce del sole e convertirla in corrente elettrica. In alcuni casi la pellicola ha una proprietà decisamente rilevante ai fini architettonici: è flessibile. La Coca Cola, a Los Angeles, ha una fabbrica all'interno di un capannone coperto da un tetto curvo. Per ridurre i consumi energetici tradizionali ha rivestito l'intero involucro superiore con un film sottile fotovoltaico. Si è adattato alla curvatura del soffitto e cattura energia senza alcun impatto paesaggistico.
Efficienza energetica ed ambiente, il conto è salato
Notizia tratta dal Sole 24 Ore
La direttiva europea «20-20-20» sull'ambiente e l'energia potrebbe costare all'Italia più di 23 miliardi di euro l'anno fra il 2013 e il 2020. Quanto una manovra finanziaria particolarmente robusta. Le stime più accreditate parlano di una cifra oltre i 20-23 miliardi con un'ipotesi massima oltre i 25 miliardi l'anno, fino ai 27 miliardi. Con il risultato, se il programma europeo riuscisse a essere applicato, di abbassare le emissioni mondiali di anidride carbonica dello 0,3% per quanto riguarda il solo contributo italiano e del 2% se si considera l'intera Unione europea. Da qualche giorno circolano alcuni documenti del Governo che, per la prima volta, fanno i conti in tasca alla direttiva europea di un anno e mezzo fa che impone ai Venticinque di ridurre entro il 2020 del 20% le emissioni di anidride carbonica (il gas accusato di cambiare il clima del mondo), di ridurre del 20% i consumi di energia e di portare al 20% il contributo delle fonti rinnovabili di energia. Questa sequenza ripetitiva del numero venti ha soprannominato la direttiva «20-20-20».
La direttiva europea «20-20-20» sull'ambiente e l'energia potrebbe costare all'Italia più di 23 miliardi di euro l'anno fra il 2013 e il 2020. Quanto una manovra finanziaria particolarmente robusta. Le stime più accreditate parlano di una cifra oltre i 20-23 miliardi con un'ipotesi massima oltre i 25 miliardi l'anno, fino ai 27 miliardi. Con il risultato, se il programma europeo riuscisse a essere applicato, di abbassare le emissioni mondiali di anidride carbonica dello 0,3% per quanto riguarda il solo contributo italiano e del 2% se si considera l'intera Unione europea. Da qualche giorno circolano alcuni documenti del Governo che, per la prima volta, fanno i conti in tasca alla direttiva europea di un anno e mezzo fa che impone ai Venticinque di ridurre entro il 2020 del 20% le emissioni di anidride carbonica (il gas accusato di cambiare il clima del mondo), di ridurre del 20% i consumi di energia e di portare al 20% il contributo delle fonti rinnovabili di energia. Questa sequenza ripetitiva del numero venti ha soprannominato la direttiva «20-20-20».
giovedì 11 settembre 2008
Ecco la classifica delle auto meno inquinanti
La Smart è in testa alla classifica delle auto sia a benzina sia a gasolio. E tra le marche italiane, nelle prime dieci posizioni in termini di emissioni si trovano la Fiat 500, la Panda, la Lancia Ypsilon e la Grande Punto. Sono le autovetture con le minori emissioni di anidride carbonica (CO2). A dirlo è il ministero dello Sviluppo economico che ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto approvato il 31 luglio scorso.
Al Gp di Monza un polo scientifico per studiare i biocombustibili
Un grande polo scientifico nell'autodromo di Monza, per studiare sicurezza stradale e nuovi combustibili. E' solo uno dei progetti che Cludio Vigano', dal 2004 presidente della Sias Autodromo, ha presentato prima del via al 79° Gran Premio d'Italia di Formula 1 e alla sfida Ferrari - McLaren. "Il nostro obiettivo - spiega Vigano' - e' quello di creare un'area attrezzata per la sperimentazione di carburanti e sistemi di propulsione innovativi, come biocombustibili, idrogeno e biogas".
mercoledì 10 settembre 2008
I Corsi sul risparmio energetico della Regione Lombardia
Nel futuro, una Scuola degli enti locali.Nell'immediato,una serie di corsi su risparmio energetico, sicurezza nei luoghi di lavoro, controllo di gestione, innovazione e alleggerimento burocratico nella pubblica amministrazione, responsabilità sociale. Sono alcuni dei principali contenuti del maxi-progetto di formazione messo in campo dalla Regione Lombardia tramite il suo Istituto di formazione, l'Iref. Si tratta di un piano di investimenti ingente: oltre 1,2 milioni di euro, ricavati dai fondi residui della programmazione dell'Fse, che oggi la Giunta ha destinato alla preparazione e all'aggiornamento del personale appartenente a Province e a Comuni. Su questo argomento si stanno ormai impegnando anche le principali utility, come l'Eni di Paolo Scaroni con i suoi 24 consigli per risparmiare energia.
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Energia, la Ue chiede efficienza
Articolo tratto dal Sole 24 Ore
Si chiama efficienza la sfida (e il nuovo, grande business) della politica energetica. Parola del commissario europeo per l'Energia, Andris Piebalgs, e degli altri esperti che hanno partecipato alla sessione sul tema e sui cambiamenti climatici nella prima giornata del workshop European house Ambrosetti in corso di svolgimento a Cernobbio (Como). Piebalgs si appresta a varare per l'inizio di novembre il piano di settore Ue con obiettivi molto ambiziosi e che prevedono di risparmiare fino al 20% rispetto ai consumi tendenziali, anche se con impatti molto diversi tra i vari settori: l'industria, per esempio, che ha già fatto parecchio su questo versante, ha margini ridotti per ridurre gli sprechi, mentre altri comparti come le abitazioni, itrasporti o l'agricoltura e iservizi possono tagliare molto di più.Vediamo lo scenario complessivo: i listini del petrolio si stabilizzeranno attorno a quota 100-110 dollari il barile, almeno nelle previsioni del commissario europeo. Piebalgs ha detto ieri che, «sulla base delle condizioni della domanda e dell'offerta il prezzo di orientamento dovrebbe essere attorno a 70 dollari, ma quella soglia sarà difficilmente raggiunta».Nonostante tutti gli interventi di risparmio, non c'è comunque da farsi illusioni. Secondo il commissario europeo la domanda mondiale di energia è destinata ad aumentare del 50% entro il 2030: «Già oggi la Ue importa la metà del suo fabbisogno, ma entro quella data la dipendenza salirà ai due terzi». Ecco perché è urgente intervenire con un piano articolato. Se si segue la politica del "business as usual", cioè senza azioni significative, ci troviamo davanti a uno scenario abbastanza preoccupante, viste anche le tensioni geopolitiche sempre in agguato sul versante degli approvvigionamenti. Se, invece, si interviene con politiche di efficienza energetica e di risparmio molto determinate, allora i ritorni sugli investimenti cominciano a diventare decisamente interessanti.
Si chiama efficienza la sfida (e il nuovo, grande business) della politica energetica. Parola del commissario europeo per l'Energia, Andris Piebalgs, e degli altri esperti che hanno partecipato alla sessione sul tema e sui cambiamenti climatici nella prima giornata del workshop European house Ambrosetti in corso di svolgimento a Cernobbio (Como). Piebalgs si appresta a varare per l'inizio di novembre il piano di settore Ue con obiettivi molto ambiziosi e che prevedono di risparmiare fino al 20% rispetto ai consumi tendenziali, anche se con impatti molto diversi tra i vari settori: l'industria, per esempio, che ha già fatto parecchio su questo versante, ha margini ridotti per ridurre gli sprechi, mentre altri comparti come le abitazioni, itrasporti o l'agricoltura e iservizi possono tagliare molto di più.Vediamo lo scenario complessivo: i listini del petrolio si stabilizzeranno attorno a quota 100-110 dollari il barile, almeno nelle previsioni del commissario europeo. Piebalgs ha detto ieri che, «sulla base delle condizioni della domanda e dell'offerta il prezzo di orientamento dovrebbe essere attorno a 70 dollari, ma quella soglia sarà difficilmente raggiunta».Nonostante tutti gli interventi di risparmio, non c'è comunque da farsi illusioni. Secondo il commissario europeo la domanda mondiale di energia è destinata ad aumentare del 50% entro il 2030: «Già oggi la Ue importa la metà del suo fabbisogno, ma entro quella data la dipendenza salirà ai due terzi». Ecco perché è urgente intervenire con un piano articolato. Se si segue la politica del "business as usual", cioè senza azioni significative, ci troviamo davanti a uno scenario abbastanza preoccupante, viste anche le tensioni geopolitiche sempre in agguato sul versante degli approvvigionamenti. Se, invece, si interviene con politiche di efficienza energetica e di risparmio molto determinate, allora i ritorni sugli investimenti cominciano a diventare decisamente interessanti.
martedì 9 settembre 2008
E anche Intel si lancia nel nuovo business del solare
Interessante articolo pubblicato sul settimanale Affari & Finanza di Repubblica.
Il settore del solare registra una "new entry" di gran lusso: nientemeno che la Intel, il gruppo californiano numero uno mondiale dei chip, sta investendo massicciamente in questo nuovo settore ritenuto fra i più redditizi del futuro. E’ un settore del tutto nuovo per la Intel ma evidentemente di grande avvenire e con forti prospettive di redditività, questo dell’energia solare e più in generale alternativa. La Intel, per favorire e sostenere la domanda di fonti di energia rinnovabili, sta creando una serie di spinoff, cioè di piccole società formate da qualche dirigente nella quale essa stessa investe, soprattutto nel solare. Ha creato una divisione apposita di finanziamenti, il neonato gruppo Intel New Business Initiatives.
Il settore del solare registra una "new entry" di gran lusso: nientemeno che la Intel, il gruppo californiano numero uno mondiale dei chip, sta investendo massicciamente in questo nuovo settore ritenuto fra i più redditizi del futuro. E’ un settore del tutto nuovo per la Intel ma evidentemente di grande avvenire e con forti prospettive di redditività, questo dell’energia solare e più in generale alternativa. La Intel, per favorire e sostenere la domanda di fonti di energia rinnovabili, sta creando una serie di spinoff, cioè di piccole società formate da qualche dirigente nella quale essa stessa investe, soprattutto nel solare. Ha creato una divisione apposita di finanziamenti, il neonato gruppo Intel New Business Initiatives.
Riscaldamento e risparmio energetico
Anche la prossima accensione dei termosifoni deve sottostare alle norme sul risparmio energetico.
Nella stragrande maggioranza delle località italiane, i caloriferi possono entrare in funzione solo in certi periodi dell'anno e per un certo numero di ore al giorno. La materia è regolata dal Dpr 412/93. I tempi di accensione concessi variano a seconda della cosiddetta " zona energetica": a ognuno degli oltre 8.100 comuni italiani viene attribuita una delle sei "zone" esistenti (dalla A alla F). Per esempio, a Lampedusa è possibile riscaldare solo dal 1 dicembre al 15 marzo per sei ore al giorno (zona A), a Cuneo si può tener sempre acceso (zona F). A parte la zona F, l'impianto va comunque acceso dopo le 5 di mattino e chiuso dopo le 23. Le ore/giorni permesse possono essere frazionate in due o più periodi, a seconda della necessità. Tuttavia, se l'impianto è servito da un generatore di calore molto efficiente ed è dotato di una centralina climatica che permetta di programmare due diversi livelli di temperatura nel corso delle 24 ore (uno più alto, in genere durante il giorno, e uno più basso, di 16 gradi, durante la notte), si può riscaldare anche 24 ore su 24. Secondo alcuni studi effettuati, l'accensione continua di un impianto efficiente consente in effetti risparmi energetici e,inoltre,assicura un minore livello d'inquinamento dell'aria.
Nella stragrande maggioranza delle località italiane, i caloriferi possono entrare in funzione solo in certi periodi dell'anno e per un certo numero di ore al giorno. La materia è regolata dal Dpr 412/93. I tempi di accensione concessi variano a seconda della cosiddetta " zona energetica": a ognuno degli oltre 8.100 comuni italiani viene attribuita una delle sei "zone" esistenti (dalla A alla F). Per esempio, a Lampedusa è possibile riscaldare solo dal 1 dicembre al 15 marzo per sei ore al giorno (zona A), a Cuneo si può tener sempre acceso (zona F). A parte la zona F, l'impianto va comunque acceso dopo le 5 di mattino e chiuso dopo le 23. Le ore/giorni permesse possono essere frazionate in due o più periodi, a seconda della necessità. Tuttavia, se l'impianto è servito da un generatore di calore molto efficiente ed è dotato di una centralina climatica che permetta di programmare due diversi livelli di temperatura nel corso delle 24 ore (uno più alto, in genere durante il giorno, e uno più basso, di 16 gradi, durante la notte), si può riscaldare anche 24 ore su 24. Secondo alcuni studi effettuati, l'accensione continua di un impianto efficiente consente in effetti risparmi energetici e,inoltre,assicura un minore livello d'inquinamento dell'aria.
giovedì 4 settembre 2008
Risparmio energetico? Isoliamo meglio le nostre case
Da una lettera pubblicata su un quotidiano di oggi:
Siamo sommersi da un'infinità di annunci che ci gridano: risparmio! Si risparmia usando energie alternative? Pannelli solari, pannelli fotovoltaici, energia eolica, geotermia eccetera. A sentire la pubblicità, possiamo praticamente scaldarci gratis, ma nella realtà le cose sono un pochino più complicate. Intanto, la prima cosa da fare è: non sprechiamo energia, e incominciamo a isolare meglio le nostre case.
A questo proposito si vedano anche i 24 consigli dell’Eni sull’efficienza energetica con un'intervista all'amministratore delegato Paolo Scaroni
Siamo sommersi da un'infinità di annunci che ci gridano: risparmio! Si risparmia usando energie alternative? Pannelli solari, pannelli fotovoltaici, energia eolica, geotermia eccetera. A sentire la pubblicità, possiamo praticamente scaldarci gratis, ma nella realtà le cose sono un pochino più complicate. Intanto, la prima cosa da fare è: non sprechiamo energia, e incominciamo a isolare meglio le nostre case.
A questo proposito si vedano anche i 24 consigli dell’Eni sull’efficienza energetica con un'intervista all'amministratore delegato Paolo Scaroni
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Greenergy diventa ErgyCapital
Cambio di nome e aumento di capitale per il gruppo attivo nel settore dell'energia rinnovabile. Ne dà notizia Italia Oggi
Debutta ErgyCapital: tra le deliberazioni dell'assemblea straordinaria degli azionisti di GreenergyCapital, riunita ieri, anche il cambio della denominazione sociale che, si legge in una nota del gruppo attivo nel settore dell'energia rinnovabile e del risparmio energetico, si è resa opportuna per «differenziare la società da altre realtà imprenditoriali italiane ed estere aventi denominazione molto simile», oltre che per «esigenze di semplificazione». Nella riunione è stata anche deliberata la delega al consiglio di amministrazione per uno o più aumenti di capitale sociale, a pagamento e con esclusione del diritto di opzione, per un controvalore massimo di 200 milioni di euro entro due anni. Il progetto di ricapitalizzazione persegue due obiettivi: il «sostenimento degli investimenti del gruppo e la crescita per linee esterne, realizzando forme di alleanza strategica con altri soggetti già operanti nel settore».
Debutta ErgyCapital: tra le deliberazioni dell'assemblea straordinaria degli azionisti di GreenergyCapital, riunita ieri, anche il cambio della denominazione sociale che, si legge in una nota del gruppo attivo nel settore dell'energia rinnovabile e del risparmio energetico, si è resa opportuna per «differenziare la società da altre realtà imprenditoriali italiane ed estere aventi denominazione molto simile», oltre che per «esigenze di semplificazione». Nella riunione è stata anche deliberata la delega al consiglio di amministrazione per uno o più aumenti di capitale sociale, a pagamento e con esclusione del diritto di opzione, per un controvalore massimo di 200 milioni di euro entro due anni. Il progetto di ricapitalizzazione persegue due obiettivi: il «sostenimento degli investimenti del gruppo e la crescita per linee esterne, realizzando forme di alleanza strategica con altri soggetti già operanti nel settore».
mercoledì 3 settembre 2008
In Francia prestiti a tasso zero per le aziende ''verdi''
Il ministro francese dell'Ambiente, Jean-Louis Borloo, lancera' il prossimo anno un prestito 'ecologico' a tasso zero per le aziende che vogliono migliorare la propria efficienza energetica. Il provvedimento, annunciato dal quotidiano economico 'Les Echos', prevede una spesa massima di 300 euro al metro quadrato e non potra' superare in totale i 30 mila euro. Il prestito sara' legato a una serie di interventi come il rinnovo del tetto, delle finestre o l'installazione di caldaie ecologiche, e avra' una vita massima di cinque anni. Una misura che allo Stato francese costera' circa mille milioni di euro.
Il provvedimento fa parte del progetto di legge 'Grenelle dell'Ambiente', il piano 'verde' che sara' discusso in Parlamento il prossimo 7 ottobre e che prevede diversi interventi a tutela dell'ambiente.
Il provvedimento fa parte del progetto di legge 'Grenelle dell'Ambiente', il piano 'verde' che sara' discusso in Parlamento il prossimo 7 ottobre e che prevede diversi interventi a tutela dell'ambiente.
Il piano Enea per il risparmio energetico
Nei primi giorni di ottobre l’Enea dovrà proporre al governo un piano per rendere operativo il suo nuovo ruolo di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica assegnatole dal decreto legislativo del 30 maggio scorso. Lo rende noto un articolo del sole 24 ore di lunedì 1 settembre.
“Il termine di sessanta giorni è fissato dall’atto di indirizzo sull’attività dell’ente che il ministro Claudio Scajola ha inviato, l’8 agosto, al presidente dell’Enea, Luigi Paganetto. La lettera del ministro non si limita a definire la mission che il governa assegna all’ente, ma sintetizza anche le linee di fondo della politica energetica del nuovo esecutivo. «È molto importante - premette Scajola - il contributo della ricerca alla soluzione dei problemi di sicurezza energetica e di economicità delle forniture. Nell’ambito della programmazione, soprattutto annuale, dovranno essere valorizzati gli aspetti operativi e gestionali e la cultura del risultato, specificando per ciascuna attività obiettivi quantitativi e indicatori per la valutazione, risorse economiche dedicate, capacità di attrazione di altre fonti di finanziamento».
Il ministro chiede all’Enea un monitoraggio generale sul settore energetico e la predisposizione di una task force incaricata di fornire un supporto scientifico all’organizzazione della Conferenza nazionale energia ambiente e all’elaborazione della Strategia energetica nazionale. «Si ritiene inoltre urgente - scrive Scajola - tenuto conto del momento difficile di tensioni sui prezzi, imprimere un’accelerazione alle dinamiche già in atto con il Piano straordinario di incremento dell’efficienza energetica, che si aggiunga a quanto già previsto nel Piano emanato nel 2007, corredato da un’analisi sulla fattibilità e sugli strumenti necessari».
“Il termine di sessanta giorni è fissato dall’atto di indirizzo sull’attività dell’ente che il ministro Claudio Scajola ha inviato, l’8 agosto, al presidente dell’Enea, Luigi Paganetto. La lettera del ministro non si limita a definire la mission che il governa assegna all’ente, ma sintetizza anche le linee di fondo della politica energetica del nuovo esecutivo. «È molto importante - premette Scajola - il contributo della ricerca alla soluzione dei problemi di sicurezza energetica e di economicità delle forniture. Nell’ambito della programmazione, soprattutto annuale, dovranno essere valorizzati gli aspetti operativi e gestionali e la cultura del risultato, specificando per ciascuna attività obiettivi quantitativi e indicatori per la valutazione, risorse economiche dedicate, capacità di attrazione di altre fonti di finanziamento».
Il ministro chiede all’Enea un monitoraggio generale sul settore energetico e la predisposizione di una task force incaricata di fornire un supporto scientifico all’organizzazione della Conferenza nazionale energia ambiente e all’elaborazione della Strategia energetica nazionale. «Si ritiene inoltre urgente - scrive Scajola - tenuto conto del momento difficile di tensioni sui prezzi, imprimere un’accelerazione alle dinamiche già in atto con il Piano straordinario di incremento dell’efficienza energetica, che si aggiunga a quanto già previsto nel Piano emanato nel 2007, corredato da un’analisi sulla fattibilità e sugli strumenti necessari».
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martedì 2 settembre 2008
Dal 2005 ad oggi in Italia risparmiati 2 milioni di Tep
Dal gennaio 2005 ad oggi in Italia sono state risparmiate 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep), grazie alla migliore efficienza energetica ottenuta con l'utilizzo di uno strumento di mercato: il meccanismo dei certificati bianchi. Secondo le stime dell'Autorita' per l'energia, i risparmi equivalgono al consumo domestico annuo di una citta' con 2,7 milioni di abitanti e alla produzione di tre centrali termoelettriche di media grandezza (per una potenza totale di 1100 MW circa), permettendo di evitare l'emissione di circa 5,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
E' quanto emerge dalla verifica sul raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica fissati dal legislatore per il 2007, terzo anno di funzionamento del sistema dei Titoli di efficienza energetica negoziabili (certificati bianchi), per promuovere l'utilizzo sempre piu' razionale dell'energia. I risparmi certificati, sono stati superiori di circa l'80% a quelli assegnati complessivamente ai distributori energia elettrica e di gas naturale soggetti agli obblighi di risparmio energetico. Dal punto di vista del bilancio complessivo per il Paese, spiega una nota dell'Authority per l'energia, il meccanismo dei titoli di efficienza energetica continua a confermare la propria efficacia, poiche' i costi sostenuti per la realizzazione degli interventi e per la gestione amministrativa vengono ampiamente superati dai benefici ottenuti: a fronte dei circa 110 milioni di euro fino ad oggi erogati a sostegno del meccanismo e finanziati attraverso un marginale prelievo dalle tariffe elettriche e del gas, si stima che i benefici ottenuti - in termini di mancata spesa energetica per i consumatori presso i quali sono stati realizzati gli interventi - siano stati tra 12 e 15 volte superiori.
Anche le grandi aziende si stanno muovendo sul fronte dell’efficienza energetica. E’ il caso dell’Eni di Paolo Scaroni che dall’anno scorso ha lanciato il progetto Eni30percento, 24 consigli per risparmiare fino al 30% di bolletta energetica.
E' quanto emerge dalla verifica sul raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica fissati dal legislatore per il 2007, terzo anno di funzionamento del sistema dei Titoli di efficienza energetica negoziabili (certificati bianchi), per promuovere l'utilizzo sempre piu' razionale dell'energia. I risparmi certificati, sono stati superiori di circa l'80% a quelli assegnati complessivamente ai distributori energia elettrica e di gas naturale soggetti agli obblighi di risparmio energetico. Dal punto di vista del bilancio complessivo per il Paese, spiega una nota dell'Authority per l'energia, il meccanismo dei titoli di efficienza energetica continua a confermare la propria efficacia, poiche' i costi sostenuti per la realizzazione degli interventi e per la gestione amministrativa vengono ampiamente superati dai benefici ottenuti: a fronte dei circa 110 milioni di euro fino ad oggi erogati a sostegno del meccanismo e finanziati attraverso un marginale prelievo dalle tariffe elettriche e del gas, si stima che i benefici ottenuti - in termini di mancata spesa energetica per i consumatori presso i quali sono stati realizzati gli interventi - siano stati tra 12 e 15 volte superiori.
Anche le grandi aziende si stanno muovendo sul fronte dell’efficienza energetica. E’ il caso dell’Eni di Paolo Scaroni che dall’anno scorso ha lanciato il progetto Eni30percento, 24 consigli per risparmiare fino al 30% di bolletta energetica.
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In Vaticano i primi pannelli solari
Entreranno presto in funzione i primi pannelli solari che il Vaticano, deciso a contribuire alla difesa dell'ambiente, ha fatto installare sul tetto dell'aula Paolo VI, quella che ospita le udienze generali del Papa. Lo ricorda l'Osservatore romano, con una intervista a Mauro Villarini, responsabile del progetto. «La Direzione dei servizi tecnici del Governatorato - scrive il quotidiano - a breve avvierà il primo progetto di impianto ad alta tecnologia per lo sfruttamento dellenergia solare. L'installazione avverrà sulla copertura dell'Aula Paolo VI che, per la sua moderna struttura, si presta bene allo scopo». In più, l'architetto Nervi «fece quasi una progettazione premonitrice, utilizzando delle tegole frangisole costituite da una metà rivolta perfettamente a sud e da una metà a nord», che ora saranno semplicemente sostituite da pannelli solari della stessa misura. Nell'intervista, Villarini spiega che «il progetto in questione nacque dopo una serie di discorsi di Benedetto XVI, nei quali si parlava dell'utilizzo delle risorse del pianeta, della sostenibilità ambientale e delle soluzioni tecnologiche adeguate». Della superficie complessiva dell'Aula Paolo VI, circa 5.000 metri quadrati, verranno coperti da moduli fotovoltaici circa 2.000 metri quadrati, mentre altri 2.000 metri quadrati sarebbero utilizzati da schermi, per aumentare la quantità di energia captata.
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