- Spegnete la luce che non state utilizzando. Il consiglio più scemo seppure ancora c’è gente che in pieno giorno accende le luci, per abitudine.
- Sostituite le lampadine a incandescenza con quelle fluorescenti a basso consumo. Costano un po’ di più ma il risparmio è assicurato, e inoltre durano perfino a 10 volte di più.
- Comprate apparecchi a basso consumo o di maggiore efficienza energetica (Classe A in su). Anche il marchio europeo “Eco-Label” garantisce un minore consumo energetico oltre ad essere compatibile con l’ambiente.
- Spegnete totalmente gli elettrodomestici (o togliete la spina) non lasciandoli mai in stand-by.
- Eliminate della vostra vita gli elettrodomestici “non imprescindibili”, ad esempio i bollitori elettrici, che consumano circa 1500 kWh/anno. Se siete in pochi, veramente avete bisogno di una lavastoviglie? Scartate i telefoni cordless: hanno un’alimentazione constante. Preferite le sveglie e orologi tradizionali rispetto a quelle digitale che consumano energia.
- Impostate il vostro computer nel modo “Risparmio Energetico”, per fare che lo schermo si oscuri quando non è in uso. Nel caso dei portatili inoltre togliete la batteria quando siete collegati alla rete elettrica (ridurre il consumo e prolunga la vita utile dello stesso).
- Scollegate completamente il modem quando non lo state utilizzando. Secondo uno studio della WWF si trova tra gli apparecchi i quali consumi in stand by sono particolarmente elevati, insieme ad alcune macchine di caffè, stampanti e impianti stereo.
- Lavatrici e lavastoviglie inoltre conviene utilizzarli sempre a carico pieno e a basse temperature. Il bianco nei vestiti si può ottenere anche impiegando detersivi che siano efficienti pur lavando in freddo. O credete che prima dell’invenzione delle lavatrici moderne la gente non indossava vestiti bianchi?
- Se avete una tariffa bioraria, attivate gli elettrodomestici ad alto consumo tra le 19 e le 07 del mattino, nel weekend e nei giorni festivi.
- Staccate sempre i caricabatterie delle prese una volta finita la carica (e non superate quel tempo), altrimenti, continuerà a consumare energia. Di solito, più grande e pesante è il caricatore, maggiore è il suo consumo di corrente.
- Attenzione a frigo e congelatore: allontanarli da fonti di calore, lasciando almeno 10 cm di distanza dai muri. Impostare il termostato su temperature intermedie, sbrinare regolarmente e controllare la normale chiusura della porta.
giovedì 4 dicembre 2014
Come ridurre i consumi e tagliare la bolletta del 30%
Ecco "11 comandamenti" per risparmiare perfino un 30% sulla bolletta luce:
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mercoledì 3 dicembre 2014
CDP: 8 miliardi di investimenti nelle infrastrutture per l'energia
Negli ultimi
cinque anni - si legge sul sito della campagna "L'Italia che investe nell'Italia" - Cassa depositi e prestiti (CDP) ha investito 12 miliardi di euro
per costruire reti elettriche e del gas, oltre alle infrastrutture per i trasporti.
CDP
interviene direttamente, supportando i progetti di interesse pubblico
delle aziende. Oppure indirettamente, sostenendo finanziariamente i
piani d’investimento della Pubblica Amministrazione Centrale e degli
Enti locali. I tipici ‘clienti’ di CDP sono società di servizi con
azionariato pubblico, privato o misto e le società operanti in regime di
concessione (ad esempio, appunto, nel settore della
distribuzione di gas ed elettricità).
Con riferimento alle imprese di servizio pubblico, negli ultimi tre anni il settore energetico da solo ha assorbito il 69% dei fondi erogati.
Oltre agli investimenti diretti, Cassa depositi e prestiti opera nel settore delle Reti attraverso società partecipate come F2I e il Fondo Strategico Italiano. Il primo investe direttamente in aziende che si occupano della gestione di infrastrutture. Il secondo opera acquisendo quote di imprese di "rilevante interesse nazionale", a condizione che abbiano significative prospettive di redditività e sviluppo.
Con riferimento alle imprese di servizio pubblico, negli ultimi tre anni il settore energetico da solo ha assorbito il 69% dei fondi erogati.
Oltre agli investimenti diretti, Cassa depositi e prestiti opera nel settore delle Reti attraverso società partecipate come F2I e il Fondo Strategico Italiano. Il primo investe direttamente in aziende che si occupano della gestione di infrastrutture. Il secondo opera acquisendo quote di imprese di "rilevante interesse nazionale", a condizione che abbiano significative prospettive di redditività e sviluppo.
lunedì 24 novembre 2014
Servono più aiuti per le start-up
Dare vita ad una start-up comporta ''un rischio molto elevato'', spiega Chicco Testa, presidente di Assoelettrica oltre che della giuria degli Edison Start Award. ''Bisogna mettere in conto il rischio imprenditoriale, il rischio che la tecnologia sviluppata non funzioni come previsto, e il rischio di non trovare un mercato adatto alla propria idea''. Per ridurre l'alto tasso di mortalità di queste nuove forme di impresa ''è necessario un ecosistema che le aiuti a crescere, non solo finanziamenti - aggiunge - ma anche un tutoraggio imprenditoriale che permetta di distinguere la bella idea da quella che avrà successo sul mercato''. La situazione è particolarmente difficile per i ricercatori delle università che vogliono lanciarsi in questa avventura. ''La start-up è un ponte che permette di portare le idee fuori dai laboratori'', spiega Guglielmo Lanzani dell'Istituto italiano di tecnologia, che grazie al suo gruppo di ricerca presso il Politecnico di Milano sta sviluppando una start-up per produrre una nuova cella fotovoltaica stampabile con le rotative che genera energia catturando la luce negli ambienti chiusi. ''L'ostacolo principale sono ovviamente i finanziamenti - sottolinea – ma spesso al ricercatore mancano anche la mentalità imprenditoriale, la conoscenza del mercato e la voglia di rischiare. A questo si potrebbe rimediare con corsi formativi specifici nei dottorati di ricerca''. (da Ansa.it)
venerdì 21 novembre 2014
Idee per energia premiate da Edison
Una traversa ferroviaria fatta di plastica e pneumatici riciclati che produce energia al passaggio dei treni, un software per il monitoraggio dei parcheggi liberi e un programma di turismo etico presso un immobile confiscato alla mafia: vengono tutti dalla Sicilia i tre progetti vincitori di Edison Start, il concorso per le idee più innovative nell'ambito dell'energia, dello sviluppo sociale e delle smart communities lanciato da Edison per i suoi 130 anni. Ciascun progetto potrà ora essere sviluppato grazie ad un premio di 100.000 euro e all'attività di supporto e consulenza da parte di un team di manager della società e di professionisti dell'Università Bocconi, del Mip Politecnico e di Assolombarda.
La giuria, guidata dal presidente di Assoelettrica Chicco Testa, ha assegnato anche una menzione speciale ad altri tre progetti: TortellinoHPC (da Bologna), un server con un sistema di raffreddamento a immersione in un liquido isolante; Horus (da Savona), gli occhiali hi-tech per aiutare le persone cieche e ipovedenti nella vita quotidiana; Traipler (da Putignano, Bari), una piattaforma di videomarketing turistico. ''Grazie a Edison Start abbiamo potuto vedere e toccare con mano l'innovazione che l'Italia è in grado di esprimere'', commenta Bruno Lescoeur, amministratore delegato di Edison.
E il sostegno alle idee più innovative per la crescita del Paese continua anche nel 2015, con la seconda edizione del concorso Edison Pulse. Due le categorie in gara: sviluppo del territorio ed energia. I candidati potranno presentare il proprio progetto sulla piattaforma edisonpulse.it a partire dal 15 gennaio 2015. In palio 100.000 euro ed un'attività di supporto e consulenza da parte di un team dedicato di manager della società, professionisti del mondo accademico e rappresentanti delle istituzioni. (da Ansa.it)
La giuria, guidata dal presidente di Assoelettrica Chicco Testa, ha assegnato anche una menzione speciale ad altri tre progetti: TortellinoHPC (da Bologna), un server con un sistema di raffreddamento a immersione in un liquido isolante; Horus (da Savona), gli occhiali hi-tech per aiutare le persone cieche e ipovedenti nella vita quotidiana; Traipler (da Putignano, Bari), una piattaforma di videomarketing turistico. ''Grazie a Edison Start abbiamo potuto vedere e toccare con mano l'innovazione che l'Italia è in grado di esprimere'', commenta Bruno Lescoeur, amministratore delegato di Edison.
E il sostegno alle idee più innovative per la crescita del Paese continua anche nel 2015, con la seconda edizione del concorso Edison Pulse. Due le categorie in gara: sviluppo del territorio ed energia. I candidati potranno presentare il proprio progetto sulla piattaforma edisonpulse.it a partire dal 15 gennaio 2015. In palio 100.000 euro ed un'attività di supporto e consulenza da parte di un team dedicato di manager della società, professionisti del mondo accademico e rappresentanti delle istituzioni. (da Ansa.it)
venerdì 31 ottobre 2014
Il fotovoltaico del vicino è sempre più verde
Il fatto che i vicini abbiamo i pannelli solari è uno dei fattori che
più influenza la decisione di installare il fotovoltaico nella propria
abitazione. A dirlo è uno studio pubblicato dal Journal of Economic
Geography e realizzato da due ricercatori, Marcello Graziano e Kenneth
Gillingham, delle università del Connectitut e Yale.
Secondo i ricercatori, installare i pannelli sul tetto aumenta di molto le probabilità che a farlo siano anche i vicini. Studiando le mappe delle nuove installazioni in Connecticut, gli studiosi hanno scoperto che queste aumentavano soprattutto in aree tra loro vicine. I pannelli sul tetto di una casa, insomma, aumentavano le probabilità che altri vicini seguissero questa strada: in sei mesi le installazioni aumentavano del 44% nel raggio di mezzo miglio e del 39% nelle case un po' più distanti, ma sotto il miglio.
Gillingham parla di 'green envy', ossia di invidia in chiave 'verde': il voler essere 'green' per dimostrare di esserlo di fatto.Pur considerando il fatto che il Connecticut ha sostenuto il progetto 'Solarize', che prevede prezzi scontati se persone nella stessa area installano pannelli solari, la teoria che il fotovoltaico fosse 'contagioso' era già stata sostenuta dallo stesso Gillingham in una precedente ricerca realizzata in California nel 2012. Lo studio del Journal of Economic Geography ha analizzato anche altri elementi, dimostrando che fattori considerati influenti nella scelta dei pannelli solari, come le tendenze politiche o la sensibilità ai temi green, non fossero in realtà importanti. La ricerca, inoltre, ha smentito l'idea che ad optare per il fotovoltaico fossero soprattutto le classi più agiate: a farlo sono stati in maggioranza cittadini del ceto medio. (fonte Ansa)
Secondo i ricercatori, installare i pannelli sul tetto aumenta di molto le probabilità che a farlo siano anche i vicini. Studiando le mappe delle nuove installazioni in Connecticut, gli studiosi hanno scoperto che queste aumentavano soprattutto in aree tra loro vicine. I pannelli sul tetto di una casa, insomma, aumentavano le probabilità che altri vicini seguissero questa strada: in sei mesi le installazioni aumentavano del 44% nel raggio di mezzo miglio e del 39% nelle case un po' più distanti, ma sotto il miglio.
Gillingham parla di 'green envy', ossia di invidia in chiave 'verde': il voler essere 'green' per dimostrare di esserlo di fatto.Pur considerando il fatto che il Connecticut ha sostenuto il progetto 'Solarize', che prevede prezzi scontati se persone nella stessa area installano pannelli solari, la teoria che il fotovoltaico fosse 'contagioso' era già stata sostenuta dallo stesso Gillingham in una precedente ricerca realizzata in California nel 2012. Lo studio del Journal of Economic Geography ha analizzato anche altri elementi, dimostrando che fattori considerati influenti nella scelta dei pannelli solari, come le tendenze politiche o la sensibilità ai temi green, non fossero in realtà importanti. La ricerca, inoltre, ha smentito l'idea che ad optare per il fotovoltaico fossero soprattutto le classi più agiate: a farlo sono stati in maggioranza cittadini del ceto medio. (fonte Ansa)
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mercoledì 22 ottobre 2014
Nel 2030 il 20% elettricità da eolico
Nel 2030 quasi il 20% dell'elettricità mondiale potrebbe essere
prodotta con l'energia eolica. Le pale sarebbero in grado di
fornire 2000 GW, assicurare due milioni di posti di lavoro e
ridurre ogni anno le emissioni di C02 di 3 miliardi di
tonnellate. Questi dati incoraggianti sul futuro dell'eolico
arrivano dalla conferenza di Pechino dove il global Wind Energy
Council e Greenpeace International hanno reso noto il loro
ultimo studio sui possibili sviluppi del settore. Come spesso
avviene in documenti simili sono stati disegnati differenti
scenari ipotizzando politiche moderate o più spinte proiettate
negli anni 2020, 2030, 2050. Sono stati valutati oltre al
potenziale energetico, il fattore occupazione, la riduzione di
emissioni di CO2 e di gas ad effetto serra, la diminuzione dei
costi ed il fattore investimenti.
L'energia eolica nel 2013 ha prodotto 318 GW e per l'anno in corso si prevede un incremento di altri 45 GW. Volumi molto lontani da quelli ipotizzabili in futuro. Il documento sottolinea che sono necessari incentivi economici ed una leadership per sostenere l'eolico, vitale nella lotta contro le emissioni inquinanti dei carburanti fossili. Il settore energetico è infatti responsabile attualmente per oltre il 40% di anidride carbonica prodotta e per il 25% delle emissioni ad effetto serra. Nel 2020 si potrebbe avere una riduzione annua di un miliardo di tonnellate di CO2, quante ne produce Germania e Italia insieme.
Se si vuole arrivare l'anno prossimo a Parigi ad un accordo internazionale credibile sul clima la strada passa anche per il sostegno all'eolico. Energia che inoltre sta dimostrando appieno la sua potenzialità grazie a prezzi sempre più bassi.
L'amministratore delegato del Global Wind Energy Council Steve Sawyer ha infatti affermato che "l'energia eolica è diventata l'opzione meno costosa quando si aggiunge nuova capacità alla rete in un numero crescente di mercati ed i prezzi continuano a scendere". (fonte Ansa)
L'energia eolica nel 2013 ha prodotto 318 GW e per l'anno in corso si prevede un incremento di altri 45 GW. Volumi molto lontani da quelli ipotizzabili in futuro. Il documento sottolinea che sono necessari incentivi economici ed una leadership per sostenere l'eolico, vitale nella lotta contro le emissioni inquinanti dei carburanti fossili. Il settore energetico è infatti responsabile attualmente per oltre il 40% di anidride carbonica prodotta e per il 25% delle emissioni ad effetto serra. Nel 2020 si potrebbe avere una riduzione annua di un miliardo di tonnellate di CO2, quante ne produce Germania e Italia insieme.
Se si vuole arrivare l'anno prossimo a Parigi ad un accordo internazionale credibile sul clima la strada passa anche per il sostegno all'eolico. Energia che inoltre sta dimostrando appieno la sua potenzialità grazie a prezzi sempre più bassi.
L'amministratore delegato del Global Wind Energy Council Steve Sawyer ha infatti affermato che "l'energia eolica è diventata l'opzione meno costosa quando si aggiunge nuova capacità alla rete in un numero crescente di mercati ed i prezzi continuano a scendere". (fonte Ansa)
mercoledì 15 ottobre 2014
Dal carbonio luci 100 volte più efficienti del led
Dopo la rivoluzione dei Led si prepara quella dei nanotubi di carbonio. Queste strutture nate nel mondo delle nanotecnologie potrebbero diventare sorgenti di luce molto efficienti, dal consumo di appena 0,1 Watt l'ora, ossia circa cento volte inferiore a quello dei Led, che quest'anno sono stati premiati con il Nobel. Un nuovo dispositivo che emette luce, fatto di minuscoli cilindri di carbonio (nanotubi di carbonio, è descritto sulla rivista Review of Scientific Instruments, dal gruppo coordinato da Norihiro Shimoi, dell'università giapponese di Tohoku.
Ottimi conduttori di elettricità, i materiali a base di carbonio come il grafene o i nanotubi stanno emergendo come successori del silicio per l'elettronica del futuro. In particolare per le proprietà di stabilità chimica, conduttività termica e resistenza meccanica, i nanotubi di carbonio si stanno dimostrando molto efficaci per realizzare sorgenti luminose. Ora è stato fatto un nuovo passo in avanti mostrando che con i nanotubi di carbonio si potrebbe realizzare una nuova generazione di dispositivi per l'illuminazione a basso consumo, e a basso costo, in grado di sfidare il predominio dei Led.
Il dispositivo si basa su uno schermo al fosforo che mette la luce e un 'campo' di nanotubi di carbonio che possiamo immaginare come un filamento di tungsteno (come quello delle vecchie lampadine a bulbo) ridotto a proporzioni microscopiche, che ha la funzione di elettrodo che stabilisce il contatto elettrico con il dispositivo. ''Con il nostro semplice sistema – osserva Shimoi - possiamo ottenere un'efficienza di luminosità elevata, di 60 Lumen per Watt, un buon livello per un dispositivo di illuminazione a basso consumo energetico, a esempio i Led possono produrre 100 Lumen per Watt e i led organici (Oled) circa 40''. (da Ansa.it)
Ottimi conduttori di elettricità, i materiali a base di carbonio come il grafene o i nanotubi stanno emergendo come successori del silicio per l'elettronica del futuro. In particolare per le proprietà di stabilità chimica, conduttività termica e resistenza meccanica, i nanotubi di carbonio si stanno dimostrando molto efficaci per realizzare sorgenti luminose. Ora è stato fatto un nuovo passo in avanti mostrando che con i nanotubi di carbonio si potrebbe realizzare una nuova generazione di dispositivi per l'illuminazione a basso consumo, e a basso costo, in grado di sfidare il predominio dei Led.
Il dispositivo si basa su uno schermo al fosforo che mette la luce e un 'campo' di nanotubi di carbonio che possiamo immaginare come un filamento di tungsteno (come quello delle vecchie lampadine a bulbo) ridotto a proporzioni microscopiche, che ha la funzione di elettrodo che stabilisce il contatto elettrico con il dispositivo. ''Con il nostro semplice sistema – osserva Shimoi - possiamo ottenere un'efficienza di luminosità elevata, di 60 Lumen per Watt, un buon livello per un dispositivo di illuminazione a basso consumo energetico, a esempio i Led possono produrre 100 Lumen per Watt e i led organici (Oled) circa 40''. (da Ansa.it)
lunedì 29 settembre 2014
In Usa nasce la città dei pannelli solari
Si chiamerà Solar-city e verra' eretta alle porte di Buffalo nello Stato
di New York, creando 5.000 posti di lavoro nei prossimi cinque anni, ed
una nuova cultura ed applicazione dell'energia pulita. Si tratta della
mega-fabbrica di pannelli solari che nasce con l'obiettivo di rendere il
costo dell'energia solare inferiore a quello dell'energia tratta dai
fossili.
A tagliare simbolicamente il nastro inaugurale del super-impianto e' stato fra gli altri lo stesso governatore di New York Andrew Cuomo: "Sono incredibilmente orgoglioso che il nostro Stato giochi un ruolo cruciale in questo progetto, perche' il futuro di Buffalo e' il futuro di New York e oggi il futuro e' piu' luminoso che mai". "Una delle aziende leader nel mondo dell'energia solare sta venendo a Buffalo - ha aggiunto Cuomo - e cio' creera' il piu' importante avanzamento nella economia locale in una generazione".
SolarCity creera' 1.450 posti di lavoro all'interno della fabbrica, altri 2.000 posti di lavoro nei servizi di supporto ai pannelli, e altre 1.400 opportunita' di occupazione all'esterno dell'impianto. (fonte Ansa)
A tagliare simbolicamente il nastro inaugurale del super-impianto e' stato fra gli altri lo stesso governatore di New York Andrew Cuomo: "Sono incredibilmente orgoglioso che il nostro Stato giochi un ruolo cruciale in questo progetto, perche' il futuro di Buffalo e' il futuro di New York e oggi il futuro e' piu' luminoso che mai". "Una delle aziende leader nel mondo dell'energia solare sta venendo a Buffalo - ha aggiunto Cuomo - e cio' creera' il piu' importante avanzamento nella economia locale in una generazione".
SolarCity creera' 1.450 posti di lavoro all'interno della fabbrica, altri 2.000 posti di lavoro nei servizi di supporto ai pannelli, e altre 1.400 opportunita' di occupazione all'esterno dell'impianto. (fonte Ansa)
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mercoledì 10 settembre 2014
Procedura di infrazione Ue per il parco eolico nel golfo di Gela
"L'Unione Europea ha aperto una procedura d'infrazione (Ue Pilot) contro
il ministero dell'Ambiente italiano per il mancato rispetto della
direttiva Habitat, perché si è data autorizzazione alla realizzazione di
un parco eolico nel golfo di Gela che impegna e compromette il canale
di passaggio dell'avifauna migratoria e dell'avifauna acquatica".
E' quanto scrive in una nota il comitato "No Peos" di Licata che, insieme con quello di Gela e quello di Butera, si batte per impedire, nel mare dei propri comuni, la costruzione dei parchi eolici off-shore. La centrale elettrica in questione, da 136 megawatt, è quella della "Mediterranean Wind Off Shore" che dovrebbe sorgere nel mare tra Gela e Licata, a meno di tre miglia dalla costa, grazie a 48 pali a eliche su un'area di 10 km quadrati. Alla luce della "Ue Pilot", l'azienda ha depositato davanti al Tar del Lazio (dove è stata citata da 6 comuni, associazioni e privati cittadini) una memoria difensiva con cui rinuncia ad iniziare i lavori già autorizzati, a condizione che i ricorrenti non presentino richiesta di sospensiva e a condizione che il tribunale fissi la discussione di merito entro un anno. L'intesa c'è. Tuttavia l'Italia rischia di pagare lo stesso una multa assai pesante. Per Salvatore Licata, responsabile dei "No Peos" licatesi, "sarebbe la beffa finale, perché tutte queste argomentazioni erano state prodotte con evidenza oltre che dal coordinamento dei sindaci e dal comitato 'Difendi Licata' e sono presenti anche nella delibera della Regione Sicilia". "Preoccupano - aggiunge Licata - la leggerezza con la quale il ministero dell'Ambiente ha trattato la documentazione prodotta dai ricorrenti e la solerzia nella concessione della valutazione di impatto ambientale (Via) positiva. E' bene che il ministero dell'Ambiente corregga il tiro per evitare il danno oltre alla beffa". (fonte Ansa)
E' quanto scrive in una nota il comitato "No Peos" di Licata che, insieme con quello di Gela e quello di Butera, si batte per impedire, nel mare dei propri comuni, la costruzione dei parchi eolici off-shore. La centrale elettrica in questione, da 136 megawatt, è quella della "Mediterranean Wind Off Shore" che dovrebbe sorgere nel mare tra Gela e Licata, a meno di tre miglia dalla costa, grazie a 48 pali a eliche su un'area di 10 km quadrati. Alla luce della "Ue Pilot", l'azienda ha depositato davanti al Tar del Lazio (dove è stata citata da 6 comuni, associazioni e privati cittadini) una memoria difensiva con cui rinuncia ad iniziare i lavori già autorizzati, a condizione che i ricorrenti non presentino richiesta di sospensiva e a condizione che il tribunale fissi la discussione di merito entro un anno. L'intesa c'è. Tuttavia l'Italia rischia di pagare lo stesso una multa assai pesante. Per Salvatore Licata, responsabile dei "No Peos" licatesi, "sarebbe la beffa finale, perché tutte queste argomentazioni erano state prodotte con evidenza oltre che dal coordinamento dei sindaci e dal comitato 'Difendi Licata' e sono presenti anche nella delibera della Regione Sicilia". "Preoccupano - aggiunge Licata - la leggerezza con la quale il ministero dell'Ambiente ha trattato la documentazione prodotta dai ricorrenti e la solerzia nella concessione della valutazione di impatto ambientale (Via) positiva. E' bene che il ministero dell'Ambiente corregga il tiro per evitare il danno oltre alla beffa". (fonte Ansa)
giovedì 21 agosto 2014
Nel 2015 la domanda di pannelli fotovoltaici supererà la produzione
Dopo anni di eccessi produttivi che hanno portato al crollo vertiginoso
dei prezzi e alla chiusura di diverse fabbriche, i pannelli fotovoltaici
potrebbero a breve non bastare per soddisfare la crescente domanda. Lo
evidenzia Bloomberg New Energy Finance, secondo cui l'insufficiente
disponibilità di moduli potrebbe verificarsi l'anno prossimo.
In base all'analisi, le nuove installazioni mondiali potrebbero raggiungere i 52 GW nel 2014 e i 61 GW nel 2015, rispetto ai 40 GW del 2013. L'industria globale ha una capacità produttiva annua di 70 GW, ma tolte le linee produttive obsolete si scende a 59 GW, inferiori alla domanda attesa nel prossimo anno.
La carenza di pannelli disponibili non si verificava dagli albori del settore, nel 2006, quando venne installata una capacità di appena 1,5 GW. Dall'anno seguente i principali produttori cinesi hanno iniziato ad espandersi in modo massiccio, determinando la riduzione dei prezzi.
Per gli analisti, tuttavia, la scarsità di offerta non dovrebbe portare a un innalzamento dei prezzi. Nell'immediato si determinerà probabilmente uno spostamento delle forniture, con i produttori che privilegeranno i grandi impianti al settore residenziale e i Paesi dove i prezzi sono stabili, come Usa e Giappone, a quelli in cui c'è una forte competizione sui listini, come in America Latina. Diversi produttori, tuttavia, stanno già espandendo gli impianti per far fronte alla crescita della domanda. (fonte Ansa)
In base all'analisi, le nuove installazioni mondiali potrebbero raggiungere i 52 GW nel 2014 e i 61 GW nel 2015, rispetto ai 40 GW del 2013. L'industria globale ha una capacità produttiva annua di 70 GW, ma tolte le linee produttive obsolete si scende a 59 GW, inferiori alla domanda attesa nel prossimo anno.
La carenza di pannelli disponibili non si verificava dagli albori del settore, nel 2006, quando venne installata una capacità di appena 1,5 GW. Dall'anno seguente i principali produttori cinesi hanno iniziato ad espandersi in modo massiccio, determinando la riduzione dei prezzi.
Per gli analisti, tuttavia, la scarsità di offerta non dovrebbe portare a un innalzamento dei prezzi. Nell'immediato si determinerà probabilmente uno spostamento delle forniture, con i produttori che privilegeranno i grandi impianti al settore residenziale e i Paesi dove i prezzi sono stabili, come Usa e Giappone, a quelli in cui c'è una forte competizione sui listini, come in America Latina. Diversi produttori, tuttavia, stanno già espandendo gli impianti per far fronte alla crescita della domanda. (fonte Ansa)
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venerdì 1 agosto 2014
Nuovo record di velocità per auto a energia solare
Un nuovo record di velocità per auto elettriche, imbattuto da 26 anni, è
stato stabilito da un gruppo di studenti della University of New South
Wales (UNSW) in Australia. L'auto elettrica SunSwift, realizzata dal
team di studenti australiani, ha percorso una distanza di 500 km alla
media di circa 100 km/h. La prestazione ha permesso ai futuri ingegneri
di infrangere il precedente record per auto elettriche registrato
ventisei anni fa sulla stessa distanza, alla velocità di 73 km/h.
L'automobile SunSwift eVe (electric Vehicle) utilizzata per il record è la quinta evoluzione del modello SunSwift che nel 2011 aveva conquistato il Guinness World Record per aver dimostrato di essere la più veloce automobile ad energia solare. Nel 2007 la Jaycar SunSwift III aveva anche stabilito il record mondiale per il più veloce viaggio su strada, da Perth a Sydney, su un'auto alimentata a energia solare. Secondo quanto dichiara la squadra di studenti il veicolo da record SunSwift eVe raggiunge la velocità massima di 140 km/h e promette un'autonomia di 800 km. La vettura è equipaggiata con pannelli solari, per un peso totale di 60 kg, installati sul tetto e sul cofano della vettura e capaci di generare 800 W di energia.
Il tentativo di record si è svolto su una pista circolare lunga 4,2 km che si trova presso il Centro di Ricerca Automotive australiano a Geelong, Victoria. Il tentativo di record è in attesa dell'omologazione della FIA, ma supponendo che tutto vada a buon fine, la UNSW sostiene che sarà la prima volta, dal 1984, in cui un record del mondo FIA è conquistato in Australia. La University of New South Wales (UNSW) ha dichiarato di aver dimostrato, inoltre, che l'auto a energia solare è pronta per l'uso quotidiano. L'Università continua comunque a lavorare per poter ottenere l'omologazione per l'abilitazione alla circolazione sulle strade australiane. I ricercatori sperano di ottenerla entro un anno. A questo scopo il team ha arruolato i designer industriali dell'Università UNSW affinché si impegnassero a rielaborare gli interni della vettura per avviare la richiesta dello status di auto immatricolabile in termini di legge. ''Il nostro record punta a stabilire un nuovo limite di mobilità per veicoli elettrici ad alta velocità, utilizzando una singola ricarica - ha detto nel comunicato stampa il direttore del progetto e studente di ingegneria Hayden Smith - Ci auguriamo che il risultato possa rivoluzionare l'industria dell'auto elettrica. Infatti la distanza di 500 km corrisponde alla percorrenza media percorsa in viaggio da un normale utente nell'arco di una giornata. Ed è anche un'ulteriore dimostrazione che un giorno potremmo tutti spostarci alla guida di auto come la nostra.''
(fonte Ansa)
L'automobile SunSwift eVe (electric Vehicle) utilizzata per il record è la quinta evoluzione del modello SunSwift che nel 2011 aveva conquistato il Guinness World Record per aver dimostrato di essere la più veloce automobile ad energia solare. Nel 2007 la Jaycar SunSwift III aveva anche stabilito il record mondiale per il più veloce viaggio su strada, da Perth a Sydney, su un'auto alimentata a energia solare. Secondo quanto dichiara la squadra di studenti il veicolo da record SunSwift eVe raggiunge la velocità massima di 140 km/h e promette un'autonomia di 800 km. La vettura è equipaggiata con pannelli solari, per un peso totale di 60 kg, installati sul tetto e sul cofano della vettura e capaci di generare 800 W di energia.
Il tentativo di record si è svolto su una pista circolare lunga 4,2 km che si trova presso il Centro di Ricerca Automotive australiano a Geelong, Victoria. Il tentativo di record è in attesa dell'omologazione della FIA, ma supponendo che tutto vada a buon fine, la UNSW sostiene che sarà la prima volta, dal 1984, in cui un record del mondo FIA è conquistato in Australia. La University of New South Wales (UNSW) ha dichiarato di aver dimostrato, inoltre, che l'auto a energia solare è pronta per l'uso quotidiano. L'Università continua comunque a lavorare per poter ottenere l'omologazione per l'abilitazione alla circolazione sulle strade australiane. I ricercatori sperano di ottenerla entro un anno. A questo scopo il team ha arruolato i designer industriali dell'Università UNSW affinché si impegnassero a rielaborare gli interni della vettura per avviare la richiesta dello status di auto immatricolabile in termini di legge. ''Il nostro record punta a stabilire un nuovo limite di mobilità per veicoli elettrici ad alta velocità, utilizzando una singola ricarica - ha detto nel comunicato stampa il direttore del progetto e studente di ingegneria Hayden Smith - Ci auguriamo che il risultato possa rivoluzionare l'industria dell'auto elettrica. Infatti la distanza di 500 km corrisponde alla percorrenza media percorsa in viaggio da un normale utente nell'arco di una giornata. Ed è anche un'ulteriore dimostrazione che un giorno potremmo tutti spostarci alla guida di auto come la nostra.''
(fonte Ansa)
lunedì 14 luglio 2014
Apple: -3% impronta CO2
L'impronta di carbonio della Apple e dei suoi prodotti è calata a livello mondiale del 3% tra il 2012 e il 2013. Lo rende noto la casa di Cupertino in un rapporto online intitolato 'Il nostro progresso', nel quale si sottolinea che si tratta del primo calo registrato negli ultimi 7 anni.
"Grazie agli investimenti nell'energia pulita - si legge nel documento Apple - le nostre emissioni gas serra sono calate del 31% dal 2011. E questo nonostante un aumento globale dei consumi di energia del 42%.
Da più di 20 anni Apple si impegna a ridurre il suo impatto e quello dei suoi prodotti sull'ambiente e questo è diventato ancora più vero con la gestione di Tim Cook e dal 2009 Cupertino pubblica ogni anno rapporti dettagliati sull'impatto ambientale.
Nel 2013 la mela morsicata ha prodotto 33,8 milioni di tonnellate metriche di gas serra. Attualmente le energie rinnovabili alimentano 145 Apple Store negli USA, il 100% di quelli australiani, tutti i data center - tra cui ovviamente quello nuovissimo di Reno nel Nevada -, e il 94% dei campus Apple. Negli ultimi tre anni, si sottolinea inoltre nel documento, il programma di efficientamento energetico di tutti gli immobili e uffici Apple ha portato a un risparmio di 28,5 milioni di kWH di energia elettrica e 2,1 milioni di metri cubi di gas naturale.
"L'energia più pulita è però quella che non si consuma - sottolinea Lisa Jackson, vicepresidente per le iniziative ambientali - e dal 2008 abbiamo ridotto del 57% il consumo totale di tutti i prodotti Apple. Ognuno dei nostri prodotti oggi eccede le già ristrette specifiche ambientali dello standard 'Energy Star'". Inoltre, aggiunge, "abbiamo riciclato più di 190 milioni di chilogrammi di componenti elettronici.
Adesso gli Apple Store ritirano gratuitamente ogni prodotto Apple destinato alla rottamazione e lo riciclano responsabilmente".
Il rapporto evidenzia però anche i problemi importanti da risolvere: il consumo di acqua, cresciuto sostanzialmente nel 2013 in parte per le nuove costruzioni e per l'espansione di altre attività, e le emissioni dei produttori associati, che rimangono la porzione maggiore di tutta l'impronta di carbonio di Cupertino e che la Apple si è impegnata a risolvere. (fonte ANSA).
venerdì 4 luglio 2014
A Boston le panchine a energia solare
A Boston ricaricare smartphone ed iPod fuori casa sarà più facile e più
'verde' grazie ai Soofa: le speciali panchine ad energia solare in grado
di rifornire batteria per i dispositivi mobili e monitorare l'ambiente
circostante. L'arredo urbano "intelligente e sostenibile", sviluppato da
Charging Environments, può caricare nello stesso momento due telefoni
cellulari mentre vengono raccolte e condivise informazioni ambientali
del luogo, come qualità dell'aria e livello di rumorosità. I Soofa
saranno collocati per il momento in spazi verdi della città, tra cui il
Titus Sparrow Park, il Boston Common ed il Rose Kennedy Greenway. I
funzionari comunali stanno inoltre chiedendo ai cittadini di
"raccomandare" altri luoghi di Boston per installazioni aggiuntive delle
panchine: online i residenti possono suggerire il proprio posto
preferito o twittare dall'11 luglio direttamente la posizione al
"@newurbanmechs" . Il progetto è stato presentato a metà giugno durante
la White House Maker Faire, l'evento alla Casa Bianca volto alla
celebrazione della "rinascita del settore manifatturiero americano"
attraverso nuove tecnologie e strumenti all'avanguardia utilizzate da
studenti ed imprenditori statunitensi. (fonte Ansa)
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lunedì 30 giugno 2014
In 11 Regioni, biogas dall'erba da sfalcio
Trasformare gli scarti in materia prima per produrre energia pulita.
Questo l'obiettivo del Progetto europeo "Gr3, Grass to green gas",
presentato da Veneto Agricoltura nella sede del Consorzio di Bonifica
durante il primo di una serie di workshop organizzati nell'ambito di
"Gr3" di cui Veneto Agricoltura è partner.
"Il progetto, che coinvolge 11 regioni europee, tra cui il Veneto - ha spiegato Giustino Mezzalira, Direttore Settore Ricerca di Veneto Agricoltura - mira a promuovere l'utilizzo degli sfalci d'erba derivanti dalla gestione del territorio come risorsa per la produzione di biogas. L'energia potenziale dell'erba proveniente dalla manutenzione di aree urbane, agricole e protette rimane ampiamente sottoutilizzata in Europa".
Sono migliaia i chilometri di fasce erbose lungo i canali che il Consorzio di Bonifica sfalcia regolarmente. Tonnellate di erba che vengono tagliate, trinciate e lasciate in loco. "Un peccato perché l'erba potrebbe essere utilizzata negli impianti di biogas - ha commentato Antonio Tomezzoli, Presidente del Consorzio di Bonifica - anche se ha un potenziale energetico minore del mais. Organizzandosi con le strutture di stoccaggio e i macchinari adeguati si può rendere conveniente un'operazione di manutenzione del territorio'' Le barriere all'impiego dell'erba da sfalcio e dei residui erbacei sono un'insufficiente conoscenza ed espansione di tecnologie idonee per la falciatura, la conservazione e la digestione anaerobica di residui di erba, l'assenza o mancanza di cooperazione tra gli operatori della filiera e alcuni di natura giuridica. Veneto Agricoltura ha calcolato che nei capoluoghi di provincia regionali e nelle zone turistiche costiere come il lago di Garda, la raccolta derivante dallo sfalcio potrebbe superare le 500 tonnellate l'anno di sostanza secca. Una quantità sufficiente a rendere conveniente l'impiego nella produzione di biogas. (fonte Ansa)
"Il progetto, che coinvolge 11 regioni europee, tra cui il Veneto - ha spiegato Giustino Mezzalira, Direttore Settore Ricerca di Veneto Agricoltura - mira a promuovere l'utilizzo degli sfalci d'erba derivanti dalla gestione del territorio come risorsa per la produzione di biogas. L'energia potenziale dell'erba proveniente dalla manutenzione di aree urbane, agricole e protette rimane ampiamente sottoutilizzata in Europa".
Sono migliaia i chilometri di fasce erbose lungo i canali che il Consorzio di Bonifica sfalcia regolarmente. Tonnellate di erba che vengono tagliate, trinciate e lasciate in loco. "Un peccato perché l'erba potrebbe essere utilizzata negli impianti di biogas - ha commentato Antonio Tomezzoli, Presidente del Consorzio di Bonifica - anche se ha un potenziale energetico minore del mais. Organizzandosi con le strutture di stoccaggio e i macchinari adeguati si può rendere conveniente un'operazione di manutenzione del territorio'' Le barriere all'impiego dell'erba da sfalcio e dei residui erbacei sono un'insufficiente conoscenza ed espansione di tecnologie idonee per la falciatura, la conservazione e la digestione anaerobica di residui di erba, l'assenza o mancanza di cooperazione tra gli operatori della filiera e alcuni di natura giuridica. Veneto Agricoltura ha calcolato che nei capoluoghi di provincia regionali e nelle zone turistiche costiere come il lago di Garda, la raccolta derivante dallo sfalcio potrebbe superare le 500 tonnellate l'anno di sostanza secca. Una quantità sufficiente a rendere conveniente l'impiego nella produzione di biogas. (fonte Ansa)
martedì 10 giugno 2014
Un bond per rilanciare le rinnovabili
Per rilanciare il settore delle rinnovabili piuttosto che una norma
'taglia bollette', conosciuta anche come 'spalma incentivi', sarebbe più
efficace "un meccanismo di emissione di bond che coinvolga il Gse
(Gestore servizi energetici) e la Cassa Depositi e Prestiti". La
proposta è della Federazione delle imprese elettrotecniche ed
elettroniche Anie Confidustria il cui presidente Claudio Andrea Gemme
spiega che questa misura è "di fatto, più efficace perché consente di
incidere sulla componente A3 della bolletta, ovvero quella degli oneri
di sistema che garantiscono dei risparmi molto più ingenti e immediati".
La ricetta di Anie Rinnovabili per lo sviluppo del settore, si legge in una nota, indica "innanzitutto, uno snellimento burocratico, realizzabile a costo zero, mediante una semplificazione delle procedure autorizzative, di connessione e di accesso alla rete che porterebbe a una diminuzione dei costi degli impianti fotovoltaici fino al 15-20%. È necessario poi - prosegue - così come più in generale nell'industria italiana, facilitare l'accesso al credito per le imprese, per esempio con l'introduzione di un fondo speciale (come il Fondo Rotativo di Kyoto) per garantire tassi agevolati. Altra misura sarebbe l'estensione della detrazione Irpef al 50% anche ai soggetti giuridici e il supporto incentivante alla sostituzione dell'amianto".
"Quello che serve all'Italia - secondo Gemme - è la pianificazione di una serie di azioni per lo sviluppo del settore industriale delle fonti energetiche alternative, che deve prescindere da interventi limitati e dalla portata insufficiente come la norma cosiddetta 'spalma incentivi'. Per fare questo, occorre che il nostro Paese torni a riprendersi un ruolo di primo piano nello scenario europeo, orientando e non subendo le scelte comunitarie. Ne va di tutta nostra industria manifatturiera, che è la seconda in Europa".
In occasione di un tavolo di confronto sul settore che si è tenuto ieri a Milano nella sede di Anie, il presidente dell'Ifi (Industrie fotovoltaiche italiane) Alessandro Cremonesi ha espresso la volontà da parte del Comitato di aderire ad Anie Rinnovabili. (fonte Ansa)
La ricetta di Anie Rinnovabili per lo sviluppo del settore, si legge in una nota, indica "innanzitutto, uno snellimento burocratico, realizzabile a costo zero, mediante una semplificazione delle procedure autorizzative, di connessione e di accesso alla rete che porterebbe a una diminuzione dei costi degli impianti fotovoltaici fino al 15-20%. È necessario poi - prosegue - così come più in generale nell'industria italiana, facilitare l'accesso al credito per le imprese, per esempio con l'introduzione di un fondo speciale (come il Fondo Rotativo di Kyoto) per garantire tassi agevolati. Altra misura sarebbe l'estensione della detrazione Irpef al 50% anche ai soggetti giuridici e il supporto incentivante alla sostituzione dell'amianto".
"Quello che serve all'Italia - secondo Gemme - è la pianificazione di una serie di azioni per lo sviluppo del settore industriale delle fonti energetiche alternative, che deve prescindere da interventi limitati e dalla portata insufficiente come la norma cosiddetta 'spalma incentivi'. Per fare questo, occorre che il nostro Paese torni a riprendersi un ruolo di primo piano nello scenario europeo, orientando e non subendo le scelte comunitarie. Ne va di tutta nostra industria manifatturiera, che è la seconda in Europa".
In occasione di un tavolo di confronto sul settore che si è tenuto ieri a Milano nella sede di Anie, il presidente dell'Ifi (Industrie fotovoltaiche italiane) Alessandro Cremonesi ha espresso la volontà da parte del Comitato di aderire ad Anie Rinnovabili. (fonte Ansa)
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