lunedì 24 novembre 2014

Servono più aiuti per le start-up

Dare vita ad una start-up comporta ''un rischio molto elevato'', spiega Chicco Testa, presidente di Assoelettrica oltre che della giuria degli Edison Start Award. ''Bisogna mettere in conto il rischio imprenditoriale, il rischio che la tecnologia sviluppata non funzioni come previsto, e il rischio di non trovare un mercato adatto alla propria idea''. Per ridurre l'alto tasso di mortalità di queste nuove forme di impresa ''è necessario un ecosistema che le aiuti a crescere, non solo finanziamenti - aggiunge - ma anche un tutoraggio imprenditoriale che permetta di distinguere la bella idea da quella che avrà successo sul mercato''. La situazione è particolarmente difficile per i ricercatori delle università che vogliono lanciarsi in questa avventura. ''La start-up è un ponte che permette di portare le idee fuori dai laboratori'', spiega Guglielmo Lanzani dell'Istituto italiano di tecnologia, che grazie al suo gruppo di ricerca presso il Politecnico di Milano sta sviluppando una start-up per produrre una nuova cella fotovoltaica stampabile con le rotative che genera energia catturando la luce negli ambienti chiusi. ''L'ostacolo principale sono ovviamente i finanziamenti - sottolinea – ma spesso al ricercatore mancano anche la mentalità imprenditoriale, la conoscenza del mercato e la voglia di rischiare. A questo si potrebbe rimediare con corsi formativi specifici nei dottorati di ricerca''. (da Ansa.it)

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