giovedì 31 maggio 2012

Bio-carburanti: nuovi studi per utilizzare le alghe

Da tempo biologi e scienziati si sono messi al lavoro per sondare le reali possibilità derivanti dalle alghe nella produzione di biocarburante. La necessità, come è noto, nasce dalla grande crisi energetica che caratterizza la nostra epoca e dal bisogno sempre crescente di passare a fonti energetiche ‘pulite’, in grado di sostituire definitivamente quelle fossili. Se fino a poco tempo fa le alghe non erano considerate una fonte economicamente alternativa al petrolio, una recente scoperta del BioArchitecture Lab di Berkeley sembra ribaltare questa tesi. I ricercatori inglesi avrebbero riprodotto in laboratorio un particolare microbo, capace di estrarre dalle piante del mare gli zuccheri e trasformarli in una sorgente pulita da cui ricavarne carburanti e composti chimici ‘puliti’. Gli zuccheri presenti nelle alghe brune sono l’alginato, il mannitolo e il glucano. Il 60% circa della biomassa secca delle alghe è composta da carboidrati fermentabili che per metà sono imprigionati in un singolo carboidrato, l’alginato. Questa componente è la più difficoltosa da digerire dai comuni microbi, ecco perché finora non è stato possibile sfruttare pienamente la produzione di etanolo dalle alghe. Ma i ricercatori del BioArchitecture Lab sono riusciti ad innescare un percorso metabolico in grado di degradare l’alginato e renderlo più digeribile a questi speciali microbi. Questa scoperta potrebbe quindi rivoluzionare la produzione di bioetanolo dalle alghe, prospettiva che fino a qualche mese fa sembrava pura fantascienza ma che attualmente apre un orizzonte di sviluppo concreto.

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